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Dai, che parte la storia

Percorsi per allenare la fantasia, per conoscere: per leggere.

C’era una volta, in un paese lontano...” cominciava così, semplicemente, quel percorso affascinante, misterioso, talvolta incomprensibile, chiamato lettura.
Una nonna, un papà, più spesso la mamma prendevano i bambini per mano per condurli in quel mondo delle storie, del racconto, del libro che rappresentava una tappa quasi doverosa nello sviluppo del bambino.
C’erano altre frasi classiche che davano il senso dell’importanza che l’adulto attribuiva al leggere: “Smettila di guardare i fumetti! Leggi un libro piuttosto. Guai a te se ti vedo ancora con un Topolino in mano!”. Oggi si alzerebbero preghiere al cielo se i pargoli si degnassero di sbirciare le voluttuose nuvolette di Paperino e compagnia. Sappiamo tutti che la Playstation, Internet, cartoni vari e video di ogni tipo hanno progressivamente eroso il territorio del libro nonostante la scuola continui a presidiarlo con tanta buona volontà e professionalità.
Per leggere, leggiamo tutti: poco, male, in fretta, rimandando a più tardi quell’articolo, quel racconto che probabilmente non riusciremo più a trovare, sorpassati e ricoperti da altre decine di articoli e di parole stampate.
Leggere ai bambini, per i bambini, è però diverso: è aprire una porta, attraversare un confine per entrare in un’altra dimensione. Magia, paura, avventura sentimenti; in una parola STORIE. Scritto in grande, certamente, perché stiamo parlando di qualcosa di grandioso, che ha aiutato a crescere per millenni miliardi di persone. Abbiamo ancora davanti a noi la visione, in prima o seconda media, del professore che leggeva la storia di Polifemo ad una classe della quale ricordiamo la tensione, la paura quando la mano del ciclope afferrava i compagni di Ulisse per mangiarli. Forse è lo stesso con il lupo e Cappuccetto Rosso o con il piccolo Frodo Baggins ed il suo anello maledetto.
Storie appunto, che aiutano a crescere, a capire.
A capire, come diceva un grande amico dei bambini, Bruno Munari, “che bisogna trasformare tutto in storie di cui il bambino possa essere protagonista, ricordando che tutto ciò che accade nella vita è prima accaduto in una fiaba”.
Le cose accadono e “il compito di uno scrittore - ripete volentieri Baricco - è di riportare le storie a casa loro”.
Aiutandole con la lettura.
Raccontare, leggere, ricordare che, ricordare con, ricordare per, narrare, dividere, conoscere, capire, emozionarsi, ridere, piangere, rabbrividire… è infinito il trenino che si può costruire con la narrazione e la lettura.

Proprio partendo da questi presupposti, la nostra scuola è uscita dal ristretto ambito didattico con il Progetto Lettura, cercando in questi anni di sviluppare alcune di queste tracce, lanciando alcuni ponti verso il territorio, le realtà locali e l’associazionismo, le istituzioni preposte alla cultura, promuovendo e collaborando in modo positivo e paritario.
A questo progetto a scuola si lavora utilizzando più lingue, in più discipline, con più linguaggi e curando sovente, per buona parte del percorso, in contemporanea, più attività (Progetto Lettura/Concours Cerlogne, Progetto Lettura/ Laboratorio di Storia, ecc.).
Il Progetto Lettura ha ormai 10 anni e la sua durata nel tempo deriva, oltre che dal continuo adeguamento e dall’aderenza ad una realtà sempre più mutevole, dall’aver mantenuto fermi i principi ispiratori: rendere piacevole la lettura, diffondere il piacere della lettura, conoscere i luoghi e le persone che ruotano intorno al libro, saper esprimere le proprie opinioni, le proprie emozioni attraverso l’ascolto e la lettura.
Alcune delle attività sono state già trattate in diversi articoli di questa rivista ed in più occasioni, ma crediamo sia utile sottolineare la valenza e l’importanza didattico-educativa che “Clicca il Libro” e “Animazione in Biblioteca” hanno avuto e continuano ad avere.
La prima iniziativa intende legare uno strumento antico come il libro con la tecnologia più recente: la rete Internet e la posta elettronica visti non come alternative e nemiche della carta stampata, ma complementari ad essa; il bambino, dopo la lettura dei libri proposti ed esposti sul sito dell’Istituzione scolastica capofila del progetto, la Walser Mont Rose B di Pont-Saint-Martin, può interagire in diversi modi con l’interfaccia informatica. Può rispondere ai giochi proposti riferiti ai libri in oggetto, può cimentarsi in creative attività linguistiche o grafiche, oppure può diventare protagonista diretto inviando osservazioni, testi, recensioni, proposte.
Bambino lettore, scrittore, giornalista. Forse solo curioso di un mondo che si muove intorno a lui cui pone domande, propone soluzioni, cerca collegamenti.
Ma che l’informatica sia un mezzo, uno strumento di conoscenza lo si nota bene quando i libri proposti arrivano nei diversi plessi scolastici: l’istrionesco Lucio Bovo, attore, giullare, orco delle fiabe, menestrello del 2000 sorprende prima, diverte poi.

