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Una Gabbianella nellorizzonte del Grand Paradis
Un progetto
per linserimento degli alunni stranieri che coinvolge tutti gli
studenti dellIstituzione e che orienta lOfferta Formativa
della scuola.
La presenza di un notevole numero di ragazzi immigrati ha richiesto la
ricerca di nuove soluzioni organizzative e didattiche.
IL CONTESTO
L'Istituzione scolastica
"Maria Ida Viglino", insieme all'Istituzione Grand Paradis A,
ricopre il territorio che corrisponde alla Comunità montana Grand Paradis.
Nella nostra Istituzione sono presenti:
- 6 scuole dell'infanzia (Arvier,
Cogne, Introd, Avise, Rhêmes-St-Georges, Villeneuve) per un totale
di 134 alunni;
- 8 scuole elementari (Arvier,
Avise, Cogne, Introd, Rhêmes-St-Georges, Rhêmes-Notre-Dame, Valgrisenche
e Villeneuve), per un totale di 232 alunni;
- 17 classi di scuola media (scuole
di Villeneuve e di Cogne) per un totale di 337 alunni.
Si deve inoltre ricordare
che le scuole medie sono anche bacino di utenza degli altri comuni della
Comunità montana, Sarre, St-Pierre, Aymavilles e St-Nicolas, che per gli
altri gradi di scuola fanno capo all'Istituzione Grand Paradis A.
Il territorio si presenta vasto e molto diversificato: si va dalle pluriclassi
uniche di Valgrisenche e Rhêmes-Notre-Dame di 4 o 5 bambini, alla Scuola
media di Villeneuve con 309 iscritti.
Durante l'anno scolastico 2001/2002 si è reso più evidente il fenomeno
dell'iscrizione nelle scuole di alunni provenienti da paesi stranieri.
Questo fenomeno non si è verificato in uguale misura in tutti i plessi
scolastici, ma si è concentrato soprattutto nelle scuole del Comune di
Villeneuve, dove ultimamente vi è una forte immigrazione di famiglie straniere.
ACCOGLIERE ALUNNI DI PROVENIENZA STRANIERA |
L'inserimento di alunni stranieri, fenomeno significativo
nella nostra Istituzione, ha avuto un impatto rilevante sull'organizzazione
scolastica imponendo una riflessione ampia ed una conseguente
ricaduta sull'impostazione generale del Piano dell'Offerta Formativa.
Accogliere alunni di provenienza straniera ha comportato
in primo luogo la necessità di affrontare l'emergenza,
di predisporre quindi situazioni facilitanti per un approccio
che non aggiungesse traumi a quelli evidenti dell'inserimento
in una realtà ambientale, sociale, linguistica in molti casi
profondamente diversa da quella di appartenenza.
E nata però subito la consapevolezza di dover andare oltre
l'emergenza e ciò ha condotto l'Istituzione, dalla scuola
dell'infanzia alla scuola media, a condividere la volontà di
valorizzare le diversità, di attribuire al confronto valore
di arricchimento e, soprattutto, di dare piena cittadinanza
di fatto a bambini ed adolescenti a volte difficili, sicuramente
in situazioni di difficoltà.
A partire da questi presupposti e dalle esperienze pregresse,
si è delineato un progetto che è cresciuto per complessità fino
ad intrecciarsi, in molti casi, con l'attività didattica dando
luogo a nuove soluzioni organizzative e ad interessanti esperienze.
Si è realizzato un laboratorio di ricerca, coordinato dalla
funzione obiettivo, che impegna risorse professionali ed economiche
e che ha l'ambizioso obiettivo di aprirsi al territorio e di
agire per una più ampia integrazione degli alunni stranieri.
