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Biotecnologie
e concetto di trasformazione
Affiancata
da due colleghe, l'autore dell'articolo ha cercato di ampliare l'offerta
formativa del curriculum di Scienze naturali, dell'indirizzo scientifico
del Liceo di Pont-Saint-Martin, attraverso un progetto che comprendesse
la trattazione delle biotecnologie non solo a livello puramente teorico
ma anche pratico.
Il concetto
di trasformazione appartiene senza dubbio alla categoria di quei
concetti unificanti e trasversali che percorrono le diverse discipline
costituenti le Scienze della Natura. Non è certo il solo nucleo
ad avere tale caratteristica unificante: altri potrebbero essere il concetto
di flusso (di materia, di energia, di informazioni), il concetto di equilibrio,
il concetto di organizzazione gerarchica solo per citare quelli attorno
ai quali ho cercato di ripensare la mia programmazione didattica. Mi rendo
infatti conto di quanto sia difficile per me, insegnante in un liceo scientifico
di ordinamento (con una sperimentazione riguardante l'orario dell’insegnamento
delle Scienze naturali che prevede un orario di cattedra di diciotto ore
sui cinque anni) staccarmi dalla programmazione "per discipline e
per contenuti", così rassicurante in fondo, perché
è quella che io stessa ho ricevuto, per arrivare ad un insegnamento
meno parcellizzato e più integrato. Credo che sia di fondamentale
importanza, dal punto di vista didattico, evitare che gli alunni percepiscano
le Scienze naturali come un insieme di discipline isolate e non interagenti
e, d'altra parte, è ormai chiaro come sia assolutamente necessario
arginare la tentazione di inseguire troppi argomenti e temi, con la conseguente
eccessiva dilatazione e frammentazione delle conoscenze. Una volta individuati
alcuni nuclei fondanti, ho cercato di selezionare quei contenuti che meglio
si prestavano a declinarli sotto diverse chiavi di lettura; la selezione
dei contenuti è secondo me la parte più delicata e necessita
di una ricerca comune maturata tra i colleghi della stessa disciplina
e che comunque deve prevedere un frequente confronto e un costante aggiornamento.
Ho trovato diversi punti di contatto tra i nuclei riguardanti il flusso
di informazioni e le trasformazioni, sia in orizzontale, nell'ambito del
percorso di una medesima classe, sia in verticale, in anni di corso differenti
a cominciare dalla classe prima dove essi si collocano all'interno del
modulo dedicato agli scambi di materia ed energia tra le "sfere"
del sistema Terra. Nella classe seconda, l'accento è spostato sulla
biosfera ed, in particolare, una buona parte del monte ore a disposizione
è dedicata al flusso delle informazioni dal genoma all'organismo.
Quest'ultimo argomento è talmente vasto che non si esaurisce certo
nel biennio, è infatti ripreso nella classe quarta dove, con prerequisiti
che comprendono anche la chimica organica e biologica, è possibile
affrontare la biochimica regolativa, la trasmissione nervosa ed il sistema
immunitario.
Per ritornare al tema oggetto di questo scritto, il concetto di trasformazione
che, in campo biologico, può essere parzialmente assimilato al
concetto di evoluzione, ha assunto negli ultimi anni una connotazione
nuova, dovuta agli enormi progressi di una nuova tecnologia applicata
all'essere vivente: la manipolazione genetica. Le scoperte, le attuali
e le possibili applicazioni in diversi campi dall'agricoltura alla medicina,
le implicazioni etiche sollevate, i dubbi e le paure che trovano vasta
eco sui mass media e che producono conoscenze spesso distorte ed incomplete
quando non vere e proprie leggende metropolitane (a questo proposito è
uscito da poco un libro, recensito da tSt, supplemento del quotidiano
La Stampa, del 17/09/2003, di Lorenzo Montali: Leggende tecnologiche...
e il gatto bonsai mangiò la fragola-pesce, ed. Avverbi) impongono
alla scuola, e a noi docenti di Scienze naturali in particolare, di trovare
le modalità più consone alle diverse tipologie di alunni
per far comprendere le basi scientifiche e le possibili implicazioni di
queste scoperte così attuali. Non fornire gli strumenti fondamentali
in questo campo, secondo il mio parere, significa creare futuri cittadini
"analfabeti" e quindi indifesi e facilmente influenzabili, in
un campo dove saranno prima o poi chiamati ad esprimere il proprio parere:
per un coinvolgimento diretto, basti pensare all'alimentazione o alla
medicina, oppure allargato, ad esempio in un possibile referendum sulla
liceità di alcune pratiche riguardanti le cellule embrionali umane.
