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Lo
spettacolo della chimica
Come sostenere l’insegnamento-apprendimento
dei saperi scientifici proponendo attività di promozione, progettazione
e supporto alle scuole.
Le attività che hanno coinvolto gli studenti,
nell’ambito del progetto “Supporto alla didattica delle
scienze sperimentali”, hanno offerto grandi soddisfazioni.
Nel corso di questi anni, oltre alle consuete attività di formazione
per i docenti, sono stati individuati iniziative e strumenti che, promuovendo
lo sviluppo delle competenze irrinunciabili delle discipline scientifiche,
sostengano le pratiche sperimentali, la motivazione e l’orientamento
alla formazione scientifica.
Le scienze sperimentali, disciplina composita ed in continua evoluzione,
richiedono, infatti, un aggiornamento continuo dei docenti, ma soprattutto
necessita di strumenti – laboratori, materiali, protocolli sperimentali
- che consentano agli studenti l’acquisizione del metodo scientifico
sperimentale, che passa per la pratica individuale di procedure operative
di laboratorio, per il consolidamento e la verifica sperimentale, personale
e diretta delle conoscenze teoriche.
Ma l’acquisizione di queste competenze, della capacità di
saper sistematizzare le conoscenze acquisite e di saper modellizzare situazioni
concrete, indispensabili per la crescita ed il consolidamento della formazione
e della cultura scientifica, avviene solo grazie ad un approccio fenomenologico
alla costruzione di conoscenza e attraverso la costruzione di modelli.
Quindi, coerentemente con gli scopi del progetto e con le indicazioni
ministeriali, sono state proposte tre attività che, a fianco di
una formazione per i docenti, coinvolgevano direttamente le classi, anche
se con modalità diverse.
La chimica: che magia! |
“La magia della chimica” ha rappresentato una delle
poche occasioni di aggiornamento attivo che siano state proposte
per la mia materia. Le modalità di realizzazione e gli
argomenti proposti credo abbiano regalato alla materia “chimica”
qualche punto nei confronti degli studenti.
Da sempre lavoro perché gli alunni possano conoscere l’aspetto
più completo della chimica: la sperimentazione. La richiesta
delle classi, quando per la prima volta entrano in laboratorio,
è da sempre: “Ma faremo degli esperimenti esplosivi?”
e credo che questa frase la dica lunga su quali siano le loro
aspettative, spesso purtroppo deluse, non tanto perché
non viene fatto esplodere niente (visto che a volte basta qualche
bella “reazione di precipitazione” ad entusiasmarli),
ma perché sono poche le istituzioni scolastiche che possono
offrire ai propri alunni di lavorare in sicurezza nei laboratori.
Molte volte mi capita, quando mi viene chiesto che materia insegno,
di sentirmi dire: “Laboratorio di chimica? Non ho mai capito
niente, con tutte quelle formule da imparare a memoria!”.
Questo succede perché spesso la materia diventa pura teoria.
Sfugge così che la chimica è tutto ciò che
ci circonda. Ogni azione della nostra vita è, infatti,
frutto di un processo chimico.
La “Magia della chimica”, con la sua impostazione
a ‘spettacolo’, è sicuramente stata la dimostrazione
di come la materia possa prestarsi ad applicazioni che contribuiscono
a renderla più vicina ai nostri “spettatori”.
Auspico che momenti di formazione come questi possano ripetersi,
la loro ricaduta è notevole.
Ezia Bovo
Isip Verrès
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La Mostra Laboratorio “La
Forza dell’acqua”, finalizzata a promuovere la
conoscenza delle caratteristiche e delle proprietà dell’acqua,
con particolare attenzione al suo ruolo
nell’ecosistema e come fattore di rischio naturale, è stata
realizzata abbinando alla mostra prodotta dall’Università
degli studi di Torino – facoltà di Agraria, in partenariato
con la Svizzera, progetto INTERREG III A “2000–2006”
per la “Mise en réseau des musées historiques
et scientifiques autour du Mont–Rose” una decina di esperimenti
sul riconoscimento di ammoniaca e tensioattivi; l’elettrolisi, conducibilità
e pH; la permeabilità, l’erodibilità, i depuratori
meccanici e la fitodepurazione.
L’attività ha visto la partecipazione di oltre 80 classi
dei vari gradi di scuola coinvolte anche in attività di peer education
con studenti di altre scuole.
