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Dal locale al globale: da Gignod a Oujda!
ogni luogo di immigrazione non deve essere
né una pagina bianca né una pagina già scritta, ma una pagina da scrivere
con la propria storia. - Amin Maalouf
In questi ultimi anni le società dei paesi industrializzati
sono diventate sempre più multietniche e multiculturali.
Numerosi cittadini stranieri decidono di raggiungerle in cerca di una
nuova vita, di un minimo di benessere o semplicemente per sopravvivere.
Da diversi anni anche lItalia sta vivendo in misura importante questo
processo, che dà lavvio a tutta una serie di sfide, di problemi
ed opportunità.
Anche la nostra Regione non è esente da tale fenomeno, lo rivelano i dati
statistici del Centro Immigrati Extracomunitari del Comune di Aosta.
Nasce spontanea a questo proposito una domanda: abbiamo riflettuto abbastanza
e siamo pronti ad instaurare un colloquio con le altre culture?
È unesigenza reale da affrontare e gestire in modo corretto. Lapproccio
alle altre culture è sicuramente un problema di non facile e immediata
soluzione. Vi sono differenze oggettive da non sottovalutare e da affrontare
in modo corretto, cercando di rispettare, capire e accettare, senza lintento,
a mio avviso sbagliato, di voler appiattire, uniformare.
La Biblioteca Comunale, dove oramai da un ventennio presto servizio, si
è voluta mettere al passo con i tempi. Da diversi anni a Gignod si parla
di intercultura e di multiculturalità, mentre una scelta e una predilezione
personali sono diventate una vera e propria specializzazione di settore,
riconosciuta a livello di sistema bibliotecario. In questa piccola comunità,
che dalle proprie montagne dimostra di saper guardare lontano ma anche
in profondità dentro di sé, considerato lalto numero di persone
straniere che vi risiedono e che vivono anche negli altri agglomerati
della Comunità Montana del Grand Combin, è nata in questo senso una serie
di iniziative, alcune uniche nel loro genere, che hanno attirato fruitori
delle più diverse fasce professionali da tutta la regione.
Lapproccio con questa tipologia di argomenti è stato graduale. Si
è pensato infatti inizialmente di proporre attività pratiche di conoscenza.
È stato così organizzato nellanno 1998 un primo corso di cucina
araba, che ha riscosso un buon successo, con partecipanti non solo del
nostro comune ma anche di diversi comuni limitrofi nonché di Aosta.
Per entrare poi maggiormente nel vivo si è deciso di passare, lanno
successivo, ad un corso di cultura arabo-islamica tenuto da una docente
universitaria di Torino, la Dott.ssa Claudia Maria Tresso, che ha proposto
agli iscritti un percorso di introduzione alla cultura arabo-islamica
attraverso la storia, la religione, gli aspetti linguistici, letterari
e alcune nozioni sulla condizione femminile nelle diverse società dei
paesi interessati.
Lapprofondimento dei temi è anche stato reso possibile dai numerosi
testi di letteratura e scritti in lingua araba per ragazzi di cui questa
biblioteca comunale si è nel frattempo dotata.
Visto linteresse suscitato da questo tipo di iniziative, la scrivente
ha quindi sottoposto al vaglio della Commissione di Gestione un progetto
triennale per un corso di lingua araba. Lunicità in Valle di questa
iniziativa ha richiamato, ancor più delle precedenti, molte iscrizioni
da tutta la regione e da diverse categorie professionali: operatori del
sociale e delle strutture sanitarie (assistenti sociali, infermieri, psicologi),
numerosi appartenenti alle forze dellordine, insegnanti (per i quali
è stato richiesto dalla biblioteca e concesso dalla Sovrintendenza agli
studi il riconoscimento del corso come attività di aggiornamento professionale),
oltre a semplici cittadini interessati a capire meglio coloro che in questi
anni si sono affiancati a noi nel lavoro e nella vita di tutti i giorni,
provenendo da altri paesi, con un bagaglio più o meno ricco di tradizioni
e cultura diverse dalle nostre.
