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Natura in tutti i sensi

Che cosa significa, per i nostri alunni, esplorare e sperimentare la natura con i cinque sensi? L’esperienza di un accompagnatore della natura ci testimonia la difficoltà crescente delle nuove generazioni di avere una conoscenza diretta dell’ambiente in cui vivono.
Alcuni suggerimenti allora per stimolare bambini e ragazzi all’uso dei cinque sensi.

Esplorare e sperimentare la natura con i cinque sensi: sembrerebbe ovvio ma non lo è affatto. Dalla mia esperienza di accompagnatore della natura, sia con adulti sia con ragazzi, mi sono reso conto che la maggior parte delle persone non vede, non sente, insomma non percepisce molte delle "cose" che incontra durante un'escursione. Eppure, specie per i bambini, imparare ad utilizzare tutti i sensi è, a mio avviso, il mezzo per avere una conoscenza emozionale oltre che intellettuale e favorire un contatto più profondo con la natura. E' da questa esperienza che può nascere un atteggiamento empatico verso animali e piante che permetterà ai ragazzi di assumere autonomamente atteggiamenti rispettosi verso il fragile ecosistema alpino.
I giovani d'oggi, anche quelli che non vivono in città, hanno sempre meno esperienza diretta di ambienti naturali. E' molto probabile che passino più tempo davanti ad un personal computer che a costruire capanne nei boschi. Ho constatato che, abitualmente, i ragazzi conoscono molto meglio gli animali della savana, visti in decine di documentari, libri e CD-ROM, che non i comuni animali selvatici nostrani, raramente trattati in televisione.

Accompagnatori della natura (L.R. 43/91)
La professione di accompagnatore della natura è stata definita, nella nostra regione, da apposita legge nel 1991. Per essere abilitati alla professione, gli aspiranti devono superare un esame che verte su diverse materie tra cui botanica, zoologia, meteorologia, orientamento, etnografia e pronto soccorso. L'abilitazione viene riconosciuta anche agli aspiranti guida alpina. Da diversi anni non vengono svolti corsi di formazione ed esami.
Gli accompagnatori abilitati sono oltre un centinaio ma quelli che effettivamente esercitano la professione con una certa continuità sono poche decine. Tra questi, alcuni si dedicano da anni all'educazione ambientale nelle scuole. Attualmente è in discussione una revisione della legge vigente.

Nelle pagine che seguono vorrei proporre alcune considerazioni e suggerire alcune idee per stimolare i ragazzi all'uso dei cinque sensi. Si tratta, in parte, di consigli utilizzabili durante qualunque escursione, in parte di giochi ed attività organizzabili quasi ovunque senza particolare materiale. Fornirò inoltre alcuni cenni sulle diverse caratteristiche dei sensi in alcuni animali e sulle conseguenze che questo ha sul loro comportamento.

Vista
E' il senso più sviluppato nell'uomo e dal quale traiamo la maggior quantità di informazioni relative all'ambiente (non solo naturale) che ci circonda. Abbiamo un buon riconoscimento dei colori e, contrariamente ai luoghi comuni, vediamo molto meglio della lince.
Durante un'escursione solitamente sono io a scorgere animali e fiori o a segnalare il verificarsi di eventi prima delle persone che accompagno, siano adulti o ragazzi. Questo non perché abbia una vista migliore ma solo perché so cosa mi aspetto di vedere e che forma, che dimensioni, che colore ha un determinato animale. Altre persone, come i guardiaparco, sono molto più brave di me in questa pratica. Molto dipende, più che da doti individuali, dall'esperienza. Benché così sviluppato dunque anche la vista è un senso da istruire e allenare.

In natura molti animali, in particolare gli insetti, hanno sviluppato tecniche per non essere visti. E' il fenomeno del mimetismo. Tra gli esempi più vistosi, in montagna, ricordo la lepre variabile, l'ermellino e la pernice bianca che cambiano pelo o piumaggio in inverno, diventando bianchi come la neve.
Il camoscio, invece, diventa ancora più scuro, perché? Il fatto è che sulla neve tutto ciò che non è bianco sembra nero. Allora tanto vale diventare proprio scuri assorbendo così maggiormente la scarsa radiazione solare dell'inverno.
Suggerisco agli insegnanti un esperimento semplice ma interessante. Passando sotto i rami bassi di un albero aprite un ombrello all'insù (o ponete in terra un telo chiaro) e scuotete con forza qualche ramo. Mentre sul ramo non si scorgeva nulla ecco in fondo all'ombrello un brulicare di insetti, bruchi, ragni e acari che fuggono a diversa velocità. Quale insegnamento possiamo trarne? Siamo circondati da animali ma non li vediamo perché sanno ben nascondersi.

