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Davanti
ad una tazza di tè
Il docente può avere
le competenze per orientare l'alunno nel "presente" e stimolare
i processi metacognitivi: un'esperienza di didattica modulare di storia
elaborata e gestita grazie alla collaborazione di due insegnanti impegnate
in due diverse istituzioni scolastiche.
Orientare l'alunno nel presente chiede
al docente di storia competenze non solo disciplinari, ma di tipo trasversale
e relazionale. La realtà che circonda l'alunno è un contesto ricco di
stimoli che vanno valorizzati, ma anche di segnali di allarme che richiedono
un accompagnamento da parte dell'adulto. Un evento epocale come quello
dell'11 settembre scorso, calato dai media sul ragazzo senza il filtro
di un "racconto" meditato è risultato, almeno nell'immediatezza,
essere causa di un impatto forte e destabilizzante. La sensazione di paura
con cui si percepisce un evento resta, se non c'è un sapere o un'informazione
che possano "sistemarlo" in qualche modo dentro una rappresentazione
sensata. Può l'insegnante entrare in questa particolare costruzione di
sapere, che potremmo definire "orientante", per smussare un'ansia
non utile nel rapporto del giovane con la realtà?
Vi sono esperienze in tutti i livelli di scolarità, e nell'ambito di varie
discipline, che giustificano ampiamente una risposta positiva. Perché
non tentare un profilo del docente di storia che tenga conto in modo sensato
delle competenze nella dimensione orientante?
Presentando l'esperienza delle colleghe
Carena e Piccirilli intendo mettere in luce questa possibilità, che intravedo
in modo chiaro nell'insegnamento della storia ma che è di certo condivisibile
in altre discipline. Materie come storia e geografia sembrano essere più
di altre deputate a sostenere l'alunno nella sua relazione con il territorio
in cui vive, con il presente e con le rappresentazioni degli orizzonti
futuri. Sarebbe interessante un confronto tra docenti per vedere come
nelle altre discipline tale ipotesi è percorribile.
Per quanto riguarda l'insegnante di storia, da un lato gli si chiede di
avvicinare l'alunno ai problemi del presente, dall' altro questa competenza
non gli viene riconosciuta come componente del suo profilo professionale.
Negli ultimi anni si è chiesto al docente di storia, anche con specifici
interventi legislativi e orientamenti esperti, una forte attenzione al
Novecento e al presente inteso come punto di partenza e di arrivo per
la costruzione dei saperi storici. Ma la centratura sul presente, quando
si parla di didattica orientativa come sto facendo ora, è ancora un'altra
cosa: è il tentativo di costruire per l'alunno un'esperienza di conoscenza
del mondo in cui vive, biologicamente intesa, ossia come partecipazione
alla vita nella sua immediatezza; come capacità di entrare nel proprio
mondo e non di viverci nell'alterità e nell'emarginazione cognitiva.
Il rilievo che viene riconosciuto al "presente" è documentato
dall'attenzione al tema che viene dato in gruppi di ricerca, specie nell'ambito
di associazioni disciplinari che si occupano dell'insegnamento della storia:
descrivere il presente, far incontrare le risorse documentarie con la
ricostruzione del fatto storico... sono questi alcuni filoni su cui si
impegnano molti insegnanti per i quali parlare del presente non significa
di per sé usare un espediente per problematizzare il passato, ma è un'occasione
per far crescere l'alunno nella consapevolezza di essere protagonista
del proprio sapere. Questa strada è peraltro la premessa per fargli comprendere,
per tappe progressive, cos'è il fatto storico e come possa essere ricostruito
il racconto della storia.
Questi obiettivi richiedono da parte del docente delle competenze diverse,
per esempio in storia e storiografia, sui processi cognitivi dell'alunno
e sulle didattiche che possono, per lo più attraverso azioni operative
e laboratoriali, permettere all'alunno di realizzare una maggiore autonomia
rispetto all'informazione e allo studio, una stima delle proprie rappresentazioni
del reale, una più ferma consapevolezza di essere un soggetto che ha il
diritto di agire e di scegliere.
