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Una
magia che funziona
Un’esperienza di lettura
ad alta voce per arricchire il vocabolario, la forma e la capacità
espressiva.
Ore 15,40 di un venerdì qualunque, nella classe
regna un caos infernale: Pierino vaga sotto ai banchi alla ricerca del
temperino, Mafalda per la cinquantesima volta parla senza alzare il dito,
Marcellino guarda fuori dalla finestra perso nei suoi pensieri...
L’insegnante, però, tenace e caparbia, vuole a tutti i costi
portare a termine l’attività programmata. D’un tratto
si accorge che solo Camilla la sta ascoltando! Che fare allora? Disorientata
e confusa decide di abbandonare tutti i suoi bei programmi e prende sullo
scaffale quel misterioso e affascinante oggetto che tante volte l’ha
aiutata ad uscire da situazioni come questa.
Non è né una bacchetta magica né un videogioco super
sofisticato, ma un semplice libro. Ore 15,50 nella classe regna un silenzio
attento e pieno di curiosità: anche oggi la magia ha funzionato.
Fantascienza? Situazione impossibile? No, esperienza di vita quotidiana
in molte classi della nostra scuola primaria!
Quante volte noi insegnanti ci siamo lamentati che i nostri alunni non
sono più capaci di ascoltare, di prestare attenzione e di rimanere
concentrati su quanto si sta facendo?
Perché, invece, in determinate situazioni dimostrano di possedere
tali abilità?
Sicuramente la motivazione è una delle “molle” che
riesce a catturare l’interesse dei bambini e pertanto, al momento
della progettazione, dobbiamo tenerla presente per meglio orientare le
nostre attività.
L’ascolto e la lettura di un libro però non puntano solo
sulla motivazione, ma consentono al bambino di immaginare e di creare
un mondo tutto personale, dove l’attesa gioca un ruolo determinante.
è per questo che sovente sono i bambini stessi a chiedere all’insegnante
di continuare la lettura di un libro, perché la voglia di scoprire
cosa verrà “DOPO” è veramente grande.
In classe, il momento della lettura non è quindi
un attimo definito nel tempo. Noi lo utilizziamo quando vogliamo iniziare
o concludere bene la giornata oppure quando abbiamo voglia di stare insieme
in modo speciale.
Così il tempo passa senza che ce ne accorgiamo!
Che bello vedere i nostri alunni, mentre leggiamo, così attenti
e tranquilli. Ci guardano con la bocca aperta e gli occhi spalancati:
una magia che, purtroppo, a volte si perde con il tempo.
Generalmente tutti i bambini arrivano a scuola con la voglia di imparare
a leggere.
Per questo il nostro problema è quello di favorire e mantenere
questa voglia e di abituarli al piacere di leggere.
Sicuramente uno degli elementi più motivanti è quello di
sentir leggere l’adulto. Non si può certo dare per scontato
che, quando un bambino acquisisce la tecnica della lettura, il momento
della lettura ad alta voce scompaia. Al contrario, è un momento
da coltivare e da sviluppare perché solo con un modello il bambino
riesce a migliorare la sua capacità espressiva.
La lettura ad alta voce permette ai bambini di avvicinarsi a testi che,
affrontati senza la mediazione dell’adulto, risulterebbero troppo
complessi. Inoltre questo momento rappresenta un’ottima occasione
per proporre generi letterari diversi e, a volte, difficili quali le poesie,
le fiabe, i racconti, le cronache che, filtrate dall’esperienza
dell’insegnante, possono assumere una forte valenza emotiva ed educativa.
Lanciare questo seme può suscitare la voglia di cimentarsi in qualcosa
di diverso, più complesso.
