Avolte gli agricoltori e, in particolare, i frutticoltori e i viticoltori valdostani sono visti dai non addetti ai lavori come “quelli che spargono in giro i veleni” senza riconoscere l’importante ruolo svolto dagli operatori del settore primario nella salvaguardia dell’ambiente.
Perché, allora, non si decide di fare agricoltura senza utilizzare fitofarmaci? E non sarebbe forse meglio passare tutti quanti al biologico?
Per rispondere a queste domande occorre innanzitutto precisare che proprio in difesa biologica è quasi sempre necessario intervenire con un numero di trattamenti superiore a quelli previsti nella difesa tradizionale e che attualmente i fitofarmaci, naturali o di sintesi, sono ancora un mezzo indispensabile per poter ottenere vegetali “di qualità” e salvare al contempo una fetta importante di raccolto.
Fortunatamente negli anni si è avuta un’evoluzione della ricerca tesa ad eliminare dal mercato le molecole più pericolose per gli operatori e l’ecosistema, sostituendole con sostanze più selettive e a minor impatto ambientale.
Per dare un’ulteriore speranza di cambiamento, il Parlamento europeo si è attivato adottando recentemente una direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi, allo scopo di ridurre i rischi sulla salute umana e sull’ambiente e promuovere la difesa integrata.
Gli agricoltori nel frattempo, per evitare che le critiche mosse a volte nei loro confronti abbiano un fondamento, devono comportarsi in modo rigoroso, rispettando innanzitutto le regole imposte dalle norme di legge, ma anche quelle dettate dal buon senso, come avvisare per tempo i confinanti dell’esecuzione del trattamento, in modo da permettere il ritiro della biancheria stesa o il ricovero di animali domestici, di mezzi di trasporto o altri beni che potrebbero essere investiti, anche solo accidentalmente, dalla nube irrorante, regole che stanno alla base della convivenza civile.
L’uso corretto dei prodotti fitosanitari non può prescindere inoltre da un’attenta lettura delle etichette, nelle quali sono riportate informazioni indispensabili come le dosi da impiegare, le colture e le avversità autorizzate, i tempi di carenza e le epoche d’impiego nonché le indicazioni per la salute dell’operatore quali la classe di tossicità, le avvertenze di rischio e i consigli di sicurezza.
A questo proposito bisognerebbe sollecitare le case produttrici ad aumentare il carattere sulle etichettte, che talvolta risultano quasi illeggibili.
Un altro punto importante su cui va posta l’attenzione è il rispetto dei pronubi.
I frutticoltori di solito sono sensibili al problema perché conoscono l’importanza a livello produttivo della conservazione delle api e degli altri insetti impollinatori e quindi evitano di trattare con insetticidi e acaricidi durante in fioritura (c’è anche una disposizione di legge in proposito), ma ci sono altre situazioni rischiose a cui si dà meno peso, ad esempio quando piante da frutto presenti in giardini famigliari sono trattate sul fiore da persone inconsapevoli della pericolosità di certi prodotti, oppure l’uso di erbicidi su malerbe in piena fioritura, quindi in periodi diversi da quelli normalmente consigliati (cioè inizio primavera o autunno), tutte attività che possono danneggiare i pronubi tanto quanto i trattamenti eseguiti in un frutteto professionale nel momento sbagliato.
Infine, prima di elencare le disposizioni tecniche inerenti al settore, è utile ricordare che è in corso a livello europeo una revisione globale delle autorizzazioni all’impiego dei fitofarmaci presenti sul mercato comunitario che porta, periodicamente, al ritiro dal mercato di qualche prodotto di uso consolidato ed è proprio per questa ragione che gli operatori devono sempre accertarsi, prima di ogni trattamento (per questo esistono apposite banche dati oppure ci si può rivolgere agli uffici competenti), che i fitofarmaci da impiegare siano ancora autorizzati perché, se non lo fossero, in caso di utilizzo sono previste sanzioni pesantissime.
