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Un sorriso, tre volte al giorno

Il sorriso può curare? Forse non guarire, ma può contribuire a vedere in modo diverso la malattia e creare un ambiente positivo.

Missione Sorriso Valle d’Aosta – ONLUS – Mission Sourire Vallée d’Aoste, i medici clown per intenderci, è nata nel giugno 2004 ad Aosta ed è stata immediatamente iscritta al Centro di servizi per il Volontariato ed al registro regionale delle organizzazioni di volontariato.
I fondatori erano persone che avevano terminato il percorso formativo organizzato dalla Fondazione Aldo Garavaglia di Milano, portata in Valle d’Aosta dal Gruppo teosofico valdostano, e che volevano iniziare ad operare all’interno delle strutture ospedaliere.
Attualmente conta circa 70 soci sostenitori mentre i soci operativi sono 12.

La comicoterapia

La nostra attività consiste nello svolgere interventi di comicoterapia nei reparti di pediatria, patologia neonatale e ostetricia della struttura ospedaliera “Beauregard” di Aosta.
Dal prossimo anno porteremo la terapia del sorriso in tutti gli altri reparti: gastroenterologia, ginecologia, otorinolaringoiatria e geriatria perché il sorriso fa sicuramente bene ai piccoli, ma anche ai grandi.
Il clown-dottore utilizza la risata come strumento per accelerare il processo di guarigione. Il riso, infatti, rafforza il sistema immunitario, rilassa la muscolatura, funge da antidolorifico naturale.
Come un normale medico, anche il medico-clown è tenuto al segreto professionale e deve rispettare un codice deontologico. L’ingresso nelle camere dei malati avviene sempre e solo dopo aver ottenuto l’autorizzazione dei genitori e dei bambini stessi.
Ai nostri “pazienti” ci avviciniamo indossando vistosi camici colorati, iniziamo la visita chiedendo allo staff medico ed infermieristico informazioni sul numero dei piccoli pazienti ricoverati e sul loro stato di salute fisico e psicologico. Poi si improvvisa: entriamo incastrandoci nella porta, suonando campanelli immaginari… basta un po’ di fantasia.
Una delle tecniche più usate è quella della disinfestazione della stanza: basta inondarla di bolle di sapone che vengono fatte scoppiare dai bimbi o dai genitori. Dopo apriamo le nostre magiche valigie da dove escono giochi, pupazzi parlanti, strumenti musicali, libri magici. Si instaura così una complicità tra i clown e i bambini che si lasciano trasportare in un mondo di fantasia.
Cerchiamo in tutti i modi di evitare che il bambino venga costretto al ruolo di spettatore, vogliamo che possa partecipare alle magie, che canti con noi, faccia parte dei nostri spettacoli. Vietato qualunque riferimento alla sua malattia.
Altro punto delicato è il coinvolgimento dei genitori e del personale medico nel “gioco”.
Prima di uscire consegniamo ai bambini un adesivo dell’associazione, delle sculture di palloncini e una cosa che noi riteniamo importante: un attestato di “coraggio e simpatia” firmato dai “clown-dottori” che lo hanno “visitato”. E, per non interrompere questo legame, invitiamo i bambini a scrivere una letterina o a fare un disegno per i clown ed ad imbucarla nell’apposita cassetta all’interno del reparto.

Come “curiamo” i nostri pazienti

Come già accennato sopra, la “gelotologia”, dal greco “gelos” che significa risata, studia la relazione tra il fenomeno del ridere e la salute.
È ormai provato che gli effetti psicologici del riso sono tutti positivi. Una “bella risata” non solo provoca riscontri positivi sulla mente (in quanto rende inconsistenti le paure e predispone ad un atteggiamento di fiducia), ma aumenta le difese immunitarie, attraverso il rilascio delle beta endorfine (neurotrasmettitori con funzioni analgesiche ed euforizzanti), migliora lo stato neuroendocrino di un paziente e pare abbia anche l’effetto di un benefico massaggio su tutto il corpo allentando la tensione muscolare e riequilibrando la circolazione sanguigna e il ritmo cardiaco.
La “comicoterapia” sta davvero riscuotendo un grande successo soprattutto nei reparti pediatrici dove si sono riscontrati netti miglioramenti dei piccoli pazienti affetti da qualunque tipo di patologia.
Ridere calma il dolore, in quanto distrae l’attenzione del paziente dal suo male e, quando lo stesso dolore riappare, non ha più la stessa intensità. Ridere è un primo passo verso uno stato di ottimismo che contribuisce a donare gioia di vivere e quindi presenta grandi proprietà antidepressive. E tutto l’ambiente ne risente positivamente: durante le visite dei medici-clown i bambini ridono, i medici e le infermiere sorridono e così anche i genitori ritrovano il coraggio di sostenere i loro figli nel cammino verso la guarigione.

Noi e le scuole

In collaborazione con il Centro di Servizio per il Volontariato (CSV), svolgiamo ogni anno degli incontri con le scuole superiori.
Ci presentiamo vestiti normalmente, parliamo del volontariato, chiediamo ai ragazzi se sono a conoscenza di questo tipo di attività e quindi facciamo parlare direttamente i ragazzi che già, svolgono questa attività o che hanno genitori, fratelli o loro stessi coinvolti. Solo in un secondo tempo affrontiamo le specificità della nostra Associazione.
Fatto questo, ci allontaniamo per cambiarci, truccarci e rientriamo “clown”.
Proponiamo alle classi delle simulazioni facendo partecipare attivamente i ragazzi stessi, creiamo un ambiente ospedaliero, un malato fasciato e con la flebo, dei genitori, un infermiere, un medico… e, attraverso piccole scenette, ci muoviamo esattamente come se fossimo in un reparto ospedaliero. Certo ci si diverte un po’ di più, si gioca e si scherza, ma senza mai perdere di vista l’attività del clown di corsia: ponendo un’estrema attenzione a come si avvicina un piccolo paziente, come ci si deve muovere nella stanza, come si deve interagire con il personale sanitario, i genitori.
I ragazzi sono entusiasti dell’esperienza, del vissuto della giornata, ci fanno tantissime domande e vogliono farsi fotografare con noi. Ormai, dopo vari incontri, posso dire che
i ragazzi vanno avvicinati al volontariato. Non è vero che non siano interessati. La possibilità di scelta è vasta, ma è indispensabile dare loro la
possibilità di conoscere, di provare, di scegliere, di mettersi in gioco. Ogni volta che facciamo dell’attività con loro per noi è una sorpresa ed entrare nei loro cuori è una “conquista”.

La magia di essere clown

La gioia è nel quotidiano: un medico che ti chiama per aiutarlo durante una visita, per riuscire a fare smettere un pianto, per far spuntare un piccolo sorriso, per far mangiare chi non vuole facendo una magia. Tutto questo è gioia e magia, come l’incrociare uno sguardo stupito o un sorriso che risponde al tuo sorriso. Tutto questo, per me, è magico.

Stefania Perego
in arte "dott.ssa Tatapik"

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