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Funzioni
in funzione di chi e di che cosa?
I momenti di lavoro
in classe non sono che una parte delle attività che l'insegnamento oggi
richiede. l'esperienza in verticale delle funzioni-obiettivo dell'istituzione
scolastica del grand combin, mette in rilievo tutto questo sommerso, che
fa del mestiere di insegnante una professione.
Come sanno tutti coloro che si occupano
di formazione, oltre al lavoro necessario per garantire la qualità dell'azione
in aula (osservazione, progettazione, ricerca e preparazione materiale,
verifica, valutazione, gestione), l'evoluzione della scuola negli ultimi
anni ha richiesto ai docenti, o almeno ad una parte di essi, lo svolgimento
di funzioni aggiuntive, soprattutto sul versante del coordinamento organizzativo
e della consulenza alla didattica. La gestione del Piano dell'Offerta
Formativa (POF), il progetto complessivo dell'Istituzione - che deve rispondere
ai principi della coerenza e dell'integrazione -, il sostegno al lavoro
dei docenti, gli interventi e servizi per gli studenti, il collegamento
con la realtà del territorio, sono funzioni non propriamente pedagogico
didattiche, ma certamente importanti per qualificare una scuola.
L'obiettivo che ci siamo posti, sollecitati dalla redazione dell'Ecole
Valdôtaine, è stato soprattutto quello di esplicitare le azioni che,
come team di insegnanti incaricati di Funzione-Obiettivo, abbiamo svolto
al di là del nostro essere insegnanti tutti i giorni e di riflettere sulle
acquisizioni professionali che tale incarico ci ha permesso di realizzare.
GLI AMBITI DI INTERVENTO |
FORMAZIONE/AGGIORNAMENTO
Nell'individuare gli obiettivi prioritari
per l'Istituzione nel suo complesso, le Commissioni e le Funzioni-Obiettivo,
hanno suggerito, in un breve documento, alcuni temi di aggiornamento
che sembravano significativi, perché in linea con le finalità dell'autonomia.
Contemporaneamente hanno elaborato un questionario per accogliere
le diverse esigenze di formazione degli insegnanti. Sono state pertanto
organizzate le seguenti attività di formazione, in relazione ai
risultati delle indagini:
- Educazione all'ascolto, inteso come momento centrale nell'interazione
tra pari e nella comunicazione insegnante/allievo.
- Corso di formazione riguardante /'area logico-linguistica,
in una prospettiva di continuità tra diversi ordini di scuola.
- Corso di autoformazione che permetta agli insegnanti
di confrontarsi, raccogliere idee e materiali per progettare (per
ordine di scuole o in una prospettiva curricolare).
EDUCAZIONE ALLA
SALUTE E PREVENZIONE DEL DISAGIO SCOLASTICO
Durante l'a.s. 2000/2001, attraverso
l'uso di questionari rivolti sia agli insegnanti che agli alunni,
sono stati rilevati i problemi e le esigenze più urgenti presenti
nella realtà delle scuole dell'Istituzione. Dai risultati di quell'indagine
è emerso che lo stato di benessere nelle scuole è in generale ancora
piuttosto buono e che nella maggior parte dei casi i problemi sono
per il momento contenibili. Un dato significativo, comunque ancora
emerso, è la mancanza di dialogo e di ascolto. Perciò quest'anno,
2001/2002, la commissione si è innanzitutto attivata per comunicare
e portare a conoscenza di tutti gli insegnanti i risultati più significativi
di quella ricerca. Ha inoltre raccolto e messo a disposizione di
tutti gli insegnanti dell'Istituzione materiali per approfondimenti
teorici ed ha organizzato un corso di formazione sull'ascolto.
CONTINUITÀ
In relazione alle riflessioni nate
dal confronto iniziato l'anno 2000/2001, la Commissione Continuità
ha individuato due prospettive di lavoro: proporre ai colleghi progetti
concreti da attuare in classe e incominciare ad individuare competenze
base che si ritiene fondamentale sviluppare nelle varie articolazioni
del percorso formativo, per quanto riguarda la Lingua 1 e la Lingua
2.
Per il prossimo anno si vorrebbe, compatibilmente con i vincoli
organizzativi legati ai diversi orari degli insegnanti, accorpare
le riunioni di ambito disciplinare con il filone della scuola media,
inserendo docenti dei tré ordini di scuola in questo gruppo di lavoro.
