|
Matematica
in mostra
Una
mostra interattiva e coinvolgente, fruibile a più livelli, sulla
simmetria è stata per gli alunni della Scuola Media di Pont Saint
Martin lo stimolo iniziale per un percorso di studi da continuare in classe.
"Si
ponga attentissima cura nell'insegnare con animo lieto: tanto maggiore
sarà l'efficacia quanto maggiore la letizia... L'interesse personale
eccita gagliardamente l'attenzione."
Sant'Agostino
dal "Metodo per catechizzare gli indotti"
Nel marzo 2002
ho visitato ad Ivrea la mostra itinerante "Simmetria, giochi di specchi"
curata dal Dipartimento di Matematica "F. Enriques" dell'Università
degli Studi di Milano e sono subito rimasta colpita dalle potenzialità
che essa offriva.
Innanzitutto era interattiva, vale a dire permetteva non solo di essere
osservata ma di creare gli oggetti stessi dell'osservazione; era inoltre
fruibile a più livelli in quanto, sotto le piacevoli spoglie del
gioco, induceva a riflessioni via via più profonde su di un concetto
matematico importante; trattava un argomento di ampio respiro: la simmetria
coinvolge infatti campi molto distanti fra loro dall'architettura alla
biologia, dalla fisica alla musica e alla poesia; infine permetteva di
sfatare, almeno per una volta, l'idea di una matematica vissuta come "non
sense" accettata dall'allievo per compiacere le bizzarrie dell'insegnante.
Nel contesto tematico del concetto di trasformazione,
trattato in questo numero della rivista, mi è sembrato opportuno
inserire quest'esperienza anche per il significato che ha in matematica
il termine trasformazione: "Gli oggetti materiali possono muoversi,
ma le figure geometriche non si muovono esse sono già presenti.
Ciò che interessa quando ci sono due o più figure simultaneamente
è la maniera in cui si corrispondono. La trasformazione mette potenzialmente
in corrispondenza tutti i punti di partenza con tutti i punti di arrivo."
(dal
Dizionario di Matematica Elementare di Stella Baruk)
La mostra ha
suscitato molto interesse nel mondo della scuola e non solo. Prova ne
è una nutrita rassegna stampa che sottolinea gli aspetti della
comunicazione adeguata e piacevole di un concetto matematico e della dimensione
ludica delle attività proposte.
"Non solo teorie geometriche ma anche giochi, curiosità e
un po' di mistero".
Dal
Corriere della Sera
"... La
matematica si può anche vedere, magari tra le pieghe di una mostra
piena di colori".
Da
La Repubblica
"Simmetria,
giochi di specchi"
Una mostra a misura di studente
Progetto
Mostra sulla Simmetria
Ideazione e conduzione
Dipartimento di Matematica "F. Enriques" dell'Università
degli Studi di Milano
Periodo
Dal 2 al 15 Dicembre 2002
Istituzioni coinvolte
Tutte
Insegnanti coinvolti
nell'organizzazione della mostra
I Consigli di Classe delle classi prime del Liceo Classico e del
Liceo Artistico
Guide
I ragazzi delle prime del Liceo Classico ed Artistico di Aosta
Coordinamento
Gianna Bellò
|
L'importanza
di quest'evento culturale in ambito nazionale ed internazionale mi ha
convinta a riproporlo anche nella nostra Regione.
In quanto responsabile del Centro Risorse per la Didattica della Matematica
ho contattato l'ideatrice della mostra, la professoressa Maria Dedò
e ne ho proposto l'allestimento ad Aosta. L'Università di Milano
ha accettato e nel dicembre 2002 abbiamo realizzato l'esposizione nella
Caserma Ramires. Nella sala d'ingresso, appoggiati su grandi tavoli, campeggiavano
specchi pronti a catturare e rinviare immagini; c'era anche un tavolo
riservato a lavori prodotti dagli alunni: studi di simmetrie rilevate
nelle foglie, caleidoscopi colorati, brani costruiti solo con lettere
simmetriche, fotografie e disegni di edifici di un paese divenuti per
l'occasione oggetti matematici. Per due settimane consecutive, nella sala,
classi di bambini e ragazzi operosi e chiassosi hanno giocato, si sono
stupiti, hanno curiosato, disegnato, sperimentato, imparato.
