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Lassù, più vicini al cielo

La passione per le stelle può nascere in montagna. E’ qui, infatti, che l’emozione suscitata dalle stelle in un cielo notturno può essere più forte e motivare alla conoscenza perché se si guarda davvero il cielo, i movimenti dei corpi celesti appaiono tutt’altro che scontati.

Le escursioni in montagna e l’osservazione del cielo stellato hanno sempre costituito per noi, momenti di "ricarica" molto forti. Abbiamo cercato di trasmettere queste passioni ai nostri figli ed ora cerchiamo di contagiare anche altri giovani, (i ragazzini del CAI di Verrès sono stati i primi), convinti che questi nostri interessi possano essere degli ottimi antidoti contro la noia scolastica.
Le due attività non consentono soddisfazioni a buon mercato. La montagna spesso è scomoda e faticosa e l’osservazione del cielo richiede pazienza, determinazione e capacità di adattamento. Sappiamo benissimo, invece, che in quasi tutte le attività si cercano comodità e piaceri a costo zero.
Viviamo obbedendo all’imperativo "sbrigati!". Siamo bombardati da messaggi che non riusciamo a rielaborare. E alla fine c’è il vuoto. E’ come riempire una borraccia sotto una cascata anziché con uno zampillo: troppa acqua, troppa pressione, nessun risultato. Se prendiamo, invece, altri ritmi, più consoni ad ascoltare e leggere l’ambiente che ci circonda, guadagniamo in capacità di ascoltare e vedere. Ecco allora che una salita in montagna e l’osservazione del cielo possono ricondurci ai ritmi naturali della vita perché qui gli scenari cambiano molto lentamente e non al comando di un clic! Riscopriamo l’intensità di piaceri semplici, come una sosta per prendere fiato, un po’ di sole dopo una bufera, una merenda su un prato fiorito, una pietra che ci ripara dal vento, una chiacchierata in compagnia.

La nostra generazione sta assistendo ad una graduale, ma inesorabile perdita di un bene inestimabile: la visione del cielo stellato. Anche abitando fuori città, alzando gli occhi al cielo di notte, si osserva solo una cupola grigiastra insignificante. Gli astrofili sono alla ricerca di siti bui, lontani dalle luci pubbliche, dai campi sportivi illuminati a giorno e dai fasci laser che le discoteche lanciano generosamente verso il cielo per segnalare la loro presenza. La montagna offre ancora luoghi sufficientemente bui per osservare le stelle. Salire in quota è perciò quasi una necessità.
Nell’era del mouse e delle "finestre" sul video, occorre ricreare una complicità con la natura, riacquistare una sensibilità per i problemi ambientali e sviluppare ulteriormente negli studenti le capacità di osservare, di ascoltare e di riflettere.
Ed è per questo che, con la sezione del CAI di Verrès, sperimentiamo da alcuni anni, con successo, l’abbinamento montagna-osservazione del cielo. Organizziamo inoltre gite con ragazzi o con adulti e, su invito degli insegnanti, programmiamo attività e interveniamo in alcune scuole.

