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Progetto Storia e patrimonio artistico e culturale
Flash back su un convegno e nuovi progetti
"Che storia insegno
quest'anno? Una proposta di temi e metodi": questo è il titolo del
Convegno sull'insegnamento della storia realizzato ad Aosta dall'Ufficio
Ispettivo dell'Assessorato dell'istruzione e della cultura in collaborazione
con l'Università della Valle d'Aosta Université de la Vallée d'Aoste
nel settembre del 2002. Lo scopo del convegno, destinato a tutti gli insegnanti
di storia della regione, era quello di mettere a fuoco i problemi legati
all'insegnamento della storia e capire se esistono delle strade per risolverli.
Nelle due giornate del 9 e 10 settembre, dense di interventi di notevole
livello, sono state date alcune risposte sul tema che hanno felicemente
coinvolto i numerosi presenti.
Ma quali sono i bisogni formativi degli insegnanti valdostani circa linsegnamento
della storia?
L'insegnamento della storia pone oggi problemi generali di orientamento
nelle nuove visioni storiografiche fondate sulla storia mondiale e nella
rete della comunicazione dei saperi dai quali non possiamo prescindere.
Noi insegnanti ne siamo in parte consapevoli. Ma nella pratica dobbiamo
lavorare con manuali e strumenti poco flessibili, rinnovati per lo più
nella grafica ma non nei modelli storiografici. E ci è difficile decidere
se la storia come disciplina insegnata a scuola è un'altra cosa rispetto
sia alla ricerca storica sia al suo uso pubblico o politico o alla divulgazione.
Inoltre l'insegnamento della storia fa i conti oggi con le nuove responsabilità
del docente nella scuola dell'autonomia, in particolare con quelle riguardanti
le decisioni curricolari e la lettura dei nuovi programmi e delle linee
di indirizzo ministeriali, da integrare a precedenti disposizioni.
L'insegnante di storia poi s'imbatte con i problemi di identità dei giovani
e dei nuovi orizzonti delle loro attese. E deve saperli orientare in una
varietà di contesti, culturali e territoriali, partendo dalle loro rappresentazioni
della realtà.
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I docenti del corso
di formazione sul patrimonio della Bassa Valle, nella cripta
della Chiesa di Saint-Vincent.
(Foto di Miriana Perron) |
Il convegno
Questi bisogni sono emersi, specie nei laboratori pomeridiani, durante
il convegno "Che storia insegno quest'anno? Una proposta di temi
e metodi". Dagli stimoli dei relatori e dal dialogo fra docenti sono
nate piste di riflessione tematica e ipotesi formative in sintonia con
i contenuti degli interventi di cui diamo una sintesi.
Il prof. Henri Moniot (Université Paris VII) ha indicato le nuove strade
dell'attuale storiografia che s'ispira ad una visione comparativista e
mondiale della storia e le loro conseguenze nell'insegnamento e nella
ridefinizione permanente delle identità sociali. Il prof. Luigi Cajani
(Università La Sapienza di Roma) ha approfondito il tema della World
History dal punto di vista della politica scolastica e in chiave
curricolare, presentando il progetto nazionale "Il Novecento e la
Storia", di cui è direttore scientifico, proposta di formazione e
sperimentazione che ha coinvolto 39 docenti di scuola media di tutte le
regioni del territorio nazionale, salvo le regioni autonome, più molti
istituti (140) che hanno usato il Cd prodotto dalla ricerca-azione.
Altre proposte curricolari sono state presentate da Antonio Brusa (Università
di Bari), da Maurizio Gusso (presidente dell'Iris, Insegnamento e ricerca
interdisciplinare di storia) e da Charles Heimberg (Institut de formation
des maîtres et maîtresses dans l'enseignement secondaire - Genève). Il
primo ha presentato modelli storiografici e curricolari in risposta in
particolare al problema della selezione dei temi e dei criteri per una
storia su più scale.