Questi esiti non possono comunque essere raggiunti se l'alunno non viene
aiutato a decodificare gli impatti d'urto che riceve dall'esterno. Anche
se formalmente agli insegnanti non è chiesta questa competenza plurima,
di fatto essi la esercitano o tentano di farlo, per la natura stessa del
rapporto educativo.
Mettere a fuoco questo problema può significare dare una forte rilevanza
a determinate competenze trasversali del docente connotate dalla capacità
di trovare le chiavi per aprire diverse strade cognitive all'alunno, dandogli
gli strumenti per confrontare linguaggi e idee e per tradurre e rielaborare
i messaggi che s'incrociano nel sistema in cui si trova a vivere.
Allora la modularità, la prassi del laboratorio, la padronanza dei mezzi
informatici e l'integrazione tra approcci razionali e creativi, l'apprendimento
tra pari, come risultano possibili dall'esperienza concreta qui presentata
delle due docenti di scuola media, sono rubricabili sotto l'etichetta
della didattica orientativa, sostanzialmente perché chiedono all'alunno
di "cavalcare" la situazione di apprendimento e di guardare
al mondo dell'adulto in modo fiducioso, sapendo di trovarvi uno sguardo
di stima nei suoi confronti.
Leggendo l'articolo delle due colleghe, colpiranno le dichiarazioni dei
ragazzi: esse riportano più che considerazioni su "cosa" è stato
imparato, pareri che riguardano il "come" e "in che clima".
Si vede che è questo che amano raccontare. La valutazione dell'esperienza
infatti dovrebbe tenere conto oltre che del bilancio sugli apprendimenti,
anche del processo formativo.
Infatti una didattica operazionale e innovativa si propone di far acquisire
all'alunno non solo conoscenze ma anche una capacità metacognitiva, cioè
il saper riflettere sul proprio percorso di apprendimento e sulla sensatezza
del fare scolastico.
Silvana Presa
IL LABORATORIO DI STORIA
L'esperienza di didattica modulare di
storia, che qui presentiamo, è stata programmata e realizzata da noi nell'anno
scolastico 2001-2002, per la classe 3B della Scuola media di Saint-Vincent,
composta da 16 alunni, dove insegna Isabella e per la classe 3E della
Scuola media Aosta 3, di 22 alunni, dove invece insegna Anna. Avevamo
appena iniziato la scuola e l'attacco terroristico agli USA, l'11 settembre
2001, non poteva non essere trattato in classe, ma come parlarne? Le due
terze, con il "programma", erano ferme all'Unità d'Italia; noi
conoscevamo i ragazzi solo da un giorno; si poneva pertanto un interrogativo:
approfondire l'argomento come una parentesi oppure cercare di integrarlo
con il "programma" di terza?
E così, da amiche e da ex colleghe della Scuola media di Ayas, ci siamo
chieste come far entrare i ragazzi in questo tema e come crearci una strategia
comune che ci permettesse di lavorare insieme, pur appartenendo a Istituzioni
scolastiche diverse.
Ipotizzando varie azioni, abbiamo creato, "davanti ad una tazza di
tè", un modulo molto flessibile, da inserire nella programmazione
annuale organizzata, a sua volta, in tre moduli (Figure 1, 2, 3), di cui
abbiamo scelto di presentare solo il primo, e alla cui base si possono
rintracciare l'idea di storia come "scienza che studia gli uomini
nel tempo" (M. Bloch, Apologia della storia) e l'adesione
ad un modello didattico centrato su pratiche quali la tematizzazione,
la modularità e il laboratorio (I. Mattozzi).
"Il laboratorio di didattica della storia va inteso quale strumento
per creare le condizioni perché siano gli stessi studenti a praticare,
sia pure in condizioni "protette", le operazioni storiografiche.
