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Maestro,
dove va la pasta dopo che la ingoio?
Da
una domanda, dalla curiosità dei bambini nasce un progetto per
fare scienze alla scuola dell'infanzia. Aiutarli a capire il mondo in
cui crescono con risposte "autentiche", che non mascherino la
realtà, è il compito degli insegnanti.
Introduzione
L'anno scorso,
il nostro plesso ha elaborato una programmazione annuale di evidente impronta
scientifica, in quanto questo ambito era stato un po' trascurato nel corso
degli anni precedenti.
Sentivamo la necessità di promuovere nei nostri bambini, specie
in quelli più grandi, l' acquisizione di abilità di
tipo scientifico.
Come tradurre questa finalità nella pratica didattica?
Innanzitutto occorreva mettersi d'accordo sul concetto di scienza...
La scienza è ancora quella disciplina fatta di dogmatismo, di verità
assolute e oggettive, di sapere scientificamente provato e matematicamente
garantito?
Troppe cose sono cambiate dal falsificazionismo di Popper in poi: oggi
la scienza progredisce quando inciampa nel dubbio... Alla luce di ciò
l'insegnare scienze, in modo tradizionale, trasmettendo teorie astratte
e anonime che vanno dal generale al particolare, deve lasciar posto al
fare scienze, recuperando negli alunni la curiosità, le capacità
interpretative e rielaborative della realtà, la disponibilità
al cambiamento e al confronto.
I
piccoli e la scienza
Progetto
Il nutrimento
Ideazione e conduzione
programmazione di plesso annuale della Scuola dell'Infanzia O.
Marcoz Aosta 5
Tempi
Anno scolastico 2002-2003
Sezioni coinvolte
1, 2, 3, 4
Età
3, 4, 5 anni
Bambini
80
Insegnanti
Barbara Cheillon, Nicoletta Gallucci, Paola Gennarelli, Rosita
Giovinazzo, Valerio Guaramonti, Federica Novello, Cristina Peota,
Maika Ravasio, Floriana Tardani
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Non
è necessario che l'insegnante vada a cercare argomenti molto lontano,
perché "la vera scoperta non consiste nel cercare nuove terre,
ma nell'avere nuovi occhi" (M. Proust): gli argomenti vengono dagli
alunni stessi, dai loro interessi e dalla realtà che li circonda.Questo
progetto è nato proprio così, durante la mensa in classe,
da una domanda di un bambino di quattro anni: "Maestro, dove va la
pasta dopo che la ingoio?"
Le domande dei bambini - si sa - spesso ci mettono in crisi; ci inducono
a dare risposte strampalate e fantasiose con le quali ci illudiamo di
appagare i piccoli: in realtà, senza accorgercene, uccidiamo il
loro naturale ed ingenuo bisogno di conoscere e li lasciamo prigionieri
di un mondo "bambino", infarcito di angeli che fanno la pipì
sopra le nuvole per fare piovere, di lupi cattivi che arrivano a finire
le cose avanzate nel piatto...
È tanto difficile raccontare ai bambini la verità? Siamo
sicuri che non la capirebbero? Forse esiste un modo per spiegare ai piccoli
il mondo dei grandi e un insegnante ha sicuramente il compito di trovarlo.
Per questo, quel giorno, durante la mensa, ho ringraziato il bambino curioso
e ho deciso di raccontargli tutta la verità.
FARE
SCIENZE ALLA SCUOLA DELL'INFANZIA
Il compito
della scuola dell'infanzia è proprio quello di mediare tra il bisogno
di crescere e conoscere dei bambini e la complessità del mondo
degli adulti.
Questa scuola non si serve di discipline e di teorie astratte, ma di esperienze
educative concrete e spontanee, che si articolano nei diversi campi di
esperienza.
Con questo termine si indicano "i diversi ambiti del fare e dell'agire
(...) nei quali il bambino conferisce significato alle sue molteplici
attività (...) e persegue i suoi traguardi formativi (...)"(Orientamenti
'91).
I campi non sono discipline o programmi interdisciplinari, ma ambiti (dal
latino ambire - andare in giro) di esperienza, che a questa età
non può essere segmentata ed etichettata.
Se sono gli ambiti del fare e dell'agire significa che implicano un atteggiamento
attivo e consapevole e che non afferiscono esclusivamente alla sfera cognitiva
del sapere.
