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Favorire l'integrazione partendo dalle lingue
Il progetto "Alunni Stranieri" all'ISIP
di Aosta
Un gruppo di insegnanti dellISIP di Aosta si è
attivato per far fronte al crescente problema degli studenti immigrati
e sta lavorando per offrire loro la possibilità di proseguire un percorso
scolastico regolare.
Il progetto: Alunni Stranieri
dellISIP di Aosta
2, 4, 10, 18: non sono numeri del Lotto,
ma indicano la progressione con cui, negli ultimi cinque anni scolastici,
sono aumentate le iscrizioni di alunni stranieri all'Istituzione Scolastica
di Istruzione Professionale (ISIP) di Aosta, diventata in breve tempo
un facile "contenitore" di stranieri frequentanti le diverse
scuole medie valdostane o direttamente provenienti dai paesi d'origine
(ricongiungimenti familiari o altro).
Un'analisi sulle cause (e sugli effetti futuri) di queste iscrizioni sarebbe
ormai necessaria, anche per capire in che direzione debba muoversi l'istituzione
stessa (neanche in alcune scuole di città quali Torino o Milano si registrano
percentuali di iscrizioni straniere così alte). Restano i problemi che
tali allievi presentano sia nell'ambito dell'inserimento sia in quello
dell'apprendimento, soprattutto riferendosi agli studenti che affrontano
una scuola superiore dopo pochissimi anni di frequenza presso scuole italiane,
poco scolarizzati nei paesi d'origine e perlopiù ignari delle difficoltà
a cui vanno incontro, anche a causa delle scarse informazioni ricevute
o dei problemi di comunicazione tra scuola e famiglie.
Le maggiori difficoltà di questo gruppo di allievi, come si evince anche
dai questionari e dalla relazione conclusiva effettuati dalla mediatrice
interculturale nel corso dell'anno scolastico 2000/2001, permangono nell'area
linguistica: scarsa la comprensione delle spiegazioni in classe e dei
libri di testo, molti i problemi legati all'esposizione orale e alla produzione
scritta.
Altri seri problemi riguardano le aspettative
(giuste o errate) che gli allievi e le famiglie si creano rispetto al
tipo di istituzione scolastica: l'ISIP è una "scuola professionale",
quindi aiuta a trovare lavoro? Questa sembra essere la domanda di buona
parte dei genitori degli allievi stranieri, desiderosi (più degli italiani)
di aiutare il bilancio familiare il più presto possibile. Ahimé, il più
delle volte la realtà si rivela ben altra: alle difficoltà di apprendimento
si aggiungono le bocciature.
L'idea di rimanere per anni inutilmente "parcheggiati" in un
edificio scolastico provoca delusione e sfiducia col risultato di un forte
abbandono scolastico dopo la prima o la seconda classe.
Non tutte le famiglie di immigrati, però, la pensano allo stesso modo:
molti genitori, infatti, vedono nella scuola italiana una grande opportunità
per il futuro dei figli, opportunità che nei loro paesi di provenienza
è sovente impensabile (costi elevati, impegni familiari, rigidità del
sistema scolastico).
In questo caso, i ragazzi stranieri frequentano con impegno e determinazione
la scuola superiore, cercando di superare le inevitabili difficoltà proprio
per raggiungere prospettive di lavoro migliori o l'accesso all'Università.
Di fronte ad una situazione scolastica di questo tipo aggravata dalle
dimensioni del fenomeno migratorio in generale, l'ex Istituto professionale
regionale di Aosta ha cercato di attrezzarsi e organizzarsi per passare
dai primi "corsi di recupero" ad interventi che, con gli anni
e le diverse esperienze, si adattano sempre più alle esigenze della scuola
e degli allievi immigrati.
Nasce così nel 2001 il primo "Progetto allievi stranieri ISIP",
reso possibile grazie al finanziamento speciale regionale dell'Assessorato
all'Istruzione e Cultura.
Il progetto, innovativo ed elaborato autonomamente dall'ISIP di Aosta,
si articola in più fasi e in diversi tipi di intervento: il supporto linguistico
svolge il ruolo principale con le attività settimanali di recupero pomeridiane
(italiano e francese); l'informatica coinvolge un gruppo di allievi stranieri
con attività pomeridiane dedicate a Internet. Tutte le attività interessano
più docenti della scuola (lingue, trattamento testi, religione) e vengono
svolte in collaborazione e con il supporto del mediatore.
