ARIA DI MONTAGNA
Tra le varie attività dell’ARPA-VdA figura anche la valutazione della qualità dell’aria. La metodologia seguita mette in relazione le sorgenti di emissione con i livelli di inquinamento atmosferico, senza dimenticare l’andamento climatico.
LA QUALITA DELL’ARIA IN VALLE D’AOSTA
di Tiziana Magri
Figura 1.In Valle d’Aosta la valutazione della qualità dell’aria viene effettuata dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA) seguendo un approccio integrato che mette in relazione le sorgenti di emissione con i livelli di inquinamento in atmosfera, tenendo conto delle condizioni meteo-climatiche tipiche del territorio, le quali influenzano in modo determinante la dispersione in atmosfera degli inquinanti.
Questa metodologia, coerente con gli indirizzi dettati dalle più recenti normative europee in materia di qualità dell’aria, utilizza:

• le misure delle concentrazioni degli inquinanti fornite dalla Rete Regionale di Controllo della Qualità dell’Aria;
• le simulazioni con modelli numerici della dispersione degli inquinanti in atmosfera.

Figura 2, una delle 15 stazioni di misura.La rete regionale di controllo della qualità dell’aria
La Rete Regionale di controllo della qualità dell’aria in Valle d’Aosta è stata ideata sin dalla sua nascita (LR 94/86) come uno strumento conoscitivo in grado di fornire informazioni sullo stato generale della qualità dell’aria dell’intero territorio regionale, non finalizzato esclusivamente alla verifica del rispetto dei limiti normativi nelle aree più critiche. La configurazione attuale, risultante dalle diverse fasi di attuazione della rete (figura 1), comprende 15 stazioni di misura (figura 2) delle concentrazioni dei principali inquinanti (particolato, ossidi di azoto, ozono, biossido di zolfo, monossido di carbonio, benzene, metalli pesanti, IPA).

Figura 4, concentrazioni medie annue di NO2 sul territorio della Valle d’Aosta stimate con i modelli di dispersione.I siti di misura sono stati scelti per rappresentare al meglio le diverse situazioni caratteristiche della regione dal punto di vista dell’orografia, delle condizioni meteo-climatiche e naturali, della presenza di sorgenti di emissioni inquinanti in atmosfera. Per tale motivo alcune stazioni di monitoraggio sono posizionate lungo il solco centrale della Valle, dove si concentrano i più grandi centri abitati, le principali vie di traffico locale e internazionale, la maggior parte delle attività produttive: area urbana di Aosta (stazioni di Piazza Plouves, Teatro Romano, Piazza della Repubblica, Teatro Romano, Quartiere Dora, Mont Fleury), alta Valle (Morgex; Courmayeur-Entrèves), bassa valle (Donnas). Altre stazioni si trovano in aree rurali di montagna, lontane da grandi nuclei abitati e non in diretta prossimità a vie di traffico intenso (La Thuile, Etroubles, Cogne): in questi siti, le rilevazioni sono importanti per valutare i fenomeni di trasporto di sostanze inquinanti e per determinare le concentrazioni di ozono anche in relazione all’effetto sulla vegetazione e sui sistemi forestali.
Infine, tre stazioni, equipaggiate per la misura dei soli parametri meteorologici, si trovano a Saint-Christophe, Saint-Marcel e Ayas.
Oltre alle stazioni fisse, ARPA Valle d’Aosta utilizza un laboratorio mobile (figura 3) per effettuare campagne di monitoraggio secondo un protocollo che prevede moduli di 7-10 giorni da ripetere ad intervalli regolari nel corso di un anno e che consente di ottenere una descrizione dello stato medio della qualità dell’aria nell’anno. Attualmente sono in corso campagne di monitoraggio nei comuni di Châtillon, Verrès e Issime.
Sul sito internet di ARPA Valle d’Aosta (www.arpa.vda.it) è possibile consultare i dati di concentrazioni di inquinanti misurati dalle stazioni e dal laboratorio mobile. Per la stazione di Aosta Piazza Plouves è possibile visualizzare anche i dati istantanei.