Annalisa Baratta
Dirigente incaricata dell'Istituzione
scolastica "M. Ida Viglino" di Villeneuve |
Ecco alcuni dati sulla presenza
di alunni stranieri nei vari ordini di scuola durante l'anno scolastico
suddetto :
- Scuola dell'infanzia: 5 bambini
(provenienza: Marocco, Costa d'Avorio, Francia);
- Scuola elementare: 10 bambini
(provenienza: Marocco, Argentina, Romania);
- Scuola media: 9 ragazzi (provenienza:
Marocco, Macedonia, Cile, Repubblica Dominicana, Bosnia).
Questa situazione ha portato
a due constatazioni: da un lato, la presenza di allievi di diverse nazionalità
ha arricchito il contesto culturale, è stata un'ottima opportunità per
ampliare conoscenze linguistiche, storiche, geografiche ed ha educato
i ragazzi alla multiculturalità ed alla tolleranza.
Dall'altra, sono emersi grossi problemi di integrazione sociale, culturale
e linguistica. Il lavoro si è quindi indirizzato verso l'accoglienza
dei ragazzi immigrati e verso la risoluzione delle innumerevoli problematiche
relative all'inserimento e all'integrazione.
Al fine di accogliere nella maniera migliore gli alunni stranieri è stato
attuato un progetto di mediazione culturale, affidato alla Cooperativa
Sociale "La Sorgente", nella quale operano diversi mediatori
culturali, provenienti da varie nazioni.
Il coordinamento degli interventi di mediazione è stato curato dallinsegnante
incaricata di Funzione Obiettivo individuata dal collegio dei docenti.
Sono intervenuti nelle classi quattro mediatori (Samira, Kalid, Jasmina
e Martha) che hanno lavorato sia con i singoli ragazzi immigrati sia con
i loro compagni. La mediazione è stata di tipo linguistico, culturale
e familiare.
Durante l'attuale anno scolastico
si è verificato un ulteriore aumento della popolazione scolastica straniera,
raggiungendo un totale di 33 ragazzi iscritti. Proporzionalmente la nostra
Istituzione, con circa il 5% di presenze di allievi stranieri, è in linea
con la media nazionale. Si deve però considerare che la maggior parte
degli alunni è concentrato nelle scuole di Villeneuve. Ad esempio, in
alcune classi della scuola elementare, si arriva al 20 per cento di presenze,
anche se bisogna ricordare che il numero complessivo di bambini iscritti
è esiguo (ad esempio, 11 alunni in classe terza, tra cui due bambini stranieri).
Ecco i dati relativi all'anno scolastico in corso:
- Scuola elementare: 9 bambini
(Marocco, Argentina, Romania, Cina);
- Scuola dell'infanzia: 9 bambini
(Marocco, Costa dAvorio, Cina);
- Scuola media: 15 ragazzi (Marocco,
Egitto, Macedonia, Argentina, Repubblica Dominicana, Bosnia, Cile).
Le problematiche da affrontare
sono molteplici: ognuno di questi ragazzi presenta una storia personale
e scolastica complessa.
Vi sono "casi limite" di difficile approccio. Come, ad esempio,
la storia di R. ragazza marocchina di 15 anni, analfabeta e mai scolarizzata,
che all'improvviso si trova catapultata nel nostro sistema scolastico.
Oppure il caso di O., anch'egli magrebino di 15 anni, in Italia senza
la sua famiglia e privo di punti di riferimento. I rapporti con le famiglie,
dove queste sono presenti, vengono mediati a fatica, a causa delle notevoli
differenze culturali e della diversa concezione della scuola. La collaborazione
con i Servizi Sociali incontra diverse difficoltà, in quanto i tempi e
le modalità della burocrazia non necessariamente sono adatti alla risoluzione
di situazioni d'emergenza.
Le mediatrici culturali e linguistiche devono svolgere alcune ore di mediazione
tra i Servizi, le famiglie degli alunni immigrati e i ragazzi stessi.
Dal punto di vista strettamente didattico il problema più evidente è quello
di reperire materiale idoneo ai bambini stranieri. La difficoltà aumenta
man mano che si passa dalla scuola dell'infanzia, alle elementari e soprattutto
alle medie. Sovente si utilizza materiale ideato per delle classi inferiori,
ma non sempre esso interessa i ragazzi, perché troppo infantile.