Se sono momenti di attribuzione di significati vuol dire che sono esperienze
autentiche dell'ego infantile, quanto mai benefiche visto l'incontrollato
coinvolgimento del bambino nelle logiche del consumismo, che lo rendono
passivo fruitore di stimoli.
Le attività di tipo scientifico rientrano nel campo di esperienza
Le cose, il tempo e la natura.
"È
il campo di esperienza relativo all'esplorazione, scoperta e prime sistematizzazione
delle conoscenze sul mondo della realtà naturale e artificiale
(...).
La scuola orienta i suoi interventi ad un vasto raggio di obiettivi: riconoscimento
dell'esistenza dei problemi e della possibilità di affrontarli
e risolverli; perseveranza nella ricerca ed ordine nelle procedure; sincerità
nell'ammettere di non sapere, nel riconoscere di non aver capito e quindi
nel domandare; disponibilità al confronto con gli altri e alla
modifica delle proprie idee e opinioni; senso del limite e della provvisorietà
delle spiegazioni (...)" (Orientamenti '91).
Come si vede più che di obiettivi si tratta di idee regolative,
che tracciano il profilo di un bambino attivo, manipolatore, esploratore
e osservatore.
Il
viaggio del boccone raccontato ai bambini
Non
appena i bocconi morsicati e insalivati bussano alla porta dello
stomaco, vengono accolti dai succhi gastrici. Questi, armati di
lunghi spazzoloni, danno loro una bella pulita.
- Ecco, ora sì che potete presentarvi al cospetto del mago
stomaco. Lo vedete?
È lì in fondo alla caverna. Seguite la strada e lo
troverete!
Il mago, con un semplice tocco di bacchetta, trasforma i bocconi
di pasta in energini, i bocconi di carne in mattoncini e i bocconi
di frutta e verdura in vitamine, i soldati del corpo.
Gli energini o carboidrati servono a dare energia ai muscoli e al
cervello.
Le proteine sono i mattoni del corpo.
I soldati servono a proteggere il corpo dalle malattie ed anche
a farci vivere sani e belli.
Il mago ha terminato le sue trasformazioni. Ecco aprirsi la grande
porta di uscita. Per i nostri amici è di nuovo l'ora della
pulizia: questa volta li attende una bella nuotata nel verde lago
di bile che il signor Fegato ha preparato apposta per loro. - Che
bello, ci si tuffa dallo scivolo!!!
- Basta giocare! È ora di asciugarsi e ripartire, la digestione
deve andare avanti! urla un omino vestito da ferroviere. Tutti si
dirigono verso la stazione, dove li attende un treno in partenza.
Sulla locomotiva c'è scritto: GIRO DELL'INTESTINO.
L'intestino è quella lunga serie di tubi e gallerie che riempie
la nostra pancia.
Sui vagoncini i nostri
amici cominciano ad avere paura: l'aria è densa di fumi,
il treno fa strani rumori, alcuni passeggeri spariscono all'improvviso,
lasciando sui sedili soltanto i loro vecchi vestitini. I vagoncini
diventano sempre più sporchi e carichi di rifiuti.
-"Amici ho paura!"- grida un energino.
-"Voglio tornare al lago, lì sì che era bello!!!"-
urla un soldatino.
-"La verità è che il vostro biglietto è
di sola andata. Ora che la digestione si è ultimata vi attende
un meraviglioso viaggio dentro il corpo... Vedrete cose meravigliose..."-
spiega il macchinista dalla locomotiva.
Poi continua: "Anche il mio treno, che si sta svuotando di
passeggeri e sta caricando i rifiuti del corpo e della digestione,
tra poco lascerà l'intestino e, attraverso un buco, arriverà
nel mondo esterno..."
Attaccate alle pareti
dell'intestino ci sono delle curiose creature - i villi - che con
il loro retino raccolgono tutto ciò che serve al corpo per
funzionare e lasciano sul treno sporcizie e rifiuti.
Un soldato finisce nel retino, ma per nulla intimorito esclama:
"Non ho più paura adesso, perché so che andrò
a lavorare in qualche posto all'interno del corpo..." Mentre
ancora sta parlando il villo apre e richiude la sua bocca, facendo
passare dentro di sé il soldatino. Dentro il villo una porticina
si apre: così il soldato attraversa le pareti dell'intestino
ed arriva in un fiume di sangue che subito lo trascina via. Qui
trova molti altri amici soldati, energini ed operai.
Così finisce la storia del boccone. Il viaggio, invece, continua...
