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Dal laboratorio linguistico al centro di autoapprendimento
Metamorfosi di uno strumento chiave nell'insegnamento-apprendimento
delle lingue straniere
La crescente attenzione verso
il ruolo dellapprendente che caratterizza la moderna didattica delle
lingue straniere pone il docente di fronte a problemi cruciali: come venire
incontro ai diversi stili cognitivi degli allievi? Come rispettare i diversi
tempi di apprendimento di ciascuno di essi? Come favorire lacquisizione
di strategie cognitive e metacognitive appropriate? Inoltre, se assumiamo
che lo sviluppo della competenza linguistica implica non solo la componente
morfosintattica, ma anche le componenti lessicale, fonologica e pragmatica
(solo per citarne alcune), lapproccio didattico tradizionale, secondo
il quale linsegnante è fonte unica (e spesso incontestabile) del
sapere che viene distribuito a tutti nello stesso modo e negli stessi
tempi, è messo in crisi.
Fra i tanti percorsi possibili verso una maggiore individualizzazione
dellapprendimento delle lingue, i centri di autoap- prendimento
costituiscono unimportante novità. Per apprezzarne le potenzialità
è necessario ripercorrere la storia del vecchio laboratorio linguistico.
Nato come strumento di esercitazione e rinforzo linguistico durante il
periodo strutturalista (1), il laboratorio audio-attivo comparativo ha subito sotto
la spinta dellapproccio cognitivista una progressiva trasformazione
che lo ha portato ad assumere una connotazione più flessibile. Il laboratorio
linguistico non è oggi più quel luogo asettico in cui linsegnante
somministrava periodicamente ai propri allievi dosi
di esercizi linguistici uguali per tutti con lo scopo di fissare le principali
strutture linguistiche presentate in classe.
Al contrario, esso si caratterizza come un centro risorse in cui lo studente
trova materiale linguistico eterogeneo tra cui scegliere in base alle
proprie necessità formative e sul quale lavorare seguendo i propri tempi
di apprendimento.
La flessibilità della strumentazione
ha comportato un potenziamento dellinterattività non solo con il
materiale didattico, ma anche con i compagni (lavoro a coppie e in piccoli
gruppi). Dallaltro lato si è cercato di individualizzare il più
possibile luso della strumentazione in modo che il singolo studente
possa lavorare dalla sua postazione autonomamente ascoltando e registrando
la propria voce senza dover ricorrere allintervento dellinsegnante
che tradizionalmente governa il laboratorio dalla consolle
centrale. Inoltre, considerata la crescente disponibilità di prodotti
multimediali, i nuovi laboratori sono spesso integrati da personal computer
che permettono la lettura di CD-ROM e di DVD nonché da postazioni video
presso le quali gli studenti possono visionare le più tradizionali, ma
ancora molto diffuse, videocassette e ricevere canali satellitari. Il
laboratorio non è quindi più necessariamente un unico luogo fisico(2), ma un insieme di spazi adatti alla fruizione individuale
di materiale linguistico di vario genere.
La diversificazione del materiale didattico disponibile è unaltra
caratteristica peculiare di un centro di autoapprendimento. Come è stato
detto, le ricerche in ambito psicolinguistico e la stessa linguistica
applicata(3) hanno dimostrato da un lato che il processo di apprendimento
non è univoco e dallaltro che lo sviluppo della competenza comunicativa
è scindibile in ulteriori micro-competenze che necessitano di attenzione
e che progrediscono in modo asimmetrico, almeno negli stadi più bassi
dellapprendimento. In sostanza, ogni apprendente è portatore di
un proprio stile cognitivo e ha i suoi propri tempi di apprendimento che
deve poter rispettare per imparare con successo una lingua straniera.
Inoltre, lo sviluppo delle abilità di ascolto, lettura, parlato, scrittura
ma anche di abilità come pronuncia e intonazione procedono in modo diverso
in ciascun apprendente e nei diversi stadi di apprendimento, quindi vi
saranno studenti che in un particolare momento del loro processo di apprendimento
avranno bisogno di esercitare ulteriormente labilità di ascolto
e altri che necessiteranno invece di potenziare, per esempio, la pronuncia
e lintonazione.
La disponibilità di materiale linguistico autocorrettivo diversificato
per abilità (ascolto, pronuncia, intonazione, drills, interazione, ecc.),
per livelli (principianti, elementare, intermedio, post-intermedio, ecc.)(4), ed eventualmente per formato (cassette audio,
videocassette, CD-ROM, DVD, testo cartaceo, ecc.) permette di soddisfare
le molteplici esigenze cognitive degli apprendenti dando loro la possibilità
di crearsi dei percorsi di apprendimento flessibili e di monitorare costantemente
il proprio processo cognitivo.
Un altro importante beneficio ottenibile attraverso luso di un centro
di autoapprendimento è infatti lo sviluppo della abilità metacognitiva.
