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Non
solo patentino
Un percorso di educazione stradale
che, oltre a fornire approfondimenti disciplinari, forma ragazzi più
consapevoli.
Il progetto di educazione stradale nasce da due motivazioni:
formare un cittadino in grado di circolare correttamente sulla strada;
far acquisire ai nostri alunni il certificato di idoneità alla
guida del ciclomotore preparandoli in modo esauriente all’esame.
Per questo, nelle scuole secondarie di primo grado di Cogne e Villeneuve,
dell’Istituzione scolastica Maria Ida Viglino, è stato predisposto
un progetto di educazione stradale che coinvolge tutte le classi.
L’obiettivo non è esclusivamente quello di portare gli alunni
all’acquisizione del patentino, ma anche di formulare una proposta
didattica volta a favorire una presa di coscienza responsabile dell’alunno.
Con questo progetto vorremmo, infatti, far acquisire ai ragazzi la consapevolezza
della necessità delle regole del Codice della strada facendo emergere
nel ragazzo il rispetto di se stesso e dei diritti degli altri.
L’attività per il conseguimento del “Certificato di
idoneità alla guida del ciclomotore” prevede complessivamente
otto ore curricolari al mattino, destinate all’“Educazione
alla convivenza civile”, e dodici ore pomeridiane.
IN PRIMA
In classe prima l’attività didattica inizia
con la definizione dell’ambiente stradale e l’introduzione
di alcune regole di base: ci si muove sul marciapiede perché si
è pedoni; si cammina sul lato sinistro della strada per vedere
arrivare le auto; sulla banchina non si può andare in bicicletta;
si deve utilizzare l’attraversamento pedonale; si deve rimanere
sulla propria corsia; si ha la precedenza quando…, non si può
attraversare con la bicicletta sulle strisce pedonali.
Avviamo i nostri alunni alla conoscenza del Codice della strada allo scopo
di presentarlo come uno strumento per “salvare la vita”. Per
questo insegniamo loro ad attraversare la strada con attenzione, preoccupandosi
delle precedenze, valutando i pericoli legati all’attraversamento,
guardando con attenzione i segnali stradali.
Questi rappresentano l’elemento cardine delle prime attività
didattiche. In particolare, ne facciamo rilevare gli aspetti grafici,
partendo dalla percezione immediata della loro forma e significato. Lo
scopo è quello di fare interiorizzare semplici regole basilari,
quali: un cartello triangolare indica un segnale di pericolo, mentre uno
rotondo indica un obbligo. Vogliamo abituare i ragazzi a vedere ed a comprenderne
la forma, il colore, il bordo, lo sfondo, affinché riescano a percepire
immediatamente il senso del messaggio. L’obiettivo è di acquisire
una sorta di riflesso condizionato in grado di produrre delle reazioni
automatiche. Alla fine di ogni sessione, viene svolto un mini test per
stabilire se l’informazione è stata interiorizzata e se sia
possibile procedere oltre.
IN SECONDA
In classe seconda, viene posta una particolare attenzione
all’utilizzo della bicicletta. Tuttavia non viene abbandonata la
formazione sull’importanza dei cartelli stradali e sui pericoli
che si corrono in strada. Nelle ore di educazione tecnica diamo un’informazione
completa sui componenti della bicicletta, con particolare attenzione ai
dispositivi di sicurezza: freni, apparati luminosi e acustici. Su questi
temi lavoriamo in maniera molto interattiva con i ragazzi chiedendo loro
di immaginare cosa succederebbe se uno di questi dispositivi non fosse
presente sulla bicicletta. Dalle loro risposte traiamo le conclusioni.
Lo studio dei mezzi di spostamento può anche rappresentare per
i ragazzi un primo spunto per affrontare il tema del rispetto dell’ambiente
e della coscienza ecologica. Facciamo notare, nelle nostre lezioni, che
spostarsi in bicicletta, nei tratti urbani, significa ridurre il traffico
veicolare e, dunque, l’inquinamento e che, su percorsi di media
lunghezza, un autobus può trasportare lo stesso numero di persone
di numerose automobili. Se si invogliassero gli automobilisti a non utilizzare
la vettura per spostamenti brevi, i parcheggi risulterebbero meno affollati
e la qualità dell’aria più accettabile.
Per i ragazzi, inoltre, il possesso di un mezzo di trasporto personale
può rappresentare un rafforzamento dell’autonomia e l’acquisizione
di un senso di responsabilità più marcato. Una bicicletta,
infatti, obbliga il possessore alla manutenzione e al rispetto dell’efficienza
dei vari dispositivi, induce all’attenzione verso gli altri utenti
della strada e al rispetto delle regole.