La sperimentazione della ricerca storico-didattica condotta con materiali
(fonti, testi, esercizi) pre-strutturati mette in situazione gli allievi
per affrontare le procedure e le problematiche del lavoro storiografico:
tematizzazione, selezione delle fonti, loro analisi, scoperta di informazioni,
ricerca di riscontri, attribuzione di significati, confronti con testi,
problematizzazione, spiegazione, produzione di testi; permettendo di fornirgli
le "procedure dello storico e la consapevolezza di essere protagonisti
e testimoni del le vicende del presente, del loro tempo." Come scrive
Laurana Lajolo (I. Mattozzi, Insegnare storia, supporto multimediale).
LA DIDATTICA MODULARE: PROGETTAZIONE ANNUALE
La programmazione annuale di storia è
stata strutturata in tre moduli, ovvero unità di apprendimento, in cui
si allestiscono le modalità di costruzione del sapere (Fig. 1). All'interno
dei moduli si distinguono alcune fasi che si prefìggono vari tipi di obiettivi
a carattere pluridisciplinare e storico. Si costruisce così un percorso
che va dal presente al passato recente; da questo al passato con un ritorno
al presente, in coerenza con le attuali indicazioni degli esperti di didattica
della storia. Questa progettazione annuale prevede un modulo iniziale
(relativo all'esperienza descritta nel presente articolo) con un approccio
presente-passato-presente; un modulo centrale focalizzato sul passato;
un modulo conclusivo avente nuovamente un approccio presente-passato-presente.
Quest'ultimo modulo, legato al secondo attraverso il processo di decolonizzazione
avviato alla fine della Seconda guerra mondiale e al primo da molteplici
elementi (Questione palestinese e integralismi, rapporti USA-URSS-mondo
arabo...), permette di chiudere in modo circolare ed unitario il percorso
avviato ad inizio anno scolastico.
CONTENUTI E OBIETTIVI DEL MODULO 1
II primo modulo presenta una notevole
ricchezza e complessità di contenuti articolati in quattro fasi. La fase
1" è incentrata sull'analisi dell'attentato negli USA e sulla comprensione
di questo evento. Gli obiettivi, a carattere pluridisciplinare, riguardano
l'italiano, la storia e la geografia:
conoscere i principali eventi in relazione al fatto oggetto di studio
e saperli collocare nello spazio e nel contesto;
conoscere alcune grandi problematiche attuali che coinvolgono molti Stati;
approfondire la conoscenza di alcuni Paesi; sviluppare le capacità di
comprensione, analisi, sintesi e produzione;
sviluppare le capacità di relazione collegamento e osservazione;
saper utilizzare gli strumenti e le fonti per la ricostruzione storica;
migliorare la capacità di utilizzo del PC (videoscrittura, CD-ROM, Intemet)
e di progettazione grafica;
migliorare il lessico specifico;
potenziare le capacità di collaborazione, di condivisione e discussione
dei saperi e di tutoraggio tra pari.
Le fasi 2°, 3° e 4° costituiscono, invece, un unico grande blocco volto
all'approfondimento e alla comprensione di concetti e fatti che si collocano
dalla fine dell'800 fino ai giorni nostri, essenziali per chiarire le
problematiche emerse nell'atto terroristico del settembre scorso. Alcuni obiettivi riguardano più specificamente la disciplina
storia: conoscere i temi affrontati; acquisire alcuni
concetti storici fondamentali; saper operare collegamenti; sviluppare
le capacità di comprensione, analisi, sintesi e produzione; sviluppare
le capacità di relazione collegamento; saper trarre informazioni da un
manuale di storia e da documenti; migliorare la capacità di progettazione
grafica; migliorare il lessico specifico; saper memorizzare; potenziare
le capacità di collaborazione, di condivisione e discussione dei saperi
e di tutoraggio tra pari.
