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Le
certificazioni di italiano lingua straniera
Da diversi anni, quattro Enti
Certificatori sono attivi in Italia per attestare la conoscenza
dell’italiano lingua straniera.
Le certificazioni linguistiche, ossia quei documenti
che attestano il livello di conoscenza di una lingua da parte di un determinato
soggetto, sono uno strumento ormai diffuso non solo in ambito educativo,
ma anche presso il pubblico più vasto di tutti coloro che in varia
misura e per scopi diversi praticano le lingue straniere. In Italia, le
prime ad essere richieste su larga scala sono state le certificazioni
per la lingua inglese; in Valle d'Aosta poi sigle come DELF o DALF (cioè
i due livelli della più conosciuta certificazione per la lingua
francese) sono da tempo familiari. Ma non molti sanno che, da poco più
di una decina d'anni, anche per la lingua italiana sono attivi ben quattro
Enti Certificatori, ossia Istituzioni autorizzate dal Ministero Affari
Esteri a rilasciare certificati di competenza linguistica riconosciuti
a livello internazionale.
I PUBBLICI DELL'ITALIANO
Molti pensano che l'italiano venga studiato dagli stranieri
solo in quanto lingua di cultura, da un'élite costituita da raffinati
cultori dell'arte, della letteratura, della musica; in realtà,
l'ultima grande inchiesta condotta sulla situazione dello studio della
lingua italiana nel mondo(1) ci riserva delle sorprese. L'italiano
si colloca tra il quarto e il quinto posto nella scala delle lingue più
studiate e a richiederlo è un'utenza quanto mai varia per nazionalità,
fascia d'età e bisogni: esigenze di lavoro e di formazione, con
particolare attenzione a settori come la moda, il design industriale,
l'alta ristorazione, si affiancano a quella più genericamente culturale;
ma, a ben guardare, non c'è contraddizione tra i due tipi di motivazione,
poiché, come sottolinea l'inchiesta citata, "gran parte delle
manifestazioni contemporanee della società e del sistema produttivo
italiano appaiono apprezzate dagli stranieri in quanto capaci di continuare
nell'oggi e nelle forme della modernità un sistema di valori che
viene considerato come intrinseco dell'identità italiana: i valori
estetici, innanzitutto". A incrementare la richiesta certificatoria
ha però largamente contribuito il pubblico costituito dagli adulti
immigrati che, mossi da bisogni integrativi e strumentali quali l'ascesa
professionale o il rientro nel campo della formazione, sono interessati
a conseguire una certificazione di competenza linguistica.
Le prime a muoversi sul terreno certificatorio sono state, nel 1993, le
due Università per Stranieri presenti sul territorio nazionale,
Perugia con il CELI (Certificato di Lingua Italiana) e Siena con la CILS
(Certificazione di Italiano Lingua Straniera), proprio per la vasta esperienza
accumulata nei rispettivi Centri Linguistici, frequentati ogni anno da
centinaia di studenti di ogni parte del mondo; insieme a queste istituzioni,
l'Università degli Studi di Roma Tre, con L'IT (Certificato per
la Conoscenza dell'Italiano come L2) e, ultima, la Società Dante
Alighieri con il PLIDA (Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri), convalidato
scientificamente dall'Università La Sapienza di Roma.
Questi quattro Enti Certificatori non si differenziano per prestigio e
serietà e la loro pluralità costituisce una risorsa, perché
sono complementari in quanto a obiettivi e aree di diffusione. Per esempio,
Perugia offre una seconda certificazione più specialistica,
il CIC (Certificato di Italiano Commerciale), Roma Tre ha pensato soprattutto
all'utenza studentesca, Siena ha diversificato le prove in base alla fascia
d'età (ragazzi o adulti), alla residenza (Italia o estero) e alla
lingua di partenza (lingue orientali), la Società Dante Alighieri
cura la formazione linguistica nel loro paese d'origine di lavoratori
prossimi a raggiungere l'Italia. Entrambe le Università per Stranieri,
poi, conducono la loro attività certificatoria all'interno di un
fecondo terreno di ricerca, che si esplica attraverso l'elaborazione di
materiali, l'organizzazione di corsi di formazione per docenti, l'istituzione
di scuole di specializzazione, collaborando sotto molti aspetti. Perugia,
inoltre è membro dell'ALTE (Association of Language Testers in
Europe) mentre Siena è sede di un Centro di Eccellenza, l'"Osservatorio
linguistico permanente dell'italiano diffuso fra stranieri e delle lingue
immigrate".
COME SONO STRUTTURATE LE CERTIFICAZIONI
DI ITALIANO
È questo dunque il quadro istituzionale e operativo
in cui si collocano le certificazioni linguistiche dell'italiano, ma fermiamoci
ora più in dettaglio sulla loro struttura interna. Intanto tutte
e quattro sono articolate in vari livelli, che si trovano attualmente
in piena corrispondenza con i livelli descritti nel QCER (Quadro Comune
Europeo di Riferimento)(2). Questo documento, com'è
noto, suddivide la competenza linguistica in sei livelli progressivi,
definiti in base a precisi descrittori e contrassegnati con una sigla
alfabetico-numerica: i tre livelli fondamentali A (elementare/Basic User),
B (intermedio/Indipendent User), C (avanzato/Proficiency User) sono a
loro volta articolati in sottolivelli (A1 contatto/breakthrough, A2 sopravvivenza/waystage;
B1 soglia/threshold,
B2 progresso/vantage; C1 efficacia/effective proficiency, C2 padronanza/mastery).