"La
simmetria è una presenza importante nell'arte e nella natura".
UNA
MOSTRA PER "FARE ESPERIENZA DI MATEMATICA"
La mostra è
stata davvero coinvolgente. Un vero laboratorio dove, utilizzando "macchine
per la simmetria" (intriganti specchi incidenti) si sono perpetuati
disegni, moduli, oggetti diversi. La sfida per i nostri ragazzi era carpire
il segreto degli specchi, come la riflessione di immagini si inneschi
non appena lo specchio catturi una forma.
Essa presentava principalmente sei "macchine" per ricostruire
la simmetria, ciascuna costituita da tre specchi. Si trattava di tre caleidoscopi
nei quali si ricostruiscono figure tridimensionali finite e tre camere
di specchi che mostrano tassellazioni piane.
"Il suo scopo principale - ha detto la prof.ssa M. Dedò -
dal punto di vista della matematica che vuole indagare, è quello
di dare un'idea (a diversi livelli) della classificazione delle figure
rispetto al loro tipo di simmetria; e l'idea centrale, dal punto di vista
della comunicazione, è il fatto che, in alcuni casi, utilizzando
semplicemente degli specchi, è possibile distinguere figure che
hanno lo stesso tipo di simmetria o tipi di simmetria diversi, senza necessità
di ricorrere al concetto matematico sottostante (che è quello del
gruppo di simmetria), ma semplicemente osservando la geometria della disposizione
degli specchi. Chi entra nella sala della mostra può liberamente
costruirsi un percorso personalizzato. Gli studenti hanno la possibilità
di confrontarsi con concetti matematici importanti e di "conquistare"
autonomia nella gestione dei problemi proposti e nella valutazione dei
ragionamenti che portano a cercarne le soluzioni.
Si tratta di "fare esperienza" di matematica "mettendo
le mani" dentro gli oggetti, provando a costruire simmetrie: l'offerta
della mostra è quella di un'esperienza in qualche modo insolita
rispetto all'usuale approccio alla matematica.
Il visitatore non ascolta una lezione, ma raccoglie esperienze e materiali
sui quali, in seguito, poter tornare sia per riconoscere, riordinare e
valutare quanto, a proposito della simmetria, conosceva prima della visita,
sia per affrontare con maggiore consapevolezza il tema della simmetria
se non l'avesse mai fatto."
"La
simmetria è generatrice di belle immagini, stupefacenti architetture
e solide funzionalità. È uno strumento che permette ad ognuno
di fare esperienza diretta di fatti matematici non banali".
Le figure sono tratte da "Il ritmo delle forme. Itinerario matematico
(e non) nel mondo della simmetria." Ed. Mimesis, Milano 2001.
LE
"GUIDE" ALLA MOSTRA
Con la Prof.ssa
Dedò ed i suoi collaboratori ho potuto approfondire una modalità
di gestione dell'attività pedagogicamente rilevante: le guide alla
mostra, cioè coloro che avrebbero coinvolto nelle attività
e stimolato nelle riflessioni gli studenti / visitatori, dovevano essere
loro stesse degli studenti.
Gli animatori-studenti, sempre presenti durante l'orario di visita, avevano
l'obiettivo di illustrare l'utilizzo degli oggetti, di suscitare curiosità
nel visitatore aiutandolo a cogliere in tutta la loro ricchezza gli stimoli
provenienti dagli oggetti esposti e di rispondere a eventuali quesiti.
Alcune insegnanti e gli studenti dell'Istituzione Scolastica di Istruzione
Classica ed Artistica di Aosta hanno accettato questa sfida, assumendo
il ruolo di guide alla mostra. Riportiamo qui di seguito il loro parere
su questa esperienza e sul significato che quest'attività ha rivestito
nella consueta pratica didattica.
