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Métissage è...

…un nuovo occhio sull’immigrazione in Valle d’Aosta, uno spazio di confronto aperto, un prodotto sociale, un giovane periodico effervescente e ambizioso

Métissage è un periodico di informazione sul mondo dell’immigrazione extracomunitaria in Valle d’Aosta, creato allo scopo di promuovere l’intercultura, la solidarietà e la pacifica convivenza tra i popoli.
Métissage nasce da una profonda lettura storica e sociologica: il fenomeno dell’immigrazione non è una realtà congiunturale bensì una caratteristica comune a tutte le culture, e specificante l’essere umano ancora più della stanzialità. La migrazione, con la multiculturalità che ne consegue, è documentabile come una delle fonti principali dei processi di civilizzazione.
L’Italia da terra di emigrati si è ormai stabilmente trasformata in porto di speranza per tanti stranieri che vi cercano, spesso illusoriamente, una dimensione più rispettosa dei diritti umani.
Se è vero che l’uomo si conosce e si completa uscendo da sé e aprendosi all’altro in quanto diverso, lo straniero è il diverso per eccellenza che ci obbliga al confronto. E se una decina di anni fa il fenomeno migratorio era ancora informe e si poteva forse giustificare lo scarso interesse reciproco alla conoscenza, ora i contorni sono più chiari e i tempi maturi o per un deciso quanto anacronistico rifiuto dell’altro, alle soglie della costruzione del villaggio globale, o per l’alternativa e più arricchente ricerca di dialogo.
Le istituzioni italiane in primis non possono esimersi dal confrontarsi con la necessità di riflessione e di scelte concrete che il giovane fenomeno dell’immigrazione extracomunitaria comporta per crescere in maniera più equilibrata rispetto ad altri contesti europei e non, dove i problemi mai affrontati o mal gestiti pesano sulle nuove generazioni come traumi.
Métissage è un trimestrale giovane e, in quanto tale, ambizioso e amante della speranza e delle sfide: non intende ridursi a essere un giornalino di servizio, ma vuole accompagnare la crescita armoniosa dell’inserimento e dell’integrazione dei cittadini stranieri in Valle d’Aosta, crede di poter attutire le difficoltà e le incomprensioni che nascono dall’incontro tra culture diverse promuovendo la reciproca conoscenza, sola via per vincere la diffidenza.
Métissage è uno spazio di dibattito pubblico, e quindi politico, di quelli che la grande filosofa Hannah Arendt invitava ad aprire per permettere ai cittadini il ritorno a un sano confronto sulle problematiche più importanti; un luogo di incontro e di scambio, un laboratorio di pacifica convivenza e di reciproca sensibilizzazione in cui la diversità è davvero vissuta in termini di ricchezza.
Métissage è un prodotto sociale interculturale creato dalle comunità immigrate con e per la comunità valdostana.
Métissage è un grimaldello che vuole sfondare le porte dell’intolleranza più o meno velata, dell’ignoranza e dell’incomprensione, e osservare più da vicino i datori di lavoro disposti ad assumere stranieri non solo nell’ottica dello sfruttamento, quanti affittano loro le proprie case, quanti sentono dai figli nomi di compagni di classe dal suono esotico e li accolgono come amici, gli insegnanti che ancora una volta devono mettersi in gioco per imparare a gestire con strumenti non solo artigianali le nuove e sempre più complesse situazioni socio-pedagogiche.
Métissage, nel suo piccolo, vuole contribuire a raccogliere il dissenso di chi non intende cedere alle facili tentazioni all’omogeneizzazione per imparare a guardare al di là dei pregiudizi, che creano fallaci dipendenze e costruiscono muri tra i quali trascorrere un’esistenza incatenata.