Il secondo ha messo in evidenza l'importanza di un curricolo interculturale
che possa fare da ponte tra le esigenze di trasmissione di sapere e la
realtà dello studente. Charles Heimberg ha invece parlato di operazioni
mentali, procedure per la costruzione di itinerari
e del nuovo curricolo di Histoire et citoyenneté in sperimentazione
nel ciclo di orientamento (scuola media) nel cantone di Ginevra, attento
sia agli aspetti della mediazione che a quelli della motivazione.
Di un altro tipo di mediazione didattica si è invece occupato il prof.
Ivo Mattozzi (Università di Bologna) che ha affrontato le questioni metodologiche
legate alla fattibilità di un curricolo non lineare, e quindi anche di
un curricolo basato sulla World History, attento agli apporti
della psicologia cognitiva e alla modularità.
Anche gli interventi di Ernesto Perillo e Maria Vassallo, che hanno presentato
il progetto "Il Novecento e la Storia" e condotto due dei seminari
pomeridiani, hanno dimostrato in concreto come siano possibili le operazioni
di periodizzazione, tematizzazione e problematizzazione all'interno di
una proposta di insegnamento della storia come quella citata che contiene
tutti gli ingredienti di un curricolo: metodo, temi, materiali, approfondimenti,
anche ad uso degli insegnanti, verifiche.
Da questi incontri laboratoriali, che si differenziavano per l'utenza
e il tema, è nato un dialogo tra esperti e docenti valdostani sui bisogni
formativi e sulla necessità di ulteriori confronti.
In particolare si sono viste le premesse per impostare una formazione
rivolta ai docenti che sia più sistematica rispetto alle azioni degli
anni passati e soprattutto coerente con una visione disciplinare dell'insegnamento
della storia.
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I docenti della scuola
di base in una via del borgo di Donnas con Omar Borettaz. Giornata
di formazione, 31 ottobre 2002.
(Foto di Miriana Perron) |
Una proposta formativa integrata
Le varie azioni di formazione e promozione dell'innovazione proposte dal
"Progetto Storia" in questi quattro anni di vita sono in parte
sintonizzabili con gli indirizzi suggeriti nel corso del Convegno "Che
storia insegno quest'anno? Una proposta di temi e metodi". Il "Progetto
storia" infatti, a partire dal settembre 2002 - dopo il Convegno
quindi - ha avviato varie iniziative di co-progettazione con singoli insegnanti
o gruppi di lavoro, e di formazione, anche nell'ambito della didattica
della storia locale e sul patrimonio, in coerenza con la riflessione condivisa
nelle giornate di settembre.
Queste iniziative, e altre, come si vedrà, sono ora articolabili in un
progetto di formazione integrata. È integrata anche nel senso che abbina
alla formazione in presenza la consulenza diretta (telefonica, elettronica
o in presenza) da parte dell'Ufficio che si occupa del progetto. Inoltre,
è integrata nel senso che reperisce per i docenti le risorse esperte per
i loro progetti, costituendo un anello tra le opportunità del territorio
e la scuola.
Il Convegno è stato certamente un momento di forte stimolo progettuale.
Grazie al dialogo allora iniziato con gli esperti di didattica della storia,
oggi è possibile la messa a punto di alcune azioni formative caratterizzate
da quella contiguità reciproca sopra accennata. Come nel gioco del Domino
si tratta di mettere insieme più pezzi diversi secondo criteri di analogia
e associazione. La proposta, chiamata appunto progetto Domino, si basa sull'articolazione di vari moduli formativi
e s'impegna a selezionare occasioni formative basate su criteri di contiguità,
consequenzialità e coerenza.
Ma non sarà un gioco
Il progetto Domino offre e offrirà:
1) un itinerario sulla metodologia dell'insegnamento della storia;
2) diversi percorsi di didattica sull'uso del territorio; 3) incontri
di lavoro sui progetti delle scuole. Questi filoni si presentano come
offerta alle scuole lungo l'arco dell'anno scolastico in segmenti giustapponibili
e a incastro. L'idea è quella di allestire una serie di moduli sulla formazione
di base sull'insegnamento della storia, integrabili con approfondimenti
di gruppi di docenti che lavorano su specifici laboratori o progetti.
