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Percorsi
didattici di scienze tra il fare ed il pensare
All'interno
della Collection Crayon, uscirà il cofanetto "Sciences"
contenente cinque percorsi didattici di scienze per la scuola elementare.
Si tratta di materiali, sperimentati in classe, che aiutano l'insegnante
ad organizzare attività di ricerca con gli alunni, avvicinandoli
agli oggetti e ai ragionamenti propri delle scienze.
Nel corso del
prossimo anno sarà disponibile per gli insegnanti della scuola
elementare un cofanetto contenente cinque percorsi didattici di scienze
e il relativo quaderno dell'insegnante. Con la pubblicazione di questi
materiali all'interno della Collection crayon si concludono due
progetti promossi dalla Sovraintendenza agli studi a partire dal 1997,
coordinati dall'Ispettore Tecnico Piero Floris, e precisamente il progetto
Materiali didattici e autonomia progettuale nella scuola elementare
e parte del progetto FASS (Formazione attraverso la sperimentazione
di strumenti). Nel quadro di tali progetti, hanno già visto
la luce numerose séquences didactiques per l'insegnamento linguistico
e cinque percorsi per l'insegnamento della storia contemporanea.
I percorsi didattici di scienze sono anch’essi rivolti agli alunni
della scuola elementare. A quelli più giovani del primo ciclo sono
dedicati i primi due: Quelques propriétés
de l'eau e Dov'è l'aria che respiriamo?
Gli alunni più esperti del secondo ciclo si confronteranno
invece con tre altri percorsi: La germination des
graines, Expliquer un phénomène
naturel : le vent e Découvrir comment
les paysages alpins se transforment.
La metodologia e le indicazioni didattiche sono illustrate nel Cahier
du maître. I materiali del cofanetto Sciences appartengono
alla stessa linea progettuale delle séquences di lingua
della Collection crayon.
In primo luogo condividono con esse l'idea di séquence, cioè
di progetto didattico nel quale vengono esplicitamente individuati gli
obiettivi conoscitivi perseguiti e le attività didattiche che li
rendono realizzabili, viene indicato il punto di partenza e il punto di
arrivo del percorso di apprendimento degli alunni.
STRUTTURA
DEI PERCORSI
La loro struttura
prevede alcune fasi di lavoro che ricorrono in tutti e cinque i percorsi
e che rispondono a precise esigenze didattiche:
1. Il progetto
2. Le attività di apprendimento
3. La realizzazione del progetto
Il
progetto e la sua realizzazione
Nella prima
fase del percorso le attività proposte vogliono, da una parte,
avvicinare l'alunno alla tematica trattata, permettendogli di esplicitare
le proprie conoscenze nel settore, dall'altra, pongono le basi per stabilire
una sorta di "contratto didattico" tra lui e l'insegnante, nel
quale i ruoli di entrambi si definiscono in vista di un "oggetto"
da realizzare. Esso sarà un oggetto socialmente riconoscibile e
verrà sinteticamente chiamato "progetto".
Nello specifico dei percorsi i prodotti realizzati nella fase di elaborazione
del progetto sono, un testo enciclopedico, una "voce" di un
glossario, un testo esplicativo per una rivista scientifica, una visita
guidata ad una valle alpina e una lezione di scienze. Essi rappresentano
per l'alunno l'occasione per sintetizzare le conoscenze acquisite, possono
essere ripresi negli anni successivi e costituire materia di studio o
punto di partenza per un approfondimento ulteriore. I prodotti offrono
inoltre delle opportunità di scambio e comunicazione tra gli alunni
costituendo un forte elemento di stimolo che li induce a compiere un nuovo
sforzo per padroneggiare bene i concetti e per essere chiari e convincenti
nell'esposizione.
Le
attività di apprendimento
Tra la prima
e la terza fase del percorso si inseriscono le attività di apprendimento,
cioè quelle attività volte a permettere all'alunno di acquisire
gli strumenti concettuali per realizzare il progetto. Esse sono raggruppate
in "moduli", ognuno dei quali ha un obiettivo conoscitivo specifico.