NORME DA SEGUIRE NELL’ACQUISTO, TRASPORTO, CONSERVAZIONE
E IMPIEGO DEI PRODOTTI FITOSANITARI
(
queste norme valgono sia per i professionisti, sia per i dilettanti che, proprio perché meno esperti, possono a volte sottovalutarne la pericolosità)
ACQUISTO
- Acquistare i prodotti esclusivamente presso negozi autorizzati;
- esibire il patentino nel caso di acquisto di prodotti classificati come molto tossici (T+), tossici (T) e nocivi (Xn) e firmare un modulo d’acquisto che dovrà essere conservato per un anno assieme al quaderno di campagna; si ricorda che il patentino è un documento personale che non va assolutamente lasciato al rivenditore e in caso di smarrimento o furto deve essere fatta denuncia alle autorità competenti;
- acquistare scatole integre (la vendita di prodotti sfusi è vietata) e controllare l’integrità e lo stato di conservazione delle confezioni;
- acquistare solo prodotti registrati in Italia (è vietato fare uso di prodotti registrati all’estero anche se i principi attivi che li compongono sono autorizzati in Italia);
- richiedere la scheda di sicurezza per ogni prodotto fitosanitario acquistato e conservarla in azienda.
TRASPORTO
- Non utilizzare mezzi normalmente adibiti al trasporto di persone, animali o alimenti;
- cercare di evitare rotture alle confezioni durante il carico e lo scarico;
- in caso di rotture e spandimenti durante il trasporto indossare innanzitutto i dispositivi di sicurezza adeguati e poi recuperare i colli danneggiati e smaltirli secondo la normativa vigente;
- nel caso di fuoriuscita di prodotti liquidi, assorbire i residui con segatura e poi smaltirla secondo la normativa vigente e pulire accuratamente il veicolo.
CONSERVAZIONE
- Conservare i prodotti fitosanitari in luoghi appositi, arieggiati e asciutti, inaccessibili ai bambini, agli animali e alle persone estranee e apporre fuori dal magazzino la dicitura “veleno” o il simbolo che indichi la pericolosità dei prodotti;
- evitare cantine e luoghi umidi;
- non conservare i prodotti fitosanitari insieme ad alimenti e bevande;
- tenere i prodotti molto tossici, tossici e nocivi chiusi a chiave;
- non fumare, mangiare o accendere fuochi nel magazzino dei prodotti fitosanitari;
- tenere separati i prodotti solidi da quelli liquidi e depositare le confezioni dei prodotti liquidi sul ripiano più basso. È consigliabile depositare i contenitori dei prodotti liquidi in bacinelle che possano raccogliere il prodotto in caso di sversamenti per evitare il contatto con altri fitofarmaci;
- è buona norma redigere un registro di magazzino;
- controllare periodicamente che i prodotti conservati nel magazzino siano ancora autorizzati e in caso contrario non utilizzarli assolutamente ma smaltirli come rifiuti a norma di legge (entro un anno dalla scadenza dell’autorizzazione).
SCELTA DEL PRODOTTO E PREPARAZIONE DELLA MISCELA
- Riconoscere l’avversità (parassita, patogeno, ecc.) che si vuole combattere;
- accertarsi che la sua presenza sia davvero dannosa (superamento della soglia di tolleranza);
- accertarsi che sia l’epoca corretta per fare il trattamento;
- utilizzare solo prodotti registrati contro avversità da combattere (è scritto in etichetta);
- utilizzare solo prodotti registrati sulla coltura da trattare (è scritto sull’etichetta);
- indossare i dispositivi di sicurezza prima della preparazione della miscela;
- preparare la miscela in un luogo arieggiato (possibilmente all’aperto);
- non mangiare, bere o fumare durante la preparazione della miscela e il trattamento e finché non ci si è tolti gli indumenti sporchi e ci si è lavati;
- utilizzare le dosi corrette in funzione del tipo di attrezzatura usata per la distribuzione e non superare mai le quantità riportate in etichetta;
- calcolare correttamente i volumi da impiegare per evitare di avere residui in botte (fare eventuali prove in bianco a inizio attività per calcolare i volumi che occorrono sulla superficie da trattare);
- nel caso di preparazione di miscele di più prodotti accertarsi della compatibilità tra gli stessi;
- nel caso di utilizzo di prodotti non alcalini è buona norma acidificare l’acqua utilizzata per la preparazione della miscela;
- accertarsi di poter rispettare i tempi di carenza (attenzione perché possono essere diversi a seconda della coltura trattata) e nel caso di miscele di più prodotti tener conto del tempo di carenza più lungo;
- accertarsi che i prodotti che si intendono utilizzare siano ancora autorizzati (per saperne di più sulle date di revoca delle autorizzazioni è possibile consultare il sito www.fitorev.imagelinenetwork.com o rivolgersi agli uffici che hanno accesso alle banche dati fitofarmaci, come l’Ufficio servizi fitosanitari regionale);
- registrare sul quaderno di campagna la data del trattamento, la quantità utilizzata e l’avversità trattata. Il quaderno di campagna, compilato in ogni sua parte, deve essere conservato per tutto l’anno successivo a quello relativo al trattamento eseguito (sono esentati dalla sua compilazione solo le persone che utilizzano prodotti fitosanitari per orti e giardini famigliari il cui raccolto è destinato all’autoconsumo).
