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La
grammatica del linguaggio visivo
I progetti pluridisciplinari
offrono una importante opportunità alle Educazioni che hanno poche
ore curriculari. Il progetto qui presentato ha contribuito a rinforzare
la motivazione e a fare rinascere negli alunni la voglia di esprimersi
tramite l’espressione grafica.
L'Educazione artistica è una disciplina fondamentale per la creazione
del “pensiero divergente”. Con questa espressione ci si riferisce
alla classificazione di J.P. Guilford che presenta due modelli di pensiero,
ambedue fondamentali: quello convergente relativo al ragionamento logico
e razionale; quello divergente che invece riguarda il pensiero creativo,
fluido, flessibile e originale.
Nella scuola, spesso si tende a educare i ragazzi ad una forma esclusiva
di pensiero convergente: si chiede loro di arrivare, attraverso una serie
di nozioni, ad una risposta già prevista in precedenza dall'insegnante,
considerando inaccettabili tutte le altre soluzioni.
L'educazione all'immagine, non accetta una sola soluzione, una sola interpretazione,
è il campo del possibile, dell’inventiva, della creatività.
Per questo motivo i ragazzi lavorano con libertà interiore e possono
svelare all'insegnante la loro indole e le loro attitudini profonde.
Nel programma di educazione artistica non vi è un prima e un dopo
astrattamente ed oggettivamente considerati. È possibile, per l’insegnante,
cogliere liberamente le opportunità e le occasioni che la scuola,
la realtà e l'ambiente offrono per strutturare percorsi di lavoro.
Il cielo con la tecnica del puntinismo
I progetti pluridisciplinari offrono una importante opportunità
alle Educazioni che hanno poche ore curriculari. Permettono infatti di
realizzare un ampliamento di orario e di ottenere mezzi finanziari per
uscite e materiale didattico, consentono inoltre una collaborazione proficua
tra le diverse discipline, soprattutto nelle attività laboratoriali.
L'aver preso parte ai corsi di formazione “Disciplines et bilinguisme”
(vedi box) mi ha aiutato a superare preconcetti e paure grazie a una metodologia
di lavoro impostata sulla “ricerca-azione”, che stimolava
noi insegnanti ad intervenire in modo attivo nel percorso, facendoci vivere
la situazione di alunni. Abbiamo vissuto le difficoltà di parlare
del nostro percorso di lavoro e di esprimere il nostro pensiero in francese
davanti agli altri colleghi: abbiamo conosciuto il disagio che si prova
quando ci si mette in gioco in un campo che non si padroneggia perfettamente.
Il corso di formazione “Disciplines et bilinguisme” era rivolto
agli insegnanti di Storia, di Matematica e di Educazione artistica, al
fine di dare ai docenti di queste discipline degli strumenti e delle competenze
per potere svolgere la propria attività usando il francese come
lingua veicolare.
Le finalità del progetto bilingue di quest’anno, che coinvolge
l’Educazione artistica e la Lingua francese, sono tese allo sviluppo
e alla formazione della personalità degli alunni attraverso l'espressione
e il lavoro creativo. Si tratta di fare prendere coscienza ai ragazzi
delle proprie capacità, dando loro l’occasione di esprimersi
attraverso immagini.
La classe 1B al lavoro
Ci è piaciuta l’idea di affrontare con i
ragazzi lo studio della “grammatica”
del linguaggio visivo, non tanto attraverso lezioni frontali quanto
attraverso l'osservazione di opere d'arte dal vero, in un museo od in
una galleria.
Il progetto, elaborato in collaborazione con la collega di francese, Paola
Girotto, ha coinvolto la classe 1B della scuola media di Châtillon
prendendo spunto dalla visita alla mostra “I divisionisti piemontesi
- da Pelizza a Balla”, allestita ad Aosta nelle sale del Museo Archeologico
Regionale, dal 21 giugno al 26 ottobre 2003.
La mostra esponeva quadri di pittori piemontesi legati al movimento divisionista
italiano della seconda metà dell’’800.
Ci interessava, in particolare, osservare con gli alunni i dipinti di
paesaggi montani, che rappresentavano luoghi ben noti ai ragazzi (paesaggi
di Châtillon, Saint-Vincent, Cogne, ecc.), realizzati con una tecnica
particolare: il colore “diviso” in piccolissime pennellate
accostate per rendere più intensa la luce e più vibrante
la superficie cromatica.
Ogni alunno fabbrica un raccoglitore per le sue opere
AL MUSEO
In classe, il progetto è iniziato con l’elaborazione
da parte dei ragazzi di disegni spontanei di paesaggi. In una conversazione
in francese, sono stati invitati ad osservare tutte le loro produzioni
e a commentarle. Dalle loro riflessioni è emerso che i disegni
presentavano sia stereotipi sia aspetti creativi.
Il progetto originale prevedeva un’uscita sul territorio per osservare
il paesaggio dal vero, e successivamente, una visita al museo per conoscere
le versioni che gli artisti piemontesi ne avevano dato.