Per esempio L'eau est-elle transparente? oppure L'eau se mélange-t-elle
avec d'autres liquides?
In ogni percorso le attività proposte nei moduli sono varie
e prevedono:
• l'osservazione;
• la schematizzazione;
• la sperimentazione personale;
• la verbalizzazione e la sintesi delle conoscenze.
Non essendo
possibile approfondire qui le caratteristiche di ogni tipo di attività,
se ne sottolinea solo la centralità di una di esse, la sperimentazione
personale. Si è voluto riservare al contatto diretto con le materie
in oggetto, l'acqua, l'aria, le piante, eccetera, un ampio spazio, sicuri
del fatto che ciò avrebbe entusiasmato gli alunni da una parte,
ma allo stesso tempo avrebbe suscitato nell'insegnante mille interrogativi,
dubbi e stimoli allo studio e all'approfondimento. Questi percorsi sono
in effetti ben lontani dall'offrire un pacchetto "apri ed esegui
le istruzioni", come forse ad una prima lettura qualcuno può
pensare.
Una delle difficoltà incontrate nel redigere i percorsi è
stata proprio quella di scegliere un insieme di conoscenze isolandole
da altre con le quali invece sono in stretto legame, di definire un settore
di studio in modo netto, sapendo che si trattava di cesure forzate.
Un esempio: gli alunni lavorano in un percorso sui liquidi che si mescolano
o non si mescolano con l'acqua, ma non studiano le ragioni di tale proprietà,
si limitano a sperimentare comportamenti diversi dei liquidi e a stabilire
dei criteri per attribuire la proprietà ad un liquido in particolare.
La scelta è stata fatta tenendo conto degli obiettivi conoscitivi
centrali, in questo caso compiere delle osservazioni sistematiche e ripetibili,
per cui si è ritenuto che ampliare il campo di ricerca avrebbe
portato fuori rotta, diciamo così, il lavoro. L'insegnante, quando
realizza questa parte del percorso, percepisce l'enorme ampiezza della
tematica ed è forse tentato di aprire parentesi, proporre ampliamenti,
arricchire le attività. Un buon suggerimento potrebbe essere questo:
rimandare ad un successivo momento lo sviluppo dei nuovi aspetti della
tematica che si vogliono approfondire e limitarsi alla trattazione delle
tematiche indicate nel percorso.
La
verbalizzazione delle azioni, delle scoperte, delle ipotesi
Un'altra caratteristica
dei percorsi di scienze, che costituisce una peculiarità da un
lato, ma anche una difficoltà per gli alunni dall'altro, è
lo spazio che viene riservato alla verbalizzazione dell'agire e alla scrittura
di idee, ipotesi o conclusioni. Queste attività vengono riconosciute
da chi si occupa di didattica delle scienze, come strumenti essenziali
nella formazione dei concetti in ambito scientifico. Esse richiedono però
un impegno non indifferente da parte di tutti, insegnanti e alunni, tanto
che talvolta viene il dubbio: si perde forse di immediatezza, di continuità
nel lavoro? La scelta di riservare uno spazio significativo alla verbalizzazione
e alla scrittura risponde comunque alla necessità di creare situazioni
di apprendimento stabili, forti, che facciano da perno per altre attività
meno strutturate e più "leggere" da svolgere nel corso
degli anni. Certo, soprattutto con gli alunni che non padroneggiano ancora
la letto-scrittura, talvolta si ha l'impressione di non poter definire
i confini tra insegnamento scientifico e insegnamento linguistico. Le
considerazioni pro e contro questo fatto sono numerose, ma le lasciamo
per un successivo momento di riflessione.