Stupisce. Ecco, Lucio stupisce. I libri che porta, come un pellegrino di un tempo lontano, sanno di qualcosa di antico, che si è un po’ perso e che è utile ritrovare. Il libro arriva portato da un viaggiatore proveniente da chissà dove che racconta ai bambini, crea l’atmosfera, fa sentire l’odore delle storie che poi si leggeranno in classe, dopo. Con questo siparietto di pochi minuti si costruisce una situazione fondamentale per il bambino: l’attesa. Cosa ci sarà in quel libro?
Le poche frasi con cui Lucio presenta i libri, creano il desiderio di saperne di più, di vedere come andrà a finire. È un grande insegnamento questo, la molla che spinge a cercare, anche in un libro, la risposta ad una domanda, ad una curiosità che, suscitata, nasce.
Per quanto riguarda la biblioteca, o meglio le biblioteche, il loro ruolo è un punto fermo nelle attività proposte. Non sono viste come un deposito di libri, ma come un caleidoscopio di risorse, un palcoscenico dove con una minima scenografia, nascono e si trasmettono storie. Animazione alla lettura, ma non solo; puoi incontrarci la scrittrice di libri per bambini che spiega il suo lavoro e che risponde alle domande della bimba che le chiede quando ha deciso di scrivere oppure un illustratore che mostra in che modo nascono quei disegni e quelle illustrazioni che accompagnano le nostre pagine preferite.
Ma via, dai, che parte la storia. Parte la musica, il silenzio si crea e siamo già in viaggio, nella giungla o diretti all’oasi misteriosa mentre la torre del castello ci fa intravedere la sagoma di… Storie, sono solo storie dirà qualcuno. È vero, ma le storie ci aiutano a vivere, a superare i momenti difficili, a vedere che dopo, alla fine, tutto finirà bene. Vi sembra poco?
La biblioteca, dicevamo. Un posto polivalente, dove il bambino può incontrare persone che si dedicano a lui, lo accompagnano in un percorso formativo. Dove potrà andare a studiare, a prendere libri, cd, videogiochi, documentari.
Ha molte proposte il Progetto Lettura. La mostra finale, che accompagna la Festa del Libro, emigra, nella pausa estiva, nell’Alta Valle del Lys. Prende il nome di Peter Pan allietando le vacanze di turisti e residenti perché la cultura e le buone letture non vanno mai in ferie, ma le persone sì; i paesaggi e l’aria buona sono importanti; lo è anche una scuola che sente di poter offrire i suoi prodotti alla comunità di cui fa parte. Così quattro incontri settimanali, nei quattro comuni walser, per tutto il mese di luglio, con la brava scrittrice Elena Soprano, sono diventati una richiesta scontata da parte di tanti valligiani e vacanzieri.

Ecco, Peter Pan ci dà l’occasione di aprire una finestra su un aspetto che il Progetto Lettura ha privilegiato fin dalla sua nascita: il rapporto con il territorio.
La Festa del Libro rappresenta, in quell’appuntamento di maggio, diventato ormai una tradizione, il culmine dell’incontro tra scuola e territorio. La prima ha concretizzato un progetto didattico grazie, non solo agli investimenti economici del secondo, ma alle molteplici collaborazioni messe in atto sia con istituzioni che con privati. La scuola ha, in questa occasione, un’opportunità maggiore di presentarsi al mondo esterno al di fuori di quelli che possono essere i contatti formalmente riconosciuti. Il secondo, il territorio, usufruisce di iniziative, di servizi arricchenti per l’intero comprensorio.
Rivedendo gli ultimi anni del Progetto Lettura, balza evidente agli occhi, se permettete, la qualità dei soggetti e delle istituzioni presenti nel territorio. Dall’Università agli istituti superiori, dagli animatori agli illustratori, dagli scrittori alla Polizia Stradale, dalle Pro Loco ai piccoli produttori delle specialità gastronomiche locali piuttosto che il Forte di Bard, insieme a moltissimi altri ancora.
È la ricerca di creare e di usare quella rete di presenza viva e pulsante che forma la specificità di ogni singolo territorio e che rende i progetti ritagliati sulle esigenze specifiche di realtà diverse, non dimenticando la possibilità di inserire semi di novità o di esperienze differenti.
Mentre scriviamo queste considerazioni intorno alla lettura e alla sua ricaduta nella vita quotidiana dei bambini, in molti paesi del mondo si ricorda il Giorno della Memoria.
Da anni noi lo facciamo, anche con i libri.
Mentre scorrono sugli schermi le lugubri immagini di quando, sotto altre bandiere e con passi marziali, si bruciavano prima i libri poi la dignità umana e le persone, ci piace pensare che il nostro piccolo impegno vada nella direzione esattamente opposta: diffondere i libri per cercare di illuminare la coscienza dei nostri piccoli lettori.