Il progetto Domino
articolerà quindi, in fasi consequenziali, moduli sull'insegnamento della
storia, anche in risposta a specifici bisogni progettuali legati alla
storia locale in alcune istituzioni scolastiche. L'iniziativa viene avviata
con un corso base, coprogettato con Clio '92, ente accreditato per la
formazione dal Ministero, diretto da Ivo Mattozzi. I destinatari sono
i docenti della scuola dell'infanzia, delle elementari e della secondaria
di primo grado. I contenuti della prima tranche prevista per il mese di
marzo sono:
il curricolo delle operazioni cognitive, la costruzione dei quadri di
civiltà, lo studio dei processi di trasformazione. In un secondo tempo
verranno affrontate le modalità del laboratorio, il modulo, gli intrecci
tra storia locale e superlocale e l'uso del patrimonio.
Domino, come il gioco che tutti conosciamo, si compone di tessere formative
contigue e legate da elementi di coerenza. Esse sono costituite da moduli
comuni per i docenti
dei vari ordini di scuola e da segmenti autonomi destinati a piccoli gruppi
di lavoro su temi o su curricoli (per esempio sull'incontro della civiltà
agro-pastorale con i processi di trasformazione, il confronto tra un quadro
di civiltà locale e uno, o più, superlocale, le operazioni temporali,
la cronologia, ecc.). L'attività di base si ramificherà quindi per lo
più in azioni a carattere laboratoriale, su misura di specifici bisogni.
In queste occasioni, a seconda dei casi, verranno anche creati i raccordi
tra i docenti interessati esperti di didattica e storici locali presso
le sedi scolastiche del territorio.
Il Novecento
e la Storia. Il Seminario Nazionale presentato nel corso del Convegno,
e conclusosi a Desenzano nell'ottobre del 2002, ha prodotto un materiale
didattico, frutto della ricerca-azione diretta dal prof. Luigi Cajani,
contenuto in un Cd ora disponibile presso l'Ufficio "Progetto storia".
Alcuni docenti valdostani già lo stanno usando e la loro esperienza potrà
essere il tema di un incontro con alcuni colleghi che hanno partecipato
al Seminario di Desenzano e un'occasione per approfondire l'impianto teorico
del Progetto "Il Novecento e la Storia". L'iniziativa, rivolta
ai docenti della scuola secondaria di primo grado e del biennio, permetterà
di valutare l'ipotesi dell'entrata della scuola valdostana nella rete
degli istituzioni italiane che aderiscono a questa sperimentazione.
Storia
sul territorio. Si tratta di
ricognizioni sul campo in siti, vie, borghi, villaggi, ecc., accompagnate
da esperti, soprattutto di storia e architettura, per una lettura del
territorio come fonte. Gli interventi degli esperti vengono preparati
in modo da presentare la dimensione micro anche all'interno di contesti
spaziali allargati. Il presupposto è la possibilità di oggettivare la
realtà vicina e rivederla poi da punti di vista esterni. L'obiettivo formativo
è informare e costruire uno sguardo più attento al "vicino",
partendo da ciò che il presente ci permette di vedere e di dire, per giustapporre
sguardi plurimi.
I quattro percorsi già effettuati hanno fatto nascere nei docenti l'idea
di nuove proposte di indagine sul territorio.
Questi bisogni sono in effetti molto vivi oggi presso i docenti valdostani.