Impariamo ad osservare
Scegliete un punto panoramico. Disponete 4 ragazzi spalla a spalla, rivolti verso i 4 punti cardinali. Ciascuno dovrà guardare dritto di fronte a sé e descrivere agli altri ciò che vede, vicino e lontano. Questo costringe l'osservatore a guardare con attenzione e a scegliere gli elementi più significativi.
Nota: spesso il vocabolario dei ragazzi è inadeguato a descrivere determinati elementi geografici, aiutateli voi.
Variante: gli 3 altri possono disegnare ciò che viene descritto dal compagno.
Sempre da un punto panoramico, fate osservare ai ragazzi in una direzione poi voltatevi (o meglio ancora spostatevi) e fate disegnare loro il paesaggio a memoria. Poi tornate sul posto e, questa volta, fate eseguire il disegno osservando tranquillamente l'obiettivo. Confrontate i disegni insieme a loro: vedrete, si possono trarre tantissime considerazioni.

Udito
E' anche questo un senso piuttosto sviluppato anche se il nostro udito non è particolarmente acuto. Riusciamo infatti a distinguere vari suoni contemporaneamente e a percepirne la direzione di provenienza.
E' un senso che non si spegne mai, non possiamo "chiudere" le orecchie se non tappandocele (anche se in molti casi sarebbe davvero comodo!). A differenza della vista percepiamo i rumori che provengono da ogni parte, anche da dietro.
Udiamo i suoni dell'ambiente circostante ma spesso non li percepiamo. Se non prestiamo attenzione al canto degli uccelli, al frinire delle cavallette, quasi non ce ne accorgiamo, eppure siamo perfettamente coscienti che ci sono.
Un buon sistema per concentrarci maggiormente sui suoni è quello di chiudere gli occhi. In questo modo gli altri sensi vengono utilizzati molto di più, diventiamo molto più attenti e recettivi.
Le attività con gli occhi bendati, da praticare, ovviamente, con accortezza, sono utilissime oltre che divertenti.
Non ho mai avuto occasione di accompagnare dei gruppi di notte. E' certamente un'esperienza molto bella e utile e per stimolare i nostri sensi. E' meno artificiosa delle attività da bendati e, soprattutto, c'è la possibilità di sentire gli animali che fanno il turno di notte e che sono, in realtà, più numerosi di quelli diurni.
Una variante dell'esplorazione sonora della natura è la realizzazione di strumenti musicali con elementi naturali: foglie, steli d'erba, canne, nocciole, ecc. Si possono produrre moltissimi strumenti (flauti, fischietti, tamburi, clarini) dai suoni più o meno melodiosi o stridenti e si possono organizzare piccole orchestre. Forse questa pratica non ci insegna niente sull'ambiente naturale ma è divertente e creativa e ci avvicina ad un mondo (o ad un'epoca) in cui ogni cosa, anche gli strumenti musicali, dovevano essere realizzati con pezzi di natura.

Impariamo ad ascoltare
La lince e il capriolo
Per gli animali predatori è indispensabile avvicinarsi senza farsi scorgere mentre per le prede è ancor più essenziale udire il predatore.
In un terreno abbastanza ampio e regolare, un ragazzo viene posto al centro e bendato (la preda). I compagni (i predatori) dovranno avvicinarsi lentamente, meglio se strisciando, senza far rumore. Quando la preda ode un rumore deve indicare la direzione e, se corrisponde ad un predatore, questo deve tornare indietro. Vince, ovviamente, chi riesce a raggiungere la preda senza farsi sentire o, buon per lui, vince la preda se dopo un certo periodo nessuno è riuscito a catturarlo.
Alcuni terreni sono più adatti al predatore (prato con erba rasa) altri (sottobosco con foglie secche) più favorevoli alla preda!

Registrare i suoni della natura
Portare un registratore (meglio se dotato di microfono direzionale) durante un'escursione e registrare i suoni della natura (anche solo il vento, un ruscello o il frinire delle cavallette) è molto significativo. Normalmente non ci si accorge di tutti i suoni che ci sono. E poi così si obbligano i bambini a stare zitti un attimo…