La
sperimentazione dei percorsi
I percorsi
di scienze sono stati sperimentati nelle classi di alcuni volenterosi
insegnanti e da me personalmente. Grazie al prezioso apporto critico di
tanti colleghi e alle suggestioni degli esperti che hanno collaborato
costantemente, in particolare la professoressa Susanna Occhipinti e il
professor Franco Bonfant, insegnanti di scienze rispettivamente nella
scuola superiore e nella scuola media, è stato possibile modificare
la versione primitiva dei percorsi, arricchirla di nuove parti o ridurla
in altre; ovviamente, ulteriori approfondimenti e revisioni sarebbero
i benvenuti, ma attualmente è opportuno concludere il lavoro e
fare in modo che i percorsi vengano sfruttati per quel che offrono, sperando
che siano fonte di riflessione tra i colleghi, così come sono stati
occasione di crescita professionale per chi li ha curati.
I
PERCORSI IN BREVE
L'osservazione:
da libera a sistematica
Nel primo,
Quelques propriétés de l'eau,
gli alunni operano nel settore della fisica dell'acqua alla ricerca delle
sue proprietà caratteristiche. Gli alunni passano da un'osservazione
libera e poco strutturata ad una situazione in cui essi stessi predispongono
le condizioni per realizzare un'osservazione sistematica, controllata
e ripetibile. È questo un apprendimento che va opportunamente promosso
e organizzato in ambito scolastico, perché gli alunni difficilmente
sentono l'esigenza di organizzare una situazione di osservazione che rispetti
dei criteri di scientificità che d’altra parte non conoscono.
Il percorso propone due attività di osservazione nelle quali gli
alunni imparano a costruire delle situazioni di sperimentazione significative
dal punto di vista scientifico. Il percorso si conclude con la scrittura
di un capitolo di un libretto di tipo enciclopedico appositamente predisposto;
esso conterrà le conclusioni alle quali la classe è giunta
nel corso del lavoro. Ciò dà modo agli alunni di riunire
le conoscenze acquisite in un oggetto, il libro, che si presta a scambi
cartacei, e non, e ad ampliamenti di ogni tipo.
Scoprire
le caratteristiche dell'esperimento scientifico
Il secondo
percorso, Dov'è l'aria che respiriamo?
ha per oggetto di studio una materia particolarmente interessante per
dei giovani alunni: l'aria. Impalpabile, invisibile, i bambini ne riconoscono
alcuni effetti, ma non la possono circoscrivere o afferrare. La sua "astrattezza"
rende difficile la scoperta delle sue proprietà (il concetto di
proprietà ritorna ed è logico, visto che è centrale
in tutte le discipline scientifiche) e li obbliga quindi ad organizzare
delle dimostrazioni sperimentali convincenti. Gli alunni sono quindi chiamati
ad operare sulle caratteristiche dell'esperimento scientifico ed a scoprirne
le sue fasi principali. Le fasi del lavoro vengono volutamente semplificate
e schematizzate per offrire agli alunni un punto di riferimento strutturale
stabile. Si potrebbe giustamente obiettare che nella realtà "vera"
la ricerca non funziona in modo lineare, ma vi sono piuttosto passaggi
a zig zag o salti improvvisi dalla fine verso l'inizio.
La scelta della linearità qui è dettata sia dell'esigenza
di non appesantire troppo il lavoro degli alunni sia dalla seguente riflessione:
al termine di un percorso esplorativo, anche irregolare, confuso, pieno
di accidenti, il soggetto può ricostruire i passaggi del proprio
lavoro ritrovando il problema conoscitivo iniziale, le ipotesi che hanno
guidato le sperimentazioni, le verifiche sperimentali effettuate e le
conclusioni alle quali è giunto. Per gli alunni è difficile
e non spontaneo tener conto delle fasi ordinate di una procedura, per
questo il lavoro proposto in questo percorso può essere interessante
rispetto agli apprendimenti metodologici.
