Partiti, gruppi e movimenti

presentazione delle candidature

Presentazione delle candidature

La presentazione delle candidature alla carica di Sindaco, di Vice Sindaco e di consigliere comunale deve essere effettuata dalle ore 8 di venerdì 11 ottobre 2013 alle ore 12 di sabato 12 ottobre 2013 presso la Segreteria del Comune di Gaby, ai sensi dell'art. 33, comma 13, della legge regionale 4/1995.

A tal fine, l’ufficio della segreteria comunale osserverà, nei sopracitati giorni, per gli specifici adempimenti connessi alla presentazione delle candidature, il seguente orario:

- Venerdì 11 ottobre continuativamente dalle ore 8 alle ore 18;
- Sabato 12 ottobre dalle ore 8 alle ore 12.

Di seguito, è scaricabile la pubblicazione n. 3, contenente le istruzioni per la presentazione delle candidature e i modelli allegati.

 

Adempimenti connessi alla presentazione delle candidature

Con riferimento agli adempimenti connessi alla presentazione delle candidature, si ritiene opportuno richiamare le disposizioni contenute nell’art. 33, comma 14, della legge regionale 9 febbraio 1995, n. 4, secondo cui il segretario comunale deve curare la trasmissione di ogni lista alla Commissione elettorale circondariale, entro lo stesso giorno in cui la medesima è stata presentata. 

Ai sensi dell’art. 33, comma 5, della citata legge, “la raccolta delle firme dei sottoscrittori, che debbono essere elettori iscritti nelle liste elettorali del Comune, deve avvenire su appositi moduli riportanti il contrassegno di lista, il cognome, nome, data e luogo di nascita dei candidati, nonché il cognome, nome, data e luogo di nascita degli elettori”.

 

Autenticazione delle firme dei sottoscrittori delle liste

Per quanto attiene all’autenticazione delle firme dei sottoscrittori delle liste, com’è noto, l’art. 14 della legge 21 marzo 1990, n. 53, come da ultimo modificato dall’art. 4, comma 2, della legge 30 aprile 1999, n. 120, attribuisce ai pubblici ufficiali, ivi espressamente individuati, la competenza ad eseguire l’autenticazione delle firme dei sottoscrittori delle liste e dei gruppi di candidati.

Secondo parere espresso dal Ministero della Giustizia, i pubblici ufficiali dispongono del potere di autenticare le sottoscrizioni esclusivamente nel territorio di competenza dell’ufficio di cui sono titolari.

In tal senso, i segretari comunali, o i funzionari incaricati dal Sindaco, hanno l’obbligo di svolgere le funzioni in argomento all’interno del proprio ufficio, durante il consueto orario di lavoro o, se necessario, nel rispetto delle prestazioni di lavoro straordinario consentite dalla legge. A tal proposito, il Ministero dell’Interno, con circolare n. 11/2005 del 9 febbraio 2005, ha ritenuto che rientri nell’ambito dell’autonomia organizzativa dei comuni autorizzare l’espletamento delle funzioni di autenticazione anche in proprietà comunali situate all’esterno della residenza municipale, in luogo pubblico, ovvero in luogo aperto al pubblico, purché all’interno del territorio comunale.

Per quanto concerne il potere di autenticazione demandato dalla citata legge n. 120/1999 ai Consiglieri comunali che comunichino la propria disponibilità al Sindaco, la circolare sopra menzionata precisa che tale potere può essere esercitato anche dai Consiglieri in carica, candidati alle elezioni amministrative del 10 novembre p.v., non essendo diversamente disposto dalla legge.

Ciò nonostante, il Consiglio di Stato, Sezione Quinta, con sentenza n. 1889/12 del 20-31 marzo 2012, ha sancito che il Consigliere comunale, o di altro ente locale, esercita il potere di autentica delle sottoscrizioni esclusivamente in relazione alle operazioni elettorali dell’ente nel quale opera, ovvero in relazione alle altre riguardo alle quali l’art. 14 della citata legge n. 53/1990, glielo attribuisce, ma sempre nei limiti della propria circoscrizione territoriale ed in relazione a procedure dalle quali sia interessato. Di conseguenza, il Consigliere comunale di un ente locale non è legittimato ad autenticare le firme degli elettori e dei candidati di una competizione elettorale alla quale l’ente in cui sono incardinate le sue funzioni sia estraneo, come quelle per il rinnovo del Consiglio di altro Comune. Tale principio discende dalla premessa che, sul piano normativo-ordinamentale, il territorio è elemento costitutivo di ogni ente territoriale, per cui è pacifica la nullità dell’atto di un ente locale destinato ad incidere unilateralmente su un territorio di uno stesso ente dello stesso rango e natura.

