La Prevenzione
Gli eventi del 2000 hanno dimostrato ancora una volta che in montagna la sicurezza assoluta non è realizzabile al 100% e che un certo grado di rischio è inevitabile.
Ovviamente occorre lavorare per ridurre questo rischio al minimo.
Nei giorni immediatamente successivi all'alluvione si è intervenuti nel minor tempo possibile sulle situazioni di dissesto, ma si sono anche riviste le strategie di intervento.
Le popolazioni e i loro beni vanno difesi contro i rischi naturali attraverso misure di protezione, ecologicamente compatibili, socialmente eque, economicamente efficienti, che consistono in azioni di previsione e di prevenzione dei rischi.
Le misure d'intervento hanno la finalità di ridurre il rischio complessivo e sono rivolte sia alla diminuzione della pericolosità dell'evento, sia alla definizione della vulnerabilità del territorio.
E' questo il pensiero alla base delle “Linee guida per la difesa del suolo” del 2003 e del “Programma di previsione e prevenzione dei rischi idrogeologici” del 2006.
L'individuazione delle aree di pericolosità idrogeologica è un'iniziativa indispensabile per avere un quadro complessivo dell'intero territorio regionale che richiede tempo e disponibilità finanziaria. Questo intervento era previsto già dalla legge urbanistica regionale n. 11 del 1998, ed è stato intensificato dopo l'alluvione del 2000 sia livello comunale sia di singolo dissesto.
Con l'attivazione del Centro Funzionale regionale è in continua evoluzione la capacità di previsione dei possibili eventi meteo che possono determinare danni alle persone e alle cose.
Con l'istituzione della Fondazione Montagna Sicura di Courmayeur si studiano gli effetti dei cambiamenti climatici sulla pericolosità in montagna.
E' un complesso sistema di interventi che comprende:
- la predisposizione di piani di emergenza e il miglioramento della capacità di previsione dei possibili eventi che possono determinare danni alle persone e alle cose
- l'imposizione di vincoli di utilizzo del territorio di natura urbanistica sulle aree a diversa pericolosità
- la realizzazione di opere di difesa dai dissesti
- l'obbligo di accorgimenti tecnici in fase di costruzione
- la delocalizzazione degli insediamenti incompatibili con le soglie di rischio valutate