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“Scuole
di pace” in tempi di guerra
Un’iniziativa
per le scuole del Coordinamento per la Pace Valle d’Aosta
All’inizio erano le
case ad ospitare uno spettacolo di sensibilizzazione al tema della pace
(Case di pace) e poi, un anno dopo, sono state le scuole ad accogliere
il progetto “Scuole di pace” e lo spettacolo
che si ripeteva nello stesso identico modo, con una differenza sostanziale:
si svolgeva in una classe.
Il Coordinamento per la Pace Valle d’Aosta che, da due anni ormai, prosegue
le sue iniziative di sensibilizzazione alla pace, ha deciso di puntare
sulle scuole perché – oggi più che mai – occorre far capire
ai ragazzi che la guerra li riguarda. Il linguaggio espressivo, forse
più famigliare e diretto, ha contribuito a far nascere domande
nei giovani, coltivare etica, democrazia e desiderio di partecipazione.
L’idea che sta alla base del progetto è molto semplice: a partire
da uno spettacolo teatrale realizzato dall’Associazione culturale
ADRET, il Coordinamento per la Pace si è proposto di parlare
di pace ai ragazzi.
Il teatro, infatti, è una forma di comunicazione non convenzionale
che permette di essere più vicini alle persone, per “contagiarle”,
per sviluppare una coscienza critica più responsabile.
Una singola classe o due classi contemporaneamente hanno ospitato in
una loro aula “Scuole di pace”.
Lo spettacolo della durata di 30 minuti, con la presenza di due attori,
adatto anche a un piccolo spazio come quello di un’aula; si concludeva
con un’attività di scrittura con gli studenti: i “Pensieri di
pace”.
Il progetto nell’anno scolastico 2003/ 2004 si è articolato in
tre incontri:
• il primo incontro, cui hanno partecipato solo gli insegnanti aveva
l’obiettivo di chiarire le modalità di realizzazione del progetto
e di inserirlo nella programmazione della classe;
• nel secondo incontro, gli studenti hanno assistito allo spettacolo
‘da camera’ e al termine hanno scritto, su piccoli foglietti di carta,
i propri Pensieri di pace, pensieri che esprimevano emozioni
o che rispondevano a sollecitazioni ricevute;
• nel terzo incontro, il Coordinamento per la Pace Valle d’Aosta ha
incontrato insegnanti e studenti mettendo a disposizione materiali,
bibliografie, competenze ed esperienze per approfondire problematiche
specifiche che sono emerse dalle riflessioni proposte dai ragazzi.
In seguito, gli insegnanti, in collaborazione con il Coordinamento Pace,
hanno potuto avviare ulteriori attività di produzione sui temi
toccati dallo spettacolo nelle modalità e nei linguaggi (pittorico,
musicale, di scrittura) che hanno ritenuto più coerenti con la
loro programmazione.
Le produzioni finali dei ragazzi, sono state esposte nella mostra “Pensieri
di pace” che è stata allestita ad Aosta in Viale della
Pace il 25 aprile 2004, data non casuale, ma volutamente scelta
per il profondo significato di questa ricorrenza e per celebrare la
pace con chi ha vissuto
l’incubo della guerra.
La pace? Innanzitutto, una questione
educativa
Può l’educazione alla pace e alla nonviolenza
cambiare le sorti dell’umanità? Un mondo migliore e senza guerre
è possibile? Sì, a condizioni che si semini e si preparino
le nuove generazioni all’incontro con l’altro senza paure e con una
particolare attenzione al rispetto dei diritti umani e alla dignità
dell’uomo. Dopo l’esperienza di “Scuole di pace”, il valore educativo
che diamo alla parola “pace” è ancora più grande perché
le attività didattiche che abbiamo realizzato a scuola ci hanno
confermato che quella dell’educazione a questi principi è l’unica
strada possibile. L’unica, se vogliamo un mondo nuovo, senza guerre,
a misura d’uomo, di donna e di bambino. Un mondo rispettoso dei diritti
di ognuno, dove i diritti umani non possono essere calpestati.