Ciò premesso, è indispensabile assicurare, in massimo grado, la possibilità di usufruire di un efficiente servizio di autenticazione delle sottoscrizioni. Nell’espletamento delle suddette funzioni, tutti i pubblici ufficiali autenticanti è necessario che adottino ogni misura organizzativa idonea ad assicurare la più assoluta parità di trattamento nei confronti di tutte le forze politiche che intendono partecipare alla competizione: ciò risulta fondamentale al fine di garantire il massimo godimento del diritto di elettorato passivo, costituzionalmente tutelato.

Le modalità di autenticazione sono contenute nell’art. 21, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445.

 

Inapplicabilità in materia elettorale dei principi di semplificazione amministrativa

Con riferimento alla documentazione da produrre a corredo della presentazione delle candidature, si precisa che, con circolare n. 5 del 1° marzo 2012, trasmessa da questo Ufficio con nota prot. n. 5483/011/2012 in data 8 marzo 2012, il Ministero dell’Interno, Dipartimento per gli affari interni e territoriali, ha chiarito di non ritenere applicabili al procedimento elettorale i principi di semplificazione introdotti in materia di documentazione amministrativa, da ultimo con legge 12 novembre 2011, n. 183 (legge di stabilità 2012).

In particolare, le disposizioni in materia di “autodichiarazioni” di cui all’art. 40 del d.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445, come introdotto dall’art. 15 della legge n. 183/2011, non possano trovare applicazione alle certificazioni rilasciate dalle amministrazioni pubbliche a soggetti privati concernenti l’accertamento dell’iscrizione nelle liste elettorali, ai fini dell’esercizio del diritto di elettorato attivo e passivo ovvero del diritto di iniziativa popolare referendaria.

Al tal proposito, in attesa di nuovo parere del Consiglio di Stato, si ritiene che trovi tuttora applicazione l’orientamento espresso con parere n. 283/00 - Sezione prima - del 13 dicembre 2000, con cui l'Alto Consesso ha escluso l'applicabilità nell'ambito del procedimento elettorale preparatorio, in particolare nella fase della presentazione delle liste e delle candidature, dei principi di semplificazione in materia di documentazione amministrativa introdotti dalla legge 4 gennaio 1968, n. 15, poi ribaditi dagli articoli 2 e seguenti della legge 15 maggio 1997, n. 127 (disposizioni poi confluite nel citato d.P.R. n. 445/2000, recentemente modificato dalla legge n. 183/2000, nonché, per quanto riguarda la nostra Regione, nella legge regionale 6 agosto 2007, n. 19).

Nel suddetto parere, vengono sanciti i seguenti principi, peraltro riconducibili alla linea interpretativa già espressa dal medesimo Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale:

  • non si applica al procedimento elettorale il principio di autocertificazione contenuto nell'art. 46 del d.P.R. n. 445/2000 (art. 30 della L.R. n. 19/2007), al fine di certificare l'iscrizione nelle liste elettorali; in tal senso, tra l'altro, si segnala la sentenza del Consiglio di Stato — Sezione Quinta — n. 2178 del 16 aprile 2012;
  • è inoltre esclusa l'applicabilità, in tale ambito, dell'altro strumento di semplificazione documentale, costituito dalla dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà, di cui all’art. 47 del d.P.R. n. 445/2000 (art. 31 della L.R. n. 19/2007);
  • è altresì da escludere l'applicazione al procedimento elettorale della normativa che consente la presentazione di documenti alla pubblica amministrazione mediante fax o posta elettronica, ad eccezione del documento informatico di cui al d.lgs. 7 marzo 2005, n. 82.

