|
|
|
|
Politica regionale europea |
Dalla teoria alla pratica
1. |
Il bilancio dei Fondi strutturali e
le regole fondamentali per il loro impiego vengono
decisi dal Consiglio europeo, ossia da tutti gli Stati
membri dell'Unione, in base a una proposta della Commissione
concertata con il Parlamento europeo. I Fondi strutturali
sono ripartiti per paese e per obiettivo. Le zone
che possono beneficiarne vengono stabilite, d'intesa
con i vari paesi, dalla Commissione, che propone orientamenti
tematici comuni |
|
2. |
A seguito di tali decisioni, ciascuno
Stato o regione elabora e riassume in un piano le
sue proposte a favore di zone in difficoltà
o di ceti deboli, con la partecipazione attiva, in
questa fase, degli operatori economici e sociali interessati. |
|
3. |
Una volta completati, i piani vengono
presentati alla Commissione europea. |
|
4. |
Ciascuno Stato ne discute quindi i contenuti
con quest'ultima specificando l'entità delle
risorse nazionali e comunitarie da destinare alla
loro realizzazione. |
|
5. |
Quando le parti hanno raggiunto un
accordo complessivo, la Commissione adotta i piani
(1) e i conseguenti programmi, versando agli Stati
un anticipo per passare alla fase operativa. |
|
(1) Denominati Quadri
comunitari di sostegno (QCS) o Documenti unici di
programmazione (DOCUP), a seconda che richiedano o
meno una decisione supplementare della Commissione
per l'attuazione dei programmi |
6. |
I dettagli (denominati "complementi
di programmazione") vengono lasciati all'iniziativa
delle autorità nazionali o regionali, senza
l'obbligo di consultare la Commissione, che viene
comunque informata. Siglate le intese, gli organismi
responsabili possono quindi procedere secondo modalità
proprie (con bandi di gara per la presentazione di
progetti, la costruzione di infrastrutture ecc.). |
|
7. |
Vagliati i progetti, le autorità
responsabili selezionano quelli che meglio corrispondono
alle finalità del programma e comunicano ai
candidati le loro scelte. |
|
8. |
Le organizzazioni prescelte possono
allora avviare il progetto, che deve essere obbligatoriamente
ultimato entro il termine in programma, poiché
la cadenza degli aiuti europei è fissata sin
dall'inizio. |
|
9. |
Lo stato di avanzamento dei programmi
è sorvegliato regolarmente dalle autorità
competenti che ne danno notizia alla Commissione europea,
fornendole la prova (attraverso la certificazione
delle spese) che il denaro è stato impiegato
nel migliore dei modi. La Commissione verifica i sistemi
di controllo messi in atto e versa man mano i contributi
previsti. Analizza l'andamento degli indicatori di
sorveglianza e gli studi di valutazione e promuove
scambi tematici, comunicando inoltre ai responsabili
dei programmi le nuove priorità comunitarie
che hanno un'incidenza sullo sviluppo regionale. |
|
I fondi strutturali non vengono assegnati direttamente a progetti
scelti dalla Commissione europea. Definite di comune intesa
le grandi priorità di un programma di sviluppo, la
selezione dei progetti e la loro gestione è di competenza
esclusiva delle autorità nazionali e regionali. Questo
crescente decentramento è una delle principali novità
della fase in corso.
I progetti approvati vengono sovvenzionati in parte con
fondi nazionali (pubblici o privati) e in parte con fondi
europei.
Ma il contributo dell'Unione (i cui programmi sono sempre
finanziati un misto di risorse comunitarie e nazionali)
si aggiunge a quello dei singoli Stati membri per superare
i limiti imposti dalle loro capacità finanziarie,
non già allo scopo di consentire loro di realizzare
economie nei propri bilanci nazionali.
Lo sviluppo delle zone depresse è soprattutto compito
dei singoli Stati membri. L'Unione li aiuta soltanto a fare
di più e di meglio di quanto non sarebbero in grado
di realizzare da soli. In ciò consiste il valore
aggiunto del suo intervento.
|
|
|
|