L'inserimento degli alunni immigrati avviene senza grosse difficoltà nelle
scuole materne, mentre nelle scuole elementari e medie l'integrazione
diventa più difficile, sia per l'età dei ragazzi sia per la struttura
oraria ed organizzativa della scuola. Infatti a volte è problematico organizzare
tempi e risorse umane da dedicare ai bambini stranieri, soprattutto se
non si sono già previste all'inizio dell'anno scolastico.
DALLEMERGENZA
ALLA NECESSITA' DI UN PROGETTO
Durante l'anno scolastico
2001/2002, la gestione dell'emergenza ha impegnato molteplici risorse,
umane, finanziarie e di tempo. L'essere quotidianamente "in prima
linea", gestendo inserimenti improbabili e situazioni limite, senza
essere adeguatamente attrezzati, ha prodotto, in alcuni insegnanti, frustrazione
e stanchezza. Nel contempo, i colleghi non coinvolti personalmente, faticano
a comprendere la situazione e quindi a condividere le strategie di intervento.
Nasce così la necessità di avere una visione meno centrata sull'emergenza
e di incominciare a delineare invece un progetto interculturale, ponendo
l'accento, oltre che sull'accoglienza e l'inserimento degli alunni stranieri,
sul processo di scambio e di cambiamento reciproco.
Ci si è resi conto, dopo mesi di esperienza, della necessità di un coinvolgimento
di tutti i gradi di scuola e di una formazione adeguata degli insegnanti
per attuare i progetti e per accogliere gli alunni stranieri.
Le radici del progetto hanno trovato terreno fertile nel Piano dell'Offerta
Formativa dell'Istituzione i cui principi fondanti sono: la tolleranza,
il rispetto, l'uguaglianza, l'accoglienza e la valorizzazione delle diversità.
Dal P.O.F. 2002/2003: "La diversità socio-culturale è particolarmente
valorizzata nell'Istituzione, in quanto viene intesa come fonte di ricchezza
e di crescita per tutti.
La scuola si adegua alle esigenze, ai bisogni e alle diversità di ogni
alunno... garantisce un ambiente il più possibile accogliente, mette in
atto ogni strategia affinché ci sia non solo l'accettazione ma l'integrazione
dei soggetti, utilizzando ogni risorsa possibile e ogni forma di collaborazione
con le famiglie, con gli enti e le varie associazioni presenti sul territorio".
Per rispondere ai bisogni dei docenti e degli alunni è stata riconfermata
la Funzione Obiettivo che si occupa del coordinamento, dell'inserimento
e dell'integrazione degli alunni stranieri. È stato inoltre messo a punto
un progetto, La Gabbianella, che prevede l'intervento dei mediatori
e l'attivazione di laboratori linguistici e di alfabetizzazione o di potenziamento
di matematica per gli alunni stranieri.
La macro progettazione è avvenuta nel giugno 2002, utilizzando
5 delle 40 ore di programmazione del Collegio dei docenti. Hanno fatto
parte del gruppo di progettazione insegnanti dei tre gradi di scuola,
coordinati dalla Funzione Obiettivo. Nel settembre 2002 sono state utilizzate
altre 4 ore per la micro progettazione delle singole attività previste.
La Gabbianella ha potuto beneficiare di un parziale finanziamento
regionale per progetti autonomi, pari al 70% del costo totale.
INTERCULTURA É...
SCAMBIO DI LINGUE, DI ESPERIENZE, DI ALLEGRIA |
"Vamos a la playa" "Buenos dias e
buena noche!" Purtroppo il mio spagnolo non va oltre qualche
frasetta imparata dalle canzoncine in voga e, quando incontro
per la prima volta i ragazzi a me affidati nelle ore di Intercultura,
li faccio ridere sfoderando tutta la mia conoscenza della loro
lingua.
Nel mio gruppo vi sono tre argentini e un ragazzo di Santo Domingo.