 

 

comunicazione poltica e propaganda elettorale 

Divieto di comunicazione politica per le pubbliche amministrazioni

Ai sensi dell’art. 9, comma 1, della legge 22 febbraio 2000, n. 28, dalla data di convocazione dei comizi elettorali, giovedì 26 settembre p.v., e fino alla chiusura delle operazioni di voto, è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni.

L’espressione “pubbliche amministrazioni” deve essere intesa in senso istituzionale, con riferimento agli organi che rappresentano le amministrazioni e non ai singoli soggetti titolari di cariche pubbliche, i quali, se candidati, possono compiere, da cittadini, attività di propaganda al di fuori dell’esercizio delle proprie funzioni istituzionali, sempre che, a tal fine, non vengano utilizzati mezzi, risorse, personale e strutture assegnati alle pubbliche amministrazioni per lo svolgimento delle loro competenze.

L'art. 9 della citata legge, nell’intento di non ostacolare il regolare e doveroso servizio di comunicazione di utilità sociale, sottintende l'opportunità di riposare su equilibrio e correttezza degli amministratori, non solo nella scelta delle comunicazioni da consentire nel periodo elettorale, ma anche nelle forme e nei modi in cui tali comunicazioni devono essere effettuate. In tal senso vanno pertanto letti i riferimenti a "forme impersonali" ed alla "indispensabilità" dell’attività di comunicazione per l'assolvimento delle funzioni proprie.

Per quanto riguarda l’ambito oggettivo del divieto di comunicazione istituzionale, si ritiene che esso trovi applicazione per tutte le forme di comunicazione e non solo per quelle realizzate attraverso i mezzi radiotelevisivi e la stampa. In tale contesto normativo, sono invece certamente consentite le forme di pubblicizzazione necessarie a dare efficacia giuridica agli atti amministrativi.

Attesa la delicatezza della materia, l’art. 10, comma 1, della legge 22 febbraio 2000, n. 28 dispone che: “Le violazioni delle disposizioni di cui alla presente legge, nonché di quelle emanate dalla Commissione e dall’Autorità sono perseguite d’ufficio da quest’ultima secondo le disposizioni del presente articolo”.

 

Delibera dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni

Sulla Gazzetta ufficiale - Serie generale n. 233 del 4 ottobre 2013 è stata pubblicata la delibera dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 523/13/Cons contenente le “Disposizioni di attuazione della disciplina in materia di comunicazione politica e di accesso ai mezzi di informazione relative alla campagna elettorale per le elezioni del sindaco, del vice sindaco e del consiglio comunale di Gaby, fissate per il giorno 10 novembre 2013”.

Il provvedimento prevede che alle elezioni in oggetto si applichino, in quanto compatibili, le disposizioni di attuazione della legge 22 febbraio 2000, n. 28 contenute nella deliberazione dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 258/13/CONS dell’11 aprile 2013 recante “Disposizioni di attuazione della disciplina in materia di comunicazione politica e di parità di accesso ai mezzi di informazione relative alle campagne per l’elezione diretta dei sindaci e dei consigli comunali, nonché dei consigli circoscrizionali, fissate nei mesi di maggio e giugno 2013”.

Tutte le segnalazioni relative alla violazione di tali norme devono, in ogni caso, essere comunicate tempestivamente all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ed al Comitato regionale per le comunicazioni della Valle d’Aosta, anche al fine di procedere all’emanazione di eventuali provvedimenti atti a ripristinare le condizioni di “par condicio” fra le forze politiche in competizione.

 

 

 

Uso di locali di proprietà comunale per conferenze e dibattiti

A norma dell’art. 9 della legge regionale 7 febbraio 1997, n. 4, “A decorrere dal giorno di indizione dei comizi elettorali per l’elezione diretta del Sindaco, del Vice Sindaco e del Consiglio comunale, i Comuni sono tenuti a mettere a disposizione dei partiti, dei movimenti, dei gruppi e dei candidati presenti nella competizione elettorale, in misura eguale tra loro, i locali di loro proprietà già predisposti per conferenze e dibattiti, in base a proprie norme regolamentari, senza oneri per i Comuni stessi”.