Sin dall'inizio del percorso (fine agosto 2001) infatti il lavoro del
mediatore si è rivelato un prezioso alleato soprattutto per individuare
le problematiche più diffuse tra gli studenti stranieri presenti a scuola,
sia di tipo scolastico sia più in generale di tipo familiare o legati
all'inserimento sociale. Le difficoltà incontrate non sono poche, da quelle
prettamente organizzative (coincidenza e sovrapposizione di attività didattiche
pomeridiane, accesso alle aule di informatica, impegni dei docenti) a
quelle legate al coinvolgimento delle famiglie, a volte indispensabile
per una reale efficacia della proposta.
A fianco del progetto sono state ideate nel corso dell'anno scolastico
attività didattiche parallele che, sempre nell'ambito dell'educazione
interculturale, hanno coinvolto gli allievi (stranieri ed italiani) dell'ISIP
di Aosta: partecipazione alla settimana di educazione interculturale indetta
a novembre dal Consiglio d'Europa (con la preparazione di un breve ipertesto
da parte della classe IV TGA relativo alle attività interculturali attivate
nella scuola), collaborazione al gemellaggio con gli studenti rumeni di
Sinaia (e relativa ospitalità di alcuni degli studenti da parte di allievi
dell'ISIP), presentazione da parte di alcuni allievi stranieri delle loro
rispettive religioni (attività preparata e svolta con la collaborazione
della mediatrice e dell'insegnante di religione), svolgimento di un progetto
di animazione teatrale con un mediatore interculturale (attività in corso
nel secondo quadrimestre).
Il progetto vuole essere anche una forma di sperimentazione a livello
regionale e può eventualmente diventare un punto di riferimento per altre
istituzioni scolastiche superiori che avvertano, in una situazione simile,
la necessità di avviare queste ed altre attività nel corso dell'anno,
sempre in un'ottica interculturale condividendo l'obiettivo prioritario
di favorire l'inserimento degli allievi stranieri.
Restano, al di là degli sforzi degli insegnanti e della buona volontà
di tutti coloro che collaborano all'interno della scuola per la riuscita
del progetto, le difficoltà oggettive che la presenza di stranieri (ancora
in aumento, a guardare le preiscrizioni) poco scolarizzati in Italia inevitabilmente
porta in un'istituzione scolastica di istruzione superiore.
La quantità e la qualità di materie complesse da studiare, le maggiori
richieste di comprensione disciplinare e le aspettative degli allievi
e delle loro famiglie, spesso in contrasto con i risultati raggiunti,
sono elementi che implicano una serie di problemi di non facile e immediata
soluzione. Inoltre manca, a livello istituzionale regionale, un riferimento
per ogni ordine e grado di scuola che possa fungere da supporto logistico
e legislativo per gli insegnanti che loro malgrado si devono occupare
di allievi stranieri.
In altre regioni sono diversi gli enti e le istituzioni che si occupano
di ciò (Centri di aggiornamento, Centri interculturali, Centri Territoriali
Permanenti per l'educazione degli adulti, mai istituiti in Valle d'Aosta).
La scuola, ahimé, vive ancora in buona parte del volontariato dei suoi
docenti...
Melinda Forcellati
Lintervento di mediazione interculturale
Sullonda della nuova realtà multietnica,
la società italiana dovrà imparare a funzionare su più livelli
culturali. La mediazione interculturale, se adeguatamente inserita nei
vari ordini di scuole, potrà in questo senso fornire un valido contributo.
Da alcuni anni, il numero degli alunni stranieri iscritti allISIP
di Aosta, è in continuo aumento: questanno siamo arrivati a 18 iscritti.
La loro provenienza è varia: dodici dal Marocco, due dal Brasile, due
dalla Repubblica Dominicana, uno dalla Bosnia, uno dalla Cina. Variano
anche le età. Tutti frequentano la scuola pubblica italiana da pochi anni.
Il numero di questi ragazzi è destinato ad aumentare. Occorre allora trasformare
lazione di mediazione culturale da attività di prima accoglienza
in un percorso più strutturato che prenda avvio da una conoscenza approfondita
dei soggetti coinvolti.
Obiettivo iniziale dellintervento di mediazione interculturale è
stata la raccolta di informazioni sul vissuto e sulle conoscenze culturali
degli studenti interessati per poter avviare percorsi di studio e di crescita
personalizzati. Era importante risalire anche alla loro situazione familiare,
indagare sulle loro difficoltà scolastiche, sulle loro reali motivazioni,
sulla loro conoscenza della realtà locale.