Le
mille variabili in gioco nel mondo della biologia
Il terzo percorso,
La germination des graines, è
relativo al mondo della biologia. Gli alunni esplorano la germinazione
dei semi quale prima fase di sviluppo della pianta. Ricercano i fattori
che determinano tale processo e sperimentano la complessità dell'esperimento
in campo biologico, dove è particolarmente arduo individuare e
controllare le mille variabili che entrano in gioco continuamente. Nello
svolgimento del percorso non si pretende un rigore che sarebbe eccessivo
richiedere in una situazione scolastica, però gli alunni toccano
con mano la complessità e la ricchezza dei problemi che la germinazione
di un seme sollecita. Si provi a pensare come può essere difficile
immaginare delle situazioni in cui isolare il fattore aria o calore!
Le tematiche che qui vengono affrontate quali il concetto di fattore di
sviluppo, le condizioni favorevoli o sfavorevoli per la crescita, la funzione
delle parti, possono poi diventare oggetto di apprendimento in successivi
percorsi. Il percorso si conclude con la produzione di un testo, la "voce"
di un glossario in cui vengono presentate le fasi della germinazione.
Mettere
in relazione delle conoscenze e spiegare un fenomeno
Il quarto percorso,
Expliquer un phénomène naturel
: le vent, destinato agli alunni più grandi, tratta
ancora dell'aria, ma in un quadro diverso, più complesso rispetto
a quello illustrato in precedenza. Qui si tratta di scoprire alcune proprietà
dell'aria al fine di spiegare il fenomeno della formazione del vento.
Precisiamo che di questo fenomeno si considerano solo alcuni aspetti,
quelli relativi al movimento convettivo delle masse d'aria e non si tiene
conto né degli effetti della rotazione terrestre, né del
fattore umidità. Gli alunni sono comunque chiamati a mettere in
relazione conoscenze diverse e a rappresentare la circolazione dell'aria
tenendo conto di alcune sue proprietà. Al termine del percorso
gli alunni scrivono, è questo il prodotto del progetto, opportunamente
guidati, un testo esplicativo, nel caso specifico un articolo per un ipotetico
giornale di diffusione scientifica destinato a dei ragazzi. La difficoltà,
e quindi l'interesse del lavoro, sta nel mettere in relazione dei fenomeni
naturali e lo studio delle proprietà della materia. La relazione
di causa ed effetto viene qui esplorata a più riprese.
Strumenti
concettuali per osservare
Infine l'ultimo
percorso, Découvrir comment les paysages
alpins se transforment, affronta tematiche che nella scuola
superiore vengono inserite nella disciplina "Scienze della Terra".
Gli alunni imparano ad osservare il paesaggio alpino e a scoprire come
agiscono alcuni elementi naturali nel modificarne incessantemente le forme.
Gli alunni costruiscono alcune situazioni di osservazione, sperimentano
l'azione dell'acqua principalmente, ma anche del ghiaccio e del vento,
esplorano una valle laterale della nostra regione e vi ricercano le tracce
dell'azione degli elementi naturali.
Le attività di esplorazione e di ricerca trovano una conclusione
nella visita finale alla valle studiata (l'oggetto del progetto): gli
alunni diventano delle guide per altri compagni, francofoni se possibile
che, grazie alle loro indicazioni e spiegazioni, imparano a conoscere
il paesaggio alpino.
In questo percorso didattico si mettono in atto delle azioni volte ad
acquisire quelle competenze osservative di cui si parla sempre, ma che
è tanto difficile costruire. Si individuano oggetti di osservazione
e si sollecitano gli alunni a formulare delle ipotesi che spieghino il
fenomeno osservato, per esempio, un ammasso di rocce lungo un pendio.
Gli alunni utilizzano le conoscenze che progressivamente acquisiscono
per formulare delle spiegazioni e per ricercare nuove situazioni di osservazione.
Si abitua l'occhio a vedere il particolare e ad inserirlo in un quadro
più ampio.
ATTIVITA'
IN L1 o L2?
