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Le ks k dv fare
Che cosa fanno
gli studenti a scuola, quando si annoiano? Quali possibilità
hanno gli insegnanti
di catturare
la loro attenzione?
COME PREMESSA
Gli alunni dell’Istituzione scolastica secondaria di secondo grado di Châtillon-Saint-Vincent non si annoiano certo più dei loro compagni che vanno a scuola altrove, ma le due colleghe, referenti alla salute nelle due sedi, Roberta Matteini e Ornella Salvetti, hanno gentilmente accettato di chiedere ad alcune classi di rispondere alla domanda formulata dalla redazione de L’école valdôtaine.
La consegna data agli alunni, è stata la seguente: Quando mi annoio, cosa faccio? La forma espressiva poteva anche essere quella del SMS. Le risposte sono state 66 e hanno coinvolto alcune classi prime, seconde, terze e quinte, delle due sezioni, quella tecnica per geometri e quella professionale turistica.
Nella loro spontaneità, i ragazzi hanno indicato come vivono i momenti di noia a scuola, come tentano di eluderla, hanno cercato anche di esprimere qual è, secondo loro, la causa di questa sensazione e i possibili rimedi.
La redazione
LA NOIA A SCUOLA
Quando non si capisce
“A skuola mi annoio trp qnd nn riex a kapir le ks k spieg la prof o qnd sn stankixima e nn riex a seguire.”
Le lezioni noiose
“Io a scuola m annoio praticamente sempre, sprtt durante certe materie. Ma in qlsiasi ks ci sia teoria o ci sia da stud. io m annoio. Comincio ad annoiarmi appena il/la prof. entra in classe, xké nn riesci a seguire il discrs.”
“Mi stò annioando xché il prof nn spiega in modo interessante.”
Quando non si fa niente o quando regna la monotonia
“A scuola ci sono momenti noiosi altri divertenti e interessanti. Le lezioni o meglio i professori non sempre ti appassionano a volte non riescono a catturare la tua attenzione.”
“Mi annoio quando in classe non si fa niente.”
“Io mi annoio a scuola quando i professori interrogano i miei compagni, quando spiegano cose nn interess, quando ci sn da fare dl cose k non hai voglia x esempio scrivere, e quando in classe si legge.”
“A scuola mi annoio in certe situazioni. Per esempio quando si devono svolgere esercizi in continuazione, per 2 ore. Ma a volte si trascorrono momenti divertenti ed interessanti.”
“Uff… Ke noia qst lezioni sono tutte uguali, non c’è un momento di riposo… Non ce la faccio più.”
“Io mi annoio tutti i giorni, avendo già fatto queste cose, trovo che le spieghino sempre allo stesso modo!”
“Cosa annoia? La ripetizione di argomenti o il non interagire con la lezione!”
“Bisogna ammettere che a scuola ci si annoia abbastanza. Se gli alunni non vengono coinvolti nell’attività, o se la spiegazione della stessa materia dura più ore consecutive, ci si annoia abbastanza.”
“Oggi a scuola è stata una noia…!! Non c’è la facevo +… i prof mi parlavano, ma le cose che mi dicevano mi uscivano dall’altro orecchio. Era come una radio k x me non aveva nessun significato. Ma finalmente dopo un eterno è suonata la campanella e mi sono sentita come rinascere… finalmente!”
“Ieri!!? Che noia!! Il tempo non passava +! Mi sono messa a pacioccare sul banco. A scrivere messaggini alla mia compagna. Ma non passava… Sono arrivata a casa… non è cambiato niente… anxi la situazione è peggiorata… uff!… il tempo non passava ma, almeno a casa, ascoltavo la musica, ma a scuola?! Le cose che mi dicono mi entrano da un orecchio e mi escono dall’altro. Xrò in compenso non sempre mi annoio. Ma ieri la lezione mi sembrava eterna e il cervello frullava senza un qualunque significato logico!!”
“Ciao. Mi annoio xché sto fando una lezione molto ripetitiva su un argomento che non mi piace.”
