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Valutazione formativa, pedagogia del contratto e
differenziazione didattica
Una ricerca-azione per la scuola dell'autonomia - Il
progetto PEDRA diventa un libro a diffusione nazionale
Il progetto PEDRA (Projet dÉvaluation formative
et de Différenciation de la Région dAoste) sta per diventare
un libro a diffusione nazionale, la cui pubblicazione è prevista per il
mese di aprile.
Lesperienza di ricerca-azione sulla valutazione formativa e sulla
differenziazione dellinsegnamento - realizzata dallallora
IRRSAE, con il qualificato contributo di due formatrici dellUniversità
di Ginevra(1), in alcuni Circoli della scuola elementare valdostana negli
anni scolastici 1992/93, 1993/94, 1994/95 - ha infatti suscitato linteresse
della casa editrice milanese Franco Angeli, attiva nellambito delle
pubblicazioni rivolte al mondo della scuola.
I curatori del testo hanno rielaborato e tradotto in italiano il dossier
in lingua francese prodotto con alcuni insegnanti coinvolti nel 1996 in
un laboratorio di scrittura, organizzato per documentare e diffondere
a livello regionale le pratiche innovative sperimentate attraverso il
progetto.
Il libro ripropone fedelmente tali
pratiche, integrandole con approfondimenti teorici per inquadrare lesperienza
nella sua cornice di riferimento e permettere di sperimentarla concretamente.
E quindi unopera che annovera soprattutto insegnanti tra gli
autori e proprio in ciò si ritiene risieda il valore aggiunto di questo
testo, scritto da gente di scuola per gente di scuola, che può così conoscere,
attraverso le riflessioni e i resoconti dei colleghi, una significativa
esperienza di ricerca-azione, che ha portato numerosi docenti a modificare
notevolmente le proprie metodologie dinsegnamento.
Si tratta, infatti, di unesperienza che si pone in dichiarata rottura
con lorientamento pedagogico tradizionale, che attribuisce al docente
il ruolo di semplice trasmettitore di conoscenze, relegando il discente
nella passiva ricezione dei saperi propostigli.
Il nuovo modello assunto affida invece allinsegnante il delicato
compito di mediatore tra lalunno e il sapere, di facilitatore del
processo di costruzione delle conoscenze e delle competenze: processo
di cui il ragazzo ha il diritto di essere protagonista, interagendo con
il docente, con i compagni e con la situazione educativa in cui viene
calato.
In questottica - attraverso le pratiche della valutazione formativa
e della differenziazione dellinsegnamento, tramite lutilizzo
di strumenti mediatori quali il contratto pedagogico, il piano
di lavoro, laccoglienza e il consiglio degli allievi, mediante luso
della pedagogia di progetto e delle situazioni-problema - si sono creati
nuovi ambienti interattivi di apprendimento, in cui gli alunni, allinterno
di un percorso di ricerca cognitiva, hanno potuto esprimere creatività,
emozioni, ansie, difficoltà, riflessioni e conquiste conoscitive, a livello
sia disciplinare che sociale.
Gli insegnanti si sono a poco a poco liberati del mito dellallievo
modello, sempre ben disposto nei confronti delle proposte didattiche,
ed hanno imparato ad assumere la noia, la demotivazione, lerrore
come segnali che hanno bisogno di essere ascoltati e richiedono un intervento
formativo anziché punitivo. In altre parole, invece di cercare colpe
nei ragazzi, si sono interrogati sulle proprie pratiche dinsegnamento,
su ciò che le rende efficaci o meno, domandandosi come si possono modificare
per facilitare la costruzione del senso del lavoro scolastico e la riuscita
degli allievi. Hanno così trasformato laula in un luogo di ricerca
e di comunicazione in cui gli alunni hanno potuto discutere insieme con
il/i docente/i della propria vita scolastica, toccandone sia gli aspetti
relazionali e organizzativi sia quelli attinenti ai processi di apprendimento
e alle difficoltà cognitive.
Nel 1917 Édouard Claparède
scriveva: Una classe non è per niente limmagine di
una repubblica in miniatura; è al contrario, nel piccolo, una monarchia
assoluta: da un lato, un insegnante, un reggente con poteri assoluti,
dallaltro, dei soggetti i cui desideri personali o le cui iniziative
sono ridotte al minimo. Da allora quanto è cambiato? Quanto
spazio è accordato agli allievi per esprimersi rispetto al loro mestiere
di scolari? Le categorie valoriali, le rappresentazioni mentali
che guidano loperato degli insegnanti sono di tipo democratico?
