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Fare
scienze in classe
Un
percorso didattico sul burro. Un esempio di che cosa vuol dire fare scienze
in una scuola elementare: avere chiari i concetti basilari della disciplina,
sapere fino a che livello di concettualizzazione si vuole arrivare ed
osservare come si modifica il sapere di ciascun alunno.
Quante volte,
durante le programmazioni, ci siamo chieste quale sapere scientifico "far
passare" ai nostri alunni, come motivarli, come insegnare, quali
concetti affrontare. Continuo è infatti il confronto tra le proposte
scolastiche e il modello televisivo che presenta in modo sempre più
seducente e accattivante gli argomenti scientifici.
Abbiamo cercato allora di capire che cosa vuol dire, per noi, fare scienze
nella scuola elementare:
•elaborare situazioni di apprendimento complesse che favoriscono
l'incontro con i problemi che la realtà stessa pone. Le attività
presentate dovrebbero essere sufficientemente ricche, partire dal senso
comune e dovrebbero guardare con attenzione alle rappresentazioni mentali
degli alunni non per cancellarle, ma per usarle e fare diventare l'oggetto
di apprendimento;
•invitare gli alunni a porsi delle domande, ad accettare il possibile,
a non ricercare subito la soluzione, ma a discutere su quanto si propone
e a trasformare le loro risposte in ipotesi da validare attraverso la
sperimentazione, il confronto tra pari e il sapere esperto;
•mettere in discussione le rappresentazioni iniziali, in alcuni casi
per destrutturare le "false conoscenze" e in altri per trasformare
le loro affermazioni in nuove ipotesi da verificare;
•far lavorare l'alunno sui documenti scritti e i libri di testo,
abituarlo ad un uso attivo delle fonti e degli esperimenti;
•sviluppare competenze: acquisire un atteggiamento esplorativo, osservare,
formulare ipotesi, raccogliere ed elaborare dati, utilizzare forme di
schematizzazione, ricercare relazioni tra variabili e di causa ed effetto,
rielaborare e contestualizzare le informazioni, controllare le ipotesi
e l'attendibilità dei risultati e comunicare in forma orale e scritta
e grafica le conoscenze acquisite;
•ricercare una conoscenza generale, attraverso l'elaborazione di
un testo scritto finale con il quale l'alunno sintetizza e mette in relazione,
seguendo una propria logica, le conoscenza acquisite utilizzando un linguaggio
specifico;
•valutare con verifiche finali scritte e/o interrogazioni orali il
livello di conoscenza raggiunto dalla classe. Tutto il processo di apprendimento
viene comunque valutato in itinere attraverso osservazioni libere e osservazioni
più sistematiche nelle quali si prendono in considerazioni alcune
delle competenze sopraindicate. Tali valutazioni ci consentono, inoltre,
di regolare di volta in volta la metodologia e i contenuti e di prestare
più attenzione ai ritmi di apprendimento degli alunni.
"La
Désarpa" Art Director Patrizia Nuvolari, realizzazione grafica
Andrea Capacci, Stampa Tipografia Valdostana, Aosta, Settembre 2002.
Fatta questa
premessa, prendiamo in esame un percorso didattico effettuato nelle nostre
classi. Siamo partite da un'esperienza comune a tutta la classe e abbiamo
formulato delle domande per far riflettere gli alunni su attività
concrete. Una delle nostre classi aveva assistito alla "Désarpa".
Per capire il concetto di trasformazione e passaggio di stato abbiamo
pensato di proporre un'attività sul burro (siamo consapevoli che
il tema trattato è strettamente legato al nostro territorio).
Inizialmente abbiamo raccolto le idee dei bambini sul seguente quesito:
"Il burro che spalmiamo sul pane o che la mamma
usa in cucina (per fare la torta) come viene fatto?"
Il
burro
Classe:
seconda
Concetti e nozioni:
trasformazione e passaggio di stato - aggregazione
Ipotesi degli alunni:
Molti pensano che per ottenere il burro siano necessari diversi
ingredienti: latte, uovo, formaggino, panna, acqua. Altri ritengono
che bisogna mescolare gli ingredienti e utilizzare il freezer per
solidificare.
Livello di conoscenze da raggiungere:
Una parte del latte si trasforma in burro:
•le particelle di grasso contenute nel latte affiorano in superficie,
perché più leggere, e formano la panna;
•la panna, separata dal latte, viene sbattuta e le particelle
di grasso si aggregano.
Il burro, dallo stato solido, passa allo stato liquido con il cambiamento
di temperatura.