Lo Star Trekking: un’attività seducente
STAR-TREKKING è il nome di un’attività iniziata nel 2000 presso la sezione del CAI di Verrès e che sta riscuotendo un discreto successo. Si tratta di gite per appassionati di montagna disposti a perdere qualche ora di sonno per osservare il cielo stellato in quota, lontano dall’inquinamento luminoso. Sono scelte come mete zone comode, facilmente raggiungibili da sentieri o da sterrate oppure rifugi raggiungibili senza troppa fatica. Alcune osservazioni, a occhio nudo o con strumenti amatoriali trasportabili nello zaino, sono preventivamente preparate con un incontro presso la sede, ma spesso, visto i capricci del tempo, sono improvvisate con un rapido giro di telefonate agli interessati. Le notti ideali per le osservazioni sono:
- in prossimità del primo quarto di luna: la luce radente sul nostro satellite naturale evidenzia crateri, montagne e formazioni geologiche interessanti, anche senza attendere che il cielo sia buio;
(in vicinanza del secondo quarto si ha una situazione analoga ma la luna è visibile solo nella seconda parte della notte);
- in prossimità del novilunio: il cielo completamente buio permette di rintracciare oggetti interessanti come stelle doppie, ammassi, nebulose e qualche galassia accessibile a strumenti amatoriali. La via lattea in estate, appare come una striscia bianca che attraversa il cielo e a occhio nudo o con un semplice binocolo offre un spettacolo mozzafiato;
- in prossimità del plenilunio: la luna, presente quasi tutta la notte getta luci e ombre sulle montagne e sui ghiacciai ma per l’osservazione diretta è meno interessante, perché è illuminata frontalmente dal sole.
L’estate è la stagione più confortevole per il clima ma il cielo diventa buio solo in tarda serata. Molto interessante è il mese di settembre. D’inverno per le osservazioni vengono scelti luoghi in montagna raggiungibili dalle auto.
La presenza di montagne vicine limita la porzione di cielo osservabile ma in compenso lascia assaporare la sensazione del movimento del cielo attorno al "perno" costituito dalla stella polare, perché si vedono stelle tramontare e altre spuntare dall’orizzonte accidentato.

I bambini nutrono curiosità spontanee che noi adulti ignoriamo. Una risposta non data al momento giusto, diventa un vuoto di sapere e la delusione che ne deriva può essere grave. Imparare è un bisogno dell’uomo che va soddisfatto sempre. Il cielo è uno dei grandi territori dimenticati dall’uomo. Anche la scuola lo dimentica, pur avendolo lì, gratuito, fuori dalle finestre, ogni giorno, sopra l’orizzonte. La scuola è il luogo dove i bambini cominciano a condividere collettivamente spazi e tempi comuni, dove imparano a leggere e scrivere. Perché non regalare loro questa lettura prima? Perché non invitarli a seguire sin da piccoli il cammino del sole e le fasi della luna?
Per esperienza, sappiamo che la lettura del cielo appassiona bambini e ragazzi, può rendere familiari stelle e pianeti dimenticati. Il parere dei ragazzi riportato nel box lo dimostra.

La parola ai ragazzi
Osservazione con piccolo telescopio dal piazzale della scuola elementare di Issogne. (a.s. 1989/90);
  • Quando abbiamo osservato la luna, abbiamo notato che ci sono i crateri e delle vaste macchie scure: i mari. Il Prof Chiaberto e sua moglie regolavano i telescopi perché la luna si muove… A Patrik, Joan e Michela hanno anche fatto regolare il telescopio… Michela, ad un certo punto, ha creduto di vedere "un nuovo mondo" e si è anche messa a piangere: forse era troppo emozionata e stanca…. E’ stata per noi un’esperienza unica e fantastica, anzi meravigliosa, come ha detto Dany che quasi non ci credeva.

Dal diario collettivo dell’osservazione

  • Mi sono sentito emozionato: credevo che la luna fosse in un altro modo. Pensavo ci fossero meno crateri…mi ha fatto un po’ paura. (Dany)

Gita con pernottamento al rifugio Alpenzu (III° media di Gressoney; a.s. 1999/2000).

  • "Tutti eravamo un po’ assonnati
    Ma i pianeti li abbiamo guardati
    E al mattino, come da un bel sogno,
    Con l’allegria intorno ci siamo svegliati". (Ortensia Braga)
  • Il tempo era brutto e ormai avevamo perso ogni speranza. Quando il signor Paolo ci ha svegliato, alle due del mattino, annunciando che il cielo era sereno, eravamo tutti contenti. Siamo usciti a vedere le stelle, ma il momento più affascinante è stato quando, con l’arrivare dell’alba le stelle scomparivano una ad una. (Nicola Linty)
  • Si prospettava davanti a noi una semplice gita in montagna. Ringraziando qualcuno lassù, le nubi sono scomparse abbassandosi di quota e creando un suggestivo mare di nebbia, che copriva le luci dei paesi, rendendo la visione spettacolare. Questa è stata la nota positiva della serata; ma anche il fatto di essere coi miei compagni ha abbellito il tutto. (Nicola Busca)
  • La cosa che più mi è piaciuta di Alpenzu è stata la soddisfazione di vedere le stelle e stare con altre persone. Un’altra cosa bella è stata la soddisfazione di arrivare in cima: la fatica è stata cosi ricompensata. (Mattia Valli)