I ragazzi hanno preso coscienza del fatto che qualsiasi conflitto può
essere risolto in maniera nonviolenta se sopraggiungono il dialogo e
la negoziazione. Stiamo educando i ragazzi affinché in futuro
possano compiere delle scelte coerenti con quanto appreso. Il progetto
proposto quest’anno ai ragazzi ha inoltre un alto valore simbolico perché
si colloca nel decennio 2001-2010 proclamato dall’ONU per una cultura
di pace e nonviolenza.
Dopo il successo di questa “Prima”, desideriamo proseguire l’esperienza
positiva anche in questo nuovo anno scolastico invitando, sin d’ora,
le scuole interessate a contattarci.
I
pensieri di pace |
Con qualche imbarazzo e molta indecisione (perché
i pensieri sono tutti belli e profondi) trascriviamo solo alcuni
di essi per restituirvi il pensiero delle nuove generazioni che
noi speriamo, come dice il poeta turco Nazim Hikmet, essere migliori
di quelle che ci hanno preceduto.
• Abbandonare egoismo e egocentrismo, solo così ci sarà
pace.
• La pace è essenziale per vivere felicemente. Piantiamo
semi nell’orto della guerra perché crescano frutti di pace.
• La pace è come una casa: si mettono anni per costruirla,
ma minuti per distruggerla.
• La pace è gratis, chissà come mai ce n’è
così poca nel mondo?…
• A volte grandi nazioni per essere eroiche vogliono combattere
le guerre, ma non sanno che i veri eroi sono quelli che le guerre
non le fanno proprio scoppiare.
• La pace è il sorriso sul volto di tutti.
• Stop alla guerra; stop alle armi; stop a tutte queste cose orrende
che continuano ad affliggere il mondo. Aiutiamoci tutti per realizzare
la pace.
• Vorrei che ognuno di noi avesse il coraggio di guardarsi dentro
e che la finisse di coltivare “pensieri di guerra”. Vorrei che
il dolore e la sofferenza di tanti innocenti fossero visti da
chi li provoca. Basta guerre; viviamo la vita.
• Spero che dopo le numerose manifestazioni in favore della pace,
la pace arrivi veramente.
• Le guerre non fanno altro che far soffrire gli innocenti. Speriamo
che i signori della guerra se ne rendano conto.
• Un mondo senza guerre, dove tutti possano vivere in pace. È
chiedere troppo?
• La pace sarà possibile finché ci saranno persone
determinate a ricordarcelo. Vorrei dire a queste persone di non
arrendersi; di continuare a dare la loro testimonianza. Il mondo
non può più aspettare.
• Pace è non affrontarsi, ma confrontarsi e accettarsi
anche nella diversità.
• Sono morte molte, troppe persone, ci sono state troppe ingiustizie,
troppe violenze a causa della guerra. Le persone devono lottare
per la pace.
• Vorrei vivere in un mondo senza guerre, dove i bambini potessero
giocare tranquilli, senza la paura di dover essere dilaniati da
una mina…
• Lasciare che il cuore vada oltre... portare questo spettacolo
dentro e intorno a noi... gridare la pace rispettando il silenzio...
• Penso che gli occhi di un bambino, di qualsiasi razza, non debbano
vedere il nero della guerra, il rosso del sangue, ma il rosa della
felicità e il rosso dell'amore. Un'utopia? Forse, ma voglio
crederci.
• I bambini che sopravvivono alla guerra rimangono per sempre
segnati da questa terribile esperienza.
• Invece di uccidere centinaia di persone con bombe e fucili sarebbe
più sensato aiutare chi muore di fame o di malattia.
• Perché nessuno pensa mai a quello che è già
successo in passato, agli orrori del Nazismo?
• I grandi uomini, i politici, i capi di stato decidono le guerre,
ma non vi partecipano.
• La guerra porta dolore, lacrime, ferite che rimarranno per sempre
nella memoria di chi l’ha vissuta. Talvolta la guerra distrugge
completamente l’esistenza di alcune persone, di intere famiglie.
La guerra rovina il futuro del mondo, non lo migliora, come molti
pensano…
• Migliaia di innocenti muoiono ogni giorno per l’avidità
dei paesi più ricchi.
• Per me la guerra è una cosa orribile. A volte senza rendermene
conto inizio a pensarci e mi faccio molte domande a cui non so
rispondere. |
Il Coordinamento per la Pace Valle d’Aosta
Per informazioni e adesioni a “Scuole di pace”:
tel. 347 7670220
e-mail: adret@tin.it
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