 

Delimitazione ed assegnazione di spazi per le affissioni di propaganda elettorale

Dal 33° al 31° giorno antecedente quello della votazione, nella circostanza da martedì 8 ottobre a giovedì 10 ottobre p.v., la giunta comunale stabilisce gli speciali spazi destinati alle affissioni di propaganda elettorale di coloro che partecipano alla competizione elettorale con liste di candidati (propaganda elettorale diretta), secondo quanto stabilito dall’art. 3 della legge 25 aprile 1975, n. 130. Al riguardo, si rammenta che gli spazi per la propaganda elettorale diretta devono essere assegnati d’ufficio, ad ogni lista ammessa, nella misura di m 1 di base per m 2 di altezza. Gli spazi eventualmente non assegnati rimarranno a disposizione del Comune.

Entro lo stesso termine, la giunta comunale provvede a stabilire e delimitare gli speciali spazi destinati alle affissioni di propaganda di coloro che non partecipano direttamente alla competizione elettorale (propaganda elettorale indiretta). Per tale tipologia di propaganda, il tabellone deve avere complessivamente la misura di m 4 di base per m 2 di altezza. Gli spazi, nella misura minima di m 0,70 di base per m 1 di altezza, saranno ripartiti tra i fiancheggiatori delle varie liste, purché abbiano fatto pervenire alla S.V. apposita domanda entro il termine perentorio di lunedì 7 ottobre 2013, 34° giorno antecedente quello della votazione. Le istanze possono essere trasmesse al Comune in originale o via telefax; in alternativa, possono essere anticipate per via telegrafica o telematica, purché l’originale o il fax di conferma giunga prima che la giunta comunale si pronunci al riguardo. Entro due giorni dalla ricezione delle comunicazioni di ammissione delle candidature, la giunta comunale dovrà provvedere all’assegnazione di sezioni dei predetti spazi alle liste ed ai gruppi di candidati partecipanti alla consultazione, secondo le modalità illustrate a pagina 12 della pubblicazione n. 2 “Calendario delle operazioni elettorali”.

 

Inizio della propaganda elettorale: divieto di alcune forme di propaganda

Ai sensi dell' art. 6 della legge 4 aprile 1956, n. 212, dal 30° giorno antecedente quello della votazione, e quindi da venerdì 11 ottobre 2013, la propaganda elettorale può essere effettuata solo negli appositi spazi messi a disposizione dai Comuni.

Sono inoltre vietati: 

- il lancio o il getto di volantini in luogo pubblico o aperto al pubblico;
- la propaganda elettorale luminosa o figurativa a carattere fisso in luogo pubblico, escluse le insegne delle sedi dei partiti;
- la propaganda luminosa mobile.

Dal medesimo giorno, possono invece tenersi riunioni elettorali senza l’obbligo di preavviso al Questore.

 

Propaganda elettorale fonica su mezzi mobili

Dal 30° giorno antecedente quello della votazione, l’uso di altoparlanti su mezzi mobili è consentito solo nei termini e nei limiti di cui all’art. 7, comma 2, della legge 24 aprile 1975, n. 130.

A norma del combinato disposto dell’art. 7 della sopra citata l. 130/1975, e dell’art. 49, comma 4, del d.P.R. 16 settembre 1996, n. 610, recante modifiche al d.P.R. 16 dicembre 1992, n. 495 concernente il regolamento di esecuzione del nuovo codice della strada, la propaganda elettorale effettuata mediante altoparlante installato su mezzi mobili è subordinata alla preventiva autorizzazione del Sindaco; o, nel caso in cui si svolga sul territorio di più Comuni, del Prefetto della provincia in cui ricadono i Comuni stessi.

 

Concomitanza delle manifestazioni di propaganda elettorale con la ricorrenza del 1° novembre 2013

Le manifestazioni indette per la ricorrenza di Ognissanti del 1° novembre p.v., ricadenti nel periodo di svolgimento della campagna elettorale per la consultazione in oggetto, non costituiscono forma di propaganda elettorale, purché attinenti esclusivamente alla ricorrenza medesima. I relativi manifesti, purché non riportino simboli di partiti o gruppi politici, vanno conseguentemente affissi in luoghi diversi dagli appositi spazi destinati alla propaganda elettorale.