Gita al Pian di Verra (III°, IV° elementare di Verrès; a.s. 2000/2001).

  • Mentre mangiavamo, i gracchi di montagna, grossi uccelli neri, si sono uniti a noi. (Nicola)
  • Ho attraversato un ruscello anche se mi hanno aiutata. (Stefania)
  • Il lago era blu e il sole lo faceva brillare. (Sloan)
  • Il lago era lucente e di colore blu e la camminata non era neanche noiosa. (Valentina)
  • Passeggiare è bello e il lago brillava sotto il sole. (Widad)
  • Il sentiero era molto ripido ma era bello passare in mezzo agli alberi. (Simone)

Imparare dal cielo

Per quanto riguarda le attività scientifiche che si possono ideare, se si ritiene la montagna una risorsa, proponiamo le indicazioni contenute in questa griglia (è inclusa l’osservazione del cielo).

Attività scientifiche in montagna

Obiettivi

Strumenti

Dentro di noi corpo
Amministrare: fatica, fame, sete, freddo…, risorse dello zaino.
Calcolare il dislivello orario.
Contare le pulsazioni al minuto.
Misurare la frequenza del respiro.
Conoscere il proprio corpo.
Educare alla salute.
Cronometro
Altimetro.
Carta topografica.
mente Registrare sensazioni ed emozioni
(meraviglia, curiosità, paura, scoraggiamento…)
osservare, interiorizzare e comunicare esperienze. Matita quaderno registratore
Fuori di noi Sotto l’orizzonte Lettura
territorio
Geologia, rocce, minerali.
Flora, fauna e mutamenti rispetto alla quota.
Segni del ritiro dei ghiacciai.
Individuare le forme di adattamento all’ambiente montano. Lente tascabile.
Binocolo.
Interventi
umani
Architettura della fame :muri, cumuli di pietre, terrazzamenti, mulattiere, sentieri, opere per l’utilizzo dell’acqua, baite, orologi solari.
Segni della religiosità;
Effetti dello sovrasfruttamento dei pascoli.
Effetti dell’abbandono dei pascoli e dei villaggi.
Interventi non rispettosi dell’ambiente.
Rifiuti lasciati da comitive.
Percepire il delicato equilibrio della natura.
Educare al rispetto dell’ambiente.
Macchina fotografica.
Orientamento Seguire sulla carta topografica la progressione della gita, individuando nomi e quote dei punti caratteristici.
Individuare i nomi delle montagne circostanti e di quelle in lontananza.
Esercizi di geometria a tre dimensioni. Bussola
Carta topografica
Righello.
Rapportatore
Sopra l’orizzonte Fenomeni atmosferici giorno Forma delle nubi e direzione del vento in quota.
Uso meteorologico dell’altimetro;
Calo della pressione e della temperatura
con l’aumento della quota. Umidità.
Tramonti, albe, raggi del sole fra le nuvole.
Aloni, arcobaleni, effetti della diffrazione al tramonto o all’alba sul sole e sulla luna; illusioni ottiche.
Fornire conferme sperimentali di nozioni imparate sui banchi di scuola Termometro
Altimetro
notte Aloni attorno alla luna.
Moto apparente della luna attraverso le nubi.
Nubi che riflettono le luci cittadine.
   
