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Uno spazio magico
Incontri serali tra genitori,
a scuola, per parlare delle difficoltà di rapporto con i figli
e condividere sensi di inadeguatezza e possibili soluzioni.
Il racconto di una mamma
Non avevo grossi problemi con mia figlia quando ho aderito
allo “Spazio genitori” dell’istituzione scolastica E.
Martinet di Aosta. Mi spingeva il desiderio di prevenire, attraverso
l’aiuto di esperti, gli eventuali problemi adolescenziali di mia
figlia. Era il 2002, cominciava quell’anno l’avventura dello
“Spazio genitori” che, incontro dopo incontro, avrei sentito
sempre più mio.
Lì ho scoperto la bellezza del raccontarsi senza paura di essere
giudicata. Ho vissuto momenti di forte emozione. Lì ho sperimentato
che il gruppo ha un cuore grande… ma ha bisogno anche di una mente
che abbia a cuore le emozioni di tutti e faccia in modo che diventino
ricchezza condivisa: il facilitatore della comunicazione, qualcuno che
permetta a tutti i partecipanti ad un gruppo di esprimersi liberamente.
Abbiamo cominciato con due facilitatrici, due Antonelle, una psicologa
e un’assistente sociale. Ricordo che, insieme agli altri genitori,
contavo molto sul sistema della conferenza. Il primo incontro, infatti,
sembrava inizialmente tale. Chi era venuto si aspettava di incontrare
l’esperto con le risposte giuste per risolvere i vari problemi;
invece, abbiamo imparato, con chi guidava il corso, che, in realtà,
non esiste un “Libro dei Saperi” con le risposte già
confezionate, ma quel libro lo si scrive insieme, a più mani, attingendo
dalle esperienze personali che ogni giorno viviamo accanto ai nostri figli
e alle altre persone che incontriamo.
Il cammino è continuato con Valentina, giovane psicologa esperta
di comunicazione, facilitatrice che spesso ha dovuto tenere a freno la
nostra verbosità, cercando di coinvolgere i più timidi,
capace ad accogliere tutti, paziente nel ricordarci gli appuntamenti,
attenta a valorizzare le nostre esperienze e a ricordarci che è
meglio essere un genitore che sbaglia perché sceglie piuttosto
che uno che lascia che le cose succedano per paura di dare una regola.
In genere, ogni anno si sono organizzate alcune conferenze il cui tema
riprendeva una richiesta del gruppo. La più significativa che ricordo
riguardava le dinamiche di relazione tra genitori e figli partendo da
alcune proiezioni di spezzoni di film dove si coglieva bene la difficoltà
di trovare il limite tra libertà del figlio e necessità
di regole e ancora una volta l’esperto-psicologo chiedeva a noi
di metterci in gioco.
Ci siamo incontrati volentieri anche per approfondire il tema della dislessia,
aiutati da una video cassetta e dalla testimonianza diretta di un genitore.
Dei 25 iscritti di quest’ultima tornata, in media, 10 o 12 genitori,
non sempre gli stessi, sono stati presenti a ogni incontro, che si svolgeva
di sera dalle ore 20.30 alle ore 22.30, ogni tre settimane.
Come me altri genitori hanno partecipato a questi incontri, pur avendo
i figli terminato la scuola media, forse perché riconosciamo allo
“Spazio genitori” di aver contribuito in modo significativo
alla riflessione sul nostro ruolo e di continuare a farlo anche attualmente.
Ragionando fra di noi, siamo diventati un gruppo di auto consapevolezza.
Nel momento in cui uno di noi si è espresso ad alta voce, il suo
disagio è diventato il disagio degli altri, la paura di non farcela
si è trasformata in coraggio di riconoscere il problema per poterlo
superare. Abbiamo scoperto in noi delle risorse che non pensavamo di possedere.
Con il sostegno degli altri, ci siamo sentiti rafforzati. Mano a mano
è cresciuta l’autostima all’interno del gruppo.
Mentre all’inizio chiedevamo molto al conduttore del gruppo: “Ma
lei che cosa ci dice?”, “cosa dovremmo fare?”, con il
tempo, si è imparato che la cosa che ci faceva stare meglio, più
che la risposta dell’esperto, era sentir dire da un altro del gruppo:
“Sai, con tuo figlio sei stata in gamba; quella cosa lì,
che stai facendo, mi sembra che funzioni; quello che fai è già
tanto; hai mai pensato di coinvolgere tuo marito o tua moglie?”.
Abbiamo imparato gli uni dagli altri che non serve fare a casa l’insegnante
dei nostri figli; che spesso non ci è chiesto di studiare con loro,
ma di stare bene in loro compagnia e di accompagnarli in questo star bene;
ma anche a non aver paura di opporsi ai figli in crisi, di rassicurarli
senza per questo rinunciare a dare loro delle regole, vivendo con fiducia
il rapporto con la scuola.