Ma il progetto ha dovuto adattarsi a esigenze contingenti: il maltempo
ci ha impedito di uscire, inoltre la mostra si sarebbe chiusa a fine ottobre.
La visita al museo è stata quindi anticipata perché considerata
un momento formativo importante e sappiamo che l’imprevisto, come
il prof. Morello nei suoi corsi di formazione ci ha suggerito, può
e deve diventare risorsa e portare ad una riprogettazione.
Prima della visita al museo, abbiamo selezionato alcune opere su cui concentrare
la nostra attenzione. Non è né necessario né utile
effettuare una immersione totale in museo e visionare tutte le opere esposte.
È produttivo, invece, soffermarsi su pochi e significativi quadri
per scoprire, come in un gioco, i soggetti, i colori, ecc. È interessante
avvicinarsi ai dipinti ed osservare i punti ed i tratti che li compongono
per poi allontanarsi e scoprire cieli violetti sui quali si stagliano
montagne azzurre che creano stupore per la loro luminosità, e cercare
di intuire la tecnica, il tipo di pennellata…
Gli alunni si sono divertiti ad osservare i differenti formati, le diverse
dimensioni che rendono i quadri così diversi dalle immagini riprodotte
sui libri.
La visita alla mostra è stata vissuta con partecipazione attiva
da parte dei ragazzi. Erano curiosi, hanno cercato, scoperto: “Quanti
puntini! Ma quanto tempo avrà messo l’artista a farlo!”.
Hanno commentato: “Com’è grande…!”, “Che
bella cornice!”, “Quanti colori in quel sole, i raggi sembrano
fili dorati!” e sovente hanno colto particolari che spesso, a noi
adulti, sfuggono.
“ Disciplines et
Bilinguisme ” |
En Vallée d'Aoste, un vent de renouveau
a soufflé à la suite des “ Adaptations des programmes
d'enseignement de l'école moyenne ” de juillet 1994.
Elles ont permis une organisation flexible du temps scolaire et
le travail basé sur la pédagogie de projet a tout
de suite amené les enseignants à effectuer une profonde
réflexion sur la portée de l'éducation bilingue
dans l'école valdôtaine.
En novembre 1995 a démarré une initiative de recherche-action
destinée à durer quatre années consécutives.
Il s'agit de “ Disciplines et Bilinguisme ”, un projet
centré sur l'enseignement en langue française de trois
disciplines cibles: l'Histoire, les Mathématiques et l'Éducation
artistique (celle dernière à partir de 1996/97), guidé
par un groupe d'experts des différentes disciplines concernées,
ainsi que de langue.
Pour l'Éducation artistique le groupe a pu profiter d'Ermanno
Morello, enseignant et formateur.
Le point fort du projet a reposé sur le fait que les enseignants
ont été appelés à être en même
temps, chercheurs expérimentateurs et observateurs de ce
qui se passait dans leur classe, aidés en cela par les observations
didactico-méthodologiques et linguistiques des experts.
L'expérience a abouti à la réalisation de séquences
d'enseignement prêtes à être utilisées
en classe, avec ou sans modifications. Cinq séquences d'Éducation
artistique pour l'école moyenne ont été ainsi
élaborées.
Voici quelques réactions d'enseignants d’Éducation
artistique et de Français qui ont participé au groupe
de travail d'Éducation artistique :
• “ Au début les exigences fondamentales des
collègues pouvaient se résumer dans le besoin de se
rencontrer, d'échanger sur sa propre pratique de classe et
d'éviter de se retrouver tout seul pour aborder son travail.
Ensuite il s'agissait d'aborder ensemble le problème du bilinguisme.
”
• “ D'abord, nous avons compris que nos difficultés
personnelles étaient en réalité communes ;
nous avons essayé de les résoudre ensemble ; ce qui
nous a permis d'acquérir plus d'assurance dans notre travail.
Ensuite pour la mise sur pied des projets, nous avons accordé
un rôle central à l'élève. Les sujets
choisis ont servi de prétexte pour se questionner sur la
façon de motiver les élèves, de les stimuler
en les amenant à explorer des domaines inconnus pour arriver
enfin à développer eux-mêmes créativité,
capacité d'observation, connaissances et expression personnelle.
”
• “ Si l'enseignant bilingue simplifie le langage de
la discipline, les élèves acceptent mieux les nouveaux
concepts et sont encouragés à participer activement
aux nouvelles expériences. L'alternance des langues peut
aussi dissiper la monotonie d'une explication monolingue. Voilà
alors que se pose le problème de la “ cohabitation
” des deux langues. Comment pratiquer l'alternance entre L1
et L2 ? Quel doit être le rôle du professeur de français
dans le cadre de cet enseignement ? ”
• “ L'enseignement de la langue française sort
renforcé d'une telle expérience. La matière
n'est plus prisonnière des règles rigides de la discipline
à propos de la grammaire, des verbes…, elle devient
un vecteur de communication. Dans une telle dimension l'élève
n'a plus peur de l'évaluation. ”
• “ Un tel parcours didactique requiert, bien entendu,
une grande énergie, les difficultés existent mais
notre rôle d'enseignant en sort renforcé. Les élèves
découvrent l'utilité communicative de la L2. ” |
IN CLASSE
Al ritorno, tramite un’attività di brain
storming in francese abbiamo realizzato il riepilogo di quanto osservato
al museo, mentre l’insegnante trascriveva, mano mano, alla lavagna
i suggerimenti degli alunni.