Sono tutti maschi, di età differente, due di 12 anni e gli altri
di 14/15. Mi rendo subito conto che, per fortuna, spagnolo e
italiano sono lingue sorelle e la comprensione della nostra
lingua, soprattutto a livello orale, è relativamente facile.
Invece i nodi vengono al pettine con la lettura e la scrittura,
perché vi sono suoni e lettere pronunciati in modo molto diverso.
Certamente uno dei problemi principali è l'uso delle doppie
e poi la e e la q, la v e la b, che sono così simili. Durante
la lezione si chiacchiera e si scrive, alternando l'esposizione
delle proprie esperienze con un po' di grammatica e di ortografia;
il lavoro mira a correggere gli errori più frequenti. Mi rendo
conto che, all'interno del gruppo, dovrò diversificare la didattica
e i contenuti, perché due ragazzi si dimostrano talmente veloci
nell'apprendere, che nei compiti in classe superano persino
i compagni italiani. Per gli altri due, invece, occorrerà attuare
un lavoro più individualizzato e adattato alle loro esigenze
specifiche.
Quando incontro la nostra mediatrice culturale di lingua spagnola
le racconto progressi e problemi e le chiedo consigli. E molto
attiva, simpatica e lavora bene con i ragazzi. Verrà in classe
a parlarci dei paesi di provenienza dei ragazzi, dei loro usi
e costumi, della loro lingua. Suo marito insegna danze latino-americane.
E se mi iscrivessi al corso "Vamos a bailar"? In fondo,
anche da queste cose passa l'interculturalità.
Anna Maria Della
Valle
Insegnante di lettere |
Il progetto, di durata annuale,
coinvolge diverse Istituzioni: lIstituzione scolastica "M. I. Viglino",
la Cooperativa sociale "La Sorgente", il Servizio di mediazione
"Ali e Radici" e la Biblioteca di Saint-Pierre.
Gli elementi che connotano La Gabbianella
sono: il coinvolgimento dei tre ordini di scuola e delle famiglie, sia
di alunni di provenienza straniera sia non, l'integrazione di vari progetti
già attivati dallIstituzione e degli interventi con USL, servizi
sociali territoriali, Enti locali.
Per attuare il progetto sono necessarie sia risorse interne sia
risorse esterne all'Istituzione.
Alla scuola media sono previsti, oltre agli insegnanti di classe, tre
docenti per due ore settimanali con il compito di condurre i laboratori
linguistici e di matematica.
Per la scuola elementare e la scuola dell'infanzia non è prevista nessuna
risorsa aggiuntiva, ma tutti gli insegnanti delle classi coinvolte partecipano
al progetto.
Le competenze professionali necessarie per la realizzazione del progetto
che non sono disponibili nella scuola sono rappresentate dai mediatori
linguistici e culturali, dall'esperto di animazione teatrale, dalla bibliotecaria
e da un docente per la formazione degli insegnanti.
Sono state previste forme di monitoraggio e di valutazione del progetto:
questionari di valutazione proposte alle famiglie, agli alunni e ai docenti
dell'Istituzione e incontri settimanali della Funzione Obiettivo con mediatori
ed insegnanti per seguire le diverse attività.
ALCUNI CONCETTI-CHIAVE
DELLA MULTICULTURALITA'
Analizzando i percorsi didattici
prodotti dagli insegnanti, alla luce della normativa e della formazione
attuata all'interno della Gabbianella, è chiaro che l'educazione interculturale
si basa su concetti imprescindibili, quali: relazione, interazione, integrazione,
decentramento, mediazione.
Relazione: attraverso il contatto e la conoscenza reciproca
tra persone di cultura diversa, si valorizza la dimensione affettiva,
il "vivere bene insieme, seppur diversi". Si sostengono così
anche gli inevitabili conflitti e si facilitano i processi di scambio
reciproco.
Interazione: attraverso il confronto tra individui, si scoprono
i diversi punti di vista, le differenze e le analogie.