Le simulazioni di dispersione degli inquinanti aeriformi
I modelli matematici di dispersione degli inquinanti in atmosfera permettono di simulare il comportamento degli inquinanti dopo la loro emissione a partire dalle caratteristiche orografiche del territorio, dalle condizioni meteo-climatiche e dall’inventario regionale delle sorgenti di emissione.

I modelli di dispersione di inquinanti in atmosfera sono particolarmente utili per:
• estendere l’informazione sulla qualità dell’aria dai dati puntuali delle concentrazioni rilevate dalle centraline ad ogni punto del territorio regionale;
• mettere in relazione le emissioni con i livelli di concentrazione di sostanze inquinanti in aria ambiente;
• simulare scenari di qualità dell’aria conseguenti a diverse ipotesi di condizioni emissive.
Le elaborazioni consentono di costruire delle mappe di concentrazione di vari inquinanti in tutti i punti del dominio di studio. Ad esempio la mappa della concentrazione media annua di biossido di azoto in Valle d’Aosta (figura 4) consente di identificare come zone critiche per questo inquinante (valori superiori al limite normativo di 40 µg/m3) il fondovalle tra Sarre e Nus e l’area di accesso al traforo del Monte Bianco, mentre tutto il solco della valle centrale si mantiene al di sotto del limite, ma con valori comunque elevati.

Lo stato della qualità dell’aria nel 2005
Una valutazione dello stato della qualità dell’aria non può comunque prescindere dai dati misurati dalla rete di monitoraggio e riportati, sinteticamente, qui di seguito. Da questi dati emerge che gli inquinanti problematici per la Valle d’Aosta sono polveri fini, ozono e ossidi di azoto. Il Piano regionale per il risanamento, il miglioramento ed il mantenimento della qualità dell’aria, in fase di ultimazione da parte dell’amministrazione regionale e di ARPA, dovrà operare per la diminuzione delle emissioni e delle concentrazioni in atmosfera di questi inquinanti.

Polveri fini (PM10)
Tabella delle concentrazioni misurate di polveri fini (PM10) dalla rete di monitoraggio.Le polveri fini PM10 (particolato atmosferico con diametro inferiore a 10 micron) sono uno degli agenti inquinanti considerati più nocivi per la salute sia per la loro capacità di penetrare nell’organismo umano (fino ai polmoni) sia per i microinquinanti che veicolano. Le più importanti sorgenti antropiche di PM10 sono legate ai processi di combustione, alle attività produttive ed al traffico autoveicolare.

Il particolato PM10 si presenta attualmente, anche in Valle d’Aosta, come uno degli inquinanti più problematici per il rispetto dei limiti normativi previsti, sia a breve che medio termine. Come si vede nel grafico, non si è assistito nel corso degli anni ad una diminuzione delle concentrazioni in aria di PM10.

Ozono (O3)
L’ozono è un inquinante secondario prodotto a seguito di reazioni fotochimiche dovute all’azione dei raggi solari sull’atmosfera contenente inquinanti primari, come gli ossidi di azoto ed i composti organici volatili. I suoi effetti nocivi si manifestano sull’organismo umano e sulla vegetazione.
I livelli di ozono sono elevati, con frequenti superamenti del limite per la protezione della salute umana. Nelle aree rurali e di montagna le medie annuali risultano più elevate rispetto ai siti in area urbana a causa di fenomeno di trasporto atmosferico dell’ozono da aree più inquinate; nelle zone rurali le sorgenti di inquinamento sono poche e l’ozono tende a permanere (vedi articolo successivo).
L’andamento delle concentrazioni di ozono nel corso degli anni non mostra una tendenza particolare all’aumento o alla diminuzione. Come ancora descritto in modo approfondito nell’articolo successivo, il problema dell’ozono purtroppo non è risolubile a scala locale.