IN TERZA
In terza media, il desiderio manifesto e primario di
tutti gli adolescenti è il possesso di un ciclomotore. Questo è
il momento più adatto per affrontare temi molto specifici. Ai ragazzi
insegniamo che il ciclomotore deve rispettare la normativa e le prescrizioni
vigenti e che, naturalmente, qualunque elaborazione è vietata per
motivi di sicurezza. Con loro analizziamo anche aspetti collaterali, ma
non secondari, quali l’utilizzo del casco, la responsabilità
civile, l’importanza dei mezzi pubblici e il modo di parcheggiare.
Inoltre, completiamo la conoscenza del Codice della strada.
Il progetto è sviluppato in ambito curricolare, sovente anche docenti
di altre discipline intervengono con loro contributi. È possibile,
quindi, affrontare, inserendoli in progetti disciplinari, problemi quali
l’inquinamento, gli elementi di pronto soccorso, il comportamento
del mezzo di trasporto in rettilineo ed in curva, i rischi derivanti dal
mancato uso del casco.
La nostra maggiore attenzione va al tema della sicurezza. Molti ragazzi,
infatti, sono alle loro prime esperienze di un mezzo di trasporto personale,
poiché, usufruendo normalmente dei mezzi pubblici, non hanno potuto
maturare delle esperienze di utilizzo dell’ambiente stradale.
Una parte del corso di formazione viene svolta da agenti delle forze dell’ordine.
Questo ci permette di presentarli come “amici” delegati a
far rispettare i diritti di tutti.
I CORSI PER IL PATENTINO
La frequenza al “Corso per il conseguimento di
idoneità alla guida del ciclomotore” è obbligatoria
dal 2003-2004 per coloro che si vogliono iscrivere all’esame.
A questi corsi, gratuiti e facoltativi, possono partecipare solo i ragazzi
che compiranno i 14 anni entro l’anno scolastico in corso. Nella
nostra scuola la frequenza è sempre risultata molto alta, tra i
70 e gli 80 ragazzi per corso.
Per ricevere l’attestato di frequenza, necessario ad iscriversi
e sostenere l’esame, le assenze non devono superare le tre ore.
Il corso è articolato in tre moduli per un totale di 12 ore.
Nel modula A, di quattro ore, vengono studiate le norme di comportamento;
nel modulo B, di sei ore, ci si dedica allo studio della segnaletica,
infine, nel modulo C, di due ore, viene affrontato il tema dell’educazione
al rispetto della legge. Nella prima unità didattica di quest’ultima
parte, vengono messi in evidenza il valore e la necessità delle
regole e il rispetto dell’ambiente; nella seconda, condotta da personale
dell’USL, si affronta il tema della guida sotto l’effetto
di droghe o alcool per far capire ai ragazzi che l’assunzione di
queste sostanze altera la percezione della realtà, diminuisce la
capacità di reazione e accentua l’instabilità personale.
A completamento del corso, otto ore di attività curricolari vengono
dedicate alla convivenza civile.
A coloro che hanno seguito regolarmente il corso viene rilasciato un attestato
di frequenza che ha la validità di un anno con il quale, al compimento
del quattordicesimo anno di età, i ragazzi potranno iscriversi
all’esame che verrà svolto alla presenza di un funzionario
del servizio dei trasporti terrestri.
L’esame prevede la compilazione di una scheda contenente dieci domande
alle quali si deve rispondere con vero e falso. Il candidato che compie
più di quattro errori deve ripetere la prova. La difficoltà
di queste domande è più di tipo linguistico che di contenuto,
il testo dei quesiti contiene sovente doppie negazioni o l’elisione
di una parte della domanda. Ecco perché, per i ragazzi della scuola
secondaria di primo grado, questi quiz risultano estremamente complicati
e inadeguati al loro livello di competenza linguistica.
Durante i corsi, perciò, è indispensabile fornire ai ragazzi
delle indicazioni estremamente precise e il ragazzo, da parte sua, deve
studiare in modo approfondito, deve imparare a selezionare informazioni
e rispondere in modo razionale.
L’attività ha suscitato un notevole interesse, tanto che
continuiamo a svolgere corsi per il conseguimento del patentino anche
in altre scuole secondarie di primo e secondo grado.
Il Ministero ha istituito finanziamenti ad hoc per potenziare l’educazione
stradale, vista anche in un’ottica di prevenzione e di crescita
civile.
Claudio Rosati
Renato Zefilippo
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