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Édito
Fioriture primaverili – Di sicuro chi lavora nella scuola non si annoia. In particolare a primavera, verso la fine dell’anno scolastico, fioriscono interessanti novità. La fioritura dell’anno scorso, anche piuttosto tardiva, aveva portato come frutto la certificazione delle competenze, documento da compilare al termine del terzo anno di scuola secondaria di primo grado, a firma congiunta del dirigente scolastico e del presidente della commissione d’esame. Già la legge regionale n. 19 del 2000, all’art. 16, che riprende l’art. 10 del DPR n. 275, dell’8 marzo 1999, parlava di nuovi modelli per le certificazioni che avrebbero dovuto indicare le conoscenze, le competenze, le abilità acquisite. Sarà solo la circolare ministeriale n. 28 del 15 marzo 2007 a richiedere la compilazione della certificazione delle competenze acquisite, dei traguardi raggiunti, nonché l’individuazione di particolari attitudini degli allievi, riconoscendo esplicitamente che si sarebbe trattato di un lavoro complesso, che le decisioni prese non avrebbero potuto avere che un carattere sperimentale e che il modello era esemplificativo.
La prima reazione, come sempre, fu di panico, ma, come sempre, ci mettemmo al lavoro, interrogandoci a lungo sul passaggio, ovviamente non solo linguistico, da obiettivi a competenze. Tutte le istituzioni elaborarono documenti abbastanza simili per far fronte alle richieste ministeriali proponendosi di riprenderli in mano per migliorarli in un secondo momento.
A un anno di distanza, la circolare ministeriale primaverile n. 32 del 14 marzo 2008 è foriera di ulteriori novità: aggiunge, infatti, alle prove dell’esame di Stato la prova scritta a carattere nazionale, prevista dalla legge n. 176/2007, volta a verificare i livelli generali e specifici di apprendimento conseguiti dagli alunni e, ancora una volta, rassicura sul fatto che l’attuazione avverrà secondo criteri di gradualità e flessibilità.
La prova si pone gli obiettivi di:
• integrare gli elementi di valutazione propri della scuola con elementi rilevati a livello nazionale in modo da avviare azioni per migliorare la qualità della scuola;
• contribuire al progressivo allineamento degli apprendimenti degli studenti a standard nazionali;
• favorire il completamento dell'autonomia scolastica con mirate azioni di stimolo e sostegno, verso il raggiungimento di livelli crescenti di qualità;
• acquisire ulteriori elementi per definire lo stato del sistema di istruzione.
La prova è nazionale, unica, gestita a livello ministeriale (arriveranno da Roma i plichi contenenti i fascicoli degli alunni). Spetterà alle singole commissioni concordare il peso che i suoi esiti avranno sulla valutazione degli studenti. È una prova perlomeno a due versanti: da un lato integra gli elementi valutativi dei singoli, dall’altro fornisce documentazione sui livelli di apprendimento in italiano e matematica raggiunti nelle scuole italiane.
Questa prova applicherebbe dunque alle migliaia di percorsi didattici realizzati nelle scuole una matrice valutativa unica, offrendo materiale nazionale per riflettere sull’efficacia delle offerte formative. I risultati dovrebbero avere effetti su più livelli: aiutare i decisori politici ad identificare le priorità del nostro sistema educativo; facilitare la valutazione del servizio all’interno delle istituzioni (confronto tra classi e considerazioni sui curricoli proposti); aumentare la consapevolezza degli studenti rispetto alla preparazione raggiunta posizionando i risultati su una scala allargata.
Si possono fare alcune considerazioni critiche rispetto alla somministrazione: la prova è generalizzata, non esiste nessuna campionatura a priori e la responsabilità finale è dei singoli insegnanti che, soli, conosceranno le reali condizioni in cui la prova si è svolta e, conseguentemente, sapranno quale validità gli esiti avranno per la classe.
Certo, il sistema scolastico italiano necessita di strumenti più mirati dei test europei per valutare la sua efficacia, ma anche di stagioni dal tempo stabile per poter raccogliere, a fronte di frequenti fioriture, frutti succosi e maturi.
Giovanna Sampietro
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