Nei percorsi
abbiamo privilegiato l'uso della lingua francese con l'intenzione di facilitare
il lavoro linguistico degli insegnanti che sovente incontrano difficoltà
nel progettare attività didattiche complesse in L2. Quante volte,
infatti, noi insegnanti ci chiediamo se la scelta di affrontare gli apprendimenti
in lingua francese pregiudichi o meno gli apprendimenti.
Sarebbe veramente interessante realizzare delle ricerche approfondite
per supportare con dati certi il dibattito che talvolta si infiamma tra
noi insegnanti circa la relazione tra apprendimenti disciplinari e uso
della lingua. Per quanto riguarda l'esperienza realizzata intorno ai percorsi
di scienze, si può dire che molto dipende dall'atteggiamento assunto
dall'insegnante. Quando egli utilizza senza difficoltà il francese
e accetta che gli alunni si esprimano anche in italiano, l'uso della lingua
meno familiare non costituisce un problema significativo, purché
le fasi cruciali del lavoro vengano elaborate e verbalizzate in lingua
francese. Quando invece prevale la pur legittima preoccupazione di non
essere capiti e l'insegnante passa con eccessiva frequenza da una lingua
all'altra, si crea facilmente una situazione poco proficua. In effetti
è opportuno ricordare che le difficoltà nelle attività
di scienze sono principalmente concettuali e non lessicali. Il lessico
viene appreso nel corso delle attività, non prima come fosse un
elenco di parole senza nesso.
Nei percorsi si è voluto inoltre mettere il più possibile
l'alunno nella condizione di svolgere da solo anche il compito più
difficile: scrivere autonomamente in lingua francese. A tal fine si è
utilizzato un lessico ben delimitato per ogni campo di studio e si sono
proposte, di volta in volta, attività di comprensione e di studio
che forniscono agli alunni tutti gli elementi necessari per svolgere il
compito.
Come
è stata effettuata la scelta delle tematiche?
Si è
tenuto conto delle indicazioni dei Programmi dell''85, i quali, occorre
ricordarlo, attribuiscono una grande valenza educativa all'insegnamento
delle scienze. Dice il documento ministeriale: L'educazione scientifica
si propone come obiettivi fondamentali: ...lo sviluppo di atteggiamenti
di base nei confronti del mondo, come la tendenza a porre proprie domande,...
l'intraprendenza inventiva, soprattutto per quanto riguarda la formulazione
di ipotesi e spiegazioni, ... l'acquisizione di abilità cognitive
generali quali, per esempio, la capacità di analisi delle situazioni
e dei loro elementi costitutivi, ... la crescente padronanza di tecniche
di indagine, da quelle di tipo osservativo, sino all'impiego in situazioni
pratiche del procedimento sperimentale; ...lo sviluppo sempre più
stretto e articolato tra il "fare" ed il "pensare".
Si è considerato inoltre che nelle nostre scuole non vi sono generalmente
spazi specifici destinati alla sperimentazione scientifica, né
grande varietà di materiali. È opportuno quindi che i materiali
siano semplici e le attività realizzabili da tutti. D'altra parte
materiali complessi e sofisticati non sono sempre indispensabili, il materiale
semplice è, a questo stadio dell'insegnamento, sufficiente per
compiere attività interessanti.
I temi scelti riguardano più settori: la fisica, la biologia, le
Scienze della Terra, e cercano di individuare quelle conoscenze di base
che permettono l'alfabetizzazione in campo scientifico. Infine, si è
voluto considerare ogni percorso come uno stimolo per sviluppi e ampliamenti
successivi. L'insieme dei percorsi proposti può costituire un’utile
trama per la costruzione di un curricolo di scienze pluriennale.
Anna Bus
Insegnante elementare dell'Istituzione
scolastica "Aosta 4".
Ha seguito la formazione di lingua presso le Service des Langues di Ginevra
diretto dal Prof. Auguste Pasquier.
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