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Noi che non abbiamo il dono dell'ubiquità
La programmazione
è un momento fondamentale nellattività dellinsegnante e con
lautonomia scolastica la sua importanza, è notevolmente aumentata.
È più che mai necessario programmare a livello di istituto per trovare
unideale intesa (impresa non facile) sugli obiettivi fondamentali
da perseguire, sui criteri da adottare, sulle scelte da effettuare per
operare in modo più uniforme e coerente possibile. Dobbiamo cercare di
collaborare per evitare i numerosi casi di insuccesso scolastico.
Dobbiamo uscire dallottica della disciplina, dai contenuti a tutti
i costi, dalla propria classe e vivere una scuola aperta. A Châtillon,
da alcuni anni, la scuola media dellIstituzione Monte Cervino 1
sta operando in questa direzione.
I risultati non sono sempre quelli auspicati ma ci stiamo provando.
Con la nuova autonomia finanziaria dobbiamo, in fase di programmazione,
tenere ben presente il Piano annuale delle attività, il bilancio.
I progetti, i laboratori, gli esperti, le uscite, ecc. devono essere ipotizzati
fin dallinizio dellanno scolastico ed i relativi costi previsti
ed approvati. Noi insegnanti dobbiamo quindi prendere maggior coscienza
dellimportanza che assume questo momento della programmazione, che
spesso delegavamo alla segreteria. La nostra superficialità nel considerare
la questione costi può avere una ricaduta negativa sul nostro lavoro o
essere causa di discriminazione di alcune classi rispetto ad altre.
Durante questanno scolastico mi sono ritrovata, infatti, a non poter
accompagnare i miei alunni ad alcune mostre: non erano stati preventivati
i fondi necessari e non potevo più chiedere un contributo ai genitori
a cui il consiglio di classe era già ricorso sino al tetto massimo approvato
dal Consiglio dIstituto.
Secondo aspetto,
per nulla secondario, è la programmazione nellambito dei consigli
di classe. Il punto dolente per noi insegnanti delle Educazioni
è proprio il fatto che abbiamo numerose classi, pochi moduli in ogni classe
e spesso tante idee di progetti e di collaborazioni da proporre. Purtroppo
i problemi legati al tempo e allorganizzazione didattica ci impediscono
di realizzare le nostre proposte di lavoro che rimangono sovente allo
stadio di ipotesi non realizzate.
Non abbiamo il dono dellubiquità, siamo costretti a selezionare
per cui la nostra presenza in alcuni consigli di classe è saltuaria e
la condivisione di alcune scelte e di alcuni progetti è solo marginale.
Gli scambi di informazione, di idee avvengono spesso, non solo nelle ore
previste dal calendario degli impegni, ma nelle così dette ore buche
nei corridoi, ecc., dove si realizza una condivisione meno formale e più
sentita e la programmazione è spesso più fruttuosa che in alcuni consigli
di classe regolari.
Per quanto concerne la programmazione individuale, il suo limite è che,
purtroppo, è proprio individuale!. Spesso non abbiamo colleghi
di disciplina con i quali confrontarci. Per anni ho partecipato alle cosiddette
riunioni di filone da sola. Da questa situazione, che molti
insegnanti di Educazione Artistica, come me, si trovano ad affrontare,
è nata
lesigenza, per alcuni di noi, di ritrovarsi. Momenti di confronto
e di lavoro comune sono stati, negli anni passati,
i corsi di aggiornamento Disciplines et bilinguisme, mentre
durante questanno scolastico (2002/2003) in un ulteriore momento
di formazione comune
su Percorsi di Documentazione di Educazione allImmagine
attraverso attività di gruppo, laboratori in situazione e raccolta di
materiali abbiamo programmato insieme percorsi didattici su temi pretesto.
Attraverso momenti di ricerca-azione, ci siamo calati nei
panni dei ragazzi; passando dallesperienza allapprendimento,
per giungere a costruire, attraverso lazione, competenze
e strumenti cognitivi. Abbiamo vissuto le problematiche e gli imprevisti
in modo reale e li abbiamo trasformati in risorse creative e cognitive,
uscendo dagli schemi di una programmazione rigida, fatta a tavolino.
Ci siamo resi conto di come sia facile, a volte, non portare tutto il
materiale, distrarsi durante le spiegazioni, provare un certo imbarazzo
a intervenire in un dibattito quando immagini che il conduttore si aspetti
una certa risposta o argomentazione... E allora, ecco che ci si ritrova
a pensare se il nostro modo di gestire la classe e gli alunni sia il più
corretto; se le famose "crocette", affibbiate allalunno
che non porta questo, o dimentica quello, abbiano senso; se riusciamo
a motivare realmente i ragazzi con il nostro coinvolgimento.
Il nostro atteggiamento è, infatti, di estrema importanza, per comunicare
con studenti i cui tempi di concentrazione sono molto bassi, abituati
a ricevere continui e vari stimoli dalla realtà esterna.
Perciò la programmazione, al di là dei contenuti rigidamente graduati,
deve prevedere scelte metodologiche che prediligano contesti legati allesperienza,
lunica via di accesso motivante per la scoperta dei contenuti.
Ada Vésan
Insegnante di Educazione Artistica alla scuola
media di Châtillon, presso
lIstituzione Scolastica Comunità Montana Monte Cervino 1.
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