In questi ultimi anni, grazie ad una maggiore sensibilità ambientale, i comuni della Plaine hanno accentuato azioni volte alla riqualificazione del loro territorio con interventi anche molto diversi fra loro, ma tutti finalizzati a migliorare le peculiarità paesaggistiche e ambientali dello stesso, in quanto risorsa primaria, non riproducibile e di fondamentale importanza per lo sviluppo futuro delle comunità che amministrano. Rientrano tra questi l’area della Grand-Place di Pollein, un grande polmone verde nel cuore della Plaine e di fatto l’unico parco peri-urbano della città di Aosta; l’area di Tsan de la Bara in comune di Saint-Christophe dedicata agli sport popolari con annesse infrastrutture di servizio; numerose aree verdi attrezzate; vari interventi di recupero produttivo di terreni agricoli, ecc. Tutti interventi che hanno interessato aree incolte, marginali o degradate per effetto dell’abbandono.
Tra i più significativi e recenti esempi di recupero e valorizzazione di aree con queste caratteristiche di marginalità e di degrado, si possono citare il percorso ciclo-pedonale della Comunità Montana Mont Emilius e l’area di Les Iles nei comuni di Brissogne e Quart da destinare alla pratica del golf.
Il percorso ciclo-pedonale
Caratteristiche tecniche
Il percorso ciclo-pedonale della Comunità Montana Mont Emilius, una volta completato, collegherà Sarre a Fénis, interessando i comuni di Gressan, Aosta, Charvensod, Pollein, Brissogne, Saint-Marcel e Nus con raccordi e varianti nei comuni di Quart e Saint-Christophe.
Attualmente sono stati realizzati e sono fruibili i seguenti tratti:
• Sarre - Aosta di 2 km; dislivello 27 m; pendenza max 1%;
• Gressan - Pont Suaz 3 km; dislivello 13 m; pendenza max 0%;
• Pont Suaz - Brissogne 4 km; dislivello 7 m; pendenza max 20%;
• circuito di Fénis 5,4 km; dislivello 20 m; pendenza max 0%.
È in fase di progetto esecutivo il tratto: Brissogne – Saint-Marcel di 3 km. È in fase di progetto preliminare il tratto: Saint-Marcel - Fénis di 4,8 km. Come si può notare, una volta completato il percorso ciclo-pedonale avrà uno sviluppo considerevole, superiore ai 20 km (22,2 km per l’esattezza).
La larghezza del percorso è pari a 2,50 m, consentendo l’incrocio agevole delle biciclette, con fondo in asfalto e bordi di 50 cm in ghiaietto ai lati per separare il percorso dalla vegetazione e dai terreni limitrofi. Il percorso è classificato dagli esperti come facile.
Perché un percorso ciclabile e non una pista ciclabile?
Una pista ciclabile è un’opera di viabilità riservata esclusivamente ai ciclisti con delle caratteristiche tecniche ben definite dalla legge e sulla quale non può transitare nessun tipo di veicolo a motore. Quando lo stesso percorso è condiviso tra ciclisti e pedoni viene definito “ciclo-pedonale”. Il sedime sul quale si sviluppa, di norma, è di proprietà pubblica. Per realizzare un’opera con queste caratteristiche, la Comunità Montana avrebbe dovuto sostenere degli oneri enormi solo per l’acquisizione delle aree, perché la pista ciclabile avrebbe dovuto occupare nuovi terreni su di un percorso originale che non interferisse con alcuna preesistenza (strada poderale, ponti, attraversamenti, sentieri, ecc.).