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IL
PROGETTO
L'organizzazione
didattica della nostra scuola prevede la definizione di una programmazione
di plesso, reinterpretata dagli insegnanti in itinere secondo le specificità
proprie di ogni sezione.
In seguito ad alcune conversazioni con i bambini abbiamo individuato quattro
aspetti salienti del nutrimento:
1. il nutrirsi per vivere e quindi il rapporto dei bambini col cibo, la
classificazione dei cibi, il processo digestivo;
2. i principi nutritivi: le proteine, i carboidrati,... sono diventati
i simpatici protagonisti di una storia; personaggi di diversa forma e
colore che sono serviti da simbolo per la classificazione dei cibi dal
punto di vista nutrizionale e ritrovati quotidianamente dai bambini a
fine pasto, allorché - con l'aiuto dell'insegnante - ogni alunno
anneriva i pallini di una griglia (nulla, metà, tutto) a seconda
della quantità di carboidrati (corrispondenti grosso modo al primo
piatto), di proteine (il secondo), di vitamine (il contorno e la frutta)
ingeriti. La griglia debitamente compilata veniva mostrata ogni sera dai
piccoli ai genitori ed aveva quindi un "ritorno pratico" considerevole;
3. mi nutro per crescere; questo terzo aspetto ha avuto una valenza trasversale
ed è stato sviluppato durante tutto il corso dell'anno;
4. il ciclo vitale è stato affrontato nell'ultima parte dell'anno,
mostrando ai bambini come il nutrimento dell'uomo sia parte di un'ampia
e complessa catena alimentare, in cui il regno animale, vegetale e minerale
interagiscono costantemente, e come il problema ecologico minacci questa
catena.
Nell'affrontare in classe i primi due aspetti del nutrimento (ottobre-febbraio),
i bambini hanno avuto modo di parlare dei cibi, di manipolarli, classificarli,
descriverli con l'impiego dei sensi, operando quindi nel concreto; ma
come spiegare agli alunni le trasformazioni che questi subiscono all'interno
del corpo?
E pensare che i piccoli non erano per nulla spaventati di fronte a questo
ostacolo; al contrario il loro entusiasmo aumentava qualora si trattasse
di immaginare e rappresentare qualcosa che era dentro di loro ma che non
potevano vedere.
I
bambini e la trasformazione dei cibi
Abbiamo già
detto che un buon insegnante deve saper coniugare gli interessi degli
alunni con la complessità del sapere per ottenere apprendimenti
realmente significativi.
Quale senso avrebbe parlare ai piccoli di molecole o processi chimici
e - soprattutto - quali risultati si otterrebbero?
Nel corso del loro iter scolastico successivo verrà insegnato loro
anche questo... D'altronde l'obiettivo del nostro lavoro non è
far memorizzare meccanicamente ai bambini delle informazioni di tipo scientifico,
ma far sì che essi possano attivare processi di apprendimento preziosi
per il loro futuro.
Il sapere scientifico deve essere riletto - senza per questo essere travisato
- dall'insegnante alla luce delle peculiarità cognitive dell'età
prescolare: allora lo stomaco può trasformarsi in una grossa caverna
all'interno della quale un mago - il mago stomaco appunto - trasforma
con la sua bacchetta magica la pasta in "energini", la carne
in "mattoncini", la frutta e le verdure in "soldatini del
corpo"...
Il bambino non memorizzerebbe mai l'intero processo digestivo per l'eccessivo
carico mnemonico, ma ricorda perfettamente la trama delle fiabe e dei
cartoni animati preferiti: ecco allora l'avvincente storia del "Viaggio
del boccone".
"Il
viaggio del boccone"
Tappe, modalità ed attività di un percorso
Punto
di partenza
Nel corso di una precedente attività era già stato
chiesto ai bambini di immaginare il viaggio del boccone, rappresentandolo
su carta all'interno di una sagoma data (testa, tronco ), procedendo
poi al confronto.
Contesto di riferimento
SEZ. 3 con 10 bambini di 3 anni e 10 bambini di 5 anni; insegnanti
compresenti con ruolo di regia educativa.
Spazi
Interni alla scuola: aula, salone.
Tempi
Quattro interventi di circa 2h ciascuno. I bambini hanno chiesto
in seguito di poter ripetere più volte l'attività.
Queste richieste sono state sempre accolte, sicuramente sintomo
di un continuo sforzo rielaborativo da parte dei piccoli.
