|
Le opportunità dell'autonomia
La caccia alle opportunità dell'autonomia, in attesa della riforma degli istituti tecnici e professionali.
Allo stato attuale è chiaro che le istituzioni scolastiche possiedono una debole autonomia: alla limitata autodeterminazione dei fini, ossia di indirizzo, si aggiunge la forte dipendenza nel reclutamento delle risorse umane e finanziarie per cui lo stesso tanto decantato POF (Piano dell'offerta formativa) non può essere il fulcro della singola scuola, poiché, per quanto “documento fondamentale costitutivo dell'identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche”, ha contenuto limitato alla formazione culturale e deve essere coerente con i progetti generali ed educativi dei diversi tipi ed indirizzi di studi a livello nazionale. Consentire ad ogni scuola di diventare istituzione in prima persona, di sviluppare da protagonista la relazionalità interistituzionale, implica qualcosa di più, che le numerose limitazioni all'autonomia scolastica, motivate da spiegazioni più o meno valide e condivisibili, impediscono di realizzare.
L'autonomia scolastica consente, comunque, un margine di manovra che ogni scuola può e deve gestire per rispondere in modo appropriato alle richieste formative locali, nazionali ed europee.
L'ISITIP valdostano
e l'autonomia scolastica
L'ISITIP di Verrès, forte della sua esperienza passata, determinata dal fatto di essere una scuola professionale e tecnica e quindi non chiusa nella propria autoreferenzialità
scolastica, dall'anno scolastico 2000/2001, ha cercato di sfruttare al meglio le possibilità offerte dall'autonomia scolastica per innovarsi e adeguarsi all'evoluzione sempre più rapida dell'odierna società della conoscenza, elaborando un PECUP (Profilo educativo, culturale e professionale) fondato su un curricolo atto a promuovere l'acquisizione di un sapere di qualità (e non di quantità), capace di soddisfare sia le esigenze dell'individuo sia le richieste della società soggette ad una evoluzione sempre più radicale e rapida.
IL PECUP è strutturato in quattro spazi progettuali: progettualità individuale (capacità di gestire il proprio talento, di valorizzare il successo, di gestire le delusioni, di gestire il proprio tempo e definire le proprie aspirazioni professionali); responsabilità e consapevolezza (capacità di relazionarsi agli altri, di operare in team, di essere determinati nell'assumere e rispettare gli impegni, di assumere decisioni
e prendere iniziative e di essere
consapevoli dell'importanza delle norme); autonomia di giudizio (capacità di apprendere e gestire l'apprendimento, di usare tecniche diversificate per accedere ad informazioni, di analizzare fenomeni
ed eventi, di costruire sintesi, di valutare situazioni); riflessività problematica (capacità di capire l'importanza di una “cittadinanza” attiva, di valorizzare le diversità culturali e sociali).
Il curricolo, intenzionalmente progettato per far raggiungere ad ogni allievo il PECUP, si basa sulle competenze, prediligendo l'apprendimento consapevole ed esperto che coincide con la padronanza di saper parlare gli alfabeti disciplinari appresi, di saperli ricombinare, di arricchirli e di adeguarli alle diverse situazioni di problem solving e
di imprevisto con cui si confronta
la personalità e la responsabilità sociale, culturale e interiore dell'individuo, e si fonda sui punti focali, organizzandosi prevalentemente intorno ai nuclei fondanti e al metodo didattico del problem solving.
Il processo formativo così strutturato fornisce all'allievo un sapere essenziale - non enciclopedico - fondato sulle competenze, capace di costante espansione ed arricchimento; un sapere rinnovabile che permette, a chi ne fruisce, di affrontare un futuro per molti versi incerto e, comunque, caratterizzato da una progressiva velocizzazione dei processi di cambiamento; un sapere capace di generare nuovo sapere. Nello stesso tempo, favorisce l'attitudine all'apprendimento (acquisizione di un sapere che permette di sfruttare appieno tutte le offerte e le attività proposte in ambiti e discipline attraverso l'intero curricolo scolastico e durante tutti i percorsi formativi successivi), lo sviluppo di una propria cultura personale e professionale (l'acquisizione di un sapere che permette ad ognuno di realizzare appieno le proprie potenzialità, di accumulare un proprio patrimonio culturale, di portare avanti un proprio progetto di vita, in modo che tutti possano fare scelte ed esperienze capaci di favorire il proprio benessere e la propria professionalità e di contribuire, nello stesso tempo, al benessere collettivo) e la costruzione di una piena cittadinanza (acquisizione di un sapere che permette di godere i diritti e di assolvere ai doveri della vita in una società democratica complessa, dell'informazione, multilingue e multiculturale, caratterizzata da provvisorietà, pluralità, polivalenza e problematicità), garantendo appunto il successo del PECUP proposto nel POF.