Forse, ma probabilmente la strada
da percorrere è lunga, come testimonia, tra gli altri, R. Gloton che,
a distanza
di oltre cinquantanni, pone ancora
la seguente domanda : La nostra scuola è una monarchia
o una democrazia? (2).
Il progetto PEDRA ha aiutato a compiere un tratto di questa strada. Esso
ha portato a destrutturare la relazione gerarchica tra docente e allievo
e ad instaurare unorganizzazione più democratica nella vita della
classe, perché fondata su una produttiva interazione tra alunni e tra
alunni e insegnante/i.
Ha permesso di sviluppare senso di responsabilità e autonomia, rispetto
degli altri e delle regole del vivere sociale; in alcuni casi, ha reso
possibile realizzare unesperienza di vita collettiva in grado di
trasformare una classe di alunni uniti a caso in un gruppo
dove cè posto per lio, ma dove si costruisce anche
il noi.
Quanto brevemente esposto dovrebbe dar conto dellattualità di un
progetto che ha costituito - per gli obiettivi perseguiti, i contenuti
affrontati e la metodologia utilizzata - unesperienza ante litteram
di autonomia scolastica, perfettamente in linea con quanto previsto dalla
recente normativa.
In effetti, le pratiche sperimentate hanno lo scopo di promuovere la riuscita
di ogni allievo, puntando lattenzione sul processo di apprendimento
degli alunni e su quello di insegnamento/apprendimento nel suo complesso.
E il successo formativo è proprio lobiettivo che il legislatore
si è posto quando ha avviato il piano di realizzazione dellautonomia
scolastica e di riorganizzazione dellintero sistema formativo(3).
Per quanto concerne la metodologia adottata, la ricerca-azione, va ricordato
che le scuole godono oggi di autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo
(4). Dai testi di legge sullautonomia e dalle direttive
che ne discendono (5) emerge un modello di professionalità
dinamico e a forte valenza euristica. E la ricerca-azione, che si alimenta
di una continua interazione tra riflessione teorica e pratica didattica
- da una parte poggiando su un rigoroso sistema di ipotesi (teoria), dallaltra
ancorandosi saldamente a strategie metodologico-operative (prassi) - sembra
poter rappresentare uno strumento fondamentale di formazione in servizio
per avvicinare gli insegnanti alla ricerca, per permettere loro di misurarsi
con il cambiamento da protagonisti consapevoli e di porsi di fronte allinnovazione
come ricercatori in progress e in autoformazione, costruttori di nuove
competenze rispetto alla loro professione.
Per tutto ciò si ritiene che il progetto PEDRA, da cui lopera trae
origine, possa rientrare a ragione tra quelle esperienze che è utile far
conoscere, nellottica della documentazione e della diffusione delle
buone pratiche.
Si confida che i lettori possano trovare tra le pagine del testo - ricche
di narrazioni didattiche, riflessioni, suggerimenti operativi, procedure,
teorie e modelli - unopportunità per realizzare i desideri professionali
che si fondano sulla riuscita degli studenti e, di conseguenza, sullefficacia
dellinsegnamento.
Rosi Tadiello
Insegnante comandato allIRRE-VDA, (già
IRRSAE Valle dAosta) dove svolge attività di ricerca e consulenza.
Ha coordinato alcune esperienze di ricerca-azione, tra cui il progetto
PEDRA.
Da alcuni anni si occupa, in particolare, di monitoraggio dellautonomia
scolastica e di valutazione di sistema.
Note
(1) Monica Gather
Thurler, docente alla Facoltà di Psicologia e Scienze dellEducazione
dellUniversità di Ginevra, è stata coordinatrice per la ricerca
e linnovazione alla Direzione dellInsegnamento Primario di
Ginevra e docente allIstituto di Pedagogia dellUniversità
di Friburgo.
Etiennette Vellas, dellUniversità di Ginevra, già insegnante e direttrice
didattica, ha un incarico presso la Facoltà di Psicologia e Scienze dellEducazione
per la formazione degli insegnanti ed è membro del Comitato scientifico
della rivista LEcole Valdôtaine.
(2) Gloton R., (1974) LAutorité à la dérive, Paris, Casterman.
(3) Cfr. art.1, comma 2 e art. 4, comma 1, D.P.R. 8.3. 1999, n. 275.
(4) Cfr. art. 21, comma 10, L. 15.3.1997, n. 59.
(5) Cfr. art. 21, L. 59/1997; D.P.R. 275/1999; Direttiva 3.9.1999, n.
210; Direttiva 1.10.2001, n.143.;. L.R. 26.7.2000, n. 19.
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