Metodologia
Conflitti cognitivi; cooperazione e tutoraggio (dei bambini grandi
nei confronti di quelli piccoli); ruolo positivo dell'errore; le
sintesi: ogni scoperta viene registrata su cartelloni di natura
simbolica, descrivendo un percorso metodologico che va dal fare-
al pensare- al rappresentare per sé per comunicare agli altri
(insegnanti, compagni, genitori).
Obiettivi generali
Stimolare il bambino all'acquisizione di:
- prime e più importanti nozioni sul concetto di cibo, di
alimentazione e di digestione;
- una nuova idea di schema corporeo (io mi guardo dal di dentro);
- capacità creative, rappresentative e simboliche;
- un corretto atteggiamento nei confronti del cibo (mangio bene
per stare bene con me stesso);
- atteggiamenti di tipo scientifico (formulare previsioni e ipotesi,
ricercare spiegazioni e perché );
- atteggiamenti di cooperazione e confronto con i compagni.
Contenuti
Attività 1: il viaggio del boccone (lettura della
storia e drammatizzazione).
Attività 2: disegno il viaggio del boccone (l'insegnante
verifica gli apprendimenti e confronta gli elaborati grafici con
quelli prodotti in fase di analisi delle pre-conoscenze).
Attività 3: costruisco il viaggio del boccone (i bambini
divisi in ateliers manipolano materiali diversi e li utilizzano
con creatività, creando un modello anatomico davvero originale).
Attività 4: la Settimana del viaggio del boccone (l'insegnante
ricava dalla storia 7 sequenze da raffigurare ed abbinare ai giorni
della settimana. I bambini ritrovano così il processo digestivo
ogni mattina, durante la quotidiana attività di calendario).
Valutazione
Gli insegnanti hanno proposto queste attività durante ore
di compresenza al fine di rendere possibile la strategia dell'osservazione.
I momenti ludici e di drammatizzazione sono ugualmente momenti molto
importanti di rielaborazione (vedi ATTIVITÀ 1) in cui ogni
bambino esprime la propria rappresentazione mentale del viaggio
del boccone: l'insegnante sarà attento a cogliere le rappresentazioni
non corrette...
LE ATTIVITÀ n° 2 e 3 sono di per sé momenti di
valutazione per l'insegnante e di autovalutazione per i bambini
che, all'interno del piccolo gruppo sono liberi di confrontarsi
sul "come" rappresentare il viaggio del boccone (conflitto
cognitivo).
L'ATTIVITÀ n° 4, infine, permette all'insegnante di formalizzare
definitivamente gli apprendimenti, mantenendo sempre vivo l'interesse
dei bambini nei confronti dell'argomento.
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Le
esperienze dei bambini
Raramente ricordo
di aver visto i bambini prestare tanta attenzione ad una storia; sapevano
che quella era una storia speciale, inventata apposta per loro, perché
avevano bisogno di sapere, di capire... Mi hanno chiesto subito di rileggerla
e quando ho proposto " giocare a fare noi la storia" i loro
occhi si sono illuminati ed è stato difficile riuscire a contenere
il loro entusiasmo e la loro frenesia nel voler provare subito tutti i
ruoli: i vestitini di carta crespa e cartoncino che abbiamo conservato
ne portano ancora le tracce! (Attività 1)
Il percorso digestivo, ricostruito in salone dai bambini più grandi
con la consulenza degli insegnanti, era così organizzato: una bocca/casetta
provvista di denti e lingua, un tunnel/esofago ribattezzato dai piccoli
semplicemente "il tubo", un Mago stomaco con tanto di bacchetta
magica per trasformare i bocconi in principi nutritivi, un lago di bile
verde in cui tuffarsi dallo scivolo ed un lungo succedersi di curve -
l' intestino - terminante con la scritta "SEDERINO"... I bambini
hanno concluso l' attività con un bel disegno del percorso
(Attività 2) Dopo aver fatto osservare i bambini allo specchio,
abbiamo distribuito loro una sagoma comprensiva di testa e tronco invitandoli
a rappresentare il percorso digestivo all' interno del proprio corpo.
Personalmente mi aspettavo di vederli un po' in difficoltà
di fronte a questa che per noi era una scheda di verifica; al contrario
la sagoma data ha aiutato i bambini, permettendo loro di concentrarsi
ad immaginare quel che ci sta dentro.