 

Agevolazioni postali e fiscali

Ai sensi degli artt. 17, 18 e 20 della legge 10 dicembre 1993, n. 515, nei 30 giorni che precedono la votazione, da venerdì 11 ottobre 2013, sono accordate tariffe postali agevolate per gli invii di materiale di propaganda elettorale. Al riguardo, sul sito www.poste.it, potranno essere consultate le istruzioni diramate da Poste Italiane S.p.A. ai propri uffici territoriali e le modalità da osservare per usufruire di tali agevolazioni.

Nei 90 giorni precedenti le elezioni sono previste agevolazioni fiscali per il materiale tipografico, per l’acquisto di spazi di affissione, di comunicazione politica radiotelevisiva e di messaggi politici ed elettorali su quotidiani e periodici, per l’affitto di locali, per gli allestimenti e per i servizi commissionati da partiti, movimenti, liste e candidati connessi a manifestazioni elettorali.

 

Divieto di diffusione di sondaggi demoscopici e rilevazioni di voto da parte di istituti demoscopici

Ai sensi dell'art. 8 della legge 22 febbraio 2000, n. 28, a partire dal quindicesimo giorno antecedente quello della votazione, ovvero da sabato 26 ottobre 2013, e sino alla chiusura delle operazioni di voto, è vietato rendere pubblici o comunque diffondere i risultati di sondaggi demoscopici sull'esito delle elezioni e sugli orientamenti politici degli elettori, anche se tali sondaggi sono stati effettuati in periodi precedenti a quello del divieto.

Fermo restando tale divieto, l’attività di tali istituti demoscopici diretta a rilevare, all’uscita dei seggi, gli orientamenti di voto degli elettori, ai fini di proiezione statistica, non è soggetta a particolari autorizzazioni. Ciò premesso, è opportuni che la rilevazione demoscopica avvenga a debita distanza dagli edifici sede di seggi e senza interferire in alcun modo con il regolare ed ordinato svolgimento delle operazioni elettorali. Si ritiene, inoltre, che la presenza di incaricati all’interno delle sezioni per la rilevazione del numero degli elettori iscritti nelle liste elettorali nonché dei risultati degli scrutini possa essere consentita, previo assenso da parte dei presidenti degli uffici elettorali di sezione, solo dopo la chiusura delle operazioni di votazione alle ore 22 di domenica 10 novembre p.v., nel rispetto del regolare procedimento delle operazioni di scrutinio.

 

Divieto di propaganda

Ai sensi dell'art. 9 della legge 4 aprile 1956, n. 212, dal giorno antecedente quello della votazione, e pertanto da sabato 9 novembre 2013, e fino alla chiusura delle operazioni di voto, sono vietati i comizi, le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, le nuove affissioni di stampati, giornali murali e manifesti. Inoltre, nei giorni destinati alla votazione, è vietata ogni forma di propaganda elettorale entro il raggio di 200 metri dall'ingresso delle sezioni elettorali.

È invece consentita la nuova affissione di giornali quotidiani o periodici nelle bacheche poste in luogo pubblico, regolarmente autorizzate alla data di pubblicazione del decreto di convocazione dei comizi.

 

Trattamento dei dati personali per attività di propaganda elettorale

Con riferimento alle disposizioni in materia di trattamento dei dati personali di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, i dati personali, tratti da elenchi o registri detenuti da soggetti pubblici per iniziative di propaganda da parte di partiti, organismi politici e comitati di promotori e sostenitori, devono essere utilizzati, secondo le modalità di utilizzo indicate dai provvedimenti del Garante per la protezione dei dati personali nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali degli interessati. 

Il provvedimento a carattere generale del 7 settembre 2005, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 212 del 12 settembre 2005, da ultimo richiamato nei provvedimenti 7 aprile 2011 “Propaganda elettorale: le regole del Garante privacy”, di cui alla Gazzetta ufficiale n. 87 del 15 aprile 2011, e 5 aprile 2012 recante “Trattamenti dati per attività di propaganda elettorale – esonero dall’informativa”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 89 del 16 aprile 2012, richiama e ribadisce criteri ed limiti ai fini del trattamento dei dati sensibili riguardanti propaganda elettorale e comunicazione politica.

 

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