Inoltre la commissione sta organizzando una proposta di attività
linguistica che, in un'ottica curricolare, possa coinvolgere gli
insegnanti dei diversi ordini di scuola. Si tratta di un progetto
ambizioso che vorrebbe fornire strumenti di educazione linguistica
e favorire un approccio al testo letterario.
AUTOVALUTAZIONE
La realtà di una Istituzione comprensiva
ci ha obbligato a pensare all'autovalutazione in termini complessivi
e riferibili ai diversi ordini di scuola. Si è pertanto posta attenzione
alla progettualità, alla continuità, all'orientamento, alle attività
extra-scolastiche, al benessere degli allievi, al giudizio dei genitori
delle classi prime di ogni grado sull'esperienza scolastica dei
propri figli e sui servizi che la scuola offre. Dalle indagini svolte
fino ad ora risulta l'immagine di una scuola in cui c'è condivisione
sulle finalità e sugli obiettivi del POF, sulla necessità della
programmazione, della progettazione e dell'autovalutazione stessa.
Sembra comunque che i flussi di decisione e di comunicazione siano
cambiati solo parzialmente e abbiano raggiunto un limitato numero
di docenti.
Quest'anno è stato svolto anche un censimento sulle risorse umane
presenti nella scuola, limitatamente per ora ad insegnanti e genitori.
Per quanto riguarda gli insegnanti, l'obiettivo è stato quello di
scoprire competenze e qualità, magari non emerse nella quotidiana
pratica didattica, che possano essere sfruttate non in un'ottica
di maggior lavoro, ma in una prospettiva di miglioramento della
qualità delle offerte. Ci pare che evidenziare il valore aggiunto,
che ciascun insegnante porta con sé, permetta di offrire una rappresentazione
più completa della nostra scuola e consenta di fornire ulteriori
strumenti di progettazione al Collegio, alle Commissioni e ai Consigli
di classe.
Per quanto riguarda i genitori, l'indagine socio-culturale e il
censimento sulle risorse culturali presenti nelle famiglie, attraverso
un questionario presentato in lingua italiana e araba, permetterà
di conoscere meglio l'ambiente in cui i nostri allievi crescono,
di scegliere quindi più consapevolmente le attività, di prevedere
gli interventi opportuni e di poter coinvolgere, eventualmente,
genitori che lo desiderino, in alcuni progetti.
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BREVE CRONISTORIA
Nel primo collegio docenti dell'Istituzione
comprensiva (2000/2001), gli insegnanti e la Dirigente di allora, signora
Luciana Diémoz, individuano sei Commissioni di lavoro: Continuità, Educazione
alla salute e prevenzione del disagio scolastico, Inserimento alunni stranieri,
Autovalutazione e POF. Le Commissioni sono formate da insegnanti dei tré
ordini di scuola, nasce così l'esigenza di avere delle figure di coordinamento
che vengono individuate nelle Funzioni Obiettivo (due per la scuola media
e una per la scuola elementare). Quest'anno, 2001/2002, con l'attuale
Dirigente, signora Marilena Agazzini, la nostra Istituzione sta lentamente
assumendo i connotati di una vera struttura verticalizzata, gli incarichi
di FF.OO. sono stati affidati a insegnanti di tutti i gradi scolastici,
mentre sembra essersi consolidata l'abitudine a formare Commissioni miste.
ALCUNE RIFLESSIONI
Nel coordinare i lavori delle Commissioni
e nello svolgere gli altri compiti inerenti al ruolo di F.O., più che
l'entusiasmo, ci ha guidati la consapevolezza degli eventuali rischi connessi
ad una organizzazione comprensiva. Questo ci ha predisposti alla prudenza
e ha forse evitato il pericolo di paralizzanti delusioni; ci ha allontanati
dal seducente desiderio di individuare, di fronte agli inevitabili ostacoli,
i colpevoli, malignamente inseritisi tra le nostre aspettative, il nostro
lavoro e la realtà dei fatti.
Ci siamo posti obiettivi limitati e quindi controllabili. Sapevamo che
pochi, inizialmente, sarebbero stati coinvolti dalle novità. Eravamo fermi
nell'idea che i cambiamenti hanno senso quando valorizzano il lavoro di
tutti, quando rispettano le differenze e, finalmente, anche il desiderio
legittimo di chi vuole per un po' rimanere al margine dei progetti di
riforma.