L'interazione favorisce la consapevolezza e la de-strutturazione dei pregiudizi,
degli stereotipi e delle reciproche "etichette".
Integrazione: vengono realizzati progetti di accoglienza per
gli alunni e le loro famiglie, valorizzando le lingue di origine, i diversi
riferimenti culturali e cercando di rimuovere, per quanto possibile, gli
ostacoli linguistici, informativi e burocratici.
Decentramento: aiuta a calarsi nei panni dell'altro e quindi
a conoscerlo meglio. Il decentramento permette la valorizzazione dei diversi
comportamenti e punti di vista, entrando in varie dimensioni: il tempo,
lo spazio, la società, il rapporto tra individui...
Mediazione: nel progetto, la mediazione linguistico-culturale
è strumento indispensabile per "partire con il piede giusto",
per avere le reciproche chiavi di lettura della realtà; è quindi il facilitatore
di tutto il percorso interculturale.
LE RISORSE
INTERNE
I docenti coinvolti nel progetto
sono molti e con ruoli diversificati:
- la Funzione Obiettivo (area 3): è il
referente dell'intero progetto, ha il compito di monitorare i percorsi
e di coordinare gli interventi delle risorse interne ed esterne;
- i 4 docenti di scuola media che gestiscono
i laboratori linguistici e di matematica: hanno il compito di condurre
i laboratori di alfabetizzazione e di matematica per alunni stranieri;
- gli insegnanti della scuola elementare
di Villeneuve: gestiscono i progetti interculturali nelle loro classi,
con o senza l'ausilio dei mediatori;
- gli insegnanti delle scuole dell'infanzia
di Arvier e Villeneuve: gestiscono i progetti interculturali nelle
loro sezioni, con o senza l'ausilio dei mediatori;
- i docenti di scuola media che hanno
progettato attività interculturali: all'interno delle proprie classi
gestiscono il progetto. Dove vi è la presenza di alunni stranieri
l'attività è supportata anche dai mediatori.
IO, MEDIATRICE CULTURALE,
UN PUNTO DI FORZA |
Attualmente sto lavorando con quattro ragazzi di
età compresa fra i 12 e i 16 anni, provenienti dall'Argentina
e dalla Repubblica Dominicana. Per ognuno, a seconda dei bisogni,
seguo un progetto individuale che comprende: un primo approccio
alla lingua e un sostegno di tipo interculturale valorizzando
la cultura di appartenenza. Il mio intervento vuole facilitare
la comunicazione tra scuola e famiglia e dare una corretta interpretazione
dei comportamenti dovuti a fattori culturali.
Inoltre offro anche un sostegno di tipo socio-psicologico mediante
l'inserimento dei ragazzi nei luoghi di aggregazione come: la
biblioteca, i centri sportivi, la ludoteca, ecc. per favorire
la socializzazione.
Alcuni ragazzi hanno superato rapidamente i problemi linguistici,
riuscendo a comunicare senza problemi, per cui l'inserimento
nella classe è avvenuto senza difficoltà. Altri, al contrario,
hanno problemi legati all'apprendimento della lingua e difficoltà
di inserimento.
Altri ancora, oltre alle difficoltà menzionate, presentano smarrimento,
nostalgia, paure, tristezza, solitudine, disagi propri dei ragazzi
immigrati che si ritrovano ad affrontare una scuola molto diversa
da quella dal paese di origine. In questi casi, l'orientamento,
l'ascolto e la capacità di essere un riferimento sono un punto
di forza del mediatore. La collaborazione "eccezionale"
degli insegnanti consente al mediatore di portare a temine e
nella maniera più proficua gli interventi.
