link home page
link la revue
link les numéros
link web école
links

Quale scuola per i nostri giovani?

Alcune riflessioni intorno al rapporto che lega la scuola valdostana al suo territorio: quale l’impianto normativo, quali i saperi per coltivare il senso di appartenenza alla comunità dei nostri ragazzi.

La montagna, realtà indiscutibilmente presente nella nostra quotidianità, ci conduce a riflessioni per noi operatori della scuola che possono svilupparsi, a mio modo di vedere, verso due prospettive diverse, ma convergenti che richiedono necessariamente uno sforzo di coerenza, per rispondere ad una domanda tanto centrale quanto complessa per l'Amministrazione scolastica: "Quale scuola dobbiamo, vogliamo assicurare ai nostri giovani?"

La prima prospettiva considera aspetti organizzativi del sistema scolastico: la rete di scuole presenti, la loro ubicazione sul territorio, come risposta alle esigenze della popolazione che vi risiede, esigenze che si presentano indubbiamente in modo differenziato a seconda dell'età dell'utenza.

L'argomento è affrontato dal punto di vista legislativo nella Regione Valle d'Aosta attraverso la Legge regionale 26 luglio 2000, n. 19 "Autonomie delle istituzioni scolastiche". Innanzitutto la norma individua un indice di dimensionamento ottimale rappresentato da una popolazione scolastica media di cinquecento alunni per ambito territoriale di pertinenza. In relazione alla complessità di una realtà numericamente contenuta come la nostra regione, la Legge regionale n. 19 ha disposto la possibilità che ciascuna istituzione scolastica possa avere una popolazione scolastica compresa, di norma, tra trecento e settecento alunni. Si consideri che in ambito nazionale il riferimento è al d.P.R. 233/98 che fissa la forbice tra 500 e 900 e, in condizioni di particolare isolamento, l'indice possa essere ridotto fino a 300 alunni, per gli istituti comprensivi o per gli istituti secondari superiori che unifichino diversi ordini e tipi.

Il piano di dimensionamento è approvato dalla Giunta regionale che lo aggiorna con cadenza triennale. Il Consiglio scolastico regionale, le Comunità Montane, il Comune di Aosta esprimono pareri. Concretamente le Comunità Montane, sulla base del numero di istituzioni scolastiche possibili nel loro ambito, propongono come le scuole materne, elementari e medie debbano essere riunite sul territorio, in quale comune collocare gli uffici della dirigenza e l'apparato amministrativo.

I Comuni esercitano altresì in forma associata, attraverso le Comunità Montane ai sensi della Legge regionale 54/98, la competenza in materia di soppressione, istituzione, trasferimento di sedi, plessi, unità di scuole materne, elementari e medie funzionanti sul proprio territorio. L'articolo 7 comma 2 sempre della Legge regionale 19/2000 esplicita l'intesa tra istituzione scolastica e Ente locale. La norma intende affrontare l'annosa questione di chiusura, apertura, mantenimento di un plesso scolastico non sulla base di una prova di forza, ma in virtù di scelte educative efficaci, frutto di un confronto approfondito in merito al profilo di alunno che insieme si tende ad assicurare.

Sono essenziali Patti Educativi territoriali che sappiano valorizzare anche il contributo che le associazioni culturali e sportive presenti di fatto offrono. Quando, come un paese, un quartiere è comunità educante, formativa? Attraverso quali forze, quali risorse si fa carico dei propri giovani, tenuto conto dell'assenza a volte del ruolo fondamentale della famiglia? Quali gli interventi mirati per i più deboli? Le competenze pedagogiche, psicologiche che la scuola certamente possiede siano messe a disposizione di chi non ne dispone ed è armato comunque di buona volontà e di tempo da dedicare ad impegni sociali.

Per quanto riguarda la scuola secondaria superiore, la programmazione dell'offerta sul territorio è di competenza regionale, sentite le istituzioni scolastiche interessate. La bussola che guida la riflessione punta su due orientamenti:

  • da un lato garantire istituti qualificati nelle strutture edilizie e strumentali, evitando sprechi, duplicazione di percorsi rispetto alla realtà dei "nostri piccoli numeri" (abbiamo classi nei corsi professionali che rischiano di avere più docenti che studenti!) con uno sviluppo della convittualità, ottimizzando l'utilizzo dell'esistente per garantire appieno il diritto a scegliere un percorso di studi relativamente distante dalla propria abitazione
  • dall'altro coltivare relazioni con il mondo del lavoro, gli imprenditori, le forze sociali chiamandoli sia a contribuire fattivamente durante il percorso scolastico sia ad assumere degli impegni rispetto agli sbocchi professionali.

Nel quadro generale regionale va assolutamente, almeno, menzionata l'Università della Valle d'Aosta - Université de la Vallée d'Aoste che con la propria offerta formativa assicura la qualificazione in settori strategici: la formazione iniziale degli insegnanti e la preparazione degli operatori con alta professionalità in campo economico.

La seconda prospettiva, che mi pare ugualmente essenziale considerare, se si vuole affrontare il rapporto tra montagna scuola, attiene al campo più strettamente pedagogico-didattico, affidato agli insegnanti nella quotidianità del loro operare. I contributi offerti in questo numero della rivista affronteranno in modo più approfondito e competente l'argomento.

Quale diritto, condizione di cittadinanza per i nostri ragazzi? Come coltivare, senza stereotipi o chiusure, il senso dell'appartenenza alla montagna, nel rispetto delle potenzialità di ognuno? Come favorire lo sviluppo reale di queste potenzialità?

Certamente attraverso la conoscenza, il sapere che, a fronte di contenuti portatori di nozioni, di concetti, consentono ad ognuno di noi di fissare i propri significati, affermando i propri interessi, scoprendo radici, acquisendo sicurezza per l'assunzione di responsabilità via via più complesse ed impegnative.

Il patrimonio culturale, paesaggistico, artistico delle nostre montagne è materiale autentico vicino all'esperienza dell'alunno per la costruzione di saperi.

Gli insegnanti hanno, oltre il dovere, la possibilità, la soddisfazione di percorrere con i propri allievi questi itinerari.

Vally Lettry
Sovrintendente agli studi della Valle d’Aosta

 

couriel