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Di Wònderbaré 10
ey-La-Trinité, per diversi mesi, bambini e insegnanti si sono impegnati con passione, al fiAlla scuola dell’infanzia e primaria di Gressoney-La-Trinité, per diversi mesi, bambini e insegnanti si sono impegnati con passione, al fine di conoscere meglio la comunità walser alla quale appartengono e mantenere vivo il titsch.
“Di Wònderbaré 10 - Di Wòarhafté… einzégé… wònderbaré storé vòm Walserwoape – I Fantastici 10 – la vera storia dello stemma walser” è il titolo del cortometraggio animato che racconta la storia fantastica della nascita del simbolo walser, realizzato dai bambini della Scuola dell’infanzia e della Scuola primaria di Gressoney-La-Trinité dell’Istituzione scolastica Walser - Mont Rose B.
Il progetto “Colori Carta e Cartoni”, proposto dagli esperti dell’Associazione Gymnica Monterosa, Sabina Caso e Paola Rodolfo, e promosso dall’insegnante di tedesco, Stefania Paoloni, è stato inserito nel programma di valorizzazione della minoranza linguistica walser. Il cartone animato è il prodotto di un’attività didattica di grande interesse formativo che ha visto impegnati per alcuni mesi sia gli allievi, sia le insegnanti Sara Peller, Joelle Dalle, Laura Giovannetto e Marta Pasqualone. Gli esperti di Gymnica Monterosa, in collaborazione con il Gruppo Alcuni di Treviso, hanno inizialmente attivato un percorso di formazione per le insegnanti sulla metodologia e la didattica dell’animazione. Il cartone animato è stato proposto come mezzo espressivo e come strumento di conoscenza e scoperta applicabile alle tematiche più diverse: dall’educazione ambientale alla cultura e alle tradizioni locali, dalla convivenza civile allo studio delle lingue. A Gressoney, a partire da un lavoro di ricerca sulla storia della popolazione walser, della sua lingua e del simbolo che rappresenta le dieci comunità alemanniche a sud del Monte Rosa, le insegnanti hanno proposto ai bambini di rielaborare, attraverso questo strumento creativo, i contenuti appresi.
Dopo la formazione dei docenti, gli esperti hanno incontrato gli alunni e li hanno stimolati all’ideazione della storia, alla stesura della sceneggiatura, all’elaborazione dei disegni in sequenza. Sono stati fatti, infine, la colorazione dei disegni per mezzo del computer e il doppiaggio del sonoro.
“All’inizio – raccontano i bambini – ci siamo divisi in gruppi e ogni gruppo ha inventato una storia. Poi abbiamo messo insieme le diverse storie e abbiamo creato una trama. Prima di tutto, infatti, bisogna pensare la storia e poi disegnarla sullo storyboard, un foglio diviso in quadrati dove bisogna disegnare le diverse scene. Abbiamo fatto tante immagini, più di cinquecento, disegnate bene e ripassate con il trattopen e le abbiamo passate al computer dove le abbiamo colorate.
Ci abbiamo messo sei pomeriggi per realizzare tutto. L’importante era che ci fossero il simbolo di Mercurio, le dieci stelle, il cuore, insomma tutte le parti che compongono lo stemma delle comunità walser: quelle che stanno a sud del Monte Rosa”.
Il progetto è stato integrato dalla fase di sonorizzazione del cartone animato: un tecnico specializzato del Gruppo Alcuni è intervenuto in classe per la registrazione in titsch delle voci dei personaggi interpretati dai bambini.
“Il titsch - dicono i bambini di Gressoney-La-Trinité - è la lingua dei walser che abitano nella Valle del Lys, ma anche a Rima, Rimella, Formazza, Macugnaga, Ornavasso, Alagna, Campello Monti. Adesso la parlano in pochi. Noi l’abbiamo studiato un po’ lo scorso anno a scuola e quest’anno studiamo il tedesco. Abbiamo imparato tutte le frasi del cartone animato in titsch”.
Amici, parenti, nonni e vicini di casa sono stati coinvolti nella realizzazione del doppiaggio del cartone animato: i bambini sono ricorsi infatti agli “esperti” che conoscevano la lingua locale per poter imparare la parte che era stata loro assegnata e poterla registrare. “A casa abbiamo studiato molto le nostre frasi e alla fine le abbiamo imparate”.
La realizzazione del cartone animato è stata dunque un’esperienza condivisa da tutta la comunità. Molti abitanti del paese, anche i più anziani, hanno aiutato i bambini a imparare le frasi in titsch. L’Amministrazione comunale di Gressoney-La-Trinité, da parte sua, ha creduto nel progetto e lo ha sostenuto economicamente.
Un'immagine del cortometraggio elaborato dai bambini
“Il giorno che l’abbiamo fatto vedere in pubblico – raccontano ancora i bambini – abbiamo invitato i nostri parenti nella sala del Comune, c’era anche il sindaco, e tutti erano lì per vedere il cartone. Ed è stato molto bello, abbiamo avuto tanti applausi. Alcune persone si sono anche commosse perché l’abbiamo fatto noi e hanno capito che ci siamo molto impegnati. Abbiamo capito che dietro a tutti i cartoni che vediamo c’è tantissimo lavoro e poi abbiamo scoperto anche la storia dello stemma walser e tante parole in titsch che non sapevamo”.
