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Il ruolo dei genitori nella scuola

Gli anni '70 hanno segnato l'apertura della scuola alle famiglie. Da allora, il ruolo dei genitori nell'istituzione si è progressivamente affermato, superando lo stretto livello degli organi collegiali.

E' necessario riandare con la memoria al clima politico e sociale degli anni ’60-’70 per ritrovare la motivazione che fece nascere il bisogno pressante di una partecipazione reale e democratica alla vita ed alla gestione della scuola da parte delle famiglie degli alunni.
La contestazione studentesca prima e degli insegnanti poi portarono anche il Ministero della Pubblica Istruzione ad elaborare un progetto di rappresentanza delle istituzioni e delle famiglie nella scuola che si concretizzerà nell’emanazione dei cosiddetti decreti delegati che istituivano gli Organi collegiali di circolo o istituto, distrettuali, provinciali, nazionali (DPR n. 416 del 31 Maggio 1974) ripresi successivamente nel Decreto Legislativo n. 297 del 16 aprile 1994 (Testo Unico).
Il processo educativo nella scuola, infatti, si costruisce, in primo luogo, nella comunicazione tra docente e studente, ma si arricchisce in virtù dello scambio con la comunità che attorno alla scuola vive e lavora.
La partecipazione al progetto scolastico da parte dei genitori è un contributo fondamentale.
Gli organi collegiali della scuola, ad eccezione del collegio dei docenti, prevedono sempre la rappresentanza dei genitori e sono tra gli strumenti che possono garantire sia il libero confronto fra tutte le componenti scolastiche sia il raccordo tra scuola e territorio.
Ad un periodo di grande partecipazione popolare e democratica dei genitori alla gestione della scuola che esprimeva la sincera volontà di instaurare un rapporto efficace tra scuola e famiglia, espresso, talvolta, in maniera ingenua e spontanea, ma carica di significato, si è sostituita, poco alla volta, la ritualità delle riunioni (Consiglio di intersezione, interclasse, classe) e delle assemblee nelle quali il ruolo del genitore è quello di spettatore e non di attore dell'evento.


Consapevole di questo rischio il Ministero istituisce nel 2002 (DM n.14) il Forum Nazionale delle Associazioni dei genitori della Scuola (Fona GS)
di cui fanno parte le Associazioni dei genitori maggiormente rappresentative a livello nazionale:
AGE (Associazione Nazionale Genitori); AGeSC (Associazione Genitori Scuole Cattoliche); CDG (Coordinamento Genitori Democratici). Lo scopo era quello di valorizzare la componente dei genitori e assicurare una sede stabile di consultazione delle famiglie sulle problematiche sociali e culturali.
Anche la Legge n. 53 del 28/03/2003 di riforma della scuola (meglio conosciuta come “Riforma Moratti”) ed il successivo decreto legislativo n. 59 del 19/02/2004 di attuazione concreta della legge stessa sottolineano, con forza, la necessità di consolidare il ruolo della famiglia nella scuola; nello specifico “le famiglie contribuiscono in maniera attiva e partecipata alla definizione dei percorsi formativi dei propri figli, nel rispetto delle loro vocazioni, capacità, attitudini e inclinazioni, anche attraverso la scelta degli insegnamenti e delle attività educative, da svolgere nell'orario facoltativo opzionale ed inoltre si appronta uno strumento, il “Portfolio delle competenze individuali”, che descrive e documenta il percorso dell'alunno con osservazioni dei docenti e della famiglia sui metodi di apprendimento del bambino con la rilevazione delle sue caratteristiche originali nelle diverse esperienze formative affrontate” (CM n. 29 del 05/03/2004).
Anche la nuova struttura dell'orario scolastico sancisce il rafforzamento della responsabilità delle famiglie nella formazione ed istruzione dei propri figli affievolendo quella dell'istituzione scolastica.
Sono le famiglie, all'atto dell'iscrizione, ad optare per il modello curricolare obbligatorio che, ad esempio, è di 27 ore settimanali nella scuola primaria,
o per un modello arricchito con altre attività per un massimo di 3 ore settimanali (27 + 3 + eventuale tempo mensa).
Da alcuni anni è in discussione presso la VII Commissione Parlamentare un disegno di legge di riordino degli organi collegiali della scuola che prevede una consistente rappresentanza dei genitori all'interno del “Consiglio della scuola” ed un apporto fondamentale degli stessi nella formulazione del Piano dell'offerta formativa.
Il testo unificato risultante dall'esame degli emendamenti in sede referente, datato 23/02/2005 C 774, così recita all'art. 1 comma 5: “Gli organi di Governo concorrono alla definizione e realizzazione degli obiettivi educativi e formativi, attraverso percorsi articolati e flessibili coerenti con le disposizioni adottate in attuazione della legge 28 marzo 2003, n. 53, che trovano compiuta espressione nel piano dell'offerta formativa. Il piano tiene conto delle richieste delle famiglie ed è comprensivo delle diverse opzioni eventualmente espresse da singoli o da gruppi di insegnanti nell'ambito della libertà di insegnamento. Gli organi di governo valorizzano la funzione educativa dei docenti, il diritto all'apprendimento e alla partecipazione degli alunni alla vita della scuola, la libertà di scelta dei genitori ed il patto educativo tra famiglie e docenti.”
L'auspicio è che, in tempi brevi, si arrivi alla sua definitiva approvazione.