IL PERCORSO DIDATTICO DEL MODULO 1
LA PRIMA FASE
Per poter affrontare più problemi contemporaneamente
ci siamo divisi in gruppi che hanno lavorato principalmente a scuola,
nelle ore di lettere, e a casa o in biblioteca per terminare il lavoro.
Il mio gruppo si è occupato della "questione palestinese e israeliana",
ma altri miei compagni hanno affrontato il problema negli "USA"
e nel "mondo arabo". Altri ancora avevano il compito di tenere
aggiornata la classe sui fatti che avvenivano quotidianamente nel mondo.
Per lavorare ci siamo serviti di quotidiani e di molte fotocopie fornite
dalia professoressa. Non sono mancati gli atlanti, per collocare geograficamente
le aree del mondo trattate, e per quanto riguarda il mio gruppo, qualche
libro trovato in biblioteca.
Elena C. 3E, Aosta
II breve testo, estratto dalla relazione
di Elena, alunna della 3E di Aosta, presenta in modo discorsivo il percorso
svolto nella prima fase, che era dunque articolato nelle seguenti tappe:
- Analisi in collettivo di un documento introduttivo (articolo di giornale),
che presentava in modo chiaro e semplice gli avvenimenti dell'11 settembre
2001.
- Esplicitazione da parte dell'insegnante del percorso da affrontare con
consegna di una scheda contenente: argomenti, obiettivi, materiali, metodo
di lavoro, tempi.
- Divisione della classe in cinque gruppi. Ogni gruppo, relativamente
all'argomento assegnato, era stato dotato di alcune fotocopie di articoli
tratti dai quotidiani correlate da un apparato di domande con lo scopo
di guidare gli alunni alla comprensione del testo, e delle seguenti consegne
fornite per iscritto dall'insegnante:
A scuola il gruppo legge un documento alla volta e risponde su un foglio
alle domande di comprensione corrispondenti. Dopo aver letto, analizzato
e compreso tutti i documenti, il gruppo decide che impostazione dare alla
sintesi a livello grafico e di contenuto; elabora la sintesi; espone la
sintesi ai compagni. A casa il gruppo, eventualmente, termina la sintesi
e raccoglie ulteriore materiale; studia la sintesi e si prepara l'esposizione;
segue al telegiornale e sui quotidiani lo sviluppo della vicenda.
- Raccolta dei lavori dei singoli gruppi
in un unico dossier.
- Esposizione da parte dei gruppi dei rispettivi lavori, anche attraverso
mappe concettuali e sintesi scritte
- Verifiche volte a valutare i vari obiettivi prefissati (Tabella 1).
Il lavoro di comprensione dei documenti (articoli di quotidiani; approfondimenti
selezionati da enciclopedia multimediale e testi di attualità; telegiornali)
svolto dai gruppi degli alunni, in classe e a casa, si è concretizzato
nella realizzazione di un dossier contenente le rielaborazioni e le sintesi
effettuate. Gli alunni hanno autonomamente progettato la grafica, al computer
o a mano, selezionato le informazioni, redatto i testi, scelto il materiale
iconografico nell'intento di realizzare un prodotto chiaro, fruibile ed
esauriente.
DALLA SECONDA ALLA QUARTA FASE
// lavoro che ha coinvolto la mia classe
è durato circa due mesi. In questo lavoro ci sono stati numerosi "salti
nel tempo". Siamo partiti infatti dalla prima attività svolta quest'anno
in classe, cioè l'attentato negli USA, per poi ritornare indietro al passato
recente dei blocchi contrapposti USA-URSS. Analizzando dei testi e dei
documenti riguardanti la Guerra fredda, quindi i contrasti tra comunisti
e americani, ci siamo ben presto resi conto che molte parole ci erano
sconosciute o non ne conoscevamo a fondo il significato (capitalismo,
comunismo, collettivismo ecc.). Siamo dunque dovuti tornare indietro fino
ad arrivare alle origini delle varie ideologie (fine '800) nel periodo
della Seconda rivoluzione industriale.