Tutti i contenuti disciplinari ed i laboratori sono stati presentati e
gestiti dagli studenti delle quattro istituzioni scolastiche che, tra
febbraio e marzo, hanno ospitato la Mostra laboratorio: il liceo Bérard,
presso i locali del Manzetti; l’ISIT di Verrès; l’ISITCGP
di Châtillon, il liceo linguistico presso i locali della scuola
media di Courmayeur.
Mettersi in gioco per imparare |
Ho partecipato con la classe IIIA CHB del Liceo scientifico E.
Bérard all’attività “Mostra Laboratorio
- La forza dell’acqua”. Il lavoro consisteva nella
presentazione alle classi in visita di pannelli sul tema dell’acqua
e soprattutto nell’animazione di alcune attività
di laboratorio.
Dopo un doveroso approfondimento, i ragazzi hanno avuto l’occasione
di proporre l’attività a più classi provenienti
dalla scuola dell’infanzia fino all’ultimo anno delle
superiori.
Un’esperienza apprezzata dai ragazzi perché si sono
dovuti “mettere in gioco”, assumendo un ruolo cui
non sono abituati, imparando ad affrontare un pubblico, talvolta
curioso, interessato ed esigente, in altri casi distratto e poco
motivato, che richiedeva quindi buone capacità di coinvolgimento,
affrontando domande di approfondimento, fornendo ulteriori spiegazioni,
ma soprattutto perché l’attività richiedeva
di operare, con materiali semplici, ma con rigore scientifico.
Dal mio punto di vista, ho apprezzato lo sforzo di utilizzare
un linguaggio specifico accurato, ma da adeguare all’utenza,
l’impegno nel rispondere adeguatamente alle richieste anche
approfondendo autonomamente i contenuti, la conquista di nuove
abilità manuali, necessarie per lo svolgimento degli esperimenti.
L’acquisizione del metodo scientifico sperimentale passa
necessariamente attraverso l’uso e la pratica di laboratorio.
Purtroppo, non sempre gli spazi delle nostre istituzioni scolastiche
e i tempi curricolari consentono un adeguato sviluppo di queste
competenze. Per questo le esperienze di questo tipo possono rappresentare
un efficace strumento di lavoro.
Carlotta Trasino
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Il laboratorio “La magia
della chimica”, finalizzato a promuovere curiosità
e motivazione in una disciplina non sempre facile e caratterizzata da
un approccio spesso troppo teorico, è stato realizzato in collaborazione
con il professor Floriano dell’Università di Palermo e con
due studentesse della Facoltà di Chimica di Torino.
È consistito in una formazione rivolta ai docenti in due lezioni
spettacolo che hanno presentato numerosi esperimenti di chimica ricchi
di contenuti disciplinari, di particolare effetto.
Il microscopio: “Le meraviglie
dell’invisibile”, finalizzato a promuovere e sostenere
le pratiche sperimentali in laboratorio, è stato realizzato in
collaborazione con la Fondazione Marino Golinelli di Bologna e con il
supporto del BioLab, laboratorio di microscopia e di biochimica, che ha
messo a disposizione di ogni studente postazioni singole per l’osservazione
al microscopio e per esperimenti di elettroforesi. Grazie alla strumentazione
di ottima di qualità, 12 classi della primaria e della secondaria,
hanno potuto realizzare attività sperimentali (osservazioni di
cellule, microrganismi, mitosi), mappatura del DNA non realizzabili nei
laboratori delle nostre scuole.
Le attività saranno riproposte nel prossimo anno scolastico con
modalità parzialmente diverse. Parte del materiale è a disposizione
degli insegnanti presso il SIT di Aosta.
La voce di un alunno dell’ISIPdi
Verrès |
È stata un’esperienza positiva e interessante. Inoltre,
è stato anche interessante essere, per una volta, “dall’altra
parte della cattedra”, sperimentando e utilizzando diversi sistemi
di comunicazione con gli altri ragazzi dei vari livelli di scuola
e osservando le loro reazioni.
Quando abbiamo ricevuto gli alunni della scuola primaria abbiamo spiegato
con un linguaggio semplice, supportato da molti esempi concreti. Al
contrario, con i ragazzi delle superiori abbiamo usato un linguaggio
più tecnico e preciso.
In conclusione, gestire e illustrare questa mostra è stato
più divertente di quanto non accada comunemente in una classica
lezione frontale.
Mikhail Asiatici |
Susanna Occhipinti
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