Il corso si è valso nuovamente dellopera della Dott.ssa Claudia
Maria Tresso, docente di lingua e letteratura araba alla facoltà di lingue
dellUniversità di Torino, che si è principalmente occupata di fornire
le nozioni di base sullalfabeto e sulla costruzione della lingua,
e della collaborazione del sig. Rabie Barakat, insegnante di madre lingua,
che ha illustrato alcuni modi di dire, frasi fatte, forme tradizionali
di saluto, ecc.
Nellarco del triennio si sono succeduti diversi altri insegnanti
provenienti da Torino, ciascuno con la propria specializzazione. Hanno
concluso infatti il ciclo di studi, oltre alla Dott.ssa Tresso, la Dott.ssa
Giulia Micciché, esperta in cooperazione internazionale presso lAPS.
(Associazione per lo sviluppo), il Dr. Marco Boella, assistente al corso
di lingua araba presso lUniversità di Torino, la Dott.ssa Alessia
Occelli, assistente del corso di lingua araba presso lUniversità
di Torino, la Dott.ssa Chiara Thiebat di Aosta, dottoressa in filosofia
e rappresentante del Club UNESCO Aosta, e la mediatrice interculturale
presso la cooperativa La sorgente di Aosta, Samira Abodaber,
nata a Tripoli, in Libia, ma residente nella nostra regione da diversi
anni.
È con grande soddisfazione che posso dire di aver raggiunto lobiettivo
prefissato allinizio del triennio: laccrescimento dellinteresse,
della partecipazione, della formazione e dellapertura verso una
cultura che ci affianca e ci interpella.
Vorrei, fra gli esiti di fine triennio, citare liniziativa di una
delle partecipanti, residente nella nostra comunità montana, che ha presentato,
inseriti ed ampliati in un capitolo della propria tesi di diploma alla
Scuola Superiore per interpreti e traduttori Vittoria di Torino, per lanno
accademico 2001-2002, il materiale e i risultati del nostro corso. Copia
della tesi si trova depositata nella nostra biblioteca comunale.
Per tutti coloro che fossero interessati a prenderne visione il titolo
è: Abitazione, donne e rispettabilità - il caso di alcuni quartieri
popolari dOujda. Significato del velo in Marocco - tradizione, protesta
o liberazione.
Per completare il discorso sulle attività organizzate dalla
Biblioteca Comunale di Gignod, vorrei citare ancora due iniziative che
hanno ugualmente riscosso un notevole successo e interesse.
La prima è la realizzazione del progetto di sperimentazione del servizio
di mediazione interculturale denominato Cavanh, patrocinato
dallUnione Europea e gestito dal Centro Comunale Immigrati Extracomunitari
della Cooperativa La Sorgente di Aosta, sviluppato durante
i mesi di aprile e maggio dellanno 2001. Laltra riguarda il
corso di cucina multietnica svoltosi nellanno 2002.
Lazione di mediazione interculturale si è esplicata allinterno
di un progetto che ha coinvolto alcune mamme straniere presenti nella
nostra Comunità Montana Grand Combin. Fondamentale è stato lintervento
di due mediatrici, Jasmina Bayraktarevic (bosniaca) e Samira Abodaber
(libica).
Si sono svolti così due incontri in Biblioteca dedicati alla mamma,
dal titolo La mamma nelle diverse culture. La mia mamma è uguale
alla tua?, e si è andati alla scoperta, anzi alla riscoperta, anche
delle tradizioni a noi più vicine, talora trascurate, per raccontare e
analizzare le testimonianze legate alla maman valdostana,
con lattiva partecipazione dei bambini delle Scuole elementari e
delle insegnanti del nostro comune. In tutte le occasioni le protagoniste
straniere, pur provenendo da un mondo lontano dal nostro, si sono dimostrate
desiderose di stringere rapporti di amicizia e conoscenza con la popolazione
del comprensorio.