Un ruolo ancora da definire

“Il coinvolgimento dei genitori nella gestione della scuola è essenziale se si vogliono ottenere risultati, poiché senza la cooperazione non è possibile raggiungere obiettivi fondamentali. Se i genitori sono indifferenti o avversi nei confronti della scuola, se c'è astio o contrattazione verso gli insegnanti, non si favoriscono processi educativi e culturali importanti. […] La crisi nei rapporti fra scuola e famiglia è evidente anche per il fatto che, accanto ai genitori sempre più invadenti e critici nei confronti dell'operato dei docenti, risultano in aumento i genitori che, sfuggendo alle loro responsabilità educative, sono difficilmente raggiungibili per un confronto educativo, assenti o estranei all'esperienza scolastica dei figli” (L. d'Alonzo, La gestione della classe, La Scuola, Brescia).
Un proficuo rapporto fra scuola e famiglie può essere migliorato potenziando e valorizzando le componenti istituzionali dentro la scuola facendo assumere ai genitori il ruolo di rappresentanza delle istanze delle famiglie nella consapevolezza dei propri diritti e dei propri doveri.
Ma come potrebbe cambiare il ruolo del genitore rappresentante nel Consiglio di sezione, di classe, della Scuola, nei Comitati genitori? Scopo della rappresentanza dei genitori è “esserci, come genitori, nella scuola” per instaurare un positivo confronto con gli insegnanti basato sulla condivisione di fondo di una metodologia attenta ai processi educativi oltre che ai livelli di apprendimento, per favorire lo sviluppo armonico dei figli a partire dall'esperienza che essi vivono, per far conoscere il punto di vista dei genitori.
Essere genitore rappresentante significa anche raccogliere, sempre e comunque, le esigenze che i genitori esprimono, riportandole in modo corretto, anche se non le si condividono, in quanto egli “rappresenta” l'insieme dei genitori.
Focus dell'impegno del rappresentante è la dimensione relazionale e sociale del gruppo classe, avendo cura di non farsi portatore di singoli bisogni individuali.
All'interno di una relazione triangolare (alunni, insegnanti, genitori) egli assume un ruolo di mediatore ponendosi come obiettivo la costruzione del benessere di tutti gli alunni.
Per coinvolgere i genitori si possono proporre alcuni momenti di incontro autogestiti, utilizzando spazi che la scuola mette a disposizione. Spesso i momenti di incontro informale (entrata e uscita degli alunni, feste, spettacoli, manifestazioni sportive) sono utilizzati come occasioni di raccolta di esigenze e di confronto con i genitori.
Se è sentito il senso di appartenenza alla scuola da parte delle famiglie, viene spontaneo attivarsi per renderla migliore potenziandone le risorse, migliorando la qualità della mensa, risolvendone problemi di tipo strutturale, ecc.).
È importante inoltre favorire la formazione di “comitati dei genitori” stabili e coesi al loro interno che rappresentino le istanze di tutti i plessi che fanno parte di un’istituzione scolastica.
Infine la presenza attiva dei rappresentanti dei genitori negli organi collegiali e nelle commissioni di lavoro di istituto fornisce un contributo specifico nella fase di stesura del Piano dell'offerta formativa, della Carta dei servizi, del regolamento di istituto e nella preparazione dei questionari di valutazione del servizio scolastico.

Attilio MIlani

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