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Chabod e l'idea di Europa
“La storia
dell'idea di Europa attraverso la riflessione di Federico Chabod”:
primi esiti della sperimentazione dell'ipertesto sulle origini storiche
dell'identità europea, realizzato dall'Istituto Storico della Resistenza
e destinato alle scuole secondarie di secondo grado. Le voci delle insegnanti
e degli studenti.
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Federico Chabod con una classe di studenti verso la fine
degli anni Venti.
(Archivio Istituto Storico della Resistenza e
della Società Contemporanea in Valle d’Aosta) |
L’ipertesto
“La storia dell’idea di Europa attraverso la riflessione di
Federico Chabod”
Nell’ambito del dibattito sulle radici storiche
e culturali dell’identità europea, l’Istituto Storico
della Resistenza intende proporre alle scuole secondarie di secondo grado
un prodotto multimediale dal titolo “La storia dell’idea di
Europa attraverso la riflessione di Federico Chabod”.
L’ipertesto raccoglie una serie di testi storici e di fonti ragionate
su alcuni temi portanti, che Federico Chabod analizza per ricostruire
il processo storico che ha determinato l’affermazione dell’identità
europea, come realtà politica, spirituale e culturale.
Nel corso delle sua carriera universitaria, Federico Chabod ha prodotto
sull’argomento numerosi scritti, che si collocano in momenti storici
significativi e di svolta: dalla crisi europea degli anni Trenta ai nazionalismi
esasperati che fanno scoccare la scintilla del secondo conflitto mondiale,
fino ad arrivare agli anni Cinquanta, quando inizia l’opera di ricostruzione
della casa europea ed è forte il bisogno di fondare nuovi valori
di convivenza comune, nel rispetto delle individualità che la compongono.
I concetti fondanti l’evoluzione dell’idea di Europa approfonditi
dallo storico valdostano nelle sue lezioni universitarie, che il prodotto
multimediale propone, possono essere riassunti nei seguenti punti:
• la politica dell’equilibrio in quanto strumento essenziale
di negoziazione e di costruzione di rapporti tra stati a partire dall’età
moderna;
• la costruzione di un’identità europea attraverso
l’incontro con l’altro, che assume un ruolo essenziale del
processo di definizione e di conoscenza del sé;
• l’evoluzione storica dell’idea di Europa dall’antichità
all’Ottocento, mettendo in evidenza soprattutto i momenti di svolta
e in particolare i mutamenti che avvengono in età moderna;
• il rapporto dialettico tra idea di nazione e idea di Europa, con
un’attenzione precisa alle correnti spiritualistica e naturalistica
in relazione al declino dell’idea di Europa, determinato dall’esasperazione
dell’idea di nazione.
A partire da tali elementi, diventa allora interessante approfondire la
conoscenza di pensatori e correnti storico-filosofiche che hanno favorito
la costruzione di uno spirito europeo, a cui Chabod fa riferimento: dai
pensatori greci a Machiavelli, le correnti illuminista e romantica, i
progetti settecenteschi di federazione europea, il conservatorismo ottocentesco
di Metternich e gli ideali universalistici di Mazzini.
Il prodotto ha un’organizzazione di tipo modulare, quindi consente
ai docenti di costruire autonomamente dei percorsi di approfondimento
sul tema, in relazione al contesto didattico, agli interessi, alle risorse
di cui la scuola dispone. Esso può essere utilizzato per organizzare
una lezione frontale oppure per realizzare attività laboratoriali,
dove gli studenti sono chiamati a operare direttamente sui brani storico-filosofici.
Esso non suggerisce infatti spunti metodologici, ma puramente contenutistici:
è il docente che si occupa della mediazione didattica e decide
come utilizzare le diverse opportunità che il materiale può
offrire.
Le esperienze di seguito presentate dagli insegnanti, che nel 2004-2005
hanno iniziato a sperimentare alcune parti in costruzione dell’ipertesto,
mostrano proprio come esso possa essere utilizzato secondo modalità
diverse e in situazioni didattiche differenziate.