Tatto
I bambini piccoli conoscono il mondo toccandolo, prendendo in mano un oggetto e portandolo alla bocca. Dopo la prima infanzia le esperienze tattili diventano poco frequenti forse anche per questioni legate alle convenzioni sociali: toccarsi fra noi occidentali viene spesso interpretato come segno di aggressività o come un'avance sessuale.
La vista sembra di solito rivelarci anche a distanza se una superficie sia liscia o scabra, dura o molle, e l'esperienza ci fa desumere se un corpo sia caldo o freddo, leggero o pesante, senza bisogno di prenderlo in mano. I non vedenti sviluppano notevolmente questo senso perché deve sostituire la vista.
Un esempio di errore di valutazione della vista è quello relativo ai serpenti che, da molti, vengono erroneamente ritenuti umidi e viscidi. Prendendone in mano uno (i bambini di solito non hanno problemi, le maestre invece sì) ci si accorge che non è vero mentre stupisce il fatto che siano freddi. Questa constatazione può essere utilizzata per una interessante digressione sugli animali eterotermi.
Una bella e piacevole esperienza che, spero, tutti abbiano provato è una passeggiata a piedi nudi sulla sabbia o sull'erba. Da noi non ci sono molte spiagge ma in montagna ci sono molti bei prati morbidi dove camminare in sicurezza. Se non siete sotto zero, credo non dovrete penare per far togliere ai bimbi le scarpe e farli camminare comodamente a piedi scalzi. Fatevi descrivere le loro sensazioni. Cercate le zone più morbide, quelle più umide, spingetevi fino alla ghiaia… Sono convinto che sia un'esperienza utilissima per sentirsi letteralmente "in contatto" con l'ambiente. Se trovate un luogo adatto fateli anche entrare nell'acqua bassa, sarà fonte di ulteriori sensazioni ed emozioni.

Volendo, potrete parlare dei vari tipi di "piede" degli animali, descrivere l'adattamento degli zoccoli ai vari tipi di terreno in cui vivono le diverse specie, o ancora simulare differenti andature a quattro zampe.
Tatto significa anche percepire il caldo, il freddo, il bagnato. Significa sentire il vento sulla pelle, il vento che non si vede. Una giornata fredda non è augurabile per un'escursione scolastica ma si può approfittarne per ricordare che gli animali che vivono in montagna, in buona parte passano qui tutto l'anno. Mettersi nei loro panni può aiutare i bambini a comprendere quanto siano adattati a questo ambiente e quanti sforzi, comunque, debbano fare per sopravvivere in questo ambiente. Il maltempo può costituire anche uno spunto per evidenziare come, invece, l'uomo abbia sopperito con l'intelligenza alle sue scarse difese naturali contro il freddo.

Impariamo con il tatto
Vedere con le mani
Mettete una serie di oggetti (eventualmente raccolti dai ragazzi) in una scatola o in un sacco. I ragazzi dovranno riconoscerli al tatto. Non è facile!

Il serpentone
Questo gioco mette in azione sia il tatto che l'udito. Si può praticare ovunque ma viene meglio se il terreno è un po' movimentato, ad esempio in un bosco. Bisogna bendare tutti i ragazzi e camminare in fila indiana, tenendo ciascuno una mano sulla spalla di chi precede. Guida la file l'educatore (preferibilmente non bendato!) che può descrivere in maniera fantasiosa e avventurosa il percorso. Una cinquantina di metri sembreranno una camminata lunghissima e rischiosissima.

Odorato
E' un senso scarsamente sviluppato nell'uomo, enormemente meno che in altri mammiferi o nei pesci, capaci di percepire sostanze presenti in poche parti per milione. E' uno scotto che paghiamo alla posizione eretta: lontani dal terreno il naso serve di meno. All'olfatto sono però associati ricordi molto profondi. Talora determinati odori possono fare riaffiorare ricordi di cui avevamo perso memoria.
Dobbiamo però ricordare che per moltissimi animali l'olfatto è un senso sviluppatissimo, utilizzato per orientarsi, per cercare le prede o fuggire dai predatori, per trovare un partner sessuale e riconoscerne la disponibilità.
Il nostro senso dell'olfatto ( a meno che non siate dei "nasi") è così poco sviluppato che è necessario utilizzare odori e profumi molto forti per le nostre esperienze. I fiori sono senz'altro la fonte di profumi più vari e gradevoli. In particolare le orchidee, abbastanza diffuse anche nei nostri ambienti, sono spesso molto profumate. Provate ad odorare una Nigritella: ha un intenso profumo di vaniglia (anche la vera vaniglia è un'orchidea). Anche molte scrofulariacee, come il timo, hanno un profumo intenso e facilmente riconoscibile. Alcune piante hanno invece odori decisamente meno gradevoli: il comune Elleboro fetido è decisamente puzzolente ma ancora niente rispetto al disgustoso Talictrum foetidum. Anche se non trovate questi campioni provate ad odorare un po' di fiori e poi cercate di riconoscerli dal profumo. E' un'attività divertente e istruttiva.