“Il progetto – dicono le insegnanti – ci è piaciuto molto perché i bambini da fruitori sono diventati creatori del cartone animato. In realtà, anche noi insegnanti ci siamo divertite nel farlo! Al progetto hanno collaborato tutti, dalle bambine più piccole della scuola dell’infanzia, ai più grandi della scuola primaria. Attraverso la realizzazione di un prodotto di cui finora hanno potuto fruire solo da spettatori, i bambini hanno acquisito cognizioni tecniche specifiche e approfondito i contenuti in modo indiretto, ma attivo e partecipato. Il doppiaggio ha consentito di mettersi in contatto con la lingua che non tutti parlano in casa, collaborando con coloro che nella comunità ancora la conoscono”.
Stefania Paoloni, l’insegnante di tedesco, occupa la cattedra in verticale che la porta ad avere un’ora di lezione alla settimana in ogni classe dell’alta valle del Lys. Grazie all’entusiasmo che anima la sua esperienza di insegnamento, tenta di superare – seppure con amarezza e fatica – le difficoltà legate all’unica ora di lezione settimanale in ciascuna classe: una limitazione che rende molto problematico l’apprendimento di una lingua.
Il progetto del cartone animato, grazie all’uso del titsch, si è trasformato anche in laboratorio linguistico utile a esercitare competenze per le quali, altrimenti, non si riuscirebbe a trovare spazio adeguato nel fitto programma scolastico.
Äs éscht nacht.
Mò ersét den òmréss vòm gletscher.
Stéerne òn planete reisen ém hémmel.
Sògar Merkur éscht doa mét dem zeiché vòm stäcke.
Merkur chénnt eppés zé:
“Fer mé liecht z’hä, statt der tòppé vòn der nacht, chenté désché stéerne ufläse òn emmene sack stecke.”
De manòd geit débel ab òn d’sònnò erénnet.
D’brennendò sònnò schmélzt z’isch òn òberschwémmt de fues vòm béerg.
Der chrémer Merkur nétzt désché glägeheit, fer z’fues òber de gletscher z’goa, aber òber wäg de sack volle stéerne blibt emmene felse verstackte òn schrisst.
D’stéerne tròlen de béerg embré, fallen éns wasser òn foan an, én verschidene réchtònge z’schwémme.
Jedé stéernò gschtellsché òf emmene énsel, woa gsét us wie es héers.
Wie heisst du?
Éch heissé Oberteil.
Òn du, wie éscht din noame?
Éch bén Ònderteil.
Wéer béscht du?
Éch bén Eischeme.
Wie heisst du?
Éch heissé Im Land.
Òn du, wie éscht din noame?
Éch bén Rimmu.
Wéer béscht du?
Éch bén Urnafasch.
Wie heisst du?
Éch heissé Makanà
Òn du, wie éscht din noame?
Éch bén Pomatt.
Wéer béscht du?
Éch bén Remmalju.
Wie heisst du?
Éch heissé Kampel.
D’énsle hein choalt.
“Waròm tieber éndsch nid zéemesoamlò?”
Wetté schen! Tieber bélden es einzégs gròss héers”.
D’stéerne chéemenschne noa òn spréngen éns héers.
Merkur chénnt ém hémmel vorbi òn gschtellsché z’lògò.
Mét emmene gròsse wisglach geiter wéder fòrt òn lat dschin stäcke zròck:
“Blib hie òn tue bschétze z’héers!” |
È notte
Si vede la sagoma del Monte Rosa.
Stelle e pianeti viaggiano nel cielo.
Anche Mercurio è là con il simbolo del bastone.
A Mercurio viene in mente qualcosa:
“Per avere più luce, al posto del buio della notte, potrei raccogliere queste stelle e metterle in un sacco.
La luna tramonta e il sole sale nel cielo.
Il sole cocente scioglie il ghiaccio e allaga i piedi del monte.
Il mercante Mercurio sfrutta questa occasione per andare ai piedi del ghiacciaio, ma sul sentiero il sacco pieno di stelle rimane impigliato in una roccia e si rovescia.
Le stelle rotolano lungo la montagna, cadono in acqua e iniziano a nuotare in diverse direzioni.
Ogni stella si mette su un’isola che ha la forma di un cuore.
Come ti chiami?
Mi chiamo Gressoney-La-Trinité.
E tu, qual è il tuo nome?
Io sono Gressoney-Saint-Jean.
Chi sei?
Sono Issime.
Come ti chiami?
Mi chiamo Alagna.
E tu, qual è il tuo nome?
Io sono Rima.
Chi sei?
Sono Ornavasso.
Come ti chiami?
Mi chiamo Macugnaga.
E tu, qual è il tuo nome?
Io sono Formazza.
Chi sei?
Sono Ribella.
Come ti chiami?
Mi chiamo Campello Monti.
Le isole hanno freddo.
“Perché non ci mettiamo insieme?”
Che bello! Facciamo un unico grosso cuore!”
Le stelle si avvicinano e saltano nel cuore.
Mercurio appare in cielo e si mette a guardare.
Con un grosso sorriso se ne va via, ma lascia il suo bastone:
“Rimango qui a proteggere il cuore!”
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Valentina Porcellana
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