La riflessione è stata poi orientata verso l’analisi dei
colori utilizzati: quali colori complementari, quali colori freddi…
sono stati usati? Come erano stesi i colori?
Gli alunni hanno elencato dei sostantivi: “punti, tratti, quadrettini,
righette…”
Poi, ci si è chiesto: Quali paesaggi sono stati rappresentati?
In quale stagione? Con quali luci? Quali ombre?
La discussione è stata calorosa ed il catalogo della mostra è
stato un valido strumento per verificare, per ricordare e confrontare.
“Il catalogo non è il quadro”; vedere i dipinti alla
mostra è molto diverso: cambia l’impatto emozionale; l’ambiente
del museo è particolare. La superficie del quadro può essere
veramente percepita solo dalla visione diretta dell’opera.
La versione stampata, non lo permette; variano anche la lucentezza, l’opacità…,
oltre che le dimensioni.
In classe, abbiamo sperimentato la tecnica dei puntini e dei trattini
con l’utilizzo dei colori primari e complementari. Gli alunni sono
stati invitati a produrre degli “échantillons” colorati,
dopo avere analizzato i punti del cielo o degli alberi osservati nei quadri.
I ragazzi sono stati invitati a raccontare il cielo. Hanno parlato in
francese dell’alba, del tramonto, dei vari colori, delle diverse
tecniche usate dai pittori; delle nuvole, degli alberi, dei diversi momenti
della giornata, del colore, delle pennellate…
Le attività di verbalizzazione sono state, infatti, una parte fondamentale
dello svolgimento del progetto: durante l’attività il francese
è stato usato sempre come lingua veicolare.
I ragazzi erano coscienti del fatto che la lingua francese fosse uno strumento
di lavoro, non un occasione in più di valutazione. Non volevamo
che il francese diventasse per loro fonte di preoccupazione e di frustrazione,
al contrario ci piaceva l’idea che diventasse quasi un gioco: come
quando in una recita teatrale, si supera la vergogna di sbagliare e di
fare brutta figura.
Alla mostra avevamo ammirato “Il sole” di Giuseppe Pellizza
da Volpedo. Di comune accordo, per le produzioni degli alunni è
stato scelto il tema del sole da realizzare con la tecnica del puntinismo
che rende il punto ed i colori protagonisti del dipinto!
Anche il professore Marco Dallari, ordinario di Pedagogia Generale all’Università
di Trento, è d’accordo con l’impostazione che abbiamo
dato al nostro lavoro, diceva, infatti, in un suo intervento del 1998:
“In prospettiva pedagogica l’opera d’arte più
che un testo è un pretesto, poiché il successo che possiamo
avere come educatori, capaci di utilizzare l'arte come materiale didattico,
non consiste nel fatto che gli allievi conseguano conoscenze e capacità
interpretative rispetto all'opera, ma che imparino a valutare aspetti
diversi dalle informazioni e dai condizionamenti ricevuti fino allora
nel rapporto con l’opera d’arte.”
La prova di verifica e l'autovalutazione in francese
Per gli alunni è fondamentale che ciò che
hanno prodotto non vada perduto.
Ogni ragazzo ha raccolto in un opuscolo tutte le sue produzioni. Ha così
potuto confrontare le ultime con le prime eseguite e verificare che la
tecnica acquisita gli ha fornito una nuova chiave di lettura per l’interpretazione.
La realizzazione del raccoglitore, attività manuale, si è
rivelata difficile per i ragazzi, poco abituati ad usare le forbici e
la colla con la precisione e la pazienza necessarie.
CONCLUSIONE
Con questo lavoro intendevamo rinforzare l’autostima
dei ragazzi, aiutarli ad acquisire fiducia nelle proprie capacità
e stimolare il loro senso critico.
Intendevamo anche potenziare le loro capacità verbali sia di comprensione
sia di esposizione, abbiamo infatti insistito perché descrivessero
verbalmente nelle due lingue le immagini, con ricchezza di aggettivi,
ricorrendo ad analogie e relazioni.
Tutte le sollecitazioni pervenute dai ragazzi sia grafiche sia verbali,
anche le più inaspettate sono state valorizzate nei momenti di
confronto e di discussione comuni.
Il progetto non è ancora concluso; avrà ulteriori sviluppi.
Entro la fine dell’anno scolastico, sono già state programmate:
la visita alla mostra “Art Déco in Italia”, sempre
presso il Museo Archeologico di Aosta e la visita al GAM (Galleria Civica
d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino). Entrambe saranno guidate da
esperti di didattica museale e completate da laboratori creativi in museo.
Ada Vesan
Insegnante di Educazione artistica alla scuola media Istituzione
Scolastica
“Monte Cervino 1” Châtillon.
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