Abbiamo scoperto insieme le diffidenze che noi genitori abbiamo nei confronti
della scuola e soprattutto la nostra grande paura di essere giudicati
e perciò di sentirci spesso inadeguati. Spesso proiettiamo le nostre
paure e inadeguatezze passate sui nostri figli. Non abbiamo bisogno di
difenderci, tanto meno di difenderli; basta ammettere i propri timori
e permettere anche ai nostri figli di sbagliare e riprendersi.
In comune avevamo il problema dei figli, ma, in realtà, quello
che è emerso è che al di là della sofferenza del
genitore, abbiamo indagato su chi siamo noi e che cosa vogliamo dalla
nostra vita e poi, di conseguenza, cosa vogliamo per i nostri ragazzi.
Siamo partiti dal problema educativo del ragazzo, per arrivare, ad esempio,
alla capacità di fidarsi e di tollerare le frustrazioni, per riuscire
a stare al suo fianco scongiurando ogni forma di abbandono.
Abbiamo imparato a camminare in gruppo; abbiamo condiviso la gioia e il
dolore di ognuno; abbiamo riso di gusto o pianto sommessamente insieme;
abbiamo parlato a lungo tra un dolce fatto in casa o una tisana al bar…
perché quando si sta bene il tempo e lo “Spazio” non
bastano mai.
A frequentare questo gruppo si è imparato a vivere più serenamente
il rapporto con la scuola anche perché questi incontri, vissuti
all’interno dell’edificio e non in un locale situato al di
fuori, hanno fatto sì che si sentisse di avere uno spazio mentale
e fisico in una istituzione che pensa al benessere degli allievi, partendo
dalle loro radici… i genitori.
Silvia Ambrogio
Il progetto “Spazio genitori”
La Cooperativa Sociale Ombre con l'Acca ha coprogettato
e cogestito, dal settembre 2000, fino al settembre 2003, con il SERT Valle
d'Aosta e con il Comune di Aosta “Quelli che… cambiano”,
un intervento di prevenzione primaria e secondaria, che si è sviluppato
nel quartiere Cogne di Aosta ed è stato finanziato dalla Legge
309/90. Il progetto ha previsto la realizzazione di interventi di animazione
e sensibilizzazione del quartiere.
Ha attivato e coinvolto degli adulti organizzati in gruppi e non, collaborando
alla nascita di un'associazione di quartiere; ha favorito la partecipazione
delle altre risorse istituzionali già presenti nel quartiere; ha
avviato un centro di aggregazione per adolescenti “Io mixo”.
Questo progetto di animazione di comunità ha cercato di coinvolgere
adulti, genitori. Ha permesso di creare una rete dei servizi a cui hanno
partecipato le associazioni dei quartieri e le due istituzioni scolastiche
Aosta 4 e E. Martinet.
La scuola era consapevole che questa era un’occasione per raggiungere
quei ragazzi che abbandonavano gli studi.
L’istituzione scolastica E. Martinet e la Cooperativa Sociale
Ombre con l'Acca hanno elaborato insieme un progetto di prevenzione dell’abbandono
scolastico.
Il lavoro è stato avviato in stretta collaborazione con gli insegnanti
perché nato da un’esigenza comune.
Nell’istituzione scolastica E. Martinet. Lo “Spazio
genitori” è nato nell’anno scolastico 2002–2003
con l'obiettivo di agevolare nei partecipanti una riflessione sul proprio
modo di essere genitori attraverso il confronto e la condivisione di esperienze.
La struttura organizzativa ha previsto un coordinatore della cooperativa
e un coordinatore all’interno della scuola. Il conduttore della
cooperativa, sempre presente durante gli incontri, è stato il facilitatore
del gruppo. Si è impegnato sempre a dare il giusto equilibrio e
lo spazio a tutti.
Il progetto Spazio genitori
Tre sono stati i grandi obiettivi delle azioni rivolte
alle famiglie:
• supportare le famiglie rispetto al loro ruolo genitoriale;
• offrire alle famiglie occasioni di confronto e dialogo su temi
inerenti l’educazione dei figli;
• sviluppare processi di autonomia anche nei percorsi di auto aiuto
e solidarietà.
Si è trattato di fornire alle famiglie un’opportunità
di scambio e di confronto fra pari su temi che riguardano l’educazione
dei figli.
Si è cercato di valorizzare gli apporti del gruppo favorendo le
comunicazioni fra i partecipanti. Il conduttore, la Dott.ssa Valentina
Lodi, laureata in psicologia, si è impegnata a facilitare i processi
comunicativi, a mettere in relazione i partecipanti, a rielaborare e rimandare
al gruppo quanto è emerso durante gli incontri, a proporre stimoli.