CREARE L'ABITUDINE

Ciò che vince è la regolarità. Creare l’abitudine. Puntuale, quasi irrinunciabile. L’esperienza fatta con le prime elementari, inserendo l’ora curriculare di Laboratorio lettura, ha dato i suoi frutti: in terza e in quarta gli alunni sono diventati appassionati lettori. Nelle classi prime dove il leggere è un’esperienze estemporanea, non essendo il frutto di un progetto, i bambini che leggono molto sono quelli già forti di un imprinting domestico.
Da anni nell’istituto scolastico dove mi occupo di Progetto Lettura, creando ad hoc moduli e percorsi di narrativa per bambini, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di primo grado, l’iter di educazione all’ascolto per la prima classe si snoda in due progetti: Re Pennello, per il primo quadrimestre, e Libro-Lego, per il secondo.
Re Pennello è il racconto di dodici fiabe, una a settimana, le quali, illustrate poi dai bambini, formeranno il calendario dell’anno nuovo che gli alunni porteranno a casa come regalo di Natale. Vengono preparati all'inizio dell'anno scolastico i fogli colorati con lo schema dei mesi (semplici fogli A4), su cui la maestra incollerà i disegni dei bambini riferiti alla fiaba (fatti su metà foglio A4). Ogni disegno verrà realizzato con una tecnica semplice, ma diversa l’una dall’altra: pennarelli, matite, materiale applicato, pastelli a cera, ecc.
Trattandosi di un calendario, le fiabe sono scelte in corrispondenza dei mesi. La narrazione si svolge nella biblioteca con i bambini seduti, senza scarpe, su grandi tappeti: sono i tappeti volanti che permettono il volo fantasia.
Ci sono piccoli riti che fanno parte dell’esperienza: accendere una candela, che rappresenta la magia della storia, appendere un cartello fuori dall’aula con scritto “Non entrare, magia in corso”, cantare una canzone prima del racconto e ripensare alle parti della storia a narrazione finita, sdraiandosi con una musica di relax in sottofondo.
Nel tempo breve di una narrazione, circa trenta minuti, i bambini prendono di volta in volta confidenza con la struttura narrativa e l’appuntamento fisso settimanale crea sempre una piacevole aspettativa. L’aspettativa si fa più forte nel secondo quadrimestre quando alla fiaba si sostituisce un classico di narrativa per l’infanzia. Infatti, a questo punto, i bambini sono pronti per racconti più articolati. Abituato alla fiaba autoconclusiva il bambino rimane con un “pungente” senso di sospensione alla fine del capitolo. Ma, ovviamente se la narrazione è efficace, la sospensione sarà proprio la molla che gli farà scattare il desiderio di sapere come la storia andrà avanti e la voglia di ritornare nella classe dei tappeti volanti al più presto. Si stabilirà, in altre parole, con la narrazione a puntate, una continuità costruttiva che permetterà al bambino di accedere a quella forma complessa che è il romanzo dove i salti spazio-temporali presuppongono già raffinate capacità di sintesi.
Per il progetto Libro-Lego, a ogni puntata di narrazione, ai bambini verrà data una scheda con alcune righe tratte dal classico originale che illustreranno e inseriranno in un quadernone ad anelli. In questo modo, per ogni puntata avranno un breve testo di riferimento e un disegno. D’estate, ripensando a tutto il libro che è stato loro raccontato, potranno fare altre illustrazioni: dovranno semplicemente inserirle, proprio come un pezzetto di lego, nel capitolo giusto, secondo la scansione del libro stesso, ampliando così il loro “classico”.
Narrare ai bambini, certo, è più faticoso che leggere. Ma permette un aggancio più rapido. Quando i bambini capiscono che quelle parole che li portano in volo provengono dai libri, metà battaglia sarà vinta. Domanderanno quel libro dove ci sono le cose che sono state loro raccontate o ne vorranno uno il più possibile uguale. Sarà l’inizio di quella straordinaria avventura che è il leggere.

Elena Soprano Baroncini

Mariella Herera
Giorgio Fragiacomo

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