Gli studenti della Facoltà di scienze
infermieristiche organizzano con successo interventi didattici nelle
scuole della Valle d’Aosta.
Mangiamo bene per sentirci bene… perché una buona alimentazione
è la fonte principale del benessere; una dieta varia, completa
e piacevole, ci rende più felici e ci permette di godere di buona
salute. I principi di una corretta alimentazione si possono riassumere
in pochi punti concreti: varietà, equilibrio e moderazione…
eppure i conti non tornano. Nell’ultimo decennio, infatti, il
numero di bambini obesi è aumentato e l’eccesso di peso
è diventato uno dei principali problemi di salute per bambini
e adolescenti. In Italia, secondo i dati pubblicati dall’Istituto
Superiore di Sanità e dall’ISTAT, circa il 4% dei bambini
è obeso e il 20% in sovrappeso. Il problema interessa soprattutto
la fascia di età 6/13 anni e più i maschi delle femmine.
Questi dati sono i primi risultati dell’Indagine Multiscopo del
2000, svolta dall’Istat, per fotografare il sovrappeso e l’obesità
infantile nel nostro paese. La Regione che presenta la più alta
percentuale di bambini obesi è la Campania con il 36%, mentre
la Valle d’Aosta, con il 14,3%, risulta la meno toccata dal fenomeno.
In questo contesto, le Istituzioni deputate alla tutela della salute
e alla formazione dei giovani definiscono linee guida e propongono alleanze
per il benessere dei cittadini.
“Mangiamo Bene per Sentirci Bene” è il titolo del
progetto di educazione alimentare che gli studenti del Corso di Laurea
in Infermieristica realizzano in alcune classi delle Scuole primarie
e secondarie di primo grado della Valle d’Aosta. Il progetto nasce
nell’anno scolastico 2001-2002 dalla richiesta di collaborazione,
pervenuta al corso DUI (Diploma Universitario Infermieri), da parte
dell’Istituzione scolastica “Aosta 2”. Alcuni insegnanti
avevano rilevato la necessità di affrontare con le loro classi
la tematica dell’alimentazione. Dall’osservazione che gli
stessi insegnanti avevano effettuato presso i loro alunni erano emerse
abitudini alimentari lontane da stili alimentari appropriati quali:
la consuetudine a non consumare la colazione, quella a eccedere nelle
delizie dolci e salate o a prendere le debite distanze da ortaggi e
frutta.
Perché gli infermieri in classe? Non sono forse i luoghi di cura
gli ambiti dove abitualmente si incontrano? Nel curriculum di studi
per la preparazione dei futuri infermieri, un buon numero di crediti
formativi sono riservati alla formazione di competenze nel campo della
promozione della salute e dell’educazione terapeutica: “meglio
prevenire che curare…”. Gli studenti infermieri, dopo aver
acquisito i contenuti teorici necessari, con la supervisione di tutor
e docenti, li mettono alla prova utilizzandoli, prima in aula poi in
esercitazioni e laboratori “sul campo”, cioè nelle
scuole.
Il progetto di educazione alimentare si articola in più fasi.
L’analisi dei bisogni educativi avviene tramite il confronto con
insegnanti e genitori oppure attraverso la somministrazione di questionari
che indagano le abitudini e le conoscenze dei ragazzi. I bisogni di
formazione maggiormente ricorrenti negli ultimi anni derivano dalla
mancanza di consapevolezza e conoscenza dell’importanza di un’alimentazione
variata ed equilibrata. Tali bisogni sono conseguenza di abitudini consolidate
fin dalla tenera età, spesso rinforzate dagli odierni ritmi di
vita che comportano numerosi impegni degli alunni e delle famiglie,
poco tempo da dedicare alla preparazione dei pasti e al loro consumo.
L’individuazione delle finalità educative e degli obiettivi
specifici sono orientati a far acquisire agli alunni consapevolezza
e conoscenze dell’importanza di una corretta alimentazione, quale
fonte primaria di benessere e ad individuare con i genitori strategie
che permettano di proporre ai loro figli abitudini nuove nel consumo
di alimenti solitamente rifiutati.