Situazione - problema:
•la mucca ci dà carne e latte e il burro da dove proviene?
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Tutte
le risposte degli alunni sono state prese in considerazione, perché
siamo convinte che ogni ipotesi sia comunque valida purché argomentata.
Inoltre, solo facendo chiarezza sulle conoscenze iniziali, talvolta parziali
o inesatte, degli alunni possiamo valutare quali e quanti impedimenti
ostacolano l'acquisizione di un concetto.
Dal documento
iniziale a quello conclusivo, il concetto
di trasformazione e passaggio di stato.
PAROLE
- CHIAVE PER CAPIRE IL PERCORSO
Il percorso
presentato non è che un esempio di che cosa vuol dire fare scienze
in una scuola elementare.
La durata e la sequenza delle attività
dipendono dalle situazioni che si vengono a creare all'interno della classe
e dalla qualità e quantità delle ipotesi formulate dagli
alunni.
Nel corso dell'attività è importante individuare momenti
dedicati alla riflessione sul percorso in
atto: di che cosa stiamo parlando? Come è organizzato il lavoro?
Che cosa stiamo imparando? Questi approfondimenti, di carattere metacognitivo,
permettono agli alunni di riorganizzare le nuove conoscenze secondo i
ritmi e le modalità di apprendimento di ciascuno.
La sperimentazione, il confronto con gli altri e
con i documenti, la riflessione sulle modalità di lavoro
rappresentano tappe fondamentali per la costruzione del sapere.
Partire dalle rappresentazioni mentali rende
gli alunni più consapevoli di ciò che sanno, di ciò
che pensano di sapere e consente loro di capire che se le risposte non
sono sempre esaurienti, non bisogna avere paura dell'errore perché
ci consente di imparare.
Il processo di apprendimento diventa così una "sfida"
per trovare le soluzioni adeguate e per rivedere/riaggiustare le rappresentazioni
iniziali.
L'analisi delle rappresentazioni mentali, inoltre, permette agli insegnanti
di valutare le conoscenze degli alunni, di capire quali sono gli ostacoli
che impediscono la costruzione del sapere e limitano un corretto
arricchimento della rete concettuale.
In base quindi al reale livello di conoscenza degli alunni, si strutturano
le fasi di lavoro e si individuano le situazioni problematiche da proporre.
Le attività di sperimentazione si propongono infatti di stimolare
gli alunni a raccogliere nuove informazioni, a problematizzare,
a ricercare nuovi percorsi o consentono loro di validare
le ipotesi fatte.
La verifica può essere fatta attraverso la sperimentazione del
materiale o con il confronto tra testi scientifici (sapere esperto).
Nel percorso didattico si invitano gli alunni a scrivere:
- testi individuali per fare il punto sulle conoscenze acquisite;
- testi collettivi finali per stimolare la sistematizzazione
dei nuovi apprendimenti, utilizzando un linguaggio specifico.
E
PER GLI ALUNNI COSA VUOL DIRE FARE SCIENZE?
Nell'ultima
lezione di scienze, in una classe terza, abbiamo chiesto agli alunni di
immaginare di spiegare ad un bambino della scuola dell'infanzia che cosa
significa fare scienze.
Dal confronto delle risposte della classe e dalla successiva discussione
collettiva si nota che nello studio di questa disciplina i bambini colgono
e mettono in evidenza sia i contenuti del sapere che le competenze.
In conclusione, pensiamo che fare scienze in classe significhi per l'insegnante
avere chiari i concetti basilari della disciplina, sapere fino a che livello
di concettualizzazione vuole arrivare con gli alunni e rinunciare al ruolo
di "trasmettitore" di conoscenze. Ci piace, infatti, sperimentare
con i bambini, aiutarli a ricercare, osservare come si modifica il sapere
di ciascun alunno, "studiare
con loro per rispondere a se stessi e agli altri".
Carla Ansermin
Insegnante elementare a Valpelline
Carla Berlier
Insegnante elementare presso la
scuola Ettore Ramires dell'Istituzione scolastica Aosta 4
Gabriella
Billotti
Insegnante di sostegno presso la
scuola elementare Ettore Ramires dell'Istituzione scolastica Aosta 4
Bibliografia
DE VECCHI G. (1992), Aider les élèves à apprendre,
Hachette Éducation.
DE VECCHI G. et CARMONA N. (1996), Faire construire des savoirs, Hachette
Éducation, Paris.
Apprendre ensemble par situations problèmes, Regione Autonoma V.D.A.
Assessorato Istruzione e Cultura, IRRE VDA.
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