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La famiglia competente

Per prevenire il disagio e la dispersione scolastica, la Comunità montana “Valdigne Mont Blanc” ha attivato un programma di sostegno alla genitorialità.

Nel triennio 2002-2005 la Comunità montana, l'Istituzione scolastica Valdigne Mont Blanc, i comuni di Courmayeur, La Salle, La Thuile, Morgex e Pré-Saint-Didier hanno accolto e attuato un progetto di promozione del benessere, prevenzione del disagio ed educazione alla salute, rivolto alle famiglie, agli alunni e ai docenti della Comunità montana, intitolato “La famiglia competente”. Il progetto è stato finanziato con la Legge 285/97, “Disposizioni per la promozione dei diritti ed opportunità per l'infanzia”.
Il progetto ha voluto essere un momento di sostegno alla genitorialità e di stimolo al processo di integrazione tra scuola e famiglia, le due istituzioni fondamentali della crescita evolutiva. Ha permesso di articolare in modo più complesso le iniziative di promozione del benessere, di prevenzione del disagio e di educazione alla salute rivolte alle famiglie, ai ragazzi e ai docenti della scuola dell'obbligo.
Si è inteso sperimentare l'attuazione di un lavoro educativo di rete che potesse stimolare e arricchire le capacità educative della “comunità” nel suo complesso al fine di migliorarne la qualità della vita.
Si è voluto intervenire, quindi, non soltanto per prevenire il disagio e il disadattamento, ma anche, e soprattutto, per promuovere maggior benessere, per migliorare la convivenza tra adulti e ragazzi, per stimolare le risorse educative della comunità.

La famiglia come risorsa

Nel corso degli ultimi anni l'istituzione familiare è stata attraversata da profonde modificazioni che ne hanno cambiato, da un lato, la struttura e la forma e, dall'altro, i rapporti tra i vari componenti compresi quelli tra i sessi e le generazioni.
I genitori nella nostra società si sentono spesso soli perché oltre alla scarsità di una politica per le famiglie, essi possono godere raramente di sostegni di tipo materiale, sociale, psicologico o di un confronto con altri genitori sui comportamenti da tenere. Ai fini di una crescita equilibrata dei/delle figli(e) - sia piccoli che adolescenti - si rivela quindi particolarmente importante non abbandonare a loro stessi i genitori e supportarli nelle fasi più critiche del loro difficile e fondamentale ruolo per un sano sviluppo dei bambini e degli adolescenti.

La ricerca preliminare

Si è ritenuto fondamentale effettuare una ricerca preliminare su tutta la popolazione allo scopo di “fotografare” le peculiarità delle famiglie della Valdigne e conoscere il contesto in cui il progetto si inserisce, inteso sia in termini di servizi già presenti sul territorio sia in termini di peculiarità sociali proprie della comunità, attraverso un’analisi descrittiva delle problematiche familiari e dei minori.
Si è inteso così coinvolgere i beneficiari stessi nella definizione delle loro esigenze, delle loro aspettative e dei contenuti da approfondire nelle attività di formazione, informazione e consulenza previste.
Una ricerca sulla condizione scolastica di alunni, famiglie ed insegnanti è stata poi effettuata attraverso i questionari somministrati al termine di ogni anno scolastico.
La valutazione annuale ha permesso di monitorare l'andamento del progetto e sondare i bisogni della popolazione in modo da programmare efficacemente le iniziative successive.

Il sostegno alla genitorialità

I percorsi educativi richiedono la presenza e la competenza di persone capaci di promuovere e sostenere l'avventura di diventare grandi. Tuttavia questo non significa delegare le questioni dell'infanzia ai “bambinologi”. A tutte le persone devono essere riconosciute e restituite le loro competenze e questo deve valere innanzitutto per i genitori. Il punto fondamentale è quello di riflettere per meglio agire, cioè aiutare i genitori a porsi con i figli secondo modalità specifiche nelle diverse età. L'intervento è stato realizzato attraverso la costituzione e conduzione di gruppi di informazione/formazione per genitori e l'apertura di uno “Spazio di ascolto del genitore” volto a favorire il narrarsi, il parlare insieme dei o con i propri figli, della scuola, di se stessi come genitori, come individui e, in generale, di tutto ciò di cui si avesse voglia o bisogno di comunicare.

