L’ultimo numero di Environnement del 2010 è dedicato alla Comunità Montana Mont Emilius. Si tratta di un'area di grande complessità e che presenta problemi diversi a seconda delle sue diverse componenti. Praticamente tutti i comuni che la compongono, infatti, comprendono un territorio che spazia dalle vette che li sovrastano (tipico territorio alpino, con pascoli, boschi e ambienti ad elevata naturalità) e, contemporaneamente, da una porzione di territorio localizzata sul fondovalle. Quest’ultima ha connotazioni spesso di tipo urbano o periurbano, e vede la concentrazione, in una porzione di territorio molto limitata, di numerose infrastrutture. Vi si trovano, infatti, tutti gli assi viari principali, la ferrovia, l’aeroporto, aree a vocazione commerciale e produttiva, il centro regionale di smaltimento dei rifiuti ecc. Non da sottovalutare, da un punto di vista dell’uso del territorio, vi è poi la vicinanza con Aosta, che ha indotto un notevole incremento dell’edificato periurbano, sia per residenza che per decentramento di servizi, con un conseguente importante fenomeno di pendolarismo quotidiano da/verso il capoluogo. Ciò non vuol dire che nell’insieme la Comunità non mantenga, in un originale e complesso accostamento, spazi e situazioni a importante valenza turistico-naturalistica e ambientale. L’area umida di Saint-Marcel è, infatti, la prima riserva naturale regionale istituita in Valle d’Aosta, ed è di recente istituzione un’ampia Zona di Protezione Speciale che si estende sul territorio di vari Comuni. Nel territorio si situa poi una delle principali stazioni sciistiche valdostane, Pila, che, unica nel territorio nazionale, risulta direttamente collegata al capoluogo regionale mediante una telecabina recentemente modernizzata. Nell’altro versante poi, in un’area decisamente più remota, trova sede l’Osservatorio astronomico regionale, all’avanguardia a livello nazionale nel suo settore. La quantità e varietà di attività e ambienti rende questa CM particolarmente ricca di occasioni ma anche particolarmente ricca di problemi, dovuti proprio al fitto intreccio di relazioni funzionali ed economiche, non sempre facilmente integrabili. Occorre capire allora che il territorio è uno solo, e che tutti gli usi devono entrare in un equilibrio che ci permetta di non distruggerlo, ma al contrario di metterne in valore le diverse potenzialità. Si tratta allora di costruire tutti insieme degli accordi d'uso che, salvaguardando i legittimi interessi di ciascuna attività, mettano al primo posto l'interesse comune a preservare il patrimonio ambientale.