Quest’esperienza preziosa di collaborazione con le scuole verrà
portata avanti anche nel prossimo anno scolastico, coinvolgendo gli insegnanti
interessati, mediante iniziative di informazione e di formazione organizzate
dall’Istituto Storico della Resistenza, al fine di testare l’efficacia
del prodotto multimediale e renderlo così fruibile e spendibile
nelle scuole secondarie di 2° grado.
Coloro che desiderano maggiori informazioni possono rivolgersi all’Istituto
Storico della Resistenza ad Aosta in via Xavier de Maistre 24.
tel. 0165-40846, resvalleehis@libero.it
Antonella Dallou
Lo spazio della tolleranza nell’idea di Europa
Riflettere sul concetto di tolleranza mi sembra centrale
nella nostra epoca di globalizzazione e di incertezza. L’inarrestabile
fenomeno migratorio extracomunitario, che si presenta come un carattere
strutturale e non congiunturale nelle società ricche chiamate all’accoglienza,
nonché i nuovi contrasti politici e culturali in grado di produrre
altri tragici conflitti mi fanno percepire tutta l’urgenza di recuperare
le origini storiche e filosofiche della tolleranza. “La scuola deve
diffondere la consapevolezza che la democrazia culturale (qualche cosa
di più del semplice rispetto per la cultura dell’altro) rappresenta
una delle grandi sfide civili del futuro. Imparare a conoscersi, e quindi
non soltanto a tollerarsi (sostanzialmente ignorandosi), per comunicare
di più e anche con modalità originali (forse che ciascuna
lingua non è sovente che una commistione originale di più
lingue?) è un impegno che la nostra scuola deve tradurre in pratica.”(1)
È sulla base di queste riflessioni che nell’anno scolastico
2004-2005 ho voluto proporre, alla classe 4B dell’indirizzo Chimico-Biologico
del Liceo scientifico di Aosta, un affascinante percorso testuale attraverso
brani particolarmente significativi sul tema della tolleranza tratti da
opere filosofiche medievali, rinascimentali e moderne.(2)
Cittadini europei consapevoli |
A volte si sente dire a ragione che la Storia, intendendo
quella fatta di uomini ed ideali, sia la base per la comprensione
della società contemporanea e quindi di sé stessi.
Per gli studenti come me fare proprio questo concetto significa
non soltanto apprezzare pienamente tutti gli argomenti in cui ci
si imbatte durante il percorso formativo, ma anche arricchire la
propria consapevolezza di cittadini.
Il concetto di cittadinanza ai giorni nostri si è allargato:
non è più soltanto legato alla città o alla
nazione, ma all’entità d’Europa.
All’inizio dello scorso anno scolastico io ed alcuni alunni
della mia classe (la 4B Chimico-Biologico del Liceo Scientifico
di Aosta) abbiamo accettato la proposta della nostra professoressa
Daria Pulz di partecipare al concorso “L’Europa va a
scuola” organizzato dal quotidiano La Stampa ed è stata
un’ottima occasione per riflettere sull’argomento Unione
Europea.
Durante il nostro percorso di informazione e documentazione a proposito
di questo tema ci siamo resi conto che non si poteva prescindere
dall’analizzare il pensiero di diversi personaggi illustri
della Storia anche molto indietro nel tempo e che questo era un
lavoro molto complesso ed impegnativo. Quando, attraverso la nostra
insegnante, abbiamo saputo che Antonella Dallou si stava occupando
proprio dello studio e del riordino dei concetti ereditati dai più
grandi pensatori del passato rispetto all’Europa, ci siamo
sicuramente rallegrati.
Ora che finalmente il suo cd-rom è pronto siamo certi della
sua utilità per ogni studente che voglia acquisire una maggiore
consapevolezza delle radici della sua cittadinanza europea attraverso
i valori di unione, cooperazione e tolleranza.
Solange Pasquettaz
4B, Chimico-Biologico Liceo Scientifico di Aosta |
La prima parte del progetto didattico è stata dunque volta a studiare
la complessa e sfaccettata categoria di tolleranza, a partire dal suo
significato etimologico che denota un atteggiamento di passiva sopportazione,
per vederne poi gli sviluppi, tutti teorici, nella christianitas
medioevale e nel principio di libertà di coscienza rinascimentale.