Vi sono molte iniziative didattiche sul territorio costruite dagli insegnanti,
specie della scuola elementare. Spesso non cogliamo il confine tra progetti
sull'ambiente e sulla storia, in quanto il concetto di territorio implica
un'osservazione globale, geografica, sostenibile, economica, antropologica
e storica, ovviamente. La storia, che annovera tra i possibili approcci
anche quello di studiare le risposte dell'uomo all'ambiente, didatticamente
parlando, è la disciplina che meglio delle altre costruisce un legame
tra punti di vista di diverse situazioni. Ma riteniamo che, per quanto
riguarda il patrimonio, la sua valenza principale consiste nel fatto che
essa lo usa come fonte, prima ancora che come possibile contenuto. Quindi
in questi percorsi si insisterà soprattutto sul territorio come laboratorio
per mettere a punto strumenti da utilizzare in altre situazioni, veri
paradigmi sull'uso dei documenti, sul confronto tra ricostruzioni, su
operazioni di periodizzazione, ecc.
Si tratta ora di costruire con i docenti proposte che pur toccando ambiti
disciplinari diversi, riescano a centrare questi obiettivi formativi che
sono quelli più vicini anche al modello formativo del progetto Domino.
Certamente si pongono anche problemi sui contenuti: essendo in Valle d'Aosta
vasto e complesso il patrimonio storico e culturale, occorre fare delle
selezioni.
La scelta va ispirata a criteri relativi all'essenziale e significativo
rispetto all'esperienza del bambino. Occorre pertanto impossessarsi di
conoscenze aggiornate, inventare la mediazione didattica e costruire a
piccoli passi un curricolo per la storia e la realtà del territorio, considerata,
anche dai nuovi programmi del Ministero in fase di sperimentazione e di
approvazione, un soggetto con cui la scuola di oggi deve raccordarsi.
Projet "Stations
de ski". Con l'anno in corso anche l'Ufficio "Progetto storia"
collabora a Progetti transfrontalieri con la Haute-Savoie (Interreg III)
sul patrimonio, in particolare sulla lettura del paesaggio della montagna
costruito dall'uomo.
Il primo obiettivo di questa attività di formazione, che avrà una sua
ricaduta sui progetti rivolti alle classi in una seconda fase, è il rafforzamento
della rappresentazione di quadri di vita e di civiltà e la tematizzazione
su elementi di confronto tra situazioni contigue (segmenti territoriali
e fenomeni specifici nei paesi della Haute-Savoie e della Valle d'Aosta)
per certi versi uguali e per altri diverse. Relativamente a tali situazioni
è importante porre l'attenzione specie sugli esiti dell'incontro con i
grandi processi di trasformazione avvenuti sulle differenti scale, quella
nazionale e quella europea, ma anche quella mondiale per esempio sui fenomeni
del "consumo" delle risorse naturali e della costruzione di
valori dell'uomo occidentale.
Il secondo obiettivo è sensibilizzare il mondo scolastico al fatto che
ciascuno può assumersi una fetta della responsabilità collettiva sui destini
della civiltà a cui appartiene. Questi destini non sono infatti l'evolversi
di un inevitabile processo storico, ma sono il frutto di azioni concrete,
votazioni, programmi politici e scelte varie di piccoli e grandi gruppi.
"Les stations de ski", l'oggetto messo a fuoco in uno di questi
stage di formazione in comune con i colleghi della Haute-Savoie, sono
un esempio di costruzione della montagna rispetto alla quale può avere
un senso impossessarsi di ampi strumenti di lettura del territorio.
Questi obiettivi quindi non attengono solo all'idea della valorizzazione
di un territorio ma alla formazione del cittadino.
Il gioco continua
e altre proposte possono essere lette sul sito
del Progetto Storia www.scuole.vda.it. Per informazioni
scrivere a: s.presa@regione.vda.it o telefonare al numero 0165 275880.
(ndr. il sito è
ancora attivo e le pagine si trovano nella sezione Archivio Progetti e
Varie, la prof.ssa Silvana Presa non lavora più all'Ufficio Ispettivo
Tecnico)
Silvana Presa
Insegnante di materie letterarie
nella scuola secondaria superiore. Utilizzata presso l'Ufficio Ispettivo
Tecnico dell'Assessorato all'Istruzione e Culturale della Valle d'Aosta
nel progetto Storia e Patrimonio artistico e culturale
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