La programmazione dei contenuti e dei metodi
Nella scelta di contenuti appropriati ai bisogni formativi emersi,
gli studenti infermieri fanno riferimento al loro bagaglio conoscitivo,
a banche dati, a evidenze scientifiche esistenti. Gli argomenti individuati
si riferiscono ai principi e all’importanza di un’alimentazione
equilibrata, ai fabbisogni nutrizionali correlati all’età
e all’attività fisica ed ai possibili rischi per la salute
che derivano da abitudini alimentari scorrette protratte nel tempo.
Si parla dunque di obesità, malattie cardiovascolari, ipertensione,
diabete.
Per la scelta dei metodi, che devono essere pertinenti agli obiettivi
ed ai destinatari, gli studenti infermieri, oltre ad utilizzare gli
insegnamenti acquisiti durante i corsi di pedagogia, si confrontano
con gli insegnanti degli alunni cui si rivolge il progetto, traendo
preziosi consigli e suggerimenti. Per le scuole primarie si prediligono
attività ludiche quali fiabe, filastrocche, indovinelli, ricostruzioni
della piramide alimentare, mentre per le scuole secondarie di primo
grado la trasmissione teorica dei contenuti viene presentata sotto forma
di lezione interattiva, seguita da momenti di gioco o dibattito con
la classe.
La pianificazione delle tecniche di valutazione
Si predispongono, fin dal momento della progettazione, le modalità
di valutazione dei risultati costruendo questionari, interviste, griglie
di osservazione.
La realizzazione degli interventi educativi
Dopo aver concordato le date e gli orari con le scuole, gli studenti
infermieri, affiancati da tutor, entrano nelle classi. La presenza degli
insegnanti della classe, durante la realizzazione degli interventi educativi,
è di fondamentale importanza in quanto dà continuità
ai contenuti del progetto.
Gli insegnanti, oltre a riprendere i contenuti, in alcune occasioni
con la collaborazione dei genitori, hanno stimolato gli alunni a sperimentare
nuove abitudini alimentari quali, ad esempio, la compilazione di una
tabella settimanale relativa allo spuntino di metà mattinata.
I bambini e i ragazzi destinatari degli interventi educativi hanno accolto
con entusiasmo i “nuovi insegnanti infermieri”, anche se,
all’inizio di ogni incontro, c’è sempre chi ironizza
dicendo: “Gli infermieri? Non siamo mica ammalati!”.
Gli alunni dimostrano interesse e capacità di comprendere i contenuti
trasmessi anche per il fatto che a proporli, per una volta, non sono
la mamma o l’insegnante, ma ragazzi (anche gli infermieri sono
studenti) in cui si rispecchiano per condizione, linguaggio, look, gusti
e interessi.
Gli interventi educativi, possono variare in funzione del numero e della
tipologia di bisogni formativi emersi. In genere l’attività
si svolge in circa quattro ore suddivise in due incontri. I progetti
realizzati sino ad oggi sono quindici: sette rivolti ad alunni di scuole
primarie e otto rivolti ai ragazzi delle scuole secondarie di primo
grado, di quattro Istituzioni scolastiche (“Aosta 2”, “Aosta
4”, “Maria Ida Viglino” e “Abbé Trèves”).
Per l’anno scolastico 2005-2006 sono previsti interventi in sei
Istituzioni scolastiche.
La valutazione
Ogni progetto prevede infine la valutazione delle conoscenze acquisite
dagli alunni tramite la somministrazione di un questionario anonimo
alla fine dell’incontro e, successivamente, attraverso il confronto
con gli insegnanti. I dati elaborati in questi anni attestano che i
contenuti trasmessi sono stati acquisiti e che negli alunni vi è
maggior coscienza della necessità di adottare abitudini alimentari
salutari sin da giovani. La consapevolezza è stata maggiore là
dove gli interventi educativi hanno avuto continuità negli anni.
Elevata soddisfazione è stata espressa anche dagli studenti infermieri
poiché i progetti di educazione alla salute consentono loro di
mettere in pratica i concetti teorici appresi e di riflettere sulla
responsabilità professionale che chiede loro di proporsi come
modelli di stili di vita sani.
Loredana Ronc - Giorgia Cacace
Bibliografia
BIANCO FINOCCHIARO R., SIDOTI B., Cultura che nutre. Strumenti per l’educazione
alimentare. Giunti Progetti Educativi, Firenze.