Per raccogliere tutti questi dati sono stati praticati lascolto,
losservazione e il confronto con gli altri operatori.
Lattività è iniziata con un incontro di programmazione cui erano
invitati tutti gli interessati: studenti e genitori. A questo incontro
di presentazione del lavoro e del ruolo della mediatrice, accanto agli
alunni, è intervenuto un solo genitore.
Successivamente, con modalità organizzative diverse (incontri per piccoli
gruppi misti o omogenei, incontri individuali) sono stati affrontati temi
legati allimmigrazione, ai valori, alle differenze culturali ed
in particolare alle differenze religiose.
La convivenza allinterno del gruppo classe è stata a volte difficoltosa:
ogni ragazzo era portatore di vissuti esperienziali forti, talvolta problematici.
I ragazzi stranieri con una buona conoscenza della lingua italiana, o
provenienti da nuclei familiari solidi e già inseriti nel tessuto sociale
locale dimostrano più facilità nellapprendimento e una maggiore
capacità di socializzare.
Gli altri, più sprovveduti dal punto di vista linguistico e più fragili
nelle relazioni costituivano la parte debole del gruppo classe. Durante
il corso dellanno scolastico si è resa necessaria anche una stretta
collaborazione con i servizi sociali.
La poca partecipazione delle famiglie alla vita scolastica, le lunghe
assenze non giustificate di alcuni ragazzi, il mancato rispetto degli
orari, una scarsa considerazione del ruolo della scuola come momento di
formazione culturale e professionale sono stati elementi di realtà che
ci hanno costretto a rivedere in parte la programmazione iniziale.
Abbiamo lavorato in stretta collaborazione con i docenti dei corsi di
rafforzamento linguistico (italiano e francese), con il personale amministrativo,
i servizi sociali, l'équipe USL, il CCIE (Centro Comunale Immigrati Extracomunitari),
la Questura e diversi uffici pubblici presenti sul territorio valdostano.
Ridurre le distanze e sfumare i pregiudizi che si frappongono tra studenti
stranieri e studenti italiani sono gli ambiziosi obiettivi formativi di
questo progetto. Come mediatrice culturale ho infatti cercato di trasmettere
messaggi di responsabilità e di impegno individuale preoccupata come sono
di fondare la comunicazione fra le diverse parti sul reciproco rispetto
per contribuire alla costruzione di una nuova società.
Juliene C. Ferreira
Torretta
Lavis de trois professeurs de français qui ont participé
à linitiative
Un renforcement linguistique a été
proposé non seulement en italien, mais également en français car bien
que certains élèves soient dorigine francophone (Maroc essentiellement)
leurs résultats scolaires nétaient pas bons.
Les élèves ont été admis à ce cours en fonction des évaluations obtenues
à partir de tests portant sur la compréhension et production orales, compréhension
et production écrites.
Les manuels utilisés ont été ceux proposés par les éditeurs scolaires:
Zanichelli et Hachette- Français Langue étrangère. Mais nous avons aussi
fait usage doutils pédagogiques de base tels que : les photocopies,
les cassettes, les vidéos.
Lensemble de lintervention sachèvera en mai 2002. Les
cours de français, conçus en alternance avec les cours ditalien,
se sont déroulés en deux temps .
Un premier cours de renforcement linguistique intensif a été mis sur pied
en octobre et novembre : deux heures, deux fois par semaine.
À la suite du test dévaluation finale des élèves, il sest
avéré indispensable dorganiser, pour ceux qui avaient obtenu une
évaluation gravement insuffisante, un deuxième cours de consolidation
à partir du mois de janvier, à raison de deux heures tous les quinze jours.
Le niveau de départ choisi fut délibérément le niveau débutant. Par ailleurs,
étant donné le manque dhomogénéité de la classe (âge de 15
à 20 ans, sections industrielles et touristiques, pays dorigine
linguistiquement variés ; aire francophone et non), il parut naturel de
considérer que le français enseigné ne pouvait avoir la place, pour les
apprenants, ni dune langue maternelle ni même dune langue
seconde mais devait être abordé dans le cadre du français langue étrangère.