La storia del concetto di tolleranza è stata utilizzata come lente
di ingrandimento attraverso la quale leggere alcune elaborazioni filosofiche
e dinamiche storiche sviluppatesi nell’età moderna, oggetto
di studio del quarto anno di corso.
La seconda parte del piano di lavoro ha inteso inseguire le tracce della
tolleranza nell’idea di Europa a partire dagli studi del nostro
concittadino Federico Chabod, tanto noti e ripresi in contesti nazionali
e internazionali quanto misconosciuti nelle scuole della nostra regione.
Ci hanno guidati in questo progetto di approfondimento le parole da lui
stesso pronunciate ai suoi studenti: “Il tema mi è particolarmente
caro, e desta in me una profonda risonanza, morale e spirituale: dalla
fede in alcuni valori supremi, morali e spirituali, che sono creazione
della nostra civiltà europea, è nato infatti l’impulso
a ripercorrere storicamente l’iter di questa civiltà, e,
anzitutto, a rispondere al quesito come e quando i nostri avi abbiano
acquistato coscienza di essere europei”(3).
A questo punto abbiamo utilizzato parte della lunga e scrupolosa ricerca
di Antonella Dallou confluita in un assai ricco CD-rom, presentato dall’autrice
stessa presso il Liceo scientifico di Aosta durante un proficuo pomeriggio
di aggiornamento sull’idea di Europa a partire dall’opera
di Federico Chabod, organizzato con la collaborazione dell’Istituto
storico per la Resistenza e l’età contemporanea della Valle
d’Aosta.
Ho proposto agli studenti di riflettere sull’Europa come individualità
storica e psicologica che si forma nel confronto con la non-Europa, in
particolare attraverso la contrapposizione tra le nascenti strutture statali
europee e il dispotismo asiatico e, quindi, a partire dall’incontro-scontro
con l’alterità. In seguito ci siamo soffermati sull’idea
di Europa nel Rinascimento: secondo Chabod, Machiavelli fu il primo a
elaborare l’idea di Europa come comunità dai caratteri peculiari,
ormai sganciata “dall’impero di medievale e dantesca memoria”(4)
e più vicina a una concezione politica modernamente laica. Machiavelli
viene dunque letto da Chabod come antesignano della fondamentale categoria
politica di laicità, ampiamente sviluppata nell’età
moderna dai filosofi dei quali sono stati analizzati con gli studenti
testi di incalcolabile portata formativa: ci siamo confrontati con molte
illuminanti pagine del Tractatus theologico-politicus di Baruch
de Spinoza, del Commentaire philosophique del libertino Pierre
Bayle, della Lettera sulla tolleranza di John Locke e del Dictionnaire
philosophique di Voltaire.
Storia e tolleranza |
Ho trovato l'approfondimento sul nostro concittadino Federico
Chabod e, in particolare, sulla sua opera principale “Storia
dell'idea d'Europa” molto interessante. Infatti, attraverso
i suoi studi sul percorso dell'idea di Europa nel tempo, Chabod
analizza quelle caratteristiche che spiegano la nascita della
civiltà europea moderna. Con ciò, egli affronta
anche il concetto di tolleranza dal punto di vista europeo, e
fa riflettere sul fatto che essa debba essere la base indispensabile
per formare uno sistema unitario e solido.
Secondo me quindi Chabod, proprio per questa sua analisi del passato
al fine di interpretare il presente europeo, dovrebbe essere studiato
e conosciuto maggiormente, soprattutto nella nostra regione, dove
il contatto con l'Europa è quanto mai presente.
Eleonora Poli
4B, Chimico-Biologico Liceo Scientifico di
Aosta
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Le pregnanti tesi storiografiche di Chabod ci hanno accompagnati
durante tutto l’anno nell’itinerario transdisciplinare a cavallo
tra filosofia e storia, che ha trovato nell’ipertesto “La
storia dell’idea di Europa attraverso la riflessione di Federico
Chabod” continui spunti di ricerca e inesauribili tracce di approfondimento.