Ossidi di azoto (NO2 e NOX)
Gli ossidi di azoto, emessi dal traffico e, in misura minore, dagli impianti di riscaldamento, sono tra gli inquinanti oggetto di particolare attenzione a livello europeo per la tutela della qualità dell’aria. NO2 è oggi a livello generale uno degli inquinanti più problematici per il rispetto dei limiti.

Anche le concentrazioni di NO2 e NOx rilevate nelle diverse stazioni di monitoraggio non mostrano una chiara tendenza, e i valori della media annuale sono relativamente costanti nel tempo.
Per la stazione di Morgex, posta in prossimità della S.S. n° 26 diretta al Tunnel del Monte Bianco, è da notare la diminuzione marcata tra il 1998 e gli anni successivi, prima per la chiusura del traforo a seguito dell’incidente del marzo 1999 e poi (dalla riapertura del 2003) per la costruzione dell’autostrada sino a Courmayeur che ha allontanato il traffico internazionale dal centro abitato.
Negli ultimi anni anche nelle stazioni urbane le concentrazioni medie annuali rilevate sono al di sotto del limite normativo, seppure di misura (Aosta, Piazza Plouves).

Monossido di carbonio (CO)
Il monossido di carbonio è un inquinante da traffico caratteristico delle aree urbane, a circolazione automobilistica rallentata. I valori rilevati nel 2005 rispettano i limiti normativi in tutte le stazioni.

L’andamento delle concentrazioni di CO nel corso degli anni mostra una tendenza alla diminuzione dovuta principalmente al miglioramento dal punto di vista delle emissioni del parco auto circolante; la diminuzione risulta più marcata nell’area urbana di Aosta dove i volumi di traffico sono maggiori e l’effetto migliorativo appare più evidente.

Tabella dell’ozono: dati di concentrazione di ozono misurati nel 2005 dalla rete di monitoraggio.Biossido di zolfo (SO2)
Il biossido di zolfo è un inquinante primario generato nel processo di combustione dallo zolfo presente nei combustibili (impianti di riscaldamento che utilizzano oli combustibili e gasolio, motori diesel).

I valori risultano ampiamente inferiori ai limiti normativi in tutte le stazioni ed in diminuzione nel corso degli anni a seguito del miglioramento delle caratteristiche merceologiche dei gasoli e degli oli combustibili e della diffusione del metano e GPL per il riscaldamento.

Benzene (C6H6)
Tabella delle concentrazioni di NOX e NO2 misurate nel 2005 dalla rete di monitoraggio.La presenza di benzene in atmosfera è dovuta principalmente all’uso della benzina nei trasporti.
Il benzene è classificato in classe I (di accertata cancerogenicità) secondo l’IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro).
Le medie annuali mostrano una tendenza alla diminuzione negli ultimi anni, anche in connessione alla diffusione della marmitta catalitica. Tale diminuzione ha portato a livelli che negli ultimi anni rispettano i limiti normativi. Tuttavia in considerazione della pericolosità del benzene, è auspicabile prevedere attente azioni di riduzione delle emissioni ottenibili agendo sia con misure di riduzione del traffico, sia con interventi di miglioramento delle caratteristiche dei combustibili e dei sistemi di abbattimento delle emissioni.

Tabella dei metalli pesanti.Metalli pesanti
La definizione di metalli pesanti si riferisce a tutti gli elementi chimici metallici a densità relativamente alta. Essi sono tossici in basse concentrazioni. I metalli pesanti sono componenti naturali della crosta terrestre, ma sono emessi anche dal traffico e dalle attività produttive. Non possono essere degradati o distrutti. In piccola misura entrano nel nostro corpo attraverso il cibo, l’acqua e l’aria. Come elementi in tracce, alcuni metalli pesanti (per esempio: rame, selenio, zinco) sono essenziali per mantenere il metabolismo del corpo umano. Tuttavia, a concentrazioni più alte possono portare ad avvelenamento. I metalli pesanti sono pericolosi perché tendono ad accumularsi nell’organismo.
Nella tabella in questa pagina sono riportate le concentrazioni medie annue di alcuni metalli pesanti misurati nella stazione di Aosta Piazza Plouves.
   
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