Fenomeni
astronomici
giorno Moto apparente del sole, ombre ,orologi solari.
Individuazione approssimata del mezzogiorno vero locale e confronto col tempo convenzionale.
Orientamento col sole.
Punto di levata e punto di tramonto del sole.
Esercizi di geometria spaziale.
Saper cambiare sistema di riferimento
Bastone.
Foglio di mylar.
Strumenti artigianali.
notte Orientarsi con il cielo stellato riconoscendo le principali costellazioni; percepire il movimento apparente della volta celeste e metterlo in relazione con le notizie apprese a scuola sui movimenti della terra.
Interpretare le fasi lunari rendendosi conto della mutua posizione della terra , della luna e del sole.
Rintracciare i pianeti principali quando sono visibili.
"Passeggiare sulla luna" e ricercare oggetti deboli con l’aiuto di un piccolo strumento.
Satelliti artificiali e calcolo approssimato del periodo di rivoluzione.
Osservazione di meteore.
Esercizi di geometria spaziale (valutazione approssimata di distanze angolari…) e cambiamenti di sistema di riferimento.
Osservazioni sui moti relativi
Occhio adattato al buio!
Pila con luce rossa.
Mappe del cielo.
Binocoli
Piccolo telescopio.
Strumenti artigianali

Il materiale citato nella griglia è utilizzabile da bambini, ragazzi e adulti. Le attività proposte abbinano al piacere della camminata, la riflessione. Stimolando, ad esempio, i ragazzi con domande opportune e presentando considerazioni adeguate.

Con la dicitura strumenti artigianali si intende: oggetti auto costruiti ispirandosi ai vecchi strumenti per misurare distanze e angoli (vedi bibliografia e fig.1-2 ).

Una strada arriva ad un villaggio abbandonato. E’ servita a qualcosa? Quale può essere il motivo del disinteresse? Osservate alcune case ristrutturate recentemente. E’ stata rispettata l’armonia con le case circostanti o si tratta di un "pugno nell’occhio"? Era troppo difficile per la ditta che distribuisce l’energia elettrica evitare di guastare qualche bellissimo angolo fra le case?
Un prato "arato" dai cinghiali può essere un buono spunto per far capire la delicatezza dell’eco-sistema alpino. Si può far notare la differenza di impatto ambientale fra sterrate ben tenute e altre lasciate al progressivo dissesto. Quanto è sottile lo strato di "humus" lo si può notare proprio ai bordi delle sterrate. Domandiamoci e domandiamo ai ragazzi: "E’ vero che per conservare la montagna bisogna continuare a sfruttarla?"
Per quanto riguarda l’atmosfera, l’interesse per le nubi a scuola è spesso confinato in una rigida classificazione, mentre potrebbe diventare un’attività di osservazione molto interessante, specialmente se la scuola è dotata di una mini centralina meteorologica.
Del calo di pressione atmosferica con l’aumento della quota ce ne accorgiamo dall’altimetro, ma il nostro corpo si adatta gradualmente salendo a piedi. Se la salita avviene in macchina o con altri mezzi si sentono ad un certo punto "schioccare" le orecchie per un brusco riequilibrio fra pressione interna al timpano e quella esterna. Una bottiglia di plastica sigillata, portata in quota a partire dal basso diventa durissima perché la pressione esterna è notevolmente diminuita.
Se si chiude invece una bottiglia di plastica vuota in quota e si scende, la si ritrova a casa rattrappita e schiacciata dalla pressione (si è portata a casa un po’ di aria di montagna).

Alcune attività citate nella griglia richiedono un impegno sistematico nel senso che occorrono molte osservazioni nello stesso posto e nella stessa ora per molti giorni, e quindi non possono essere completate in una sola escursione. Si tratta, per esempio, delle relazioni fra punto di tramonto del sole sull’orizzonte e le stagioni, le relazioni fra forma e posizione della luna, la posizione del sole rispetto alle stelle fisse, il cammino dell’ombra in relazione al percorso del sole, la misura del tempo locale.
Per queste importantissime osservazioni, occorrerebbe che ogni scuola avesse a disposizione una "terrazza astronomica", possibilmente in luogo buio e facilmente raggiungibile. Sono numerosi gli esperimenti che coinvolgono molte discipline e quasi tutti possono essere svolti a vari livelli dalla scuola elementare all’università (ad esempio, la costruzione di un orologio solare può essere realizzata in modo empirico o progettata con calcoli abbastanza delicati)
.