Che cosa faccio, quando
mi annoio?
“Qnd mi annoio faccio 1kc di ks: dormo, ascolto musica, leggo barz. e scrivo dedike, sms o canz. D sol dormo ma se i prof mi sgamano sn cazzi quindi pref fare altro.”
“Qnd m annoio: o mi metto a paciokkare su pezzi di karta, o penso al mio tipo, alle stupidaggini k io e le my amike abbia fatto, o askolto l’mp3 o penso alle cs k dv fare, o organizzo le serate e le uscite x il sabato sera.”
“Qnd m annoio inizio a disegnare, pasticc sul banco a guardare da ttt altra parte!!”
“Quando mi annoio mi metto a parlare cn la mia vicina di banko! Così nn siamo in 2 ad annoiarci!”
“Faccio di tt apparte ascoltare. Mando bigliettini alle amik e guardo i prof facendo finta di ascoltare. Ma nel frattempo penso a di tutto e d +. Ah si, a volte mi metto a truccarmi. Infatti la parte + divertente della giornata è quando mi annoio.”
“Oggi per non morire di noia ho giocato a carte con il mio vicino di banco.”
“Oggi per ingannare la noia, o meglio la rottura di palle, mi son scritta il nome del mio ragazzo sulla mano in modo da avere la ripetizione del suo nome in tutta la mano, fino al polso.”
“Qnd mi annoio: appoggio la testa sul banco, penso agli affari miei.”
“Quando mi annoio ascolto la musica, o disegno, o parlo kon le mie amiche, o ripasso le materie x l’interrogazione.”
“Mi annoio, quando al mattino vado a scuola, invece di stare a casa a dormire e quando i prof tentano di spiegare!!”
“Quando mi annoio mi riposo.”
“Oggi mi sono bucato con il compasso.”
È possibile non annoiarsi a scuola?
“X me la noia è una cosa che si attua quando le lezioni diventano noiose e monotone. X non essere monotoni e noiosi i prof potrebbero attuare altri modi x fare le lezioni: tipo cambiare il linguaggio ‘italiano e corretto’ in uno un po’ + ‘gergale’.”
“Credo che gli alunni non si annoierebbero se scegliessero loro gli argomenti e i modi per esporli.”
“Per me, la scuola dovrebbe essere, non solo una cosa per la formazione intellettiva, ma anche personale.”
“Dovrebbero esserci più spazi ricreativi per evitare di annoiarsi.”
“La noia è inversamente proporzionale alla voglia di fare.”
“Penso che la soluzione migliore per combattere la noia sia coinvolgere la classe nell’attività in modo da renderla attiva.”
“Caro prof, ci sta annoiando… Secondo noi, deve più interagire in classe; e preoccuparsi di più se seguiamo la lezione senza ripetere sistematicamente lo stesso slogan: ci siamo? mi seguite?”
“X me, la noia è un modo di essere. Ognuno si annoia in modo diverso e in circostanze diverse. La noia è voler essere da un’altra parte, ma non solo fisicamente, basta esserci anche solo col pensiero, del tipo: sognare e svegliarsi col suono della campanella.”.
“La noia è uno stato di fatto ed è dovuto al fatto che con i professori non c’è dialogo. Io penso che se i professori scendessero dal piedistallo e si mettessero ai livelli degli alunni, non ci sarebbero più né problemi di disciplina né di noia.”
“La noia ormai è quotidiana viene dal fatto di essere costretti a fare qualcosa e ciò provoca noia. Lo studio, o meglio, la scuola è noiosa solo quando gli argomenti che vengono trattati sono ormai vecchi e superati. Io mi annoio a trattare argomenti inutili e passati. Lo trovo una perdita di tempo, e di stimolo. Io trovo la noia in tutti gli alunni, in tutta la gente c’è noia, e da questo che si annuncia un discorso di poca produttività o
rendimento.”