Per comprendere bene queste ideologie ci siamo divisi in alcuni gruppi,
ognuno dei quali ha analizzato i testi che c'erano sul nostro manuale;
ogni gruppo ha realizzato un cartellone con i concetti fondamentali e
lo ha appeso in classe. Infine, i gruppi hanno esposto la propria ideologia
ai compagni, cercando di essere chiari e convincenti. A conclusione di
questo lavoro c'è stata una verifica scritta generale.
AMBRA M. 3B, Saint-Vincent
II testo, estratto dalla relazione di
Ambra, un'alunna della scuola di Saint-Vincent, presenta il percorso svolto
nelle fasi 2°, 3° e 4°, che era dunque articolato nelle seguenti
tappe: un brain-storming iniziale al fine di raccogliere tutti i concetti
rimasti in sospeso al termine della prima fase. Ad esempio si era parlato
della reazione della Russia agli eventi dell' 11 settembre, erano stati
letti articoli facenti riferimento all'articolo 5 del Patto Atlantico...
: dove trovavano radici queste problematiche?
Poi, è seguita l'esplicitazione da parte dell'insegnante del percorso
da affrontare con la consegna di una nuova scheda contenente gli argomenti,
gli obiettivi, i materiali, il metodo di lavoro e i tempi. La seconda
fase ha consistito in un'introduzione in collettivo mediante l'analisi
di cartine storiche riguardanti i paesi del Patto Atlantico e quelli del
Patto di Varsavia, con conseguenti osservazioni e delineazione delle domande
di ricerca; la lettura di alcune pagine tratte dal manuale di storia per
la scuola media di Paolucci - Signorini, Corso della storia, ed.
Zanichelli, riguardanti la Guerra fredda.
Durante la lettura, in classe, alunni ed insegnanti hanno
enucleato i concetti chiave e li hanno discussi. Hanno inoltre evidenziato
nel testo le parole che rimandavano esplicitamente alla questione dei
blocchi contrapposti.
La terza fase è iniziata con la lettura di una scheda riassuntiva sulla
Seconda rivoluzione industriale. Poi, la classe è stata divisa in gruppi
ognuno dei quali doveva approfondire una delle grandi ideologie, redigere
un cartellone di sintesi ed esporlo ai compagni (cfr. supra)
La quarta fase è stata articolata in diversi momenti: la lettura e
l'analisi in collettivo di alcune pagine tratte da// multilibro di
storia, ed. La scuola, di Gentile-Ronga, riguardanti il periodo del
Terzo dopoguerra; l'approfondimento a coppie con successiva messa in comune
di alcuni documenti specifici (verifica formativa); infine:
un ultimo brain-storming conclusivo al fine di raccogliere i concetti
acquisiti nelle fasi 2° - 3° e 4° e successiva sistematizzazione. Le verifiche
finali sono state volte a valutare i vari obiettivi prefissati (Tabella
2).
TEMPI E DISCIPLINE COINVOLTE NEL MODULO
1
Nella prima fase, durata un mese, gli
undici moduli orari settimanali di italiano, storia, educazione civica
e geografia, sono stati interamente dedicati al laboratorio relativo agli
eventi dell'11 settembre, perché l'analisi del fatto storico offriva l'opportunità
di alcuni approfondimenti a livello geografico (Medio Oriente); un lavoro
sulla comprensione scritta (analisi dei quotidiani) e orale (ascolto di
telegiornali) e sulla produzione scritta (elaborazione di sintesi) e orale
(presentazione dei lavori di gruppo alla classe). Nelle fasi successive,
durate due mesi, invece, tenuto conto della progettazione annuale delle
varie discipline, il laboratorio di storia ed educazione civica è proseguito
esclusivamente nei tre moduli orari settimanali.
LE CLASSI E LE PROFF.