Ha cercato di evitare di porsi come l’esperto che trasmette un sapere,
ma di favorire la crescita di un sapere interno al gruppo, in modo da
rafforzare le competenze genitoriali dei partecipanti.
I destinatari
I genitori che hanno partecipato allo “Spazio genitori”
hanno evidenziato la difficoltà relativa alla gestione del rapporto
con i propri figli; la necessità di esplicitare tali difficoltà
con altri genitori; il bisogno di confrontarsi rispetto al ruolo genitoriale.
I destinatari adulti, con caratteristiche socio-economiche e culturali
differenti, hanno condiviso la difficoltà di gestire il proprio
ruolo genitoriale.
Purtroppo, è vero che, con questa iniziativa, anche dopo l’esperienza
del primo anno, non si è riusciti a coinvolgere le famiglie che
la scuola già non riesce solitamente ad avvicinare. Non si è
riusciti a raggiungere i genitori che non partecipano neppure ai colloqui
con gli insegnanti e che, con la scuola, hanno un rapporto negativo.
Gli incontri
Nei primi incontri si è individuato un metodo
di lavoro concordato con i genitori: si è scelto di affrontare
alcune tematiche di interesse comune, sempre relative al rapporto genitori-figli,
attraverso l'esposizione di esperienze concrete che fornissero spunti
per la discussione in gruppo.
Di volta in volta, in modo libero e volontario, i genitori hanno esposto
al gruppo alcune situazioni che riguardavano loro ed i loro figli. Sono
state portate sia esperienze problematiche sia episodi positivi e gratificanti.
I presenti sono poi intervenuti con commenti, consigli e riflessioni.
Durante gli incontri sono stati affrontati diversi argomenti:
• la fatica di cambiare come genitori quando i figli crescono;
• il rapporto genitori-figli (genitori o amici?);
• le paure dei ragazzi (la scuola, la crescita…);
• le differenze di stili educativi tra i coniugi;
• come far crescere i figli quando in famiglia sono presenti situazioni
complesse;
• il rispetto delle regole;
• il ruolo del gruppo dei pari;
• il livello di autonomia da concedere.
I partecipanti si sono dimostrati attenti gli uni agli altri, disposti
ad ascoltare senza giudicare. I genitori che avevano già frequentato
lo “Spazio genitori” l’anno precedente hanno facilitato
l'ingresso dei nuovi iscritti.
Progressivamente si è sviluppato un clima di fiducia reciproca
che ha permesso a tutti di esprimersi e di mettersi in gioco. Lo scambio
di opinioni su ogni questione posta è stato molto vivace.
Gli incontri tra genitori hanno aiutato a comprendere che molte delle
difficoltà incontrate nel rapporto con i figli sono comuni a tutti.
Hanno permesso ai genitori di confrontare modalità di relazione
e prassi educative, di scambiarsi
consigli e di sostenersi reciprocamente rispetto a paure, insicurezze
e situazioni particolarmente complesse. Alcuni hanno dichiarato che il
gruppo ha dato loro la serenità necessaria ad affrontare il rapporto
con i figli, superando sensi di colpa e di inadeguatezza. Molti hanno
affermato che quest'esperienza li ha fatti crescere e che vorrebbero ripeterla
in futuro.
Per conludere, altre voci di genitori
La valutazione del percorso è stata realizzata
attraverso la compilazione di un questionario e tramite una discussione
finale con i partecipanti al gruppo. Si lascia la parola ad alcuni genitori
che hanno risposto alla domanda: Che cos'è stato lo “Spazio
genitori” per te?
“Per me lo “Spazio genitori” è stato un luogo
di sinergia tra famiglia e scuola. La scuola ci ha messo in contatto con
i nostri figli attraverso l'incontro con altri genitori.
Mi interessa che mio figlio stia bene, se stiamo bene noi stanno bene
anche i ragazzi”. (Patrizia)
“All’inizio ero un po’ scettico sulla validità
degli incontri, ma devo dire che è stata una sensazione svanita
quasi subito sia per merito dell’esperta che guidava il gruppo sia
per l’entusiasmo dei partecipanti.
Ho potuto vedere come poco alla volta le persone più timide o introverse
riuscivano a parlare dei figli e dei problemi in modo sempre più
disinvolto.
Il confronto e la comprensione dei partecipanti ci ha liberati dalle inibizioni
tanto da poter affrontare ogni sorta di argomento. Non sono mancati i
momenti di ilarità e, a volte, con un po’ di nostalgia abbiamo
parlato della nostra adolescenza.
