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Saperi di scuola

école, una rivista di idee per l'educazione; strumento di ricerca intorno al sapere che attraversa generi, generazioni e punti di vista; “luogo comune” di donne e uomini; spazio pubblico dove si incrociano esperienze e storie di chi abita la scuola nel cuore, a partire da sé.

Piove sulla scuola, dall’alto di un riformismo senz’anima, un sapere tutto economicistico, frammentato, astratto, certificabile, modellato sulle prove, sul (sotto) lavoro - sui lavoretti - che aspettano le nuove generazioni. Il contenitore della scuola si fa sempre più organizzativo, pesante, formalizzante, invasivo, meccanico.
La scuola espelle il carattere unitario dell’esperienza che resta fuori, nel mondo reale e finisce per costruire un sapere, buono solo per la scuola (un floppy mentale da tirare fuori giusto per le domandine dei test cui offrire adeguate rispostine). Le insegnanti e gli insegnanti cercano nicchie in cui nascondersi per proteggersi dalla perdita di senso generale. Ma non ci sono nascondigli possibili. C'è un'unica via ed è in salita: costruire dal basso la scuola che vorremmo. E ci sono molte e molti che ci stanno provando, in Italia e non solo.
Nella primavera del 2004 si terrà a Barcellona il I° Forum europeo dell'educazione. Non si parte da zero ci sono già stati due Forum mondiali dell'educazione durante i quali decine di migliaia di persone hanno discusso di "educazione come diritto", "educazione, tecnologia e lavoro", "educazione e cultura", "educazione, trasformazione e utopia", e hanno avviato la costruito di una rete planetaria di insegnanti e educatori e elaborato la "Carta dell'educazione" nella quale si afferma che “Il "nuovo mondo possibile" si costruisce in spazi educativi formali o informali nei quali promuovere cittadinanza sociale e garantire a tutti i bambini e le bambine l'accesso ai saperi”. E prima dell'appuntamento di Barcellona ce n'è un altro assai più vicino, quello di Paris/Saint Denis dove dal 12 novembre si discuterà anche di scuola soprattutto nell'asse che si intitola "Contro il processo di mercificazione, per un'Europa democratica dell'informazione, della cultura e dell'educazione".

Per prepararci al Forum, noi di école, abbiamo deciso di dedicare il seminario annuale della rivista, a Saperi di scuola. Dialogo a più voci sulla scuola dell'Europa prossima ventura (Firenze 6 settembre, Sala dell'Arci, piazza dei Ciompi 11).
Abbiamo invitato insegnanti, studenti, cittadine e cittadini, associazioni, movimenti a costruire insieme nuove cartografie di saperi, un catalogo di idee e proposte da presentare a Parigi per dare identità e senso alla scuola pubblica europea e sottrarla al triste gioco della trasmissione-misurazione di conoscenze-prestazioni combinate con la socializzazione assistenziale di un presunto “disagio giovanile”.
Vorremmo partire dalle trasformazioni attuali della società, della conoscenza e del lavoro, per ragionare della costruzione di un sapere che nasce in un luogo critico e abita il dubbio e la ricerca. Un sapere gratuito, disinteressato, comune, di base; non finalizzato a fare tesoro di un “capitale conoscitivo” da spendere poi sul mercato. Un sapere per la società (non per il mercato) e per la repubblica (non per il comando o la gerarchia); per l’autonomia di bambine e bambini, ragazze e ragazzi nel mare aperto della società esplosa e non per l’adattamento docile (l’occupabilità) della nuova forza-lavoro postfordista. Un sapere non funzionale a qualcosa di esterno. Un sapere di frontiera (contro tutti i fronti) in uno spazio pubblico di attraversamenti, contro tutti i confini, le appartenenze e i fondamentalismi, i check point e le Bossi-Fini.
In questa dimensione di frontiera sta il carattere pubblico della scuola (né statale burocratico, né privato familistico). Un sapere che sa anche stare in ascolto e in dialogo con quei nuovi flussi di conoscenza diffusa che attraversano i luoghi disseminati delle relazioni sociali. Oggi la linea di demarcazione fra esclusi e inclusi passa non solo per il divario economico crescente, ma per l’essere inclusi o esclusi dalla produzione di senso. E la scuola ha un ruolo fondamentale nella ricerca-costruzione di senso che evita alle giovani e ai giovani di essere estromessi dalla società.
Vorremmo provare ad andare un po’ oltre le riflessioni generali sulla globalizzazione. Se ci riusciamo.
Se è possibile. Se non altro per verificare fin dove oggi possiamo arrivare. A partire dalle relazioni con altre, altri, dagli “annusamenti”, scambiandoci indirizzi (come tradizione, alla fine dell’estate) ma anche andare un po' oltre le dichiarazioni generali, le carte d’identità e d’intenti, per raccontarci un po’ di storie, accordarci su qualche concetto, ricordo e progetto - da mettere in valigia (o nello zaino) in partenza per il cuore della vecchia Europa.
Ci piacerebbe lasciare sullo sfondo l'angusta realtà quotidiana della scuola - quella voluta nel nostro paese, dai teorici della gestione manageriale che hanno incentivato interessi “egoistici” delle famiglie e reso irrilevanti nella scuola cooperazione, partecipazione, sapere disinteressato, attenzione alle relazioni -.
Pensiamo che sia necessario uscire da una logica resistenziale, indispensabile ma insufficiente e parlare della scuola che vorremmo. Perché non basta riaffermare la difesa della scuola pubblica. È il momento di fare proposte su quali saperi costruire per un altro mondo, insomma di parlare dell'altra scuola possibile quella in cui le studentesse e gli studenti non sono "utenti" ma abitanti, parte viva dell'ecosistema scolastico, le insegnanti gli insegnanti persone, ricche della loro soggettività, non strumenti di gerarchia e tecnicismo che lentamente si affermano nella scuola, sempre più anche in quella di base.