In questa prospettiva, che comunque esclude atteggiamenti di rinuncia,
abbiamo cominciato a lavorare nelle Commissioni miste, progettando più
o meno il solito lavoro, ma in un'ottica di "pluralità" di esperienze,
interessi e linguaggi.
Tutte le decisioni, comprese quelle delle FF.OO., sono state il frutto
delle Commissioni in cui le parole, quelle capaci di raccontare le diverse
storie, diventavano i criteri per definire scelte, esigenze, talvolta
compromessi.
Sappiamo che molto lavoro rimane da fare per una scuola che ponga al centro
dei suoi interessi gli allievi in un'ottica di continuità e di reale opportunità
di riuscita. Oggi però i nostri parziali risultati ci sembrano particolarmente
significativi, sia rispetto alla proposta di riforma Moratti che sembra
riportare ad un modello organizzativo rigido, parcellizzato nella fascia
dell'obbligo e aspramente dualista nelle superiori, sia rispetto ad una
proposta di riforma che fa solo deboli richiami al principio dell'obbligo
scolastico, sancito dalla nostra Costituzione.
LE POSSIBILI ACQUISIZIONI IN TERMINI DI
PROFESSIONALITÀ
Sicuramente, aver avuto la possibilità
di lavorare in una Commissione mista ci ha permesso di conoscere maggiormente
le realtà dei diversi gradi di scuola; ci ha reso consapevoli sia della
complessità di un Istituto comprensivo, sia delle sue risorse e delle
sue potenzialità. Diventare consci di ricoprire un ruolo istituzionale,
assumere responsabilità, progettare, organizzare, coordinare il lavoro
delle commissioni, definendone i compiti e presidiando la realizzazione
degli obiettivi, è quanto abbiamo, con fatica, cercato di fare. Potremmo
così indicare le possibili acquisizioni professionali che l'esperienza
di FF.OO. permette di ottenere: una spinta all'autoformazione e all'autovalutazione;
una conoscenza maggiore delle dinamiche presenti all'interno dell'Istituzione,
dei contesti e dei linguaggi di culture pedagogiche diverse; un'abitudine
alla riflessione sui processi e sui risultati; l'attenzione costante alle
esigenze dei colleghi per censirne e stimolarne i bisogni formativi.
I NOSTRI IRRINUNCIABILI PUNTI DI PARTENZA
Cercare la collaborazione di tutti,
accettando anche il fatto che qualche collega non avesse voglia di cooperare.
Non partire dal presupposto che la ragionevolezza delle nostre
proposte meritasse, tout court, il consenso.
Cercare di sfruttare appieno potenzialità, risorse e porsi, per
qualsiasi iniziativa, in un'ottica di realtà scolastica "plurale".
Fare le opportune distinzioni tra le proposte presentate come semplice
stimolo di riflessione e i progetti invece da condividere, da realizzare
e da valutare insieme.
Distinguere le critiche al proprio operato e alle proprie proposte
dalle perplessità relative al ruolo delle FF.OO..
Evitare eccessive semplificazioni o aggiungere inutili complicazioni.
IL SOSTEGNO Al NOSTRI COLLEGHI
Nell'ambito dell'aggiornamento, ci pare che le scelte fatte abbiano rispecchiato i bisogni
formativi dell'Istituzione. Lo abbiamo constatato dalla partecipazione
degli insegnanti alle iniziative realizzate. E' stato anche possibile
verifìcare una ricaduta dei corsi di formazione sull'attività didattica.
Per quanto riguarda la documentazione e l'uso delle nuove tecnologie, anche per il ruolo svolto dal coordinatore, l'aula di informatica,
che fino a tré anni fa era sotto utilizzata, è diventata oggi centro di
attività didattica, nonché luogo di autoformazione e di documentazione
per molti insegnanti. Un altro elemento positivo di riscontro delle azioni
delle FF.OO. nella realtà dell'istituzione è la risposta degli insegnanti
alle iniziative di autovalutazione. Esse non sono state considerate solo
come meri adempimenti burocratici, ma come occasioni di riflessione, di
razionalizzazione e come possibilità di offrire anche all'esterno un'immagine
reale e completa della propria scuola.
