È da tempo ormai che i dati sulla distribuzione delle piogge e della neve, sull’andamento delle temperature e sullo stato dei ghiacciai e quella delle portate diventano di anno in anno sempre più preoccupanti.
Nel 2022 in Valle d’Aosta, unitamente alle altre regioni, le precipitazioni dell’inverno 2021- 2022 sono state bassissime rispetto agli ultimi 100 anni con la conseguenza che gli accumuli nevosi (scorta idrica nivale) sono stati ridotti e pari mediamente a circa 50 - 70% in meno rispetto alla media. La situazione è stata aggravata dalle alte temperature di febbraio e di marzo, che hanno causato la fusione della neve a bassa quota, e soprattutto di aprile e maggio, che hanno anticipato e accelerato lo scioglimento di una quantità importante di neve, già molto ridotta rispetto agli anni passati. Nel giugno del 2022 le condizioni di deflusso dei corsi d’acqua e delle portate delle sorgenti sono quelle tipiche di fine luglio/metà agosto e le piene stagionali sono state inferiori alle medie degli ultimi trent’anni del 30 - 50%, con punte anche del 70%.
La questione è complessa e va studiata con rigore scientifico. Ci troviamo in un transitorio climatico dove diventa sempre più importante non solo valutare la quantità di acqua che cade ma anche come cade, per programmare come utilizzarla al meglio.