La grandissima difficoltà in tutto questo è, come ho già
detto, che si tratta di una scienza giovane, la quale è oggetto
di un progresso accelerato ed esponenziale nelle sue scoperte e nelle
sue applicazioni, tanto che diventa difficile per ogni docente di Scienze
naturali mantenersi aggiornato in questo campo; tanto per dirne una, io
mi sono laureata in Scienze biologiche nel 1990, con un'idea piuttosto
vaga e frammentaria dei primi passi delle conoscenze in quest'ambito ed
oggi esiste la laurea in biotecnologie!
Date tutte queste premesse, ho cercato di ampliare
l'offerta formativa del curriculum di Scienze naturali attraverso
un progetto che comprendesse la trattazione delle biotecnologie non solo
a livello puramente teorico ma anche pratico. L'occasione è arrivata
un po' per caso, in quanto quattro anni fa circa, sono venuta a conoscenza
di una struttura presente a Bologna, il Life Learning Center, dove era
possibile svolgere attività di laboratorio con studenti della secondaria
superiore.
Il Life Learning Center (www.llc.unibo.it),
associazione tra l'Università di Bologna e la Fondazione "Marino
Golinelli", in collaborazione con il Provveditorato agli Studi di
Bologna, è stata la prima esperienza italiana di formazione permanente
nel campo delle Scienze della Vita; oggi si sono affiancate altre strutture
simili a Napoli, a Bari, a Milano e a Torino (www.torinoscienze.it).
Tutti questi centri offrono anche corsi di aggiornamento per docenti.
I destinatari
del progetto sono gli alunni delle classi seconde dell'indirizzo
scientifico dell'ISISM di Pont-Saint-Martin, Istituzione scolastica nella
quale lavoro: la scelta di proporre agli alunni del biennio una attività
così impegnativa è stata dettata da una serie di motivazioni
la prima delle quali è la forza coinvolgente del progetto in sé:
gli alunni sono consapevoli di dover affrontare dei temi complessi con
l'obiettivo di poter svolgere delle prove di laboratorio a livello universitario,
con personale laureato e altamente qualificato, riguardo ad un oggetto
di studio moderno e attualissimo. La seconda ragione è che in questo
modo è possibile affrontare un argomento forte della Biologia,
le basi genetiche dell'evoluzione, in modo approfondito e completo, operando
una scelta di priorità rispetto ad altri argomenti. In questo anno
scolastico ripropongo per la terza volta tale attività e gli alunni
che vi hanno partecipato per primi frequentano ora la classe quarta: posso
dire che la spinta motivazionale non si è esaurita nel tempo, anzi
ha portato negli alunni una maggiore consapevolezza dell'importanza di
acquisire conoscenze e abilità per poter esercitare delle competenze
e che queste, una volta acquisite, diventano patrimonio esclusivo dell'individuo.
L'attività permette anche di puntare l'attenzione sul rapporto
esistente tra i modelli (intesi come concetti teorici) che vengono ampiamente
utilizzati nell'ambito delle Scienze della Natura per fornire una descrizione
ed una interpretazione della complessità dell'oggetto di studio
e l'essere vivente che, nella sua complessità, non può mai
adattarsi completamente a nessuna delle creazioni mentali elaborate per
descriverlo. Lo strumento teorico (il modello interpretativo), studiato
in precedenza in classe, viene messo alla prova durante l'attività
pratica con il risultato di evidenziare la netta differenza tra i due
aspetti. L'attività ha infine un forte impatto orientativo: lavorare
in un laboratorio dotato di strumentazioni moderne ed entrare in contatto
con giovani laureati in materie scientifiche permette di appassionarsi
alla Scienza anche come possibile prospettiva per il proprio futuro.
I tempi
previsti per lo sviluppo del progetto riguardano il periodo compreso
tra la seconda quindicina di novembre e la prima quindicina di marzo per
un totale di 45 ore circa in classe, più l'attività presso
il Life Learning Center.