- "I bambini più piccoli mi identificavano con la maestra"
(detto da tutti)
- "È stato bello essere maestra per un giorno" (Anna)
- "È stato interessante notare la reazione di meraviglia e
curiosità dei bambini di fronte a cose per noi semplici e ordinarie
e la passione dimostrata dai partecipanti più piccoli di fronte
ai giochi didattici" (Elisa e Marica)
- "Ho potuto applicare direttamente le nozioni apprese tramite aspetti
ludici e inoltre ho osservato il comportamento di chi le apprende per
la prima volta e di chi le ha già studiate a scuola" (Elisabetta)
- "La mostra è risultata utile per l'interdisciplinarietà
dell'argomento che consente l'applicazione in altri ambiti, come ad esempio
in storia dell'arte (simmetria del motivo ornamentale di mosaici e pavimentazioni),
in biologia (simmetria in natura), e in italiano (parole simmetriche)"
(Sara M.)
- "Per poter far capire i concetti a persone con livelli di conoscenza
diversi bisogna semplificarli al massimo, utilizzando un linguaggio chiaro"
(Cristiana e Sara F.)
- "Questa esperienza ci è servita per capire le difficoltà
di comprensione dei ragazzi nel mondo delle simmetrie" (Arnaldo,
Mariangela, François)
- "Alcuni alunni (visitatori) non volevano più andar via dalla
mostra e gli insegnanti accompagnatori hanno dovuto dire che sarebbero
tornati" (Daniele)
- "Quando davamo una mano per spiegare, spesso ci ribattevano che
non ne avevano bisogno". (Georgia)
L'esplorazione
del concetto di simmetria in ambiti particolari
Arriva
ad Aosta la mostra "Simmetria, giochi di specchi", il
nome è accattivante, prendiamo le consuete informazioni e
subito pensiamo di proporne la visita ai ragazzi.
Potrebbe essere un'occasione per parlare di matematica in modo più
concreto e interessante; questo è in fondo il metodo di lavoro
che ricerchiamo sempre e che da sempre connota i nostri percorsi
didattici.
Ci mettiamo al lavoro. Ognuno di noi propone l'esplorazione del
concetto di simmetria in ambiti particolari: le foglie e le lettere
dell'alfabeto sembrano un buon soggetto, le case con i loro balconi
e le differenti finestre ci appaiono immediatamente interessanti,
anche la costruzione di caleidoscopi colorati sembra essere una
buona idea; non si possono trascurare poi le figure geometriche
vere e proprie da modellizzare in modo opportuno.
Le idee non ci mancano, le esplorazioni proposte sono tutte attuabili;
scegliamo fra le diverse ipotesi di lavoro quella che ci sembra
più confacente all'età ed agli interessi delle nostre
classi.
Si tratta adesso di proporre il lavoro alle classi ed elaborare
con i ragazzi un percorso che, partendo da osservazioni opportune,
porti alla elaborazione di idee da dibattere nel gruppo classe.
In seguito il confronto fra le diverse esperienze ci permetterà
di costruire alcuni concetti fondamentali legati alla simmetria.
Le classi vengono divise in gruppi con compiti definiti.
Il gruppo che si occupa dell'osservazione degli edifici,
esplora le strade del paese armato di macchine fotografiche, fogli
e matite; si fotografano scorci di palazzi significativi, si tracciano
schizzi di costruzioni interessanti; in classe si rielaborano fotografie
e disegni ricercando nel piano assi e centri di simmetria, valutando
attentamente elementi varianti ed invarianti.
Un altro gruppo è impegnato nell'osservazione di lettere
dell'alfabeto, confronta fra loro le lettere, le riflette su
di uno specchio e ne studia le possibili simmetrie ortogonali. Alcune
lettere sono particolarmente subdole, sembrano simmetriche ma alla
prova dello specchio non c'è modo di scovare in loro un qualsiasi
asse di simmetria. Tutti concordano nel dire che non basta una retta
che tagli a metà la lettera o la parola per creare una simmetria.
Allora la lezione è servita! Un insegnante propone la costruzione
di un testo particolare, composto tutto da lettere speciali; nascono
così due diversi testi: un acrostico ed uno strano brano,
un po' assurdo ma simmetricamente corretto (Vita da matti a Chieti).