A volte non si capiscono determinati comportamenti degli animali se non si conosce l'importanza che ha per essi l'olfatto. Nei camosci, ad esempio, i maschi riconoscono il momento dell'estro della femmina dall'odore della sua urina. Durante il periodo riproduttivi (novembre-dicembre) i maschi adulti assumono un atteggiamento strano, arricciano il naso proprio per percepire questi odori. (Per noi uomini è molto più difficile capire la disponibilità di una femmina!) Molti animali, come la volpe, marcano il proprio territorio con feci ed urina. Lungo il sentiero si incontrano spesso, in bella evidenza su di un sasso od un tronco, proprio le feci della volpe. I predatori sono obbligati a cacciare sottovento se vogliono avere qualche speranza di non essere percepiti da lontano. I cani, per fare un altro esempio, conservano un comportamento tipico del lupo: si rotolano nello sterco per coprire il proprio odore e confondere le prede. E si potrebbe continuare a lungo.
Gli insetti sono spesso dei campioni di odorato. In alcune specie i maschi riconoscono i feromoni emessi dalla femmina a chilometri di distanza. Per questo motivo le antenne dei maschi sono spesso piumate a differenza di quelle della femmina, più lineari.
I poeti romantici descrivevano l'upupa come un lugubre uccello, dedito a vagare per cimiteri. Questa credenza deriva in realtà dall'odore repellente che la femmina produce durante la cova per tenere lontani i predatori.
I personal computer ancora non riproducono gli odori, questa è un'esperienza che bisogna fare sul campo. I documentari naturalistici mostrano immagini che difficilmente avrete la possibilità di vedere durante un'escursione ma gli odori quelli no, quelli bisogna sentirli nella realtà.

Gusto
E' un senso, in stretta connessione con l'odorato, che raramente utilizziamo durante le nostre escursioni. Eppure occasioni, anche piacevoli, per utilizzarlo non mancano.
Un tempo le piante utilizzate come commestibili erano tantissime. Oggi, nell'uso comune, sono limitate a poche specie. Qualche pianta saporita si può però quasi sempre trovare e, personalmente, invito sempre ad assaggiarle. Un rizoma di "falsa liquirizia", un'acetosella (il nome è spesso rivelatore), una bacca, un frutto selvatico, ce n'è per tutti i gusti. In qualche caso non c'è bisogno di assaggiare: provate a toccare con le dita l'assenzio (Artemisia absintium, in patois: benefort, in tedesco: vermouth) è così amara che farete fatica a leccarvi le dita.
Fate attenzione: le piante velenose sono abbastanza numerose, alcune sono anche mortali come le lucide bacche rosse del Fior di stecco (Daphne mezereum). Sconsiglio pertanto la pratica di giochi sul gusto se non avete una buona conoscenza di botanica.

E' curioso osservare che quasi tutte le sostanze vegetali da noi utilizzate come farmaci o come "droghe", dalla nicotina alla caffeina, sono state elaborate dalle piante per combattere o non farsi mangiare dagli animali, in particolare dagli insetti.
Parlando di gusto non posso non consigliare, durante una gita fra le praterie alpine, di fermarsi in un alpeggio a degustare (dove possibile) burro, formaggio e "brossa". Sono anch'essi "gusti della montagna" da rivalutare e da incentivare in un'epoca di standardizzazione e di appiattimento del gusto.

Conclusioni
Potremmo ancora dire che i nostri sensi sono comunque imprecisi (pensiamo ai miraggi) e limitati (ad esempio non vediamo la radiazione infrarossa e non percepiamo gli ultrasuoni) e non sono in grado di percepire numerosi aspetti della natura. Per questo l'uomo ha inventato degli strumenti che consentono di potenziare ed estendere i nostri sensi. Alcuni di questi (il binocolo, la lente, il termometro) dovrebbero fare parte del corredo di un educatore durante un'escursione.
Attenzione: la maggior parte dei ragazzi non sa usare il binocolo. Anche se spergiurano di aver visto quello stambecco laggiù lo fanno per farvi piacere o per non sembrare troppo imbranati. Insegnare ad usarlo significa fornire loro un nuovo strumento di conoscenza: saranno poi essi stessi (ammesso che abbiano dei genitori che li portino fuori di casa) a decidere dove puntarlo.
Concludo augurandomi di aver fornito qualche utile suggestione per le vostre esplorazioni sensoriali. Certo si potrebbe proseguire: non ho parlato, ad esempio, del senso dell'orientamento, del senso pratico, del sesto senso, del senso dell'umorismo… quest'ultimo, in particolare, indispensabile per rendere le vostre gite più piacevoli!

Donato Arcaro
Bibliotecario presso la Biblioteca regionale di Aosta, esercita occasionalmente l’attività di guida turistica e di accompagnatore della natura. Dal 2000 collabora con la sede regionale della RAI alla realizzazione di trasmissioni a carattere storico e naturalistico.

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