La prevenzione del disagio e della dispersione scolastica

Sia i dati ricavati dai servizi territoriali sia quelli derivanti dalle ricerche sul territorio confermano l'esigenza di attuare attività e programmi di prevenzione, di educazione
alla salute e di promozione del benessere efficaci e che coinvolgano le diverse agenzie educative che di bambini e preadolescenti si occupano. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità il concetto di prevenzione primaria implica chiaramente la necessità di migliorare la qualità della vita, di riformare le istituzioni sociali e di aiutare la comunità tutta ad affrontare un numero sempre maggiore di problemi di adattamento individuale e sociale. A tal fine si ritiene che l'educazione alla salute costituisca una parte essenziale della prevenzione primaria.
Il Comitato per la promozione del benessere, composto dal dirigente dell'istituzione scolastica o dal vicario, gli insegnanti referenti per l'educazione alla salute e gli insegnanti rappresentanti dei tre ordini di scuola, una rappresentanza di genitori e uno psicologo esperto di prevenzione ed educazione alla salute, ha programmato e avviato interventi che hanno contribuito ad instaurare un rapporto di comunicazione il più possibile adeguato tra il ragazzo e gli altri alunni e tra il ragazzo e il mondo adulto, rapporto indispensabile per poter accedere a qualsiasi obiettivo didattico-educativo.
L'iniziativa più rilevante avviata nei tre anni è stata la costituzione dello “Sportello di ascolto” che è stato realizzato tutti gli anni per i ragazzi delle scuole secondarie di primo grado e per le famiglie delle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado.
Lo “Sportello d'ascolto” ha voluto fornire ai ragazzi opportunità di comunicazione riguardo all'adattamento, all'ambiente, al senso di appartenenza, alla formazione dell'immagine di sé, alle problematiche scolastiche e ai rapporti interpersonali. Ha inteso favorire la valorizzazione delle risorse personali, la conoscenza di sé, l'acquisizione di comportamenti sociali positivi e il superamento delle situazioni conflittuali.
Le problematiche emerse dai colloqui erano inerenti principalmente a quanto accade all'interno dell'ambiente scolastico: in percentuale maggiore sono stati rappresentati i problemi di relazione con i compagni (circa il 30%); anche le difficoltà evidenziate dai ragazzi in rapporto al personale docente sono risultate abbastanza importanti (circa il 20%).
Di rilievo anche i problemi riguardanti l'apprendimento e le difficoltà familiari (circa il 15%). In queste situazioni sono stati coinvolti, se ritenuto opportuno dalla consulente, gli insegnanti o i genitori. Anche le problematiche per cui i genitori si sono rivolti allo sportello hanno riguardato maggiormente la sfera scolastica (difficoltà con i compagni, con insegnanti e di apprendimento per circa il 60%) rispetto a quella familiare (difficoltà in famiglia, di relazione con il figlio, di crescita e sviluppo per circa il 40%).
Parallelamente allo “Sportello d'ascolto” rivolto ai ragazzi e alle famiglie è stata offerta una consulenza specifica ai docenti su situazioni individuali o di gruppo classe. La partecipazione all'iniziativa di consulenza del personale docente è stata numerosa e le difficoltà emerse riflettevano quelle di famiglie, ed alunni.

La promozione dei diritti del fanciullo e dell'adolescente

Per andare incontro all'esigenza di giustizia dei “cittadini” più piccoli, la comunità internazionale ha predisposto la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia. La Convenzione ha determinato un profondo cambiamento nell'atteggiamento del mondo verso l'infanzia: nel corso degli anni, ad un'impostazione incentrata sui bisogni essenziali dei bambini si è unita la convinzione che essi abbiano dei diritti civili e politici, sociali, culturali ed economici esattamente come gli adulti.
L'esperienza dimostra che l'enunciazione di un diritto è del tutto vana se non è accompagnata da un'ampia opera di divulgazione e soprattutto di educazione. Il primo punto da cui partire è quindi la conoscenza della Convenzione da parte degli stessi soggetti che essa contempla: è importante che i fanciulli e i ragazzi possano avvicinare le tematiche che li riguardano con un linguaggio a loro comprensibile. La promozione dei Diritti del fanciullo e dell'adolescente è stata realizzata attraverso iniziative di formazione-informazione rivolte alla popolazione e al personale.

Alcune altre iniziative

Sono stati realizzati due convegni. Il primo di apertura sul progetto “La famiglia competente” e la legge per la promozione dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Il secondo “Educare insieme”, centrato sull'integrazione degli interventi di genitori, insegnanti e operatori dei servizi territoriali.
Inoltre, sono state organizzate sette serate di formazione sulla base degli interessi espressi dalle famiglie nella ricerca effettuata. Hanno affrontato diversi argomenti:
• comunicazione ed affettività: educare figli ed alunni all'affettività usando la comunicazione, la comunicazione in famiglia, la gestione delle emozioni, l'intelligenza emotiva;
• convinzioni potenzianti e limitanti: sviluppare convinzioni e credenze potenzianti o limitanti nei minori, sviluppare l'autostima nei figli e negli alunni, il ruolo della famiglia e della scuola, dalle convinzioni alla gestione dei conflitti;
• i diritti del minore: la Convenzione dei diritti del minore e le responsabilità e i diritti dei genitori e dell'Istituzione scolastica; come coniugarli nella vita di tutti i giorni.
Sono state avviate, inoltre, iniziative che coinvolgessero i diversi soggetti istituzionali (amministrazione, scuola, servizi territoriali) in modo da favorirne l'integrazione. Un’attenzione particolare è stata posta alla collaborazione con i servizi già presenti sul territorio. Ogni anno, periodicamente, i consulenti del progetto si sono confrontati con gli operatori dell'Azienda Unità Sanitaria Locale in relazione ai rispettivi ambiti di intervento.

Gli strumenti di valutazione

Il progetto è stato periodicamente valutato attraverso indicatori di processo e di risultato. Nel corso di ogni anno scolastico, la psicologa e le insegnanti referenti del progetto si sono incontrate per favorire l'integrazione degli interventi, la comunicazione tra i soggetti coinvolti e per valutare l'andamento del progetto e ridefinirne la programmazione se necessario.
Al termine di ogni anno scolastico è stato infine somministrato un questionario di valutazione dell'iniziativa, rivolto agli alunni della scuola secondaria, a tutti i docenti e a tutte le famiglie della Comunità montana. Il progetto è stato valutato positivamente sia in termini quantitativi, di partecipazione, che in termini qualitativi di gradimento dell'iniziativa.

Cinzia Cestaro

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