In particolare ci siamo poi soffermati sul principio di equilibrio politico
che regola i rapporti tra stati europei a partire dal XVIII secolo: secondo
Chabod esso segna la nascita della diplomazia tra i vari governi europei,
e supera le precedenti tipologie di alleanze estemporanee legate perlopiù
alle guerre. In nome dell’equilibrio le varie potenze sono ora tenute
a rispettare le regole collegialmente codificate, attraverso leggi e trattati,
al fine di mantenere lo status quo del sistema europeo: “cercare
d’infrangere uno dei minori sistemi, voleva dire infrangere il sistema
generale”(5).
È dunque con l’età moderna che si afferma l’immagine
di un’Europa “con contorni sempre più precisi, un corps
politique unitario per certi princìpi comuni, anche se diviso
in vari organismi statali; un corpo dalle molte anime”(6).
In definitiva con questo lavoro ci siamo proposti di
ripercorrere le vie della perlomeno teorica tollerante coscienza europea,
con l’intento di formarci culturalmente a diventare cittadini europei
in grado di collaborare alla costruzione della nuova Europa perché,
come ha dichiarato Tzvetan Todorov, “L’uomo europeo è
già nato e l’idea di Europa non è un sogno irrealizzabile,
ma un formidabile processo in atto […]. L’Europa è
un bricolage fatto da artigiani e umanisti che mettono insieme materiali
antichi per costruire qualcosa di nuovo.”(7)
Daria Pulz
Note
(1) Demetrio D., Favaro G. (2000), Introduzione a Immigrazione e pedagogia
interculturale. Bambini, adulti, comunità nel percorso di integrazione,
Firenze, La Nuova Italia, pp. 31-40
(2) Maruzzi M. (2000), La tolleranza, Torino, Paravia.
(3) Citazione di Armando Saitta ed Ernesto Sestan in Saitta A., Sestan
E. (2003), Prefazione, in Chabod F., Storia dell’idea di Europa,
Bari-Roma, Laterza, p. 5.
(4) Chabod F., Storia dell’idea di Europa,
cit., p. 50.
(5) Idem, p. 13.
(6) Idem, pp. 55-56.
(7) Todorov T. (1992), Di fronte all’estremo, Milano, Garzanti.
Europa/Europe
Talvolta lo scambio tra ricerca e didattica funziona,
talvolta le idee incontrano le persone ed i loro bisogni di risposte:
talvolta tra insegnanti si può comunicare realmente confrontandosi
su necessità, che provengono dalla pratica didattica, e intuizioni,
approfondimenti che nascono dallo studio e dalla ricerca. Questo è
il caso dell'ipertesto ideato da Antonella Dallou, relativo alla nascita
dell'idea di Europa in Federico Chabod, e
l'aspetto storico - filosofico dello stage di una classe del
liceo delle scienze sociali, da me realizzato.
Nel triennio del liceo delle scienze sociali è prevista, secondo
il curricolo, la realizzazione di stage attinenti alle scienze
sociali stesse, ma la cui preparazione teorica è a carico di tutto
il consiglio di classe. Durante quest'anno scolastico, nella classe IV
dell’Istituto Magistrale M. Adelaide di Aosta, si è scelto
come tema dello stage quello dell'intercultura. Come insegnante
di storia mi sono chiesta quale contributo significativo potessi offrire
per la preparazione teorica di tale stage, pensando altresì che
il “nocciolo” di tutti i discorsi relativi all'intercultura
sottende una questione più ampia: ovvero il nostro modo di intendere
l'altro.
Leggendo quindi l'ipertesto “La storia dell’idea di Europa
attraverso la riflessione di Federico Chabod”, ho individuato proprio
in tale tematica un argomento di estrema attualità che avrebbe
potuto circoscrivere e concretizzare il discorso interculturale. Nello
specifico, ho trovato illuminanti le considerazioni dello storico valdostano,
relative alla formazione dell'idea di Europa, secondo la categoria della
"contrapposizione" e riflettendo su tale categoria ho proposto
alla classe un itinerario relativo alla questione dell'altro nella costruzione
dell'idea di Europa.