Anche per coloro che si sono impegnati nelle Commissioni Salute e Continuità c'è stata una crescita professionale che ha rafforzato la cultura
della programmazione.
Come l'istituto comprensivo ha modificato il
lavoro degli insegnanti (a.s 2000/2001) |
Dai risultati
del monitoraggio sulla verticalizzazione emergono come dati
significativi che la metà degli insegnanti ritiene che la nuova
organizzazione scolastica abbia determinato cambiamenti nella
pratica professionale e che tali cambiamenti siano nel complesso
positivi. Essi riguardano soprattutto le attività degli organi
collegiali, dei gruppi di lavoro e dei gruppi disciplinari.
La maggior parte dei docenti non individua nella nuova Istituzione
scolastica occasioni di arricchimento professionale per quanto
riguarda le attività didattiche specifiche, mentre ritiene che
la verticalizzazione abbia favorito le condizioni per un maggior
raccordo tra i gradi di scuola, e abbia determinato le occasioni
per momenti di confronto e di collaborazione. La conoscenza
reciproca dei programmi, dei metodi di insegnamento, dei criteri
di valutazione e dell'organizzazione scolastica in generale
e dei gradi di scuola risulta un obiettivo non ancora raggiunto
per la maggior parte degli insegnanti. Si individuano, in guesto
senso, ancora ostacoli per la possibilità di elaborare percorsi
formativi comuni, che vadano oltre le singole iniziative di
raccordo.
Per quanto riguarda il POF e le decisioni prese a livello di
Istituzione, la quasi totalità dei docenti ritiene che sia stato
ugualmente valorizzato l'apporto dei diversi gradi di scuole;
che si siano armonizzate le diverse culture pedagogiche e organizzative;
che si sia tenuto conto delle differenti età degli allievi e
dello sviluppo progressivo degli apprendimenti; che siano presenti
elementi di continuità, che si sia tenuto conto della specificità
e dell'autonomia dei diversi gradi di scuola; che non si sia
dunque fatto riferimento prevalentemente alla cultura pedagogica
e organizzativa del grado di scuola che ha il maggior numero
di docenti; che la cultura pedagogica e organizzativa del Dirigente,
pur avendo contato, non ha predeterminato scelte e orientamenti.
Per quanto riguarda invece i rapporti con gli enti locali, le
agenzie, le associazioni, la maggior parte degli insegnanti
ritiene che la verticalizzazione non abbia prodotto significativi
cambiamenti. |
Tale valutazione è stata fatta con uno
strumento "d'osservazione formativa": il SOFT, la cui sigla
è l'abbreviazione di quattro parole inglesi.
"L'analyse SOFT est un outil propre
au "développement organisationnel", créé dans le but de mieux
analyser les besoins, ainsi que les possibilités d'action de l'organisation
en question (un groupe d'acteurs, un système scolaire, un établissement).
Comparé à d' autres méthodes d' animation du genre, la force de cet outil
réside dans le cumul de plusieurs caractéristiques à la fois :
- la mise en évidence des fonctionnements positifs de l'organisation en
question, au lieu de seulement insister sur ses défauts et défaillances
;
- l'évocation des problèmes sous jacents, en insistant sur les failles,
mais aussi sur les menaces que le non-changement, respectivement le changement,
peut comporter pour les divers acteurs, tant sur le plan individuel, que
sur le plan collectif ;
- l'occasion de mette le doigt sur les potentialités présentes, mais non
exploitées ;
- la possibilités d'élaborer, sur la base d'éléments évoqués, des priorités
recevant l'aval de tous les acteurs concernés ;
- la possibilité de pousser les participants à une franchise et transparence
souvent inhabituelle, de verbaliser leurs croyances et valeurs, sans tomber
dans le piège de la " mise a nu "."
(Monica Gather Thurler)
Daniela Brédy
Insegnante di scuola dell'infanzia a Gignod
Sergio Farina
Insegnante di Educazione musicale presso la
scuola media di Variney. E' diplomato in clarinetto. Ha seguito il corso
per documentalisti e corsi di informatica musicale
Josette Favre
Insegnante di scuola elementare a Roisan.
E' Presidente del GVEN (Groupe Valdôtain d'Education Nouvelle) e membro
del Comitato Tecnico della rivista L'Ecole Valdôtaine
Rosanna Monami
Insegnante di Materie letterarie alla scuola
media di Variney
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