Lambiance de ce cours était agréable. Les élèves étaient souriants,
détendus. Les consignes, les explications étaient données par la prof
en français, en italien - les apartés, les chuchotements des élèves étaient
en arabe et la prof se sentait exclue, regrettait de ne pas comprendre
cette langue. Le rythme de lapprentissage suivait celui des élèves
et pourtant les résultats, évalués et confirmés par des tests successifs,
se sont révélés très moyens pour la plupart, quasi nuls pour quelques-uns.
Les difficultés phonétiques étaient nombreuses, les erreurs dorthographe
abondaient.
Heureusement le prochain cours sera tenu par une collègue qui fera mieux,
je lespère.
Marie-Claude Mabille
Depuis longtemps, notre école
rêvait de mettre sur pied un cours pour les élèves étrangers qui la fréquentent.
Finalement, ce cours a pu être réalisé. Il est, effectivement, devenu
un support fondamental pour les jeunes provenant de pays extra communautaires,
puisquils arrivent souvent dans notre établissement sans connaître
les deux langues en usage : litalien et le français.
Je crois que le travail préparatoire en équipe a été enrichissant aussi
bien pour les élèves que pour les enseignants engagés dans ce projet commun,
car tous ont pu échanger leurs opinions et leurs impressions, en toute
liberté.
Lensemble du cours, tout en privilégiant la compréhension et lexpression
orale, sest fixé comme objectif incontournable de soigner aussi
les éléments fondamentaux de lexpression écrite pour fournir aux
élèves les compétences de base de lécrit.
Il est évident que nos étudiants étrangers ne pourront être à même de
suivre de façon profitable les disciplines prévues par notre école que
de façon progressive. Mais cest bien là notre objectif.
Pendant le cours que jai tenu, jai eu limpression que
les élèves se sentaient beaucoup plus libres dexposer leurs doutes
que lorsquils étaient insérés dans leurs classes respectives ;
je les ai trouvés motivés car ils ont eu loccasion de sapercevoir
que les activités étaient conçues exprès pour eux, en tenant compte de
leurs compétences de base (révélées par les tests de départ). Par conséquent,
les heures passées ont été rentables et efficaces.
Il faut encore souligner que la collaboration fournie par la médiatrice
culturelle a permis, à lensemble des collègues impliqués dans le
projet, une approche appropriée à chaque élève.
Une dernière considération : sil était possible dorganiser
ce type de cours au tout début de lannée scolaire, nos élèves étrangers
auraient sûrement de meilleurs résultats.
Nella Sergi
Nous vivons dans un univers
où les phénomènes migratoires touchent beaucoup dentre nous. Ce
défi de la migration est aussi le défi de lintégration. Il implique
le passage de nos sociétés dun idéal dhomogénéité à un idéal
de diversité culturelle et de pluralisme.
Chez nous, à lISIP dAoste, pour la promotion de léducation
interculturelle, nous utilisons des outils sur mesure afin daccueillir
les élèves venus de différents pays étrangers et ne connaissant pas nos
langues. Notre but essentiel est de soutenir ces jeunes pour faciliter
leur démarrage scolaire dans notre établissement.
Un certain nombre dheures de soutien en italien et en français sadressent
tout spécialement à ceux dentre eux qui présentent des difficultés
linguistiques.
Toutes les initiatives de notre projet Alunni stranieri
tendent à aplanir les différences, même si celles-ci ne sont pas nécessairement
importantes, surtout parce quelles sont souvent source de discrimination.
Une société, qui passe du concept de légalité sociale à celui du
respect des différences culturelles, doit chercher à mettre en marche
des dynamiques dintégration et non dexclusion, afin de pouvoir
mieux gérer les conflits entre collectivités, dans le but, non pas dassimiler
ou dannuler les différences, mais bien de redéfinir les identités
et la citoyenneté de chacun.
Sylvie Bancod
Melinda Forcellati
Insegnante di Materie letterarie presso l'ISIP
di Aosta.
Fa parte del gruppo di ricerca per l'inserimento degli studenti stranieri
nelle scuole superiori presso il Centro Interdipartimentale di Ricerca
Didattica e Aggiornamento degli Insegnanti dell'Università di Torino.
Juliene C. Ferreira
Attualmente collabora
come mediatrice interculturale con il servizio "Ali e Radici"
della Cooperativa la Sorgente di Aosta.
Sylvie Bancod
Marie-Claude Mabille
Nella Sergi
Professeurs de français
à lISIP dAoste.
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