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Un insegnante in più: la guida alpina

Da dieci anni la cooperativa interguide interviene nelle scuole organizzando escursioni, corsi di arrampicata contagiando studenti e insegnanti con la passione per la montagna.

Circa dieci anni fa, al titolo di Guida Alpina si aggiunse la qualifica di Maestro d’alpinismo, per motivi legali e di tutela professionale sicuramente, ma anche per ragioni di ordine sostanziale, legate all’evoluzione del nostro mestiere. Questa nuova qualifica poneva l’accento sulla fondamentale funzione di educatore che le guide alpine svolgono, abbastanza consapevolmente, da sempre. Grazie anche all’attenzione dell’Amministrazione Regionale nei confronti di tutto ciò che è montagna, in Valle d’Aosta, l’associazione guide di alta montagna ha avviato, da una decina di anni, un progetto di intervento nelle scuole per proporre attività didattiche di avvicinamento alla montagna. Era importante per noi, maestri di tecnica alpinistica, trasmettere soprattutto emozioni. Quelle emozioni intense e gratificanti che solo la montagna e la natura, vissute in sicurezza e con cognizione di causa possono dare.
La nostra esperienza, ormai quasi decennale, ci ha dimostrato che i ragazzi rispondono con entusiasmo alle nostre proposte che costituiscono una pausa al lavoro di classe e realizzano un approccio educativo stimolante, dalla pratica alla teoria.
Le scuole che aderiscono alle nostre iniziative sono circa 30, dalle elementari alle superiori, provenienti dall’insieme dei comuni della Valle d'Aosta ma anche, alcune, dal Piemonte e dalla Lombardia.

Dal 1988, nei diversi programmi offerti alle scuole - dalle escursioni, all’arrampicata, dalle attività ludiche con le corde, al scialpinismo e alle conferenze ecc.- sono stati coinvolti da 600 a 800 ragazzi all'anno. E per accompagnarli nelle varie esperienze 20 a 30 guide alpine sono state impegnate in questo lavoro di educazione poco appariscente ma di grande valore sociale. A dimostrare il successo delle nostre attività con le scuole, una nostra soddisfazione l’anno scorso è stata la seguente: dopo avere scoperto con noi la passione per la montagna, uno dei nostri primi allievi è diventato Guida alpina.
I corsi di arrampicata, in particolare, organizzati per gli istituti superiori coinvolgono subito in maniera globale. I ragazzi si trovano a fronteggiare problemi veri ai quali devono dare risposte concrete e sincere, problemi che possono avere conseguenze reali. Mi riferisco alle metodiche di assicurazione con la corda. I giovani allievi, dopo una prima fase di presentazione degli strumenti, del loro uso e della loro affidabilità, sono coinvolti in prima persona nelle manovre e si sentono proiettati immediatamente nel mondo degli adulti: nelle loro mani la sicurezza di un amico (presente la Guida Alpina, ovviamente). Questo coinvolgimento diretto, sentire il peso del compagno fra le mani e sulle braccia, li fa crescere rapidamente, acquistano coscienza che i loro atti possono avere una conseguenza anche molto grave, non tanto su di sé ma soprattutto sugli altri. Condividere emozioni e difficoltà oggettive crea un inaspettato spirito di gruppo, diffonde altruismo disinteressato; i ragazzi provano quanto l’entusiasmo ed il supporto morale di tutti possono contribuire al successo del singolo.
L’arrampicata è uno sport affascinante e repulsivo allo stesso tempo, il timore di conseguenze fatali può trattenere, ancor prima di sperimentare potremmo provare paura: paura di avere paura. È questo lo scoglio da superare per tutti, insegnanti compresi.

Non di rado i ragazzi invitano i loro professori a sperimentare l’arrampicata, i più si mettono alla prova, sperimentano le paure e le difficoltà dei loro studenti. È un piacere vedere questi "allievi speciali" e meritevoli di lasciarsi coinvolgere dal gioco, raggiungere l’obiettivo, seguendo scrupolosamente le istruzioni della guida. Il loro comportamento dimostra che ascoltare chi ha più esperienza, accelera e ottimizza l’apprendimento. I ragazzi si accorgono anche, a volte, della paura dei loro insegnanti, ma osservano e quindi imparano che è possibile contenerla e raggiungere l’obiettivo prefissato. Lasciarsi dominare dall’irrazionalità, dalla sfiducia ingiustificata negli strumenti e nei compagni alimenta invece il terrore: alcuni ragazzi, a pochi metri dal suolo, sono presi dal panico si immobilizzano e si rassegnano all’insuccesso. Qualche insegnante è riuscito a trasferire nella pratica didattica queste esperienze: rassegnarsi all’insuccesso è sempre negativo, mai lasciare il sopravvento a paure irrazionali e alla sfiducia.
Arrampicare non è solo esercizio fisico. La componente emotiva permea tutta questa attività e la rende unica, adatta a tutte le età.
I nostri corsi di arrampicata si articolano per difficoltà crescente: gli allievi sono dapprima accompagnati su strutture artificiali, più facilmente adattabili alle capacità individuali, si passa in un secondo momento alle pareti di roccia attrezzate.

I versanti rocciosi offrono generalmente un terreno molto più vario, necessitando una maggiore gestualità, dei movimenti che non sono più lineari, si arricchiscono di nuove variabili, che dimostrano come la montagna offra più opportunità dell’immaginabile. Dai primi passi su percorsi di roccia attrezzati si passa all’escursionismo, vero preludio all’alpinismo. I ragazzi, scoprendo il fascino delle valli alpine, riconoscono le pareti, le creste, le rocce come elementi familiari, di cui loro sanno già piccoli segreti. L’emozione della sfida e dell’ignoto li muove a nuove esperienze.
Conoscere il gioco dell’arrampicata e le sue regole migliora il benessere fisico e la cultura gestuale, aiuta a padroneggiare la paura, rende consapevoli della fatica necessaria ad ogni conquista e avvicina alla saggezza.

Paolo Pieroni
Guida alpina. Presidente della Cooperativa Interguide di Aosta

 

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