Nella convinzione che, come dice Edgar Morin nel suo Pensare l'Europa:
“tutto ciò che semplifica l'Europa - idealizzazione, astrazione,
o riduzione - la mutila [e che] l'Europa è un Complesso il cui
carattere è di riunire insieme senza confondere le più grandi
diversità e di associare i contrari in maniera non separabile”,
ho proposto una riflessione storico - filosofica che prendesse in considerazione
la posizione di Chabod e quella di due filosofi : Giovanni Reale e Rémi
Brague.
Questo naturalmente in considerazione del fatto che la peculiarità
del liceo delle scienze sociali è quella di educare alla complessità,
offrendo gli strumenti teorici per potere leggere la complessità
stessa.
I testi da me presi in considerazione, oltre all'ipertesto “La storia
dell’idea di Europa attraverso la riflessione di Federico Chabod”,
sono: Radici culturali e spirituali dell'Europa di Giovanni Reale
e Il futuro dell'Occidente - nel modello romano la salvezza dell'Europa
di Rémi Brague. Il pensiero di tali autori è stato posto
in forma quasi dialogica per comprendere le diverse posizioni e le diverse
modalità di proporre la genesi dell'idea di Europa, il suo modello
di riferimento e soprattutto la modalità in cui poteva intendersi
“l'altro”.
In maniera piuttosto schematica ho individuato una categoria
di riferimento per ogni autore, categoria che appunto spiega la modalità
di intendere l'altro e quindi il tipo di identità alla quale si
perviene: nello specifico, ho individuato tre differenti modalità
di riflettere sulla formazione dell'identità europea: la posizione
di Chabod, che utilizza la categoria della contrapposizione, giunge ad
un'identità che mi sono permessa di definire negativa,
nel senso che insiste su ciò che non siamo, lasciando
all’uomo europeo il compito di comporre in modo complementare
unità e molteplicità.
Reale propone invece un'identità da me definita positiva, poiché
insiste maggiormente su ciò che siamo, pur lasciando all'uomo europeo
il compito di costruire una “casa europea” da offrire allo
straniero in modo che si accolga la diversità senza annullare,
ma anzi rafforzare l'identità.
La riflessione di Rémi Brague propone un'identità che ho
definito intermedia, insistendo sul carattere della romanità, cioè
della “secondarietà” della cultura latina e cristiana,
rispetto a quella greca e giudaica, lasciando all'uomo europeo il compito
di riscoprire in questa secondarietà, cioè in questa abilità
di mediazione e trasmissione di un sapere ricevuto, la propria caratteristica
e il proprio destino, ovvero quello di cercare ciò che definisce
la cultura europea non in se stessa, ma altrove, dove quindi l'apertura
all'altro è un tratto “costituzionale”, non si tratta
di un annullamento di sé, ma di una definizione di sé a
partire da come “leggo, interpreto, comprendo” l'altro.
Tale percorso ha richiesto uno sforzo culturale notevole da parte delle
alunne che hanno poi utilizzato la formula dell'articolo di giornale o
del saggio breve per riportare tali considerazioni.
Il frutto di tale ricerca è confluito inoltre nella costruzione
di un saggio breve proposto alle classi Ve proprio a partire dalle citazioni
da tali opere e delle suggestioni in essa contenute. Riporto qui di seguito
la proposta di saggio breve o articolo di giornale offerta alle classi
Ve, nella speranza che possa rispondere a qualche bisogno didattico.
Donatella Corti
Insegnare la Storia del XX secolo in
dimensione europea |
“L'Europa spirituale ha un luogo di nascita. Non parlo
di un luogo geografico, di un paese, per quanto anche questo sia
legittimo; parlo di una nascita spirituale che è avvenuta
in una nazione, o meglio in singoli uomini di questa nazione.