La nostra idea di rivista - e di educazione - è a favore di una “inattuale” gratuità e libertà critica. Crediamo che école possa essere un osservatorio e un laboratorio di ricerca intorno al sapere, perché realizzata da artigiani, a partire da sé (e proprio per questo capace di teoria), con uno sguardo critico e politico sul paesaggio scolastico, così devastato dalla tecnica delle costruzioni, dai plastici didattici del modellismo, dalle riforme senz'anima.
I lettori che ci sembrano più vicini al nostro progetto e al nostro percorso sono quelli che oggi vivono la crisi determinata dall'assoluta necessità delle riforme e l'insoddisfazione per quanto effettivamente è stato proposto. Lettori appassionati, schierati, ma proprio per questo alla ricerca di soluzioni verso quel ben di scuola che ci sembra essere una delle radici della costruzione del futuro, per nulla convinti che la via sia già chiara e segnata, con categorie di pensiero non stereotipate, non prevedibili, non autoghettizzanti che permettono di esplorare curiosamente il nuovo senza bisogno di farsi troppo scudo di rassicuranti rifiuti a priori.
Pensiamo che una rivista come école, uno strumento di navigazione, una sede di riflessione collettiva e pubblica, di voci plurali che coltiva “utopie concrete”, che non si accontenta di mettere in rete opinioni differenti, ma tenta di essere “nodo”, laboratorio di idee per l’educazione, uno spazio dove ipotesi azzardate e pareri divergenti possano fare cortocircuito, con grazia, una rivista aperta (a coordinamenti, movimenti e autoriforme, singolari sindacalismi), leggera e gentile possa essere utile. Anche solo per restare in contatto e non perdersi troppo. Nelle prossime notti, buie e tempestose, ora che è diventato sempre più chiaro che il separare - scuola e politica, mente e natura, economia ed ecologia - condanna le nuove generazione alla pura compatibilità, non apre orizzonti, non promette futuro.
La scommessa è di riuscire ad adattare la rivista ai tempi e alle mutate sensibilità, con il desiderio di tenere presente tutta la "piccola storia nobile" di école e anche la sua “preistoria”, quando, nella primavera "nucleare” del 1986, abbiamo cominciato a proporre di considerare la scuola come un ambiente.

Celeste Grossi
Direttrice responsabile della rivista “école”
tel. 031.268425,
coecole@tin.it,www.scuolacomo.com/ecole

abb. 2003
La rivista bimestrale, la lettera bimestrale, il sito, il cd rom annuale.

L’abbonamento (5 numeri + 4 lettere di école + cd rom) costa 35 euro, sostenitore 70 euro.
Conto corrente postale n. 25362252 intestato a Associazione Idee per l’educazione,
via Anzani 9, 22100 Como
Attivazione immediata: tel. 031.268425.

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