Il gruppo che ha preso in esame le foglie si propone di classificarle
in base alla simmetria che propongono. Per alcune la nervatura principale
costituisce un asse di simmetria facilmente individuabile, in altre
le nervature secondarie si prestano ad interessanti osservazioni
rispetto all'orientazione, alcune non sono simmetriche, altre permettono
l'individuazione di un modulo, il segmento di foglia fra la nervatura
principale ed una secondaria, che opportunamente ripetuto, permette
di continuare la foglia disegnando un rosone a otto punte.
La considerazione diffusa nella classe è che la natura è
sì spesso simmetrica, ma di una simmetria parziale non sempre
perfetta e forse anche per questo affascinante.
La costruzione dei caleidoscopi viene seguita anche dall'insegnante
di artistica. Viene costruito inizialmente un cilindro, ad una delle
basi viene incollato un foglio disegnato; all'interno del cilindro
viene inserito un prisma triangolare le cui facce laterali sono
degli specchi e la cui base è la superficie del cilindro
stesso. La visione è d'effetto, le immagini si perpetuano
negli specchi e si rielaborano in modo fantasioso e spettacolare.
All'insegnante non basta e subito propone alcune insidiose domande
(ad esempio: che tipo di triangolo è? Potresti avere per
base un triangolo diverso?) sulla natura del triangolo di base del
prisma (è un triangolo equilatero) e sulla possibilità
di costruzione di prismi con triangoli di base diversa per stimolare
ulteriormente l'analisi del fenomeno. Per poter rispondere bisognerà
esercitarsi ancora con due specchi incidenti costruiti in modo tale
che uno possa muoversi e far variare l'angolo. Osservare la relazione
fra il numero delle immagini riflesse e la misura dell'angolo, considerare
l'orientazione delle immagini costituisce un ampio momento di studio
e dibattito nella classe.
Non tutte le risposte vengono date subito, rimane ancora la visita
alla mostra per chiarirsi le idee e trovare soluzioni ai problemi
sorti o, forse, per considerare nuove situazioni problematiche con
le quali confrontarsi.
Rosanna
Fassy, Adalgisa Fey, Giuseppina Gonfaloni, Elisabetta Meynet
|
CONCLUSIONE
La visita alla
mostra non voleva costituire un episodio isolato dall'attività
didattica, ma in alcuni casi lo è stata. Alcune classi hanno utilizzato
l'esperienza come stimolo iniziale per un percorso di studi da continuare
in classe, altre hanno fatto precedere la visita da attività preparatorie
d'indagine e riflessione sul concetto di simmetria utilizzando anche come
laboratorio il territorio. Gli edifici, le finestre, i cornicioni di Pont-St-Martin
sono diventati, ad esempio, oggetto di studio prestandosi ad un'osservazione
inconsueta. Studiare regolarità, assi e centri di simmetria dal
"vivo", è quanto hanno fatto le insegnanti della Scuola
media di Pont-St-Martin, svolgendo il percorso didattico che presentiamo
nel riquadro sopra.
Coloro che intendessero continuare a seguire le attività della
mostra o che volessero, per la prima volta, entrare in contatto con questa
esperienza didattica troveranno sul sito http://specchi.mat.unimi.it
informazioni aggiornate ed un archivio di attività realizzate dalle
scuole. Le esperienze riportate sono suddivise in quattro sezioni: scuole
elementari, scuole medie inferiori, scuole superiori e altro. Vi si trovano
lavori sui fregi, sulle pavimentazioni, sui poliedri...
Il sito è in continua espansione e sono ben accettati i nuovi contributi.
I visitatori della mostra hanno la possibilità di partecipare ad
un forum nel quale possono esprimere opinioni in merito alle sollecitazioni
ricevute. La mostra prevede un allestimento stabile a Milano (Via Saldini)
presso il Dipartimento di matematica dell'Università degli Studi
e una versione itinerante, sulla base di eventuali richieste.
Gianna Bellò
Insegnante di Scienze e Matematica
nella Scuola Media dell'Istituzione Scolastica "Comunità Montana
Mont Rose A". È responsabile del Centro Risorse per la Didattica
della Matematica.
|
|
|