APPLICAZIONE DEI PRODOTTI IN CAMPO
- Sottoporre regolarmente a manutenzione le attrezzature utilizzate per la distribuzione di prodotti;
- eseguire i trattamenti nei momenti della giornata in cui vi è assenza di vento;
- non trattare mai con insetticidi e acaricidi durante la fioritura (solo per i fungicidi sono previste deroghe in casi particolari diramati con avvisi dall’Ufficio servizi fitosanitari regionale); in caso di piante arboree o arbustive accertarsi sempre che non ci siano anche erbe fiorite sotto chioma e, in tal caso, sfalciarle prima dell’utilizzo di prodotti fitosanitari;
- non trattare nelle «aree di rispetto» relative a punti di prelievo di acque destinate al consumo umano; la legge prevede, intorno a pozzi o sorgenti di acque destinate al consumo umano, il divieto di seguire qualunque tipo di trattamento con prodotti fitosanitari entro un raggio di 200 metri;
- rispettare le distanze dai corpi idrici prescritte in alcune etichette di prodotti fitosanitari; in alcuni casi infatti nelle etichette sono riportate indicazioni come «Utilizzare il prodotto ad almeno 20 metri di distanza da qualsiasi corpo idrico (es. fiumi, laghi, canali)»;
- se si effettuano trattamenti nelle vicinanze di abitazioni, strade e colture confinanti, verificare che la nube irrorante non esca dall'appezzamento trattato;
- quando si tratta in prossimità di abitazioni è opportuno avvertire i residenti affinché abbiano il tempo necessario di adottare le precauzioni del caso;
- quando si opera in prossimità di strade, si deve evitare ogni possibile «deriva» per non danneggiare eventuali passanti. In particolare dovendo trattare un filare prospiciente e parallelo alla strada o ad una proprietà l'irrorazione va effettuata soltanto dal lato esterno verso l'interno del campo;
- segnalare il trattamento avvenuto mediante cartelli;
- dopo il trattamento rispettare il «tempo di rientro»; a causa dei vapori dei prodotti o delle microgocce di miscela che restano in sospensione nell'aria vi è infatti pericolo di intossicazione; evitare altresì di toccare le superfici trattate;
- alla fine del trattamento, non versare l'eventuale residuo di prodotto in fossi o canali (ma raccoglierlo e smaltirlo a norma di legge) e lavare accuratamente le attrezzature utilizzate per la distribuzione;
- dopo il trattamento, togliere e lavare accuratamente cappuccio, tuta, stivali, occhiali, ecc. per rimuovere eventuali imbrattamenti; prestare particolare cura nella pulizia della maschera e del filtro. che va pulito solo esternamente per non pregiudicarne il funzionamento;
- al termine delle operazioni riguardanti i trattamenti l'operatore deve cambiare gli indumenti e lavarsi con acqua e sapone;
- durante tutte le operazioni (dalla preparazione al lavaggio finale) è assolutamente proibito fumare, mangiare, bere e portare qualsiasi oggetto alla bocca.