Le
finalità del modulo sono:
• permettere
agli alunni di indirizzo di partecipare ad una serie di attività
di laboratorio, che caratterizzino l'indirizzo scientifico da essi frequentato,
in una struttura all'avanguardia nello studio delle biotecnologie e nella
didattica dei temi riguardanti le Scienze della Vita;
• sensibilizzare
gli alunni su temi di grande attualità, consentendo loro di conseguire
le competenze necessarie per sviluppare un atteggiamento consapevole e
critico sui temi delle biotecnologie;
• abituare
gli alunni al lavoro in un laboratorio esterno all'Istituzione scolastica,
nella prospettiva di incentivare l'interesse degli studenti verso lo studio
delle Scienze naturali, anche nella prospettiva di un eventuale proseguimento
degli studi universitari in tale ambito.
Gli
obiettivi riguardano le conoscenze, le abilità e le competenze
che l'alunno dovrà possedere alla fine del percorso (vedi tabelle
1 e 2).
Tabella
n° 1
Conoscenze e relativi descrittori
Meccanismo
di sintesi delle proteine
• sa indicare le fasi del flusso di informazioni dal genoma
all'organismo
• sa descrivere struttura e funzioni del codice genetico
• sa riconoscere il ruolo svolto dagli enzimi durante il processo
di sintesi
• sa confrontare le strutture di DNA e RNA e ne sa individuare
le funzioni
• sa valutare le possibili conseguenze di variazioni che sopravvengano
nel passaggio di informazioni
Meccanismo
di duplicazione del DNA
• sa indicare nella struttura della molecola i fondamenti del
fenomeno della duplicazione
• sa descrivere le fasi del processo della duplicazione
• sa riconoscere il ruolo giocato nel processo dagli enzimi
coinvolti
• sa indicare le funzioni della duplicazione nello sviluppo
dell'organismo e nella trasmissione delle istruzioni genetiche
Meccanismo
di controllo dei geni
• sa collegare il meccanismo di flusso dell'informazione genetica
con il differenziamento cellulare
• sa distinguere le varie parti di un operone e ne sa definire
le funzioni
• sa effettuare una distinzione tra frazioni codificanti e
non codificanti di un gene
• sa indicare i sistemi di regolazione dell'informazione genica
negli eucarioti
Ibridazione
del DNA e relative tecniche
• sa distinguere tra i meccanismi di trasferimento genico presenti
nei procarioti
• sa definire il ruolo svolto dai plasmidi nel meccanismo della
trasformazione
• sa riconoscere ed indicare il ruolo svolto dagli enzimi nei
processi di produzione del DNA ricombinante
Alcune
applicazioni delle biotecnologie
• sa indicare alcuni campi di utilizzo dei plasmidi
• sa descrivere alcune tecniche (PCR, elettroforesi) per l'analisi
dei frammenti di materiale genetico
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Tabella
n° 2
ABILITÀ
• essere in grado
di stilare una relazione di laboratorio
• saper lavorare in modo cooperativo
• agire correttamente durante l'attività di laboratorio,
rispettando le norme di sicurezza ed il lavoro altrui
• saper leggere e comprendere un testo tratto dal manuale o
da altra fonte
• saper descrivere uno schema, un grafico
• saper distinguere tra dati rilevanti e dati trascurabili,
selezionando le informazioni
Descrittori
• sa indicare obiettivi, tecniche e sa trarre conclusioni da
una esperienza di laboratorio
• sa relazionarsi con i propri compagni e con il personale
del laboratorio, mantenendo un atteggiamento positivo e costruttivo
• sa eseguire le attività proposte seguendo le indicazioni
del protocollo di lavoro e del personale del laboratorio
COMPETENZE
• saper affrontare,
selezionando tra le conoscenze possedute, un tema legato all'ingegneria
genetica esprimendo un'opinione in merito fondata su solide argomentazioni
• essere in grado di spiegare ad altri i concetti appresi
• essere in grado di aggiornarsi attingendo alle diverse fonti,
distinguendo tra informazioni plausibili, informazioni incomplete
e informazioni infondate
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La
presenza dei prerequisiti è stata
verificata durante lo svolgimento delle unità didattiche precedentemente
affrontate, riguardanti le biomolecole (comprendente anche l’unità
didattica sulla struttura degli acidi nucleici), la cellula procariote
ed eucariote e la capacità di distinguere ed usare correttamente
la strumentazione di laboratorio, rispettando le norme di sicurezza.
Le unità
didattiche presenti nel modulo sono:
1. La funzione del DNA: sintesi delle proteine, mutazioni, duplicazione,
mitosi e meiosi, differenziazione cellulare.
