Ricerche

L'attuale cinta muraria ricalca quasi interamente quella antica, l'analisi del manufatto murario ha evidenziato l'esistenza della merlatura in più punti per una lunghezza complessiva di circa 40 metri. Lo scavo delle cantine dell'edificio residenziale ha permesso di mettere in evidenza parte della cinta obliterata dalla costruzione del nuovo corpo di fabbrica; si tratta di un muro della lunghezza di 35 metri circa e largo 1,20 metri.

Durante lo scavo del terrazzamento a sud del donjon è stato rinvenuto parte del muro di cinta costruito a difesa della torre. Si tratta di una struttura muraria che, saldandosi con la cinta esterna, formava un recinto ridotto a pianta poligonale, di cui si sono conservati tre lati. Gli altri tratti sono andati completamente distrutti durante i cantieri successivi di trasformazione dell'area e non hanno lasciato tracce evidenti in quanto impostati sulla roccia affiorante.

Il saggio di scavo ha restituito, nel terreno di riempimento a valle del muro di cinta antico, numerosi frammenti di intonaco affrescato, tra i quali il viso di un personaggio con copricapo rosso a cono bordato di pelliccia, che sono da mettere in relazione con il ciclo individuato con i saggi eseguiti sulle pareti del piano superiore nel vano dell'antica magna aula e che risalgono al terzo quarto del XIV secolo. I lacerti pittorici provengono dalla demolizione di alcune porzioni di muratura avvenute nel XVII secolo per riadattare il corpo residenziale; si tratta probabilmente delle demolizioni attuate per la realizzazione di nuove aperture e per ristrutturare l'interno del primo piano.

Lo smontaggio, all'interno del donjon, di una scala in legno di epoca moderna ha permesso di individuare una ricca decorazione parietale. Il ciclo di affreschi rappresenta alcuni episodi della storia di Alessandro e sono databili in un epoca compresa tra la fine del XIII e l'inizio del XIV secolo. Di grande importanza anche i disegni e le iscrizioni successivi al ciclo affrescato.

Lo scavo della cappella attuale ha permesso di ritrovare, poche decine di centimetri sotto il pavimento, i resti della cappella originaria distrutta in seguito alla sua ricostruzione voluta dai Balbis di Ceva verso il 1606. Si tratta di un'aula rettangolare terminata a oriente da un abside semicircolare

La planimetria della cappella riconduce a quelle delle altre cappelle castrali: Graines, Cly, Châtel-Argent e Pont-Saint-Martin.

Attualmente la sola cappella datata è quella di Cly che risale almeno al 1076 (datazione ottenuta tramite l'analisi dendrometrica), e la datazione proposta per quella di Quart è compresa tra la fine dell'XI e l'inizio del XII secolo, coerente anche con l'impianto primitivo del castello.

Tra le macerie sono stati rinvenuti numerosi frammenti di intonaco affrescato e alcuni elementi architettonici. L'analisi dei frammenti ha distinto tre cicli pittorici databili tra la prima metà del XIII e il XVI secolo.

 

 



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