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Il sostegno alle famiglie problematiche

Le politiche sociali e gli interventi giudiziari a favore dei minori in grande difficoltà in Valle d’Aosta.

IL PIANO SOCIO-SANITARIO REGIONALE

Le modalità che regolano gli interventi in favore dei minori in Valle d'Aosta sono contenute nel Piano socio-sanitario regionale, documento programmatico e di orientamento che, tenuto conto anche della normativa nazionale vigente, individua azioni ed interventi per la realizzazione delle politiche sociali a favore dei minori.
A livello centrale, presso il Servizio famiglia e politiche giovanili dell'Assessorato sanità, salute e politiche sociali della Regione sono presenti attività progettuali di coordinamento dei servizi, il Servizio affido ed il Servizio adozioni.
Gli interventi in favore dei minori continuano ad essere realizzati diffusamente dalle diverse équipe socio-sanitarie operanti a livello territoriale nei quattro distretti socio-sanitari in cui il territorio regionale è suddiviso; tali équipe sono composte dall'assistente sociale, dallo psicologo, dall'educatore e sono spesso integrate, a seconda dei casi, dal neuropsichiatra infantile, dall'assistente sanitaria e dai terapisti della riabilitazione.
Per quanto concerne l'attuazione a livello locale della legge nazionale n. 285/1997 “Disposizioni per la promozione di diritti ed opportunità per l'infanzia e l'adolescenza” sono stati attivati progetti presentati congiuntamente da enti locali, istituzioni scolastiche, associazioni di volontariato e privato sociale.
I progetti prevedono, in linea con le priorità indicate dal Piano socio-sanitario, interventi relativi al sostegno genitoriale, alla creazione di spazi di informazione e incontro per le famiglie, alla sperimentazione di laboratori per bambini e ragazzi (fasce di età 6/11 anni; 11/15; 15/18) finalizzati, in modo particolare, alla prevenzione di comportamenti violenti nei bambini e negli adolescenti.
Accanto ai servizi ed alle iniziative appena citati sono presenti interventi e servizi in favore di minori in difficoltà quali il servizio di assistenza domiciliare educativa, il servizio affido ed accoglienza, le comunità per minori ed il servizio adozioni.

Il servizio di assistenza domiciliare educativa

Il servizio di assistenza domiciliare educativa riguarda anche l’ambiente scolastico e si inserisce nel panorama dei servizi alla persona, come supporto alle famiglie ed ai minori in condizioni di difficoltà socio-culturale non cronicizzata. Si colloca nella prevenzione del disagio ponendo quale obiettivo principale il mantenimento del minore nel proprio ambiente familiare offrendo alla famiglia un supporto temporaneo.
Il Servizio di assistenza domiciliare educativa (ADE) intende favorire il rafforzamento delle figure genitoriali ed il miglioramento della qualità delle relazioni tra adulti e minori, l'attivazione di risorse e potenzialità presenti nella famiglia e nel territorio, la costruzione di una rete di legami tra la famiglia e l'ambiente circostante. Gli interventi erogati dagli educatori e condivisi dagli altri componenti delle équipe territoriali rivestono un'importanza rilevante nell'individuazione di fattori di rischio sui quali lavorare.

IL SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE EDUCATIVA

Il servizio di Assistenza Domiciliare Educativa (ADE), dell'Assessorato sanità, salute e politiche sociali della regione, vuole prevenire il disagio minorile e si pone come obiettivo principale quello di mantenere il minore nel proprio ambiente familiare o sociale, offrendo alla famiglia un supporto temporaneo. Attraverso la promozione di processi di autonomizzazione del nucleo preso in carico, la ricerca delle risorse interne ad esso e la loro organizzazione, l'ADE intende favorire il rafforzamento delle figure genitoriali ed il miglioramento delle qualità delle relazioni.
Il servizio persegue alcune finalità:
• mantenere il minore in famiglia attraverso il recupero delle risorse potenziali della famiglia stessa ed il rafforzamento delle figure parentali;
• attivare risorse e potenzialità rintracciabili nella famiglia e sul territorio;
• costruire una rete di legami tra minori e famiglia di origine e tra queste e l'ambiente circostante (scuola, vicinato, comunità locale);
• prevenire la cronicizzazione di situazioni di sofferenza psico-fisica e sociale dei minori in difficoltà.