2. Controllo dell’espressione genica: confronto procarioti ed eucarioti,
esoni ed introni, operone lac.
3. La tecnologia del DNA: trasposomi, meccanismi di trasferimento genico
nei batteri, plasmidi, enzimi di restrizione, clonazione del gene procariota
ed eucariota.
Le attività
svolte nel corso dello stage in laboratorio sono le seguenti:
1. Trasformazione batterica, con un plasmide contenente il gene per una
proteina fluorescente proveniente da un organismo eucariote.
2. Purificazione della proteina GFP, responsabile della fluorescenza.
3. DNA fingerprintig, su DNA batterico, che riproduce in scala ridotta
l'analoga procedura effettuata nei laboratori della polizia scientifica.
Gli strumenti
utilizzati sono il libro di testo (Neill A. Campbell, Lawrence
G. Mitchell, Jane B. Reece, Immagini della Biologia - vol. A +
B, Zanichelli editore), articoli tratti da quotidiani, periodici e riviste
scientifiche, testi tratti da Internet, audiovisivi e attività
di laboratorio.
La metodologia
utilizzata è essenzialmente la lezione frontale dialogata,
utile per un costante ritorno da parte della classe, la costruzione di
mappe concettuali, la lettura delle diverse fonti, visione di audiovisivi
con successiva discussione e l'attività di laboratorio.
Le verifiche
sono somministrate alla fine di ogni Unità Didattica, o di parte
di essa se necessario, sotto forma di verifiche semistrutturate nelle
quali, accanto a domande a scelta multipla, vero/falso, con richiesta
di esplicitare la risposta corretta, ecc., sono anche presenti quesiti
a risposta singola sul modello della terza prova dell'Esame di Stato.
La valutazione tiene conto del punteggio minimo attribuito alla sufficienza
rispetto alla somma dei punteggi attribuiti ai diversi esercizi presenti
nella prova, gli altri voti sono attribuiti secondo fasce di punteggio.
Le valutazioni ottenute in queste prove permettono di verificare l'efficacia
del lavoro in classe ed eventualmente di predisporre delle attività
di recupero per i singoli alunni o di programmare una pausa per il recupero
delle conoscenze, anche attraverso nuove strategie. Prima dello stage
in laboratorio gli alunni sostengono una verifica orale che mira a verificare
la capacità di utilizzare correttamente i termini specifici, inseriti
in contesto coerente nell'ambito delle conoscenze possedute. Alla fine
del modulo, si procede ad una valutazione finale attraverso una verifica
semistrutturata che comprende gli argomenti oggetto dell'attività
di laboratorio e nella quale compare una trattazione sintetica. L'attività
di laboratorio, inerente alle abilità, viene valutata durante l’attività
stessa, sia da parte del docente, sia da parte del personale del laboratorio.
Certificare le competenze è ancora un problema perché esse
riguardano una serie di atteggiamenti che, secondo il mio parere, possono
comparire anche successivamente, una volta che l'alunno abbia avuto il
tempo di interiorizzare ed integrare nella sua costruzione di saperi quanto
appreso.
Le
fotografie dell'articolo riguardano la classe 2^A -
a.s. 2002/2003: stage di biotecnologie c/o laboratorio
del Life Learning Center di Bologna.
Foto M. Lupi
In conclusione,
il mio desiderio è quello di migliorare ulteriormente l'offerta
formativa legata a questo modulo, attraverso un più efficace sfruttamento
della Rete e del laboratorio informatico. A questo proposito, ho seguito
un corso di aggiornamento di bioinformatica, ma devo ancora raggiungere
una maggiore padronanza dei software, prima di poter ipotizzare una qualche
applicazione in classe. Quest'anno, inoltre, alle due classi seconde dell'indirizzo
scientifico della nostra Istituzione verrà proposta una attività
di lettura di testi scientifici in lingua inglese con l'obiettivo di fornire
agli alunni una ulteriore abilità.
Devo ringraziare infine le prof.sse Marisa Cagetti e Silvana Dondoni che
mi hanno affiancato in questi anni nella stesura del progetto e nelle
attività nelle classi.
Sono a disposizione di tutti i colleghi che volessero ulteriori informazioni.
Marialuisa
Lupi
Insegnante di Scienze naturali
presso
l'Istituzione Scolastica Scientifica e Magistrale di Pont-Saint-Martin.
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