Parte di una tradizione orale tramandata di madre in figlia, i dati raccolti
durante gli incontri si sono rivelati molto interessanti, anzi preziosi.
È stato bello notare la comunanza di molti aspetti della figura materna
(chi poteva daltronde dubitarne?): la mamma essendo,
per le altre culture come per la nostra, perno della famiglia, sempre
bella, buona e capace, prima responsabile dellorganizzazione della
casa e della vita familiare. La differenza sta piuttosto nel fatto che
listinto materno, sovente messo in discussione da noi
occidentali, presso i popoli doriente si mantiene strettamente connesso
al concetto di donna (che è poi lidea di donna-mamma del nostro
non lontano passato). Nella società in cui viviamo il dibattito in merito
è aperto, liberamente aperto e differenziato su molte posizioni.
Ritengo che anche questa attività abbia contribuito a sostenere un impegno
di crescita culturale e civile di persone che, senza distinzione, hanno
voglia di vivere il proprio tempo, tempo di cambiamento e di nuovi incontri.
Il corso di cucina multietnica è stato una nuova proposta altrettanto
bene accolta in loco e da residenti nei comuni limitrofi. Un gruppo di
una quindicina di persone si è cimentato ai fornelli con ingredienti e
ricette poco conosciute ma basilari nei paesi del Maghreb e del resto
dellAfrica, in Cina, Albania e America latina.
Anche questo è un modo per far conoscere altre culture: proporre e condividere
cibi e modi di fare di popolazioni lontane, che in fondo poi si scopre,
proprio nelle necessità e nelle abitudini di tutti i giorni, non differire
così tanto da noi.
Una corretta educazione interculturale, anche intesa nel senso ampio e
variegato che le iniziative organizzate dalla Biblioteca di Gignod hanno
proposto, può creare un ponte fra diversi linguaggi e modi di vita.
Ho parlato di adulti, ma vale la pena ovviamente di partire dallinizio,
dai primi anni di vita, dai primi anni di scuola, quando lincontro
con laltro avviene in modo naturale e spontaneo, passando
attraverso la voglia di conoscere e scoprire.
I bambini in fase di crescita spesso manifestano interesse e fiducia verso
diversità che nulla hanno a che vedere con i canoni e lambiente
tradizionali.
Se è possibile seguire e far sviluppare questo processo in modo naturale
e positivo, si eviteranno in futuro manifestazioni di timore e ostilità
nei confronti di chi, in qualunque modo, è diverso, si eviterà
di dover chiamare problema limmigrazione e la formazione
di una società multietnica e multiculturale.
Le biblioteche possono, in ogni momento e in ogni fase, supportare ed
affiancare i processi formativi proposti dalle scuole, suggerendo percorsi
di lettura multiculturali a livelli più e meno elementari, per i bimbi
nati da genitori autoctoni e per i figli di famiglie immigrate, costruendo
nuovi progetti di animazione ed educazione che metteranno al primo posto
la conoscenza delle culture e daranno ampio spazio alla capacità di instaurare
relazioni significative coi nuovi soggetti.
Saranno chiamati ad operare insieme insegnanti, educatori, animatori,
bibliotecari e soprattutto mediatori interculturali, nuove figure uniche
ed insostituibili che potranno svolgere un lavoro determinante allinterno
di qualunque struttura inserita nella rete del tessuto sociale e culturale.
Il fine è semplice e al tempo stesso non facile da raggiungere: disporsi
ad affrontare le relazioni con laltro essendo capaci
di porre in discussione i propri punti di riferimento, accogliendo il
diverso nella sua totalità.
Alessandra Cerise
insegnante di professione
Aiuto-Bibliotecaria. Da alcuni anni si interessa di
Interculturalità promuovendo iniziative in tal senso presso la biblioteca
di Gignod.
Bibliografia di
testi presenti nella biblioteca di Gignod
a cura di Alessandra Cerise
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