Martha Herrera
Mediatrice interculturale |
LE RISORSE ESTERNE
Le risorse esterne coinvolte
nel progetto sono diverse:
- i 6 mediatori linguistico-culturali
del servizio di mediazione "Ali e Radici": hanno il compito
di gestire la mediazione individualizzata e gli interventi interculturali
nelle classi di inserimento. Inoltre si occupano della traduzione,
nelle diverse lingue dei ragazzi immigrati, del materiale informativo,
delle comunicazioni scuola e famiglia, e del lessico minimo per poter
permettere agli alunni di lavorare in classe. Operano su tutti e tre
i gradi di scuola;
- la biblioteca di St-Pierre: (figure
referenti: la bibliotecaria e lattrice Paola Corti) ha il compito
di condurre attività di lettura espressiva, drammatizzazione e costruzione
di libri il cui tema sono i racconti e le leggende di diverse culture.
Questo percorso è indirizzato agli alunni della scuola elementare
di Villeneuve (65 bambini);
- la formatrice Anna Belpiede:
ha attuato una prima fase di formazione, indirizzata a circa 30 docenti
dei diversi gradi di scuola ed alle mediatrici coinvolte nel progetto.
LE FASI DEL
PERCORSO
Il progetto è articolato
in varie fasi, alcune contemporanee e altre in successione.
In ottobre si è dato il via ad una breve formazione iniziale,
di 8 ore, a cura della formatrice, Dott.ssa Anna Belpiede.
I due incontri non hanno
certamente avuto la pretesa di rispondere alla totalità dei bisogni formativi
dei docenti dellIstituzione nel campo dellintercultura. Si
è trattato invece di un breve percorso, in cui, mettendo docenti e mediatori
in situazione, sono emersi i bisogni prioritari, le ansie, le frustrazioni
di chi opera nelle nostre classi, gestendo inserimenti di ragazzi stranieri.
Non si è trattato di fornire " la ricetta" per risolvere i problemi,
ma è stato un primo avvio che ha permesso di individuare con precisione
la seconda parte della formazione che sarà centrata sullaccoglienza
e sullindividuazione di materiale didattico idoneo.
Sempre in ottobre sono iniziati gli interventi individualizzati di mediazione.
Il rapporto privilegiato, uno ad uno, tra il mediatore ed il ragazzo straniero,
permette di progettare un percorso più aderente alle reali esigenze.
Allinterno del percorso è sempre prevista una fase di osservazione,
dove il mediatore raccoglie informazioni e dati utili per impostare il
proprio intervento e per permettere agli insegnanti di classe di adeguare
la programmazione didattica.
Spesso il mediatore diventa un punto di riferimento indispensabile per
il ragazzo straniero che si sente rassicurato dalla presenza di un adulto
che capisce e parla la sua lingua di origine e dal quale si sente "compreso".
Allinterno della mediazione individualizzata si è reso necessario,
in quasi tutti i casi, ricavare uno spazio per la mediazione familiare,
cioè per il dialogo tra scuola e famiglia, a volte reso possibile solo
dalla presenza del mediatore.
I progetti individualizzati non hanno quindi come unico fine la facilitazione
linguistica, essi diventano il punto di partenza dellaccoglienza
ed il perno dellintegrazione futura.
Con La Gabbianella sono stati avviati 13 progetti di mediazione individualizzata, 9 alla scuola media, 3 alla scuola elementare ed uno nella
scuola dellinfanzia. I ragazzi coinvolti sono, per la maggior parte,
alunni di recentissima immigrazione che non conoscono la lingua italiana.
Ognuno di questi progetti ha una durata ed un monte ore diverso, a seconda
delle esigenze degli alunni stranieri coinvolti.
Si varia da interventi mensili di due ore, per la durata di tutto lanno
scolastico, ad interventi settimanali, concentrati nei primi mesi di scuola.
La media di ore destinate alla mediazione individuale è di circa 35 per
alunno straniero.
Le mediatrici che hanno preso in carico i progetti individualizzati sono
cinque: due di lingua araba (Samira e Kadija), due latino- americane (Ana
Maria e Martha) ed una bosniaca (Jasmina).
Da novembre hanno preso il
via i laboratori interculturali
nelle classi dei tre gradi di scuola.
Le scuole dellinfanzia coinvolte sono due: Villeneuve ed Arvier.