Il tempo che abbiamo passato insieme ci ha arricchito. Non sono sicuro
che parlare dei nostri problemi abbia rappresentato la chiave per risolverli;
sono sicuro che ci ha fatto sentire meglio. Per questo motivo consiglio
a tutti di provare questa esperienza”. (Gianni)
“Per me lo “Spazio genitori” è stato la prova
dell’attenzione della scuola verso i genitori. Il passaggio dell’adolescenza
è difficile e la scuola con questo spazio ha dato una mano. Spesso
i messaggi che dà la scuola non sono positivi, questo lo è
stato”. (Régine)
“Sono venuta, pur non avendo problemi con mia figlia; lo sguardo
è verso il futuro; ogni giorno affronto con i miei figli la fatica
d'imparare e di crescere, il rammarico è che pochi genitori approfittano
di questa risorsa che è lo “Spazio genitori”.”
(Marina) Per concludere riportiamo la riflessione di Elena: “Magico
spazio! Questa è stata la prima riflessione quando sono uscita
dall'aula dove per la prima volta un gruppo di mamme si è incontrato
per conoscersi e conoscere.
La stanchezza dell'uscita serale è stata ampiamente premiata e
ricompensata dalla sensazione, a volte leggera e a volte emotivamente
pesante, legata ad una profonda condivisione dei momenti di difficoltà,
sorpresa, sofferenza, impotenza, dubbi, domande che affliggono costantemente
i genitori di oggi.
Da una parte abbiamo ragazzi più stimolati a relazionarsi col mondo
degli adulti, più capaci a dialogare con i genitori rispetto al
passato, ma una difficoltà talvolta estenuante da parte degli adulti
a mantenere intatti e conservare i veri valori della vita e dei rapporti
sociali.
Genitori più presenti nel quotidiano, nel supporto scolastico per
aiutarli e sostenerli in tutti i loro passaggi sia psicologici che fisici.
Questi meravigliosi genitori di famiglie anche numerose (2/3 figli) da
gestire facendo i trapezisti tra uno sport e l'altro, richieste fra le
più disparate, ritmi frenetici per riuscire ad ogni costo a soddisfare
ogni desiderio del figlio.
Che fatica! Ma per fortuna c'era lo “Spazio genitori” dove,
almeno una volta al mese, uscendo di casa ancora con la tavola apparecchiata
e il boccone in gola, ci siamo seduti per un attimo pensando solo a quel
momento tutto per noi.
L'adesione è stata prevalentemente femminile e forse è proprio
per questo che si è creato un clima di complicità e solidarietà.
La capacità di affrontare argomenti delicati e importanti con lucidità
e obiettività, perché già vissuti da altre mamme
in momenti diversi, e l'esperienza sono il modo più diretto e sicuro
per riuscire a ridimensionare la prospettiva del problema stesso presentandosi
all'incontro prive di ogni pregiudizio o giudizio, con la voglia di mettersi
in gioco senza paura, liberando le tensioni con grandi risate (molto curative)
che ci hanno fatto sentire meno sole in questo lungo e interminabile cammino
e con la prospettiva di stringere nuove amicizie che nascono in maniera
autentica e vera proprio perché legate a un'esperienza di preoccupazioni
condivise.”
Lorenza Scarpante
Valentina Lodi
LA COOPERATIVA
SOCIALE OMBRE CON L'ACCA |
La Cooperativa Sociale Ombre con l'Acca è
stata costituita alla fine del 1994 da un gruppo di persone provenienti
da una pluriennale esperienza di cooperazione sociale.
Al suo interno operano animatori professionali, operatori socioculturali,
psicologi, professionisti e tecnici esperti di varie discipline
artistiche.
La Cooperativa aderisce al Consorzio “Trait d'Union”
di Aosta condividendone le finalità e la carta dei valori.
Collabora, in sinergia con altre cooperative, alla progettazione
e alla realizzazione di diverse attività, tese alla promozione
umana e all'integrazione sociale dei cittadini.
Ombre con l'Acca adotta, come pratica di lavoro sociale centrale,
l'animazione, intesa come disciplina volta all'emersione dei bisogni
espliciti e latenti, rimossi o repressi, al fine di produrre un
aumento delle capacità di scelta e delle possibilità
di decidere in individui, gruppi e comunità.
Per l'attuazione dei suoi progetti, attinge, inoltre, alle scienze
umane e sociali, psicologia, sociologia, pedagogia, ecc.
Fin dalla sua costituzione la Cooperativa ha scelto di delimitare
il proprio ambito di intervento alla popolazione giovanile; le sue
competenze si esplicano e si articolano nelle seguenti direzioni:
• fornire consulenze, nella fase di analisi dei bisogni ed
in quella di progettazione nel campo delle politiche giovanili;
• progettare e gestire interventi e servizi di prevenzione
del disagio giovanile;
• progettare e sviluppare ricerche, interventi di formazione,
monitoraggio e valutazione.
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