P

link home page
link la revue
link les numéros
link web école
links

Preoccupazioni

È compito degli insegnanti, potenziare i talenti di tutti gli alunni per aiutarli a costruire un progetto di vita realistico.

La mia istituzione scolastica, l’ISITCG di Aosta, accoglie attualmente 17 studenti diversamente abili, provenienti da zone differenti della nostra Valle. Sono ragazzi arrivati da noi con storie diverse, talvolta difficili, con diagnosi funzionali spesso pesanti e con famiglie che a noi chiedono tanto perché affidano alla scuola la realizzazione di molte loro speranze.
Gli insegnanti di sostegno e gli operatori sono consapevoli che si cresce solo insieme e che una buona formazione facilita la scoperta delle risorse e delle potenzialità di ogni ragazzo. Ogni équipe, in collaborazione con il consiglio di classe, lavora per la realizzazione della parte del progetto di vita degli alunni disabili relativa alla scuola.
Ciascuno è normalmente diverso. Affermazione scontata, ma non sempre compresa nella sua complessità, perché alla base di una reale crescita, psichica oltre che fisica, si pone il rispetto della diversità di ognuno, diversità intesa come individualità e unicità della persona.
L'insegnante di sostegno è chiamato a riflettere su come orientare ed organizzare il Progetto di vita dello studente disabile, con la finalità di superare con la programmazione individualizzata l'orizzonte scolastico. A volte, questo fatto pone il docente nelle condizioni non facili di dover ipotizzare, a breve e lungo termine, che cosa realizzare con il ragazzo, di considerare che cosa sia veramente importante per lui e quindi prioritario nella sua vita.
Occorre guardare al futuro e proiettare in avanti le potenzialità del disabile, alla scoperta dei ruoli sociali che potrà assumere. È importante cominciare il più presto possibile a pensare adulto lo studente disabile; iniziare a lavorare con lui introducendo un'attenzione particolare alla dimensione esistenziale adulta a livello tecnico-didattico, psicologico e relazionale. È un pensiero doppio che deve tener conto sia della dimensione del desiderio e del futuro sia di un’attenzione concreta alla preparazione delle attività e delle azioni. Oltre ad immaginare la collocazione futura dell’alunno, bisogna, infatti, continuamente valutarne i pro e i contro, nonché la fattibilità alla luce delle competenze che il ragazzo realmente acquisisce.
Non si deve poi dimenticare il gruppo classe che rappresenta un importante campo relazionale dove si disegnano rapporti affettivi di sostegno irrinunciabili per l'alunno. Infatti, lo studente disabile si pone in classe con le sue caratteristiche ed attitudini ed esige le stesse considerazioni progettuali degli altri allievi. In tale prospettiva, la posizione centrale del progetto di vita e d'integrazione che lo riguardano non può identificarsi con l'insegnante di sostegno o con gli altri insegnanti, ma con la classe nel suo insieme. Talvolta uno stato di ansia accompagna il docente di sostegno, preoccupato dalle troppe aspettative nei suoi confronti; egli, desideroso di essere credibile nel realizzare il suo operato, investe molte energie (spesso rinunciando al giorno libero settimanale!) perché il futuro degli studenti disabili si prospetti meno incerto ed ha sovente paura di non fare abbastanza per loro.
L’ansia caratterizza il vissuto dello studente e del suo insegnante. Rappresenta uno stimolo per l’alunno a confrontarsi, a fare sempre meglio durante le attività, a ricominciare anche quando pensa che non ne valga più la pena; l'insegnante rischia di lasciarsi coinvolgere da sentimenti d'insicurezza nel momento in cui non riesce ad individuare un giusto equilibrio tra quello che vuole realizzare e l'effettivo risultato raggiunto.
Comunque sia, è necessario trasformare l'ansia in capacità di ricominciare sempre, perché il docente lo deve a se stesso e all’alunno che ha in carico. L'équipe di sostegno, il consiglio di classe, le famiglie sanno che, quando c'è effettiva condivisione, la scuola riesce a creare condizioni positive per fare esperienze e, quindi, per crescere.
All'ingresso della scuola di Barbiana, don Milani aveva scritto “Mi sta a cuore”.
Là dove c'è capacità di ascolto e di reale integrazione riusciremo a creare spazi rinnovati di speranza per i nostri ragazzi perché l'esistenza è fatta di sogni e di segni: il sogno è la parola che apre il cuore, i segni servono a costruire giorno per giorno il sogno della nostra vita.

Una delicata mediazione

Il lavoro di équipe con gli operatori di sostegno è talvolta caratterizzato da ruoli che, non sempre, rispettano i confini dei propri ambiti.
Si può, ad esempio, verificare che l’operatore tenda, magari, per un forte spirito d’iniziativa, ad assumere compiti che spettano all’insegnante (come ad esempio preparare le verifiche in classe, oppure privilegiare il canale comunicativo con le famiglie, senza confrontarsi con il docente, ecc.)
In questo modo, le due figure risultano poco delineate agli occhi del ragazzo disabile e l’autorevolezza del docente rischia di sfumare nel tempo.
In quanto coordinatrice del dipartimento di disabilità della mia istituzione scolastica, spesso mi trovo a dover mediare questo tipo di situazione in cui l’ansia dell’insegnante, dovuta forse all’insicurezza delle sue azioni, prende il sopravvento là dove l’operatore si sente più forte.
Non è sempre facile lavorare con spirito di squadra, perché la tipologia di carattere degli uni o degli altri tende a prevalere, perdendo di vista la centralità dei ragazzi, il loro apprendimento ed il loro benessere.
Stabilire l’organizzazione settimanale di questi studenti diventa, allora, difficoltoso perché anche gli adulti faticano ad accettare che esistono dei limiti che servono ad arginare la prevaricazione dell’uno nei confronti dell’altro.
In questo senso, anche la famiglia del ragazzo disabile contribuisce talvolta a creare momenti di forte ansia, perché investe molto nel progetto educativo che la scuola può offrire. L’insegnante di sostegno è cosciente che il cammino che intraprende lo porta a farsi carico anche del mondo affettivo che ruota attorno all’alunno che gli è stato affidato; nell’agire, deve essere così abile nel trasformare dubbi, disagi, incomprensioni delle famiglie in risorsa spendibile nella quotidianità della vita scolastica ed extrascolastica di questi ragazzi.

Paola Molinaro

 

couriel