Le classi coinvolte nel lavoro si presentavano,
ovviamente, con caratteristiche peculiari, ma entrambe si dimostravano
ben disposte verso i lavori di gruppo, dotate di un discreto livello di
autonomia nell'organizzazione del lavoro e intellettualmente vivaci. Anche
gli alunni più in difficoltà o in situazione di particolare disagio sono
stati coinvolti, anzitutto dai compagni, e hanno avuto, così, la possibilità
di esprimersi, L'attività è stata guidata da un solo insegnante per classe,
senza il ricorso a compresenze, sia perché il laboratorio è stato avviato
dopo l'organizzazione dell'orario, sia perché gli alunni, autonomi e motivati,
sapevano condurre il proprio lavoro.
Isabella Carena
Anna Piccirilli
I COMMENTI DEI RAGAZZI |
Frasi
tratte dalle relazioni redatte dagli alunni a conclusione del
percorso
E' stata un'attività abbastanza impegnativa, ma anche
molto utile e divertente. Credo che questo metodo di lavoro
sia veramente efficace; per noi adolescenti, studiare è piacevole
quando l'attività viene svolta in maniera non troppo noiosa.
Penso che tutti gli obiettivi prefissati inizialmente siano
stati raggiunti e che la nostra insegnante ne vada molto fiera.
Federica V. 3B, St-Vincent
Ho amato questa attività
perché credo che si possa imparare anche divertendosi e questa
esperienza me lo ha dimostrato.
Federica V. 3B, St-Vincent
Questo lavoro mi è piaciuto
abbastanza. Della Seconda rivoluzione industriale e della Guerra
fredda mi è piaciuto leggere le fotocopie e il libro. Delle
ideologie mi è piaciuto fare il lavoro di gruppo, perché mi
sono divertita a leggere il materiale, a fare la sintesi e a
preparare il cartellone che, a mio parere è venuto molto bene.
Francesca A. 3B, St-Vincent
Ritengo che questo lavoro
sia stato molto interessante, perché si basa su un fatto attuale,
che ci riguarda da vicino.
Xavier G. 3B, St-Vincent
Penso che il lavoro svolto
sia stato importante perché abbiamo trattato argomenti molto
recenti e perché ci ha aiutato a capire le idee politiche attuali.
Elio C. 3B, St-Vincent
Secondo me questo lavoro,
oltre a essere stato interessante, è stato divertente dato che
io e quelli del mio gruppo ci siamo visti anche al di fuori
dell'orario scolastico.
Eleonora V. 3E, Aosta
Ho trovato utile e interessante
questo metodo di lavoro in quanto ci ha permesso di organizzarci
in modo autonomo e diverso dal solito.
Fosca M. 3E, Aosta
Grazie al lavoro svolto abbiamo
capito quanto sia utile leggere diversi quotidiani, per confrontarli
e per farsi opinioni personali.
Fabia 0. 3E, Aosta
Mi sono particolarmente piaciute
queste ore di storia perché finalmente riesco a capire parole
e concetti specifici che si presentano quotidianamente in televisione.
Elena C. 3E, Aosta
E' stato molto utile questo
lavoro, per vari motivi, per esempio, abbiamo imparato a lavorare
in gruppo, suddividendoci i compiti e collaborando. Nel mio
gruppo c'era un'atmosfera allegra e abbiamo lavorato bene e
la cosa più importante è che siamo riuscite anche a divertirci.
Irene A. 3E, Aosta |
Isabella Carena
Insegnante di Italiano, Storia, Ed. civica,
Geografia presso la Scuola media di Saint-Vincent
Anna Piccirilli
Insegnante di Italiano, Storia, Ed. civica, Geografia
presso la Scuola media Aosta 3
Silvana Presa
Insegnante di Materie Letterarie nella scuola secondaria
superiore. Attualmente utilizzata presso l'Ufficio Ispettivo Tecnico dell'Assessorato
all'Istruzione e Cultura della Valle d'Aosta nel progetto Storia e Patrimonio
Culturale
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