Noi insegnanti abbiamo talvolta l’impressione che queste attività
possano comportare una perdita di tempo. Siamo convinte, al contrario,
che forniscano un ritorno importante perché i bambini possono,
con questo strumento, acquisire un vocabolario più ricco, una competenza
che non è immediatamente rilevabile, ma che sul lungo periodo risulta
vincente; arricchiscano la forma e la capacità espressiva sia a
livello orale che a livello scritto; sviluppino la fantasia, la creatività,
la capacità di creare immagini e di aprirsi verso mondi personali
(quello che immagini tu non è quello che immagina il tuo vicino
di banco!); si abituino alla concentrazione e all’ascolto, competenze
utili sia all’apprendimento in generale che allo studio delle diverse
discipline.
Riteniamo che questo tipo di attività non debba limitarsi solo
all’area linguistica in quanto contiene in sé una valenza
educativa globale, pertanto occorre che coinvolga tutti i componenti del
team. La coesione nel modulo ha perciò una notevole rilevanza:
è importante che ci sia una sintonia negli obiettivi senza che
questo si trasformi in uniformità. L’affinamento della capacità
di comprensione linguistica risulta, infatti, utile anche per le altre
discipline, quelle scientifiche, che richiedono una fine capacità
di comprensione del messaggio.
Per potenziare la lettura, possiamo creare spazi specifici all’interno
della classe quali gli angoli dedicati a questo tipo di attività,
le biblioteche realizzate con libri portati dai bambini o in dotazione
alla scuola e gestite direttamente dagli alunni. Tutte cose che noi insegnanti
facciamo già abitualmente e che possono essere svolte anche per
perseguire questo obiettivo.
Ma possiamo anche sfruttare le risorse presenti sul territorio come le
biblioteche, ambienti ricchi di stimoli e luoghi adatti a soddisfare la
curiosità di piccoli e di grandi lettori.
È bene ricordare che la lettura di un libro deve essere un piacere,
pertanto noi insegnanti siamo tenuti sì a valutare gli apprendimenti
dei nostri alunni, ma dobbiamo farlo su attività specifiche, lasciando
invece, quando il nostro obiettivo è il piacere di leggere, libero
spazio alla fantasia e alla creatività.
Non dobbiamo perdere di vista il fatto che ci sono altri strumenti che
attirano molto di più l’attenzione dei nostri alunni: computer,
televisione, videogiochi. Ma la scuola resta, forse, uno degli ultimi
luoghi in cui sia possibile accrescere la passione per il libro, per il
leggere, per l’esercizio di fantasia, per l’oralità.
Se pensiamo di poter competere con questi strumenti mediatici siamo nel
campo della pura illusione. Noi possiamo aiutare però i bambini
a cogliere le differenze e le potenzialità di entrambi i mezzi
di comunicazione.
Insomma, la scuola gioca un ruolo importante in questa sfida, fondamentale
è ricordarsi che il piacere di leggere non si insegna, ma si vive
e si sperimenta giorno dopo giorno con i propri alunni nella propria classe.
CENTO LIBRI E UN TESORO |
Si tratta di una significativa e interessante
esperienza proposta alle classi 3a-4a-5a della Scuola Primaria dalla
biblioteca di Morgex in collaborazione con la Cooperativa Equilibri
di Modena.
Ingredienti per questo gioco della lettura
sono un po’ di libri e un po’ di bambini, qualche insegnante
e un pizzico di bibliotecari, tanta voglia di giocare e tanta fantasia.
Libri, lunghi e corti, con figure o fitti di parole, fanno da sfondo
al torneo e rappresentano il vero e proprio campo da gioco per una
gara allegra e divertente che consente ad alcuni di esibire la propria
abilità di lettori e ad altri di scoprire, giocando, il piacere
di leggere. Ogni classe riceve un capitale di libri da leggere a
rotazione per un certo periodo di tempo. Al termine di questo periodo
le classi si affrontano attraverso quesiti, indovinelli, cacce al
tesoro, giochi di parole. Oggetto di questi giochi sono le storie,
le figure, i titoli, i personaggi e ogni altra curiosità
in merito ai libri letti. |
Patrizia Pavese
Monica Rancet
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