Il progetto si caratterizza come un laboratorio, finalizzato allallestimento
di una festa- spettacolo, a cui sono invitate le famiglie dei bambini.
Gli obiettivi, individuati in fase di progettazione, sono:
- favorire l'interazione tra bambini in
modo positivo e collaborativo;
- conoscere e confrontare diverse culture
attraverso l'ascolto di brani musicali;
- scoprire usi e costumi diversi;
- saper rielaborare a livello verbale
e non queste esperienze;
- coinvolgere le famiglie nelle attività
scolastiche.
Per attuare il progetto ci
si è avvalsi degli interventi in classe di una mediatrice culturale (5
incontri per scuola). Rispondendo alle domande e alle curiosità dei bambini,
la mediatrice ha "raccontato" il proprio paese, gli usi, le
feste.
In questa fase sono stati coinvolti anche alcuni genitori stranieri. Dalla
rielaborazione in classe sono emerse differenze, ma anche curiose similitudini.
Particolarmente interessante è stato lincontro in cui la mediatrice
ha dipinto con lhenné le manine dei bambini ed ha presentato loro
gli abiti che in Marocco vengono utilizzati per le feste.
Per quanto riguarda la scuola elementare di Villeneuve, i laboratori si
sono svolti in due fasi: per le classi seconda, terza e quarta si sono
previsti degli incontri in classe, supportati dalle mediatrici, con i
genitori degli alunni stranieri appena inseriti, al fine di presentare
il Paese dorigine (in questo caso, Cina ed Argentina). Durante i
laboratori si è cucinato cinese ed argentino, si è ascoltata musica, ballato
il tango e la milonga
Inoltre, durante le assemblee di classe, i
genitori hanno avuto modo di conoscere le famiglie straniere, sempre supportate
dalla mediazione.
Nella seconda fase sono invece state coinvolte tutte e cinque le classi
attraverso un laboratorio interculturale che ha previsto alcuni incontri
alla biblioteca di St-Pierre.
In questa sede i bambini hanno avuto la possibilità di ascoltare racconti
e leggende di varie culture, letti ed "animati" dallattrice
Paola Corti.
Gli alunni si sono esercitati nella lettura espressiva, immedesimandosi
nei diversi personaggi. Uno spazio è stato dedicato anche alla costruzione
di libri, al gioco con i testi ed al prestito.
È importante che queste attività
vengano svolte non solo nel contesto scolastico, ma anche "allesterno".
Nel corso del laboratorio, non di rado, chi ha partecipato con più entusiasmo,
non è il bambino "bravo" a scuola, ma colui che ha delle difficoltà
di apprendimento o che per altri motivi (sociali o culturali), si sente
emarginato. È così capitato che, chi voleva leggere per primo in maniera
espressiva, fosse un alunno dislessico o che una bimba cinese che raramente
si esprime verbalmente, volesse cantare davanti a tutti una canzone nella
sua lingua.
Anche le classi della scuola media di Villeneuve hanno partecipato alle
attività di intercultura. Vi sono stati diversi tipi di approccio: nelle
classi di inserimento degli alunni stranieri (la maggioranza), si sono
organizzati interventi delle mediatrici, per presentare i paesi di origine
dei ragazzi immigrati e per facilitare laccoglienza.
Per le classi seconde a tempo prolungato, sono stati programmati laboratori
di intercultura: gli allievi seguono le proposte di una ONG che opera
in Senegal a favore di una scuola per ragazzi di strada ed in situazione
di grande povertà.
Una volontaria ha portato una testimonianza degli elementi significativi
della cultura senegalese ed ha mostrato tecniche artigianali di realizzazione
di manufatti. A questo punto i ragazzi hanno intrapreso la realizzazione
di un calendario (200 copie) e la decorazione di magliette e bandane (circa
50 pezzi). È stata costituita una cooperativa scolastica (ACS) che ha
permesso la vendita di tali manufatti.
La raccolta di fondi è stata buona ed ha soddisfatto i soci-lavoratori
al punto che si intende realizzare unagenda ed altre magliette.