Questa nazione è l'antica Grecia del VII e del VI secolo
a.C. In essa si delinea un nuovo atteggiamento di alcuni uomini
nei confronti del mondo circostante. [...] I Greci la chiamarono
filosofia. [...] Nella comparsa della filosofia io vedo il fenomeno
originario dell'Europa spirituale.”
(Husserl E. (1999), Crisi e rinascita della
cultura europea, tr. it. a cura di Cristin R., Marsilio,
Venezia, p.45)
“La scienza europea come tale ha raggiunto
una diffusione internazionale e intercontinentale, tanto da essere
una per tutto il mondo. Tuttavia, il concetto di filosofia non si
può ancora applicare alle grandi risposte che le altre culture
dell'Oriente e dell'India hanno dato alle domande dell'umanità,
come le ripropone costantemente in Europa la filosofia. Fondamentalmente,
è del tutto arbitrario se chiamiamo il dialogo tra un saggio
cinese e il suo discepolo con il nome di filosofia.”
(Gadamer H.-G., “L'Europa e l'oikoumene”,
in Heidegger M. - Gadamer H.-G. (1999), L'Europa e la filosofia,
ed. it. a cura di Bednarich J., Marsilio, Venezia, p. 90)
“Si parla senza fine di Europa in senso politico,
ma si trascura la questione di sapere cosa sia realmente, a da dove
è nata. Noi vogliamo parlare dell'unificazione dell'Europa.
Ma l'Europa è qualcosa che si può unificare? Si tratta
di un concetto geografico o puramente politico? No, e se vogliamo
affrontare la questione della nostra situazione presente, dobbiamo
innanzitutto comprendere che l'Europa è un concetto che si
basa su fondamenti spirituali, e ora si capisce che cosa significa
questa domanda.”
(Patocka J. (1997), Platone e l'Europa,
tr. it di Cajthaml M. e Girgenti G., Vita e Pensiero, Milano, p.90)
“Perché l'Europa rimanga se stessa,
non è necessario che tutti coloro che la popolano si riconoscano
esplicitamente come cristiani, ancora meno come militanti [... tuttavia]
l'Europa deve restare, o ridiventare, il luogo della separazione
tra temporale e spirituale, e ancor più della pace fra questi,
dove ognuno riconosce all'altro la legittimità nel proprio
campo. [...] Deve restare o ridiventare il luogo in cui l'unità
tra gli uomini non può essere costruita intorno ad un'ideologia,
ma nei rapporti fra persone e gruppi concreti. Se questi elementi
dovessero cancellarsi, si sarebbe forse costruito qualcosa, forse
qualcosa di durevole. Ma sarebbe ancora l'Europa?”
(Brague R. (1998), Il futuro dell'Occidente.
Nel modello romano la salvezza dell'Europa, tr. it. A. Soldati,
Rusconi, Milano, p.194)
“Un singolo europeo può non credere
che la fede cristiana sia vera, e tuttavia tutto ciò che
egli dice e fa scaturirà dalla parte della cultura cristiana
di cui è erede, e da quella trarrà significato. Solamente
una cultura cristiana avrebbe potuto produrre un Voltaire e un Nietzsche.”
(Eliot T. S. (1992), Appunti per una definizione
della cultura. In Opera 1939 - 1962, a cura di Sanesi R., Bompiani,
Milano, p.638)
“Noi siamo cristiani, e non possiamo non
esserlo [...] anche se non seguiamo più le pratiche di culto,
perché il cristianesimo ha modellato il nostro modo di sentire
e di pensare in guisa incancellabile; e la diversità profonda
che c'è fra noi e gli antichi, fra il nostro modo di sentire
la vita e un contemporaneo di Pericle e di Augusto è proprio
dovuta a questo gran fatto, [...] cioè il verbo cristiano.
Anche i cosiddetti 'liberi pensatori', anche gli 'anticlericali'
non possono sfuggire a questa sorte comune dello spirito europeo.”
(Chabod F. (2001), Storia dell'idea di Europa,
a cura di Sestan E. e Saitta A., Laterza, Roma - Bari, p.162) |
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