Così, per esempio, il CELI 2 e la CILS 1 sono state messe in corrispondenza
con il livello B1, mentre la Dante Alighieri, per la sua nascita recente,
ha già direttamente adottato la denominazione europea (Dante A1,
C1, ecc.).
Inoltre tutte e quattro le certificazioni si propongono di valutare una
precisa competenza, quella linguistico-comunicativa, ossia la capacità
di agire attraverso la lingua in contesti precisi; tutte, poi, mettono
alla prova le quattro abilità di base, attraverso le rispettive
sezioni (ascolto, lettura, produzione scritta, produzione orale), con,
in aggiunta, una sezione che richiede l'analisi delle strutture della
comunicazione, al fine di valutare la competenza metalinguistica; l'orientamento
marcatamente comunicativo è poi riscontrabile in alcune prove specifiche
di natura pragmatica, come saper collocare un determinato testo nel contesto
più appropriato. Le certificazioni tendono ad esser simili anche
per un altro approccio adottato, quello testuale. I testi proposti per
le varie prove si differenziano per lunghezza e complessità a seconda
dei livelli: quelli destinati ai primi livelli sono brevi e trattano temi
di cultura di base appartenenti al dominio personale o pubblico, espressi
con lessico e strutture morfosintattiche ad alta frequenza; quelli per
i livelli superiori sono più lunghi e contengono anche termini
appartenenti ai linguaggi speciali e strutture più complesse.
Per per tutti e quattro, gli esami hanno luogo due volte l'anno, generalmente
a giugno e a dicembre, contemporaneamente presso tutte le Sedi Certificatorie
con le quali ogni Ente ha stipulato una convenzione.
Le sedi estere sono gli Istituti di Cultura, le Università o le
sedi di associazioni culturali legate al nostro paese; in Italia sono
prevalentemente i CTP (Centri Territoriali Permanenti) ad essere sede
d'esame, ma anche le Università od altre strutture. Per poter sostenere
l'esame certificatorio non è richiesta la frequenza di un corso
di lingua; un'acquisizione spontanea o da autodidatta non pregiudica il
successo, se si considera inoltre che per i primi livelli non è
quasi richiesta l'abilità di scrittura. è però importante
conoscere le modalità di svolgimento dell'esame ed acquisire dimestichezza
con i tipi di prove somministrate. Queste sono costituite da test di competenza
(proficiency tests) di vario genere (per esempio cloze, scelta multipla,
abbinamento testo/immagine). I quattro esami variano, invece, per il tipo
di punteggio minimo e massimo stabilito, sia complessivo che per le singole
prove.
La valutazione delle prove libere, ossia la produzione scritta ed orale,
è questione particolarmente complessa che richiede un'attenta riflessione
sulla figura del valutatore, delineata attraverso l'apporto di ambiti
disciplinari come la linguistica acquisizionale o il language testing;
ma anche il somministratore ha un compito delicato da svolgere che richiede
una preparazione apposita. Insomma, dietro un esame apparentemente semplice
si muove un apparato complesso, non solo sul piano amministrativo ma anche
su quello scientifico.
A CHI SERVE LA CERTIFICAZIONE DI
ITALIANO
Da chi e come può essere spendibile una certificazione
di italiano lingua straniera? Abbiamo già accennato alla sua utilità
per gli adulti immigrati, al fine di un loro miglior inserimento nel mondo
lavorativo; è però necessario diffondere la sua conoscenza
presso le aziende che, per mancanza di informazioni, non sempre valorizzano
questo documento. Proprio l'Università per Stranieri di Siena ha
messo in relazione i vari livelli certificatori con precisi profili professionali:
per esempio per i lavoratori dell'area ausiliaria può essere sufficiente
un livello B1, mentre per un docente di italiano non madrelingua è
richiesto il livello C2. Anche nella scuola l'impiego delle prove certificatorie
per l'educazione linguistica degli studenti non italofoni si rivela particolarmente
produttivo: costruire test di ingresso, misurare periodicamente la competenza
acquisita, rafforzare la motivazione. E, perché no, anche per quelli
italofoni. Risulta, d'altra parte, che alcune università somministrino
come test di ingresso prove di livello C2. E ancora, le prove certificatorie
possono costituire per gli insegnanti di italiano un prezioso campo di
analisi che li induce a riflettere sui tratti meno trasparenti dell'italiano
- valga per tutti l'esempio delle doppie - e di conseguenza a riorientare
il loro modo di insegnare la lingua e soprattutto di valutarla.
Da tre anni a questa parte anche ad Aosta è presente una Sede Certificatoria:
infatti il Progetto Formazione ha stipulato una convenzione con l'Università
per Stranieri di Siena ed un certo numero di adulti ha già sostenuto
in loco l'esame CILS. Inoltre il CTP di Aosta offre un servizio di consulenza,
che fornisce informazioni sull'esame e offre materiali e suggerimenti
per la sua preparazione.
Carmela Camodeca
Note
(1) DE MAURO Tullio - VEDOVELLI Massimo (a cura di), Italiano 2000. Indagine
sulle motivazioni dei pubblici dell'italiano L2 nel mondo, Roma, Ministero
Affari Esteri, 2001.
(2) Cfr. CONCIL OF EUROPE/CONSEIL DE L'EUROPE, Quadro comune europeo di
riferimento per le lingue: apprendimento, insegnamento, valutazione, trad.
it., Firenze, La Nuova Italia - Oxford, 2002.
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