In altre classi si è intrapresa una corrispondenza con una scuola senegalese,
si è posto linteresse verso il problema dellimmigrazione,
attraverso il tema del viaggio, utilizzando ore curricolari o di progetto.
In una classe si è lavorato soprattutto con le famiglie. Al fine di sensibilizzarle allargomento
intercultura e per favorire linserimento di un ragazzo di origine
marocchina, è stata individuata unoccasione per riunire allievi,
genitori ed insegnanti, in modo da favorire il dialogo anche con la famiglia
del ragazzo straniero.
Il risultato è stato positivo,
i genitori hanno socializzato piacevolmente, gustando piatti tipici di
varie regioni e paesi del mondo.
Il riscontro alliniziativa è stato soddisfacente ed anche in classe
i rapporti tra compagni ed il ragazzo marocchino sono migliorati.
Lultima fase del progetto ha preso il via a dicembre con lattività
di traduzione in lingua araba del materiale informativo della scuola (ad
esempio, il regolamento), delle comunicazioni scuola famiglia (avvisi,
convocazioni
) e della scheda di valutazione (per ora solo per la
scuola media).
Si è inoltre reperito del materiale bilingue cinese-italiano per facilitare
le comunicazioni con le famiglie. È in previsione di fare un lavoro analogo
anche in lingua spagnola. Abbiamo infatti notato come il fornire avvisi
e comunicazioni bilingui favorisca la comprensione tra scuola e famiglia
e sia unimportante facilitatore per lintegrazione.
Per quanto riguarda il lessico minimo che permette agli alunni stranieri
di essere sufficientemente attrezzati per poter comprendere le attività
che si svolgono in classe, alcune mediatrici hanno incominciato a tradurre
ed a raccogliere il materiale. Si pensa di proseguire in tale senso nel
corso del prossimo anno scolastico.
LE PROSPETTIVE
Per documentare il progetto,
rendendolo visibile nella sua globalità, si è pensato di narrare lesperienza
attraverso le pagine del giornale dellIstituzione "Le Trait dunion".
I veri protagonisti del progetto saranno i ragazzi, che prenderanno la
parola e racconteranno attraverso varie forme espressive, i diversi percorsi
delleducazione interculturale.
Consci che per noi il processo di educazione interculturale è solo allinizio,
abbiamo in previsione, nellimmediato futuro,
la predisposizione di un protocollo di accoglienza per gli alunni stranieri
neo arrivati. Rafforzati dallesperienza, sentiamo la necessità di
individuare formalmente i dispositivi e le risorse per accogliere. Dovremo
declinare, in maniera chiara, come devono avvenire i primi contatti con
la famiglia (colloqui informativi, raccolta della documentazione, utilizzo
di materiale informativo), i momenti iniziali di accoglienza e di benvenuto
del bambino (tempi di osservazione, rilevazione delle competenze), la
determinazione della classe o sezione di inserimento e la predisposizione
degli strumenti didattici per accogliere.
Il protocollo di accoglienza
dovrà essere supportato da una formazione e/o consulenza esterna, di cui
sentiamo lesigenza anche per confrontarci con esperienze e realtà
diverse.
La Gabbianella, elogio della diversità ed espressione di accoglienza
ed integrazione, ha appena spiccato il volo, tentando con fatica di spiegare
le ali. A volte procede insicura, facilmente si scoraggia ed ha bisogno
di sostegno e rassicurazione.
Le leggi recenti in materia di immigrazione e soprattutto limminente
riforma scolastica, le consentiranno di proseguire il volo?
Vogliamo sperare che la scuola pubblica rimanga un luogo di "tutti
e per tutti", dove le diversità possano diventare risorsa e non barriere
insormontabili, per diventare cittadini con pari dignità.
Daniela Bosio
Insegnante elementare a Villeneuve.
Funzione Obiettivo per l'integrazione degli alunni stranieri e collaboratore
per le scuole elementari
nell'Istituzione scolastica "Maria Ida Viglino"
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