“La noia è relativa, si lega all’interesse, ma dipende anche dalla maturità dell’alunno. Chi non ha voglia di sapere e di imparare
si annoia in qualunque caso. Però dipende anche dalla capacità
dell’insegnante a coinvolgere i ragazzi nella lezione, facendoli intervenire…”
Meno male! Qualcuno ha affermato: “Non so cos’è la noia.”
CHE COSA NE PENSANO LE PROF?
La noia è qualcosa che il bambino non conosce. Innata in lui è la voglia di scoprire, di sperimentare, di conoscere il mondo. A guidarlo con passione nelle sue prime esplorazioni sono i genitori, che riflettono naturalmente il suo stupore, il suo entusiasmo, la gioia che nasce da ogni più piccola conquista. Lo incoraggiano e lo spronano, aggiungendo alla soddisfazione che egli manifesta per la sua sempre maggiore capacità di interagire il rinforzo motivazionale della loro amorevole attenzione.
Al nido e alla scuola dell’infanzia, le insegnanti e i coetanei permettono al bambino di conoscere un altro “spicchio di mondo”. L’entusiasmo e la curiosità sono ancora presenti e vitali durante tutti gli anni della scuola primaria. Ma, quando il piccolo esploratore si trasforma in un adolescente, il discorso cambia radicalmente.
Colui che, fino a quel momento, si
era interrogato sul mondo, sposta tutta la sua attenzione su se stesso:“Chi sono? Che cosa ci faccio qui?”. Non a caso la domanda più frequente che gli studenti fanno quando non sono propriamente entusiasti delle attività loro proposte è: “A cosa ci serve?”.
Gli esploratori, che avevano vagato senza una meta precisa, osservando tutto quello che incontravano sul loro cammino e raccogliendo campioni da esaminare e catalogare per il loro “laboratorio”, si siedono a riflettere e cercano di pianificare le loro future ricerche.
“Ma quali ricerche?” si chiedono la maggior parte degli adulti e degli educatori, ogni giorno sconvolti dall’apatia e dal disinteresse delle nuove generazioni. Al di là della musica, dei vestiti alla moda, del telefonino e dei videogames, c’è qualcosa di serio che possa interessare veramente un adolescente?
Certo che c’è! Perduti nella nebbia, stanno disperatamente cercando loro stessi!
Ma allora l’italiano, la matematica, la storia… la scuola insomma, a loro non servono proprio a niente? Certo che servono, anzi, hanno esattamente l’importante funzione che normalmente si attribuisce loro, ma da un’angolazione diversa!
Proviamo a tornare al lattante, alle prese con le sue esplorazioni: ha appena imparato a premere un interruttore per accendere la luce. È felice e ripete questo gesto moltissime volte, fino a fulminare la lampadina, perché… la luce è bella, e poi serve a spostarsi nella stanza, a trovare il giocattolo, a vedere il sorriso della mamma…
C’è qualcosa di paragonabile a questa esperienza nello studiare la vita di Manzoni, il quadrato di un binomio, prendere un bel voto, o al massimo guadagnarsi un “Bravo”, dalla prof e qualche smorfia invidiosa dei compagni?
Gli adolescenti cercano loro stessi: chi sono, come sono, come li vedono gli altri… Hanno bisogno di sapere che possono affrontare il mondo, perché stanno realizzando che prima o poi dovranno fare a meno di mamma e papà! Se gli insegnanti riuscissero a far intuire loro che la scuola, con i suoi saperi e con le esperienze che offre, può aiutarli ad accrescere la loro autonomia e la loro autostima, non sarebbero più tanto annoiati!
Se si osservano attentamente i “bravi” della classe, quelli che sembrano sempre interessati a tutto e si buttano a pesce in ogni nuovo argomento come in una meravigliosa avventura, si scopre che hanno capito quanto la scuola c’entri con la loro vita.
Compito arduo, ma non impossibile per gli insegnanti è fare capire ai giovani che anche le materie scolastiche sono strumenti per diventare uomini e donne.
Rimbocchiamoci le maniche e mettiamoci al lavoro!
Roberta Matteini
Ornella Salvetti
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