Suggestioni. Alcune esperienze da realizzare
Un’esperienza facile da programmare e da eseguire è quella della costruzione in scala del sistema solare (limitandosi per comodità a Saturno), disponendo di un campo sportivo (100 m x 50 m).
Si dà agli studenti una tabella con le distanze in chilometri fra pianeti e sole, la distanza terra-luna, i diametri del sole, dei pianeti e della luna, ed i periodi di rivoluzione dei pianeti attorno al sole e della luna attorno alla terra. La consegna: calcolare a tavolino i diametri e le distanze in scala.
Scegliamo, ad esempio, di piazzare il Sole, palla di 10 cm. di diametro, al centro di una porta e Saturno, grosso come un pisello, nella porta opposta (100 m). Partendo dal Sole, Mercurio grosso come un granello di mezzo millimetro va piazzato a circa 4 m., Venere, granello di 1 mm. va piazzato a 7,5 m., la Terra, granello di 1 mm. a 10,4 m; Marte, granello di mezzo mm. a 16 m.; Giove grande come un pisello (1 cm.) a 54,4 m.
Per quanto riguarda, la Luna, granellino di 0,2 mm va messa a circa 3 cm dalla Terra! I pianeti ovviamente vanno segnalati con dei paletti. Il risultato lascia tutti abbastanza perplessi ed è conseguibile con strumenti poveri (paletti e un decametro). Lo stupore aumenta se si pensa che Plutone, l’ultimo pianeta del sistema solare, andrebbe sistemato a circa 400 m. e la stella più vicina (4,3 anni-luce) si troverebbe a 2800 km. circa.
L’esercitazione, eseguibile nella scuola media, può essere arricchita, ad esempio, rispondendo alla domanda: se i paletti li abbiamo messi in fila, dove si troveranno un mese dopo? L’esercizio richiede calcoli a tavolino e uno strumento artigianale per valutare le distanze angolari. Ha senso tanta attenzione dei giornali ai giorni in cui i pianeti risultano allineati?

Un'altra interessante esperienza adatta anche alle scuole elementari è quella di provare con un esempio l’inconsistenza di alcune costellazioni facendo constatare che lo stesso disegno si ottiene per effetto prospettico. Una costellazione comoda perché facilmente riconoscibile e con poche stelle luminose è Cassiopea.
Nella figura 3 sono rappresentate le stelle più luminose di questa costellazione ed i numeri vicino alle stelle indicano la distanza calcolata in anni-luce. Se si dispone di una camera per proiezioni si può costruire un sistema di fili che partono da un punto (che rappresenta l’osservatore terrestre), con lampadine piazzate a distanze in scala. Guardando le lampadine accese dal punto di partenza dei fili non si percepisce la loro distanza reale ma si vede il disegno caratteristico della costellazione.
Cambiando punto di vista il disegno cambia radicalmente.
Sull’inconsistenza della maggior parte delle costellazioni, discorso che costringe i cultori di oroscopi ad un esercizio di arrampicata… sugli specchi, si può anche fare un esercizio a livello di terzo anno di scuola superiore. Si possono scegliere due stelle "lontane" fra loro nel cielo: possono servire allo scopo Vega e Capella: in estate la prima quasi allo zenit e l’altra molto bassa all’orizzonte. Note le loro distanze da noi in anni luce e la loro distanza angolare, usando un teorema di trigonometria si valuta la loro distanza in circa 60 anni-luce, distanza piccola in confronto a quella esistente spesso fra stelle apparentemente molto vicine e appartenenti alla medesima costellazione.
Con la semplice macchina fotografica si può cogliere una "illusione ottica" a cui è difficile credere: la luna piena, quando sorge, appare molto più grande del solito. Proviamo a fotografarla quando sorge
e quando si trova alta nel cielo, ovviamente con la stessa macchina, regolata allo stesso modo.
Una fonte di idee per esperienze che, unite alle necessarie nozioni teoriche, rendano l’allievo protagonista del proprio apprendimento, deriva dallo studio della storia dell’astronomia.
Rimanendo nell’ambito delle materie scientifiche si possono rispolverare i metodi inventati dagli scienziati della Grecia antica (Aristarco di Samo, Eratostene di Cirene, ecc.) per misurare il diametro della Luna, il raggio terrestre, le distanze Terra-Sole e Terra-Luna e per tentare di descrivere il funzionamento del cosmo con modelli geometrici.
Disponendo di mezzi di comunicazione veloci e poco costosi (Internet oppure un semplice telefonino) è anche possibile eseguire esperienze di geografia terrestre ed astronomica in collegamento con altre scuole lontane ma all’incirca sullo stesso meridiano o sullo stesso parallelo.
Uno studente che sappia esprimere correttamente la legge di gravitazione universale ha qualche idea su come è stata valutata la massa della terra? E quella del Sole? E’ in grado di "pesare" il pianeta Giove conoscendo il periodo di rivoluzione e la distanza di un suo satellite?

