400
ragazzi per strada
È solo l’istituzione
scolastica che deve adattare i propri orari e le proprie esigenze alle
condizioni ambientali?
Che dimensione assume nella sua
scuola il fenomeno del pendolarismo?
Nell’Istituto magistrale R. M. Adelaide di Aosta, in quest’anno
scolastico il 49% dei nostri alunni risulta essere pendolare, vale a dire
circa 450 ragazzi. Si tratta di una percentuale considerevole.
Cosa comporta un numero così
elevato di alunni provenienti da fuori Aosta?
Uno dei problemi connessi al pendolarismo è quello dei ritardi
dei mezzi pubblici che possono creare degli impacci per l’entrata
degli alunni. Ma la difficoltà più consistente è
quella di rendere l’orario scolastico compatibile con quello dei
mezzi di trasporto e viceversa per non far rimanere i ragazzi lontani
da casa per l’intera giornata quando hanno lezione solo la mattina.
Non è stato possibile, visto il numero di studenti coinvolti, applicare
i suggerimenti della vecchia circolare assessorile e convogliare tutti
gli studenti nella stessa sezione, per cui abbiamo dovuto suddividerli
in sezioni diverse.
Per permettere l’uscita anticipata degli alunni che, in questo modo,
riescono ad usufruire dei mezzi pubblici abbiamo dovuto accorciare di
dieci minuti al giorno l’orario scolastico. Questo ci ha costretti
a recuperare le ore perse. Per rimanere nei limiti imposti dalla legge
abbiamo dovuto allungare di una settimana il calendario delle lezioni.
Non bisogna, infine, dimenticare il problema della difficoltà di
affrontare il lavoro domestico per studenti che spesso arrivano a casa
a pomeriggio inoltrato, stanchi per le lezioni del mattino e per il viaggio.
Nel caso di corsi di recupero od
altre attività extra scolastiche per i pendolari i problemi diventano
ancora più consistenti?
In effetti, quando gli studenti devono seguire dei corsi di recupero,
naturalmente, non tornano a casa alla fine della mattinata, ma restano
in città. Il disagio però è contenuto poiché
i corsi di recupero sono programmati per tempo e quindi gli studenti possono
organizzare il loro ritorno a casa. Chi vuole partecipare ad attività
pomeridiane, quali le discipline sportive organizzate dalla scuola attraverso
i suoi gruppi sportivi, sa che andrà incontro a difficoltà
di trasporto e quindi si comporterà di conseguenza.
Esistono delle forme diverse di
pendolarismo?
Si, esiste un pendolarismo di corto raggio, di ragazzi che provengono
dai dintorni della città di Aosta e che quindi o vengono accompagnati
dai genitori oppure utilizzano un mezzo personale.
Mentre, per evitare il viaggio quotidiano, per alcuni ragazzi delle valli
laterali è più funzionale risiedere in collegio e tornare
a casa solamente una volta la settimana. In questo modo, possono scegliere
la scuola che preferiscono piuttosto che rinunciarvi per frequentare una
scuola logisticamente più vicina a casa, ma lontana dai loro desideri.
Non si tratta di una scelta facile poiché i ragazzi devono scegliere
tra l’alzarsi all’alba e tornare a casa tardi oppure rimanere
lontani per cinque giorni da genitori ed amici, ma sono pochi casi. La
maggioranza è rappresentata da ragazzi che potremmo definire pendolari
“tradizionali”, cioè quelli che prendono il mezzo pubblico
per spostarsi da casa a scuola e che ritornano a casa la sera.
Come avete risolto il problema
dello studio a casa?
Sicuramente, per coloro che viaggiano, la rielaborazione personale qualche
ostacolo in più lo pone. Tuttavia non si può utilizzare
il viaggio come un alibi e quindi l’impegno deve risultare costante
anche per questi studenti. Naturalmente gli insegnanti vi pongono una
certa attenzione evitando, nei giorni in cui i ragazzi sono più
impegnati, di sovraccaricarli di compiti a casa.
Il pendolarismo risulta in crescita
nella vostra scuola?
L’andamento della scuola rispecchia quello della popolazione. Poiché
c’è stato un aumento del 10-15% della popolazione della “Plaine”
inevitabilmente sono aumentati anche i pendolari.
Intervista a Corrado Ballarini
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