Le competenze, appartenenti alle polarità progettuali sopraccitate, vengono acquisite attraverso l'azione didattica delle varie discipline, che possiedono caratteristiche di specificità epistemologica, linguistica e metodologica, molte delle quali sono da considerarsi trasversali e, dunque, in grado di concorrere alla formazione dello studente. L'azione didattica viene esplicitata in un piano di lavoro delle singole discipline strutturato in Unità Modulari di Apprendimento, coerenti con lo spazio progettuale definito, articolate in risultato atteso, prerequisiti, attività dell'alunno, competenze, unità didattiche (contenuti, modalità formative/metodologie, strumenti di formazione, modalità di valutazione/metodologie e strumenti di valutazione e durata).
Le competenze contemplate si suddividono in:
• competenze di cittadinanza attiva, quelle connesse alla dignità umana e al vivere civile, perseguite da tutti i docenti in tutte le situazioni formative ed oggetto anche di progetti specifici; con esse si intende donare agli studenti strumenti come il metodo di studio o la capacità di gestire le situazioni e stimolare una riflessione su temi di grande importanza per i nostri tempi (insegnare la condizione umana e l'etica del genere umano; educare all'entità terrestre; educare alla comprensione; educare ad un sapere pertinente);
• competenze trasversali, quelle che raccordano, all'interno delle discipline e tra discipline, conoscenze, tecniche operative e/o metodi di indagine comuni e diversi; esse devono guidare
l'azione didattica del docente (metodologie e verifiche);
• competenze di base, quelle relative all'adempimento del diritto/dovere alla formazione. Sono state concordate tra lo Stato e le Regioni (Conferenza Stato-Regioni, seduta del 15 gennaio 2004)1 e riguardano l'area dei linguaggi, l'area tecnologica, l'area scientifica e l'area storico-socio-economica; i docenti devono tenerne conto nell'elaborazione dei loro piani di lavoro;
• competenze disciplinari, quelle che ogni materia di insegnamento specializza e specifica nei propri contesti di ricerca e di azione.
Un curricolo così costruito prevede l'adozione di nuovi metodi esperti (il metodo partecipato della lezione espositiva, il metodo operativo del laboratorio e il metodo investigativo della ricerca sperimentale) e di tecniche partecipative (le tecniche di analisi per capire le situazioni reali, le tecniche cooperative per produrre insieme, le tecniche simulative per capire un altro punto di vista, e le tecniche di riproduzione per dominare le procedure), ma soprattutto comporta un radicale cambiamento mentale, in quanto il docente deve evitare di confondere i mezzi (le discipline e i programmi) con i fini (le competenze) nella convinzione che insegnare non significa trasmettere saperi, ma insegnare ad apprendere; il compito proposto è quello di partire dal fine per risalire ai mezzi.
Il raggiungimento del PECUP (in particolare l'acquisizione della cultura professionale, l'apertura al territorio e la costruzione di una cittadinanza attiva) è inoltre supportato da vari progetti che si avvalgono sia dell'autonomia scolastica sia di alcune peculiarità dell'istruzione professionale e dell'istruzione tecnica. In effetti, nei corsi dell'istruzione professionale i progetti vengono proposti, utilizzando la flessibilità del 20% del monte ore annuale, l'area di approfondimento e l'area di professionalizzazione; nell'istruzione tecnica la flessibilità del 20% del monte ore annuale e l'area di progetto. Le risorse finanziarie, in genere, vengono attinte dal FSE (Fondo Sociale Europeo), dal FIS (Fondo dell'Istituzione Scolastica) o dal finanziamento ordinario.
Alcuni esempi di progetto
Nel ramo dell'istruzione professionale:
• Progetti Attrezzista stampi (finanziati dal FSE), per la classe terza Operatore meccanico.
• Potenziamento di laboratorio Elettrico elettrotecnico, per le classi prime e seconde.
• Potenziamento di competenze professionali, rivolto alla classe prima Meccanico termico, propedeutico al progetto Attrezzista stampi.