Dal cielo ci arriva un insegnamento di fondo. Impariamo che per ascoltare e capire di più, bisogna andare incontro alle cose, dobbiamo muoverci, cambiare il nostro punto di vista. Impariamo che la conoscenza non è solo organizzazione e riduzione del mondo ai nostri schemi, ma anche tentativo continuo di ascolto dei più diversi linguaggi del cosmo. E questa lezione non la si riceve solo da formule fisiche e matematiche (che possono risultare sterili se avulse da un contesto), ma da attività "en plein air", assai più fondate e significative perché contestualizzate. Soprattutto se ai piedi del Monte Rosa o del Mont Avic.

Paolo Chiaberto
insegnante di matematica alla Scuola media superiore

Linda Janin
insegnante di fisica alla Scuola media superiore.

Marito e moglie residenti ad Arnad. Appassionati di montagna, dopo 35 anni d’insegnamento sono oggi in pensione e si dedicano allo studio dell’astronomia e a piacevoli escursioni in montagna con la sezione del CAI (Club Alpino Italiano) di Verrès. Organizzano, in particolare, l’attività "Star Trekking" per educare all’osservazione del cielo stellato.

Bibliografia
(breve e limitata all’aspetto didattico dell’astronomia)

AA.VV., A scuola di luna, Macro edizioni, Cesena (FO), 1998.
BAY C., Meridiane, kit completo per la costruzione, Hoepli, Como, 2000.
CAVEDON M., A B C dell’astronomia, Mondadori, Milano,
FERGUSON K., Dalla terra alle galassie, Longanesi, 2001.
FERRERI W., Guida pratica all’astronomia, Nuovo Orione, 2002.
LORENZONI F., Con il cielo negli occhi, Marcon Gruppo Editoriale, Città di Castello (PG),1991.
MAESTRI C., …E se la vita continua, Baldini-Castoldi, 1996.
MASI F., Il cielo in tasca, Rusconi, Milano, 1982.
PALTRINIERI G., Meridiane ed orologi solari d’Italia, l’artiere edizionitalia, Bologna, 1997.
PROJECT PHYSICS COURSE, Progetto Fisica - Volume A, Zanichelli, 1990.
ROMANO G., Introduzione all’astronomia, F. Muzzio Editore, Padova, 1985.
SANDRI P., La didattica del tempo convenzionale, Franco Angeli, Milano, 1997.
STECHER R, Il messaggio delle montagne, Panorama, Trento, 1995.
VANIN G., Astronomia Viva!, U.A.I (Unione Astrofili Italiani), 2000.
VANIN G., Come maestro il cielo 2 quaderni U.A.I., 2000.

 

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