I destinatari del servizio
Il servizio si rivolge a minori (o gruppi di minori) di età compresa tra 0 e 18 anni e le loro famiglie, in cui siano presenti:
• difficoltà di accudimento ed educazione della prole;
• difficoltà relazionali e comportamentali;
• difficoltà di adattamento socio-culturale;
• rischio di emarginazione e devianza.
Cioè i casi per i quali sia possibile prevedere un'evoluzione positiva in quanto:
• la situazione di disagio non è cronicizzata;
• esiste negli adulti referenti una minima consapevolezza delle proprie difficoltà;
• esiste una concreta disponibilità alla collaborazione da parte della famiglia.

Le modalità di accesso al servizio
I servizi sociali possono venire a conoscenza delle situazioni di disagio attraverso la richiesta diretta di aiuto da parte delle famiglie, oppure tramite la segnalazione dei servizi del territorio (scuola, parrocchia, vicinato, centri giovani…).
L'équipe socio-sanitaria territoriale presenta domanda su apposita modulistica, corredata da relativo progetto. L'amministrazione autorizza l'accesso al servizio previa valutazione da parte dello staff minori composto da un referente regionale del servizio ADE, due assistenti sociali dell'ufficio minori del Servizio famiglia e politiche giovanili e il direttore dell'UB di psicologia dell'USL.
Il ruolo del referente regionale ADE è ricoperto da un educatore professionale dipendente dell'amministrazione in servizio presso l'ufficio minori del Servizio famiglia e politiche giovanili con funzioni di raccordo rispetto all'attivazione degli interventi educativi territoriali, referenza per osservazioni di tipo qualitativo, valutativo, raccolta dati, nonché amministrativo.

 

Il Progetto Sorriso

Il “Progetto Sorriso” è finalizzato alla prevenzione ed individuazione del disagio dei minori in ambito scolastico, familiare e relazionale e all’intervento nei casi di maltrattamento e di abuso ai danni di minori. È costituito prevalentemente da interventi formativi rivolti agli operatori socio-sanitari territoriali, educativi e scolastici con l'obiettivo di fornire loro maggiori strumenti per leggere ed interpretare i segnali di disagio dei minori, al fine di attivare gli opportuni aiuti.
Risulta evidente, infatti, che un minore che si trova in una situazione di forte disagio e/o viene maltrattato presenta un rischio maggiore di diventare un minore deviante rispetto ad un minore che vive in condizioni normali.

ALCUNI INTERVENTI GIUDIZIARI
Tratto da un contributo predisposto dal Presidente del Tribunale per i minorenni.

La competenza civile del Tribunale per i minorenni è vastissima. La principale funzione attribuita al giudice minorile è quella della protezione del minorenne in quanto persona e cittadino titolare di diritti. Il minore ha il diritto di essere tutelato da condotte pregiudizievoli di uno o entrambi i genitori che possano compromettere il suo sviluppo attraverso l'adozione dei provvedimenti che possono limitare la potestà dei genitori. La decisione del magistrato non può, pertanto, prescindere dall'accertamento in concreto del pregiudizio e dalla valutazione dell'interesse del minore.
In questi due concetti (pregiudizio ed interesse) e sul dettato costituzionale in base al quale “nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti” trova la sua ratio la legge n. 149/2001 che disciplina l'istituto dell'affidamento temporaneo eterofamiliare del minore, nel caso di ambiente familiare temporaneamente inadeguato e l'istituto dell'adozione, nei casi di abbandono per mancanza di assistenza morale e materiale da parte dei genitori e dei parenti.
Il magistrato minorile è chiamato ad effettuare una valutazione attenta, caso per caso, senza preconcetti e senza pregiudizi, su come il minore reagisce o patisce di fronte ad una situazione che si presenta negativa per il suo sviluppo psico-fisico, attuando una previsione in ordine al tempo di tenuta del minore, alla capacità di recupero dei genitori e al tempo necessario per tale recupero, nella consapevolezza che il diritto del bambino a vivere nella propria famiglia deve essere salvaguardato solo se quella convivenza non produce danni più o meno reversibili, attuali o futuri.
In questo lavoro di diagnosi e di prognosi che investe l'intero nucleo familiare e che costituisce il presupposto essenziale perché i provvedimenti dell'Autorità Giudiziaria rispondano al reale interesse del bambino, i Servizi sociali locali rivestono un ruolo fondamentale.
Per i Servizi sociali locali si intendono: Servizio sociale, Servizio di neuropsichiatria infantile, Servizio di salute mentale, Servizio per le tossicodipendenze, Consultori pediatrici, ecc.
La collaborazione si realizza sotto varie forme: svolgimento delle inchieste sociali, osservazione psicologica della relazione intrafamiliare, diagnosi sulla personalità del minore e dei genitori, diagnosi sullo stato di tossicodipendenza, diagnosi sullo stato di salute mentale, formulazione dei progetti di recupero, vigilanza e sostegno durante il tempo di realizzazione del progetto.
I servizi, in particolare i Servizi Sociali, costituiscono la fonte primaria di conoscenza delle situazioni di pregiudizio in cui versano i minori; sono infatti loro, nella maggior parte dei casi, a segnalare le situazioni di pregiudizio o di abbandono morale e materiale in cui versa il minore, (a volte in seguito ad analoghe segnalazioni delle scuole). […]