• Area professionalizzante; si tratta di corsi elaborati in stretta collaborazione con le aziende del territorio, in una logica di rapporto tra cultura e produzione.
• Stage in azienda per le classi terze e quarte.
• Patentino ECDL e Patentino ECDL CAD.
Nell'ambito dell'istruzione tecnica:
• Stage in azienda per le classi quarte.
• Patentino ECDL.
• Corso CISCO.
• Area di progetto; con il 10% del monte ore, a partire dalle classi seconde, a scopo orientativo, si realizzano progetti interdisciplinari tecnico-professionali, mirati alla realizzazione e produzione di manufatti.
La scuola ha speso meno energie nell'istruzione tecnica, in quanto questa è un ciclo scolastico e formativo completo in cui le discipline tecniche e quelle umanistico-scientifiche hanno effettivamente pari dignità. L'istruzione professionale, invece, necessita di curvature per sopperire al “vuoto legislativo” della Regione e/o alle “debolezze” introdotte dal Nuovo Ordinamento del 1994, che ha voluto elevare la cultura di base a scapito dall'apprendimento pratico-professionale richiesto ripetutamente e in più occasioni dall'utenza maschile di questo tipo di scuola con relativo rischio di abbandono scolastico o fuga verso la formazione, l'apprendistato e, talvolta, il lavoro nero o il semplice “ciondolare”.2
Una porta socchiusa
sul futuro dell'istruzione
tecnica e professionale
Nel disegno del nuovo quadro organizzativo generale dell'istruzione tecnica occorre prevedere che ogni corso sia propedeutico a più famiglie di professioni e che sia caratterizzato da una formazione trasversale tecnologica che enfatizzi gli aspetti unificanti le diverse tecnologie (es.: Indirizzo meccatronico, Indirizzo informatico), che offra un solido possesso degli strumenti logico-matematici e scientifici e competenze specialistiche, caratterizzate da un maggiore spessore qualitativo piuttosto che quantitativo, e che fornisca strumenti più adeguati a governare i processi tecnologici anziché a gestirli semplicemente.
I settori dell'istruzione tecnica utili per rispondere alle esigenze della realtà territoriale valdostana sembrano essere quelli dell'informatica, delle tecnologie dei sistemi produttivi ed energetici, dell'economia e del commercio, del territorio e dell'ambiente con adattamenti curricolari alle necessità contingenti del territorio.
I corsi dell'istruzione professionale dovrebbero garantire un significativo monte ore di attività professionalizzanti per lo sviluppo di capacità operative, supportate da una solida e mirata cultura generale (la formazione scolastica è in grado di dotare gli studenti di strumenti critici di conoscenze e di stili operativi per esercitare con piena consapevolezza i diritti di cittadinanza e per migliorare le loro chance di successo professionale), gestite in collaborazione con il territorio e realizzate attraverso specifici accordi con i rappresentanti del mondo produttivo e dei servizi e attraverso metodologie innovative che prevedono la didattica attiva, l'alternanza scuola lavoro, l'utilizzo di laboratori specifici e la progettazione di attività personalizzate e di orientamento al lavoro.
I titoli in uscita devono essere definiti ed organizzati in un quadro di riferimento regionale secondo una logica verticale di progressione delle competenze e di specializzazione dei saperi scientifici e tecnologici
di qualifiche professionali corrispondenti a quelle del nuovo quadro europeo delle qualifiche (European Qualifications Framework => Operatore, Tecnico, Tecnico Superiore).
L'individuazione delle specifiche figure professionali è allo studio della Regione che, nel rispetto degli standard formativi nazionali, sta creando un Repertorio delle qualifiche al quale le scuole si dovranno riferire nel momento in cui sarà loro richiesto di soddisfare i fabbisogni formativi del territorio, rilevati da studi scientifici effettuati da esperti del mondo economico e produttivo e sottoposti a continuo monitoraggio.
Infine, sarebbe auspicabile poter scegliere ogni anno, secondo i fabbisogni rilevati nel mondo economico, in continuo e veloce cambiamento, i corsi da istituire e articolare sul territorio valdostano senza temere i piccoli numeri, prerogativa delle dimensioni della nostra regione.
Silvana Chouquer
Maurizio Rosina
Nota
(1) Ora da aggiornare secondo il DM del 27 agosto 2007 sull'obbligo scolastico.
(2) L'anno scolastico 2007/2008 ha visto concretizzarsi i Percorsi sperimentali integrati con una decisiva lotta all'abbandono scolastico.
|
|
|