…un antico sogno che prese vita nel 2000
Métissage era un sogno che gli operatori del Centro Immigrati Extracomunitari del Comune di Aosta - gestito in collaborazione con la cooperativa sociale La Sorgente -, insieme a un gruppo di stranieri di diversa provenienza, amavano cullare come progetto futuro piuttosto utopico: la realtà del lavoro quotidiano,
sempre frenetico e volto a rispondere all’esigenza di accogliere i nuovi immigrati e a orientarli sul territorio, creava perlopiù un clima di emergenza piuttosto estenuante che non lasciava spazio a momenti di ampia progettualità.
Tuttavia ci si era resi conto da tempo che il CCIE era chiamato dai mutamenti storico-sociali in corso, in Valle d’Aosta come nel resto d’Italia, non soltanto a farsi carico delle problematiche più vive e urgenti, quali la ricerca della casa e l’inserimento lavorativo, ma anche a promuovere attività interculturali: molti cittadini stranieri residenti, che da anni avevano una situazione personale, familiare e di lavoro stabile, portavano al CCIE - nel frattempo trasferitosi da via Antica Zecca nei luminosi e ampi locali di via Avondo 23 - nuove richieste: il desiderio in particolare di creare spazi di ritrovo e di confronto nei quali venire riconosciuti innanzitutto come portatori di un valore intrinseco che viene dall’essere persona, il bisogno di integrazione sociale che passa attraverso la valorizzazione del proprio patrimonio culturale, di tutte le conoscenze e competenze acquisite nel Paese d’origine e durante la spesso faticosa esperienza dell’emigrazione.
L’occasione per realizzare il sogno venne nella calda estate del 2000 quando Larbi Chikhi, un intraprendente berbero dell’Algeria laureato in arte drammatica, presentò al CCIE il progetto per un foglio che avrebbe dovuto costituire un collegamento tra tutte le persone extracomunitarie residenti nonché uno strumento di sensibilizzazione della popolazione locale.
Attorno al neonato giornale - che per una strana coincidenza tre componenti della redazione, nata subito con molta spontaneità, proposero di chiamare Métissage - si diffuse molto entusiasmo. L’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Aosta, Gianni Rigo, appoggiò immediatamente l’iniziativa finanziandone la pubblicazione di 2.000 copie - che attualmente sono state aumentate di 500 unità date le numerose richieste - e l’invio gratuito tramite la posta.
A questo punto mi venne offerta la direzione del giornale in quanto pubblicista e sulla base della preziosa esperienza da me in precedenza vissuta con gli stranieri in qualità di operatrice del CCIE.
Iniziò così una ricca avventura e il trimestrale Métissage conobbe nel dicembre 2000 il primo positivo impatto con il pubblico.

…una redazione colorata con tanti limiti e molte più potenzialità
La redazione di Métissage è una realtà composita, colorata e molto flessibile: gli operatori del CCIE, la direttrice responsabile e alcuni mediatori interculturali di origine straniera - in tutto una decina di persone - la animano con la loro presenza costante e il loro effettivo impegno a scrivere con assiduità e passione; altri componenti della redazione la frequentano nei momenti liberi o collaborano a distanza consegnando a mano gli articoli o inviandoli via posta elettronica. Attorno alla redazione ruota tutto un nucleo molto variegato di lettori, stranieri e non, particolarmente attenti al prodotto e pronti a segnalare osservazioni e ad offrire interventi più o meno sporadici. La redazione è aperta a tutti e accoglie i contributi di quanti intendono parteciparvi in spirito di apertura all’altro e di accoglienza.
Il trimestrale viene inviato gratuitamente a circa 1.500 famiglie immigrate residenti, a tutte le scuole e biblioteche, alle associazioni, alle parrocchie, alla casa circondariale, alle cooperative sociali e ai cittadini che ne facciano richiesta.
La redazione di Métissage ha individuato quattro principali aree di interesse: offrire una serie di informazioni utili in materia di legislazione, lavoro, ricerca della casa, salute, formazione; fornire dei dati aggiornati dall’osservatorio privilegiato del CCIE sul fenomeno immigratorio e i suoi cambiamenti; valorizzare le culture di appartenenza attraverso storie di vita, recensioni di libri, ricette e quant’altro; sostenere il passaggio “dalla multiculturalità, che descrive una mescolanza pluralistica di culture e di gruppi, all’interculturalità come processo attivo di comunicazione e di interazione fra quelle culture per l’arricchimento reciproco di entrambe” (definizioni del Consiglio d’Europa, 1984), in particolare attraverso la valorizzazione della nuova professionalità del mediatore interculturale e dei tanti progetti di educazione alla mondialità e all’intercultura, che deve essere tempestiva e precoce al fine di formare cittadini capaci di arricchirsi nel confronto con il diverso, in corso negli ultimi anni in molte scuole regionali di ogni ordine e grado.
L’ambizione che qualcuno ha rimproverato fin dall’inizio alla redazione di Métissage non le impedisce di fatto di fermarsi ogni tanto a fare il punto della situazione, ora che è giunta all’elaborazione del primo numero del quarto anno di attività, e a procedere in una sana autovalutazione che ne metta in luce anche i limiti.
Ogni numero di Métissage, in quanto vera esperienza di intrecciatura culturale, decolla con tutte le ricchezze, le fatiche e le tensioni del caso, dell’incontro tra persone di diversa origine, cultura e mentalità, accomunate dal desiderio di aprirsi reciprocamente gli orizzonti dell’accoglienza e dello scambio. A volte la condivisione è frutto di vera negoziazione, in certi momenti gli incontri della redazione risultano faticosi e i collaboratori preferiscono contribuire singolarmente scavalcando il momento dell’incontro.