La situazione penale dei minorenni nella regione

Per quanto concerne la nostra realtà i dati indicano che i reati commessi dai minori sono principalmente: furto, minacce, oltraggio, danneggiamento della cosa pubblica, lesioni, ingiurie. La maggioranza assoluta dei reati è commessa da maschi e interessa anche adolescenti di 13 anni.
Il livello di scolarità di questi ragazzi è basso. Si trascinano nella scuola ripetendo diverse classi; passando da una classe all’altra; non vi stanno bene e manifestano il loro disagio. Se lavorano già, purtroppo, i genitori li immaginano già autonomi e li trattano da adulti.
Dalle indagini che gli operatori sono chiamati a fare, rispetto a queste situazioni, emerge la presenza di una difficoltà e fragilità relazionale tra le generazioni. Spesso, molto coinvolti nella gestione dei loro problemi personali, di salute, materiali…, i genitori non riservano sufficiente attenzione alla relazione con i figli, ritenuti per alcuni aspetti adulti ed autonomi.
Da ciò deriva la necessità di attivare interventi di sostegno alla funzione genitoriale ed ai minori stessi nel periodo preadolescenziale, durante il quale si possono ancora progettare percorsi di aiuto preventivi rispetto ai rischi di abbandono scolastico, di emarginazione e di devianza.
Si tratta si tessere una rete intorno al problema.
In queste situazioni diventa indispensabile l'integrazione tra gli interventi proposti dalla scuola e dai servizi sociali che devono essere condivisi e orientati verso lo stesso obiettivo.
In questa logica, gli aiuti e gli interventi offerti al minore ed alla sua famiglia da parte dei servizi (aiuti economici, partecipazione di minori ad attività extrascolastiche, di socializzazione per il tempo libero, sostegni psico-sociali ai genitori e/o al minore, ecc.) sono tesi a favorire e sostenere la positiva frequenza scolastica dei bambini e dei ragazzi, facilitando anche l'istituzione scolastica che si trova spesso a portare avanti il suo ruolo istituzionale in condizioni molto critiche.

ALCUNI TESTI DI RIFERIMENTO
• Il Piano Socio-Sanitario 2006-2008 L.R. 20 giugno 2006 n. 13.
• La Legge 28 agosto 1997, n. 285 “Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza”.
• Delibera della Giunta Regionale della Valle d’Aosta n. 467 del 17 febbraio 1997 “Approvazione dell'Istituzione del Servizio di Assistenza Domiciliare Educativa per minori”.
• Legge 28 marzo 2001 n. 149 “Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, recante Disciplina dell'adozione e dell'affidamento dei minori nonché al titolo VIII del libro primo del codice civile”.
• D.P.R. n. 448 DEL 22.09.1988 “Approvazione delle disposizioni sul processo penale a carico di imputati minorenni”.

 

Anna Maria Cerise

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