La sagoma A, a p. 22, è decisamente completa, ma il bambino non
è riuscito a sistemare correttamente sul foglio tutti gli elementi
che pur aveva memorizzato: l'occhio è alla stessa altezza del naso,
la bocca, con lingua e denti, è rappresentata solo esternamente;
ci sono due tubi (uno per respirare, uno per il cibo, "altrimenti
ci si strozza" - mi ha ricordato), ma il mago stomaco occupa decisamente
troppo spazio e l'intestino è stato aggiunto solo successivamente,
dopo il confronto con i compagni. Manca anche la bile prodotta dal fegato.
È solo un problema di distrazione? Forse questo bambino era rimasto
troppo affascinato dal personaggio del mago (ruolo che nella drammatizzazione
non aveva potuto provare per ragioni di tempo), tanto dimenticare l' importanza
del resto: la sfera affettiva/emotiva aveva influito negativamente su
quella cognitiva, ma l' attenzione verso il disegno ci ha permesso di
comprendere e rimediare...
Le sagome B e C sono più complete e proporzionate. Da notare la
grande cura dei particolari, con i percorsi del sangue che porta il nutrimento
in tutto il corpo: questo dettaglio è in realtà molto importante,
perché dimostra come i bambini (5 anni) abbiano colto il fine ultimo
dell' alimentazione e del processo digestivo, nonché la complessità
del corpo umano come insieme di apparati interagenti.
Nel corso delle precedenti attività i bambini hanno acquisito delle
informazioni, anche esprimendosi in prima persona e le hanno rappresentate
graficamente mostrandoci ciò che avevano capito. Ma non bisogna
dimenticare l' importanza della manualità e della creatività
tipiche dell' infanzia: è arrivato il momento di costruire il viaggio
del boccone... (Attività 3)
Gli alunni sono divisi per piccoli gruppi. All' interno degli ateliers,
hanno tutto ciò che occorre: colla, pennelli, colori a tempera,
plastilina, cartone, riso, diversi tipi di pasta, fogli di cartoncino...
Utilizzando principalmente la tecnica del collage, i bambini hanno creato
dei plastici di grande originalità (denti realizzati con pasta
piccola colorata di bianco, l' esofago con un tubo di cartone, lo stomaco
con un palloncino, l' intestino con lunghi serpenti di pongo). Uno di
questi plastici era talmente solido che abbiamo potuto in seguito "giocarci"
utilizzando piccoli animali di plastica e omini delle costruzioni in vesti
di bocconi di cibo da digerire: dalla teoria alla pratica del gioco!
Ormai non resta che formalizzare definitivamente tutte queste scoperte,
dando modo ai bambini di memorizzarle (Attività 4).
Era necessario creare una sorta di cartellone, che sintetizzasse con immagini
chiare i momenti salienti della digestione... Un cartellone un po' speciale,
però, in grado di richiamare sempre l' attenzione degli alunni
e di stimolare nel tempo la loro riflessione: ricavando dalla storia le
sette principali sequenze narrative ed abbinando ognuna di queste ad un
giorno della settimana e ad un colore (LUNEDI - ROSSO - IL BOCCONE ENTRA
NELLA BOCCA) è nata un' attività di "calendario"
molto efficace e motivante.
Ogni mattina, un bambino grande ed uno piccolo "sbrigavano le formalità"
del calendario (scrivere il nome del giorno, colorare in modo opportuno,
annotare le condizioni meteo negli appositi spazi di un cartellone) con
un efficace lavoro di squadra; quindi tutti venivano invitati a riflettere:
Mercoledì - IL BOCCONE ARRIVA DAL MAGO STOMACO- Cosa è successo
prima? Cosa succederà dopo? Perché?
CONCLUSIONI
Bambini e scienza:
binomio possibile? Mi sembra di poter tranquillamente togliere il punto
interrogativo... Senza scomodare l' immagine un po' eccessiva del bambino
"scienziato", possiamo parlare di un bambino "esploratore",
curioso di capire il mondo in cui cresce: in questo suo sforzo deve essere
aiutato e sostenuto dagli adulti, non con risposte sbrigative o "fantasiose"
che finiscono con l'estinguere il suo desiderio di conoscere: le bugie
non aiutano mai a crescere, ma solo a mascherare la realtà.
C' è un modo per dire e spiegare tutto
ai piccoli ed è nostro compito trovarlo.
Valerio
Guaramonti
Insegnante alla scuola dell' infanzia
O. Marcoz, Istituzione Scolastica "Aosta 5".
Funzione strumentale al POF per l' anno scolastico 2003/04.
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