Un problema da ricordare
è, pero, leventualità che lallievo di fronte ad una
scelta così ampia di possibilità finisca per sentirsi smarrito. Le soluzioni
escogitate sinora sono state la creazione di cataloghi user-friendly che
guidano amichevolmente lapprendente nella scelta del materiale,
fornendo indicazioni dettagliate sul tipo e sul livello di difficoltà
degli esercizi che dovranno svolgere, nonché schede duso (create
anche dagli studenti stessi) relative a materiale specifico. Unulteriore
soluzione è costituita dalla presenza presso il centro di un consigliere
per lapprendimento, un esperto, cioè, in grado di guidare lo studente
nella scelta del materiale disponibile e aiutarlo a valutare le proprie
esigenze formative.
La fruizione del centro risorse non deve tuttavia essere concepita come
riservata agli studenti più deboli.(5) La ricchezza del materiale disponibile permette anche a
studenti di livello post-intermedio e avanzato di potenziare la propria
conoscenza linguistica. In pratica, lutenza di un centro risorse
è virtualmente illimitata, ma allo stesso tempo vincolata dal materiale
disponibile. Unaccurata analisi dei bisogni formativi dei possibili
fruitori si rivela dunque indispensabile per un buon funzionamento del
centro, il cui utilizzo può facilmente essere esteso anche ad unutenza
esterna alla scuola (adulti desiderosi di apprendere o approfondire una
lingua straniera; figure professionali specifiche che devono conoscere
una o più lingue; candidati ad esami proposti da enti certificatori stranieri
come lUCLES o lAlliance française).(6)
In conclusione, il laboratorio linguistico, una volta sottoposto ad opportune
modificazioni che ne attenuano la rigidità iniziale, costituisce, nella
sua nuova identità di centro di autoapprendimento, un utile strumento
per rispondere alle complesse esigenze formative messe in luce dagli studi
sullapprendimento linguistico configurandosi come luogo di sperimentazione
e ricerca dove lapprendente impara a costruire la propria competenza
linguistica nel rispetto della propria individualità.
Marco Piovaz
Docente di lingua e cultura
inglese. Membro del gruppo LEND (Lingua e Nuova Didattica). Responsabile
del Centro Linguistico Multimediale e del Self-study Centre presso l'IPR
di Saint-Vincent
Note
(1) Per una descrizione dei diversi metodi e approcci
allinsegnamento delle lingue straniere vedi Richards e Rodgers,
1986.
(2) Anche se per ragioni organizzative e di spazio il centro
di autoapprendimento presso lIPR di Saint Vincent è ospitato in
ununica aula; in molte altre scuole e università i centri di autoapprendimento
sono strutturati in più aule, ognuna con la propria funzione: aula video,
aula con PC multimediali, aula risorse cartacee, ecc.
(3) Per una descrizione dettagliata delle varie componenti
la competenza comunicativa vedi i capitoli 3 e 4 del Common European Framework
of reference. Per una esaustiva introduzione al problema degli stili cognitivi
vedi Mariani, Pozzo, 2003.
(4) Il Consiglio dEuropa ha proposto una suddivisione
standardizzata che prevede tre macro livelli A, B, C, ciascuno dei quali
è a sua volta suddiviso in due sottolivelli così da creare un totale di
sei livelli identificati da precisi descrittori. Per approfondimenti,
vedi il cap 8 del Common European Framework of reference.
(5) Molte scuole, fra cui quella in cui lavoro attualmente,
hanno istituito dei club linguistici, la cui iscrizione è estesa non solo
agli studenti ma anche a membri esterni. Per una interessante descrizione
di un club linguistico, vedi Fissore, 1998 in Pozzo (a cura di), 1998.
(6) Il Self-study Centre dellIPR di Saint Vincent offre,
fra le altre risorse, materiale utile alle preparazione agli esami KET,
PET e FCE gestiti dallUniverisity of Cambridge Local Examination
Syndicate; agli esami Fit in Deutsch 1, Fit in Deutsch 2, Zertifikat gestiti
dal Goete Institut; agli esami DELF e DALF gestiti dallAlliance
française.
Bibliografia
AA.VV. (1998), Modern Languages: Learning, Teaching, Assessment.
A Common European Framework of reference, Council for Cultural Co-operation
- Education Committee.
POZZO G. (a cura di) (1998), Insegnando simpara - ricerca azione
in classe e sviluppo professionale dellinsegnante, IRRSAE Piemonte.
RICHARDS J. C., RODGERS T. S. (1986), Approaches and methods in language
teaching - a description and analysis, Cambridge University Press.
MARIANI L., POZZO G.(2003), Stili, strategie e strumenti nellapprendimento
linguistico - imparare a imparare, insegnare a imparare, Quaderni del
LEND.
FISSORE M. (1998), Verba manent - alla scoperta del parlato, in POZZO
G. (a cura di), Insegnando s'impara. Ricerca azione in classe e sviluppo
professionale dell'insegnante, Torino, Irrsae Piemonte.
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