Alcuni stranieri, poi, alle prese con difficoltà quotidiane più o meno pesanti, non riescono comprensibilmente a cogliere l’importanza di questo strumento di comunicazione e preferirebbero piuttosto il potenziamento di altri tipi di intervento più concreti, loro malgrado non possono permettersi di regalare delle ore di lavoro volontario alla redazione. Altri immigrati vivono come un disagio la richiesta di scrivere, e per di più in italiano o in francese, e spingono affinché il giornale accolga pezzi in arabo, in albanese o in portoghese: la redazione, dopo lunghi dibattiti, ha ritenuto di non dover accogliere tale richiesta perché lo scopo che si prefigge non è la separazione delle comunità bensì il loro incontro, e la presenza di tante lingue creerebbe un impedimento alla lettura globale, oltreché problemi tecnici in presenza di alfabeti diversi.
Il giornale soffre inoltre per l’esiguità degli spazi disponibili, a causa della quale ogni numero richiede una faticosa opera di selezione e tagli, e per la scarsità dei finanziamenti: il Comune stanzia 1.500 euro all’anno con cui vengono coperte le spese presso la tipografia Testolin di Sarre e la spedizione postale; qualsiasi altra spesa è a carico della redazione stessa, che provvede con mezzi artigianali oltreché alla stesura degli articoli e alla realizzazione delle fotografie anche alla loro impaginazione.
Al di là di questi limiti, peraltro almeno in parte sormontabili, Métissage resta una importante esperienza che regala un po’ di speranza a un mondo dove, a dispetto della globalizzazione culturale e spaziale, c’è sempre qualcuno pronto ad addossare nomignoli stereotipati, etichette che pesano come “lettere scarlatte” sul capro espiatorio di turno, i terroni seguiti dai polentoni, i vuccumprà, gli zingari ladri, le prostitute negre e i delinquenti d’oltremare. Ma il portatore di stereotipi non è forse un prigioniero di se stesso, uno che riduce a priori lo spettro delle relazioni umane a cui può accedere rinunciando ad arricchire la sua esistenza di voci e di colori?

Daria Pulz
Direttore responsabile

Chiunque avesse il desiderio di contattare la redazione di Métissage o di ricevere gratuitamente il trimestrale può rivolgersi a:
Redazione Métissage
c/o CCIE via Avondo, 23 - 11100 Aosta - telefono e fax: 0165/236243; 338/9894583
e-mail:
metissageaosta@hotmail.com - dariapulz@hotmail.com

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