La scelta, quindi, è caduta sulla realizzazione di un percorso ciclo-pedonale che utilizza nel suo sviluppo il sedime delle numerose strade poderali presenti lungo la fascia della Dora Baltea, realizzate dai Consorzi di miglioramento fondiario e utilizzate dagli agricoltori per le normali pratiche agronomiche, collegandole fra loro in modo tale da costituire un percorso continuo da Sarre a Fénis. Chi decide di fare un giro in bicicletta, ovvero a piedi, lungo tale percorso deve dunque essere consapevole che potrebbe incontrare dei mezzi meccanici, per usi agricoli, cosa che non avviene mai su di una pista ciclabile. Come fruire correttamente del percorso? Al fine di fruire in modo corretto di questa infrastruttura, la Comunità Montana ha approvato un regolamento per l’accesso e l’uso che è integralmente riportato su appositi cartelli posti nei punti di attestazione o di ingresso del percorso. I punti più significativi di tale regolamento sono:
• il percorso è fruibile esclusivamente in orario diurno dal 15 marzo al 15 novembre;
• ogni utilizzatore è tenuto a rispettare gli altri frequentatori evitando comportamenti che possano impedire il normale uso del percorso;
• nel percorso è vietato introdurre cani e cavalli;
• i ciclisti devono tenere una velocità adeguata, mantenendo la destra e avendo padronanza del mezzo in rapporto al numero di persone che utilizzano il percorso;
• la circolazione dei veicoli a motore è vietata;
• la circolazione dei veicoli a motore è consentita soltanto ai proprietari e ai conduttori legittimi dei terreni serviti dal percorso; i veicoli autorizzati dovranno procedere con le dovute cautele, non superare i 30 km l’ora, garantendo il rispetto del prioritario traffico ciclistico;
• sono esclusi dal divieto di transito i mezzi di sorveglianza, di soccorso, di servizio per le operazioni di manutenzione.
La vigilanza è affidata agli organi preposti e per i trasgressori sono previste sanzioni amministrative in base al Codice della strada e ai regolamenti comunali e regionali vigenti e alle disposizioni di leggi nazionali.
L’area di Les Iles nei Comuni di Brissogne e di Quart
L’area di Les Iles nei Comuni di Brissogne e Quart è conosciuta come “l’area dei laghetti” in quanto occupata da laghi di origine artificiale derivanti da cave di inerti realizzate negli anni sessanta per la costruzione dell’autostrada e successivamente abbandonate. Il più grande di questi laghi occupa una superficie di 44.700 mq e attorno ad esso si è sviluppato l’intervento di riqualificazione promosso dai Comuni di Brissogne e Quart, d’intesa con la Consorteria di Villefranche, proprietaria di parte dei terreni, per la realizzazione di un centro sportivo e ricreativo comprensivo di un campo pratica per il golf e un campo a 5 buche, una piscina scoperta, un campo di pallavolo e pallacanestro, un bar-ristorante e tutte le relative infrastrutture di servizio. Alla zona è possibile accedere direttamente dall’autostrada attraverso la sovrastante area di servizio. L’area costituisce anche un polo di attestazione del percorso ciclo-pedonale appena descritto.
Conclusioni
Nel consigliare a tutti di percorrere, in bici o a piedi, questo bellissimo itinerario lungo la Dora Baltea o di trascorrere alcune ore presso il centro sportivo e ricreativo di Les Iles, ricordo gli obiettivi che la Comunità Montana Monte Emilius e i Comuni di Brissogne e Quart si sono posti nella realizzazione di queste importanti infrastrutture. Tali obiettivi sono innanzitutto turistici, per accrescere l'attrattività di una zona vocata all'ospitalità; ma anche ricreativi e di socialità, a vantaggio della popolazione residente e di mobilità alternativa, visto che saranno messi in comunicazione vari centri abitati, tra cui il capoluogo regionale, con un percorso diretto e protetto. Un percorso utilizzabile da tutte le categorie di ciclisti, sia allenati agonisti, che pedalatori della domenica. L'idea di costruire una rete di piste ciclabili, collegate fra loro, per quanto possibile, vuole essere l'inizio per una nuova proposta che la Valle d’Aosta cerca di avviare nel campo del turismo in bicicletta. Come già è avvenuto soprattutto nei Paesi del Centro e Nord Europa, dove il cicloturismo è a tutti gli effetti una risorsa turistica di rilievo, anche in Valle la predisposizione di vie di comunicazione alternative a quelle per le automobili apre una possibilità in più per dare spazio ad una nuova forma, almeno per la nostra regione, di turismo ecocompatibile. Analogamente lo sviluppo del golf è ritenuto di fondamentale importanza per incrementare le attività turistiche non solo di interesse locale ma anche regionale, vista la forte espansione di praticanti di questo sport e l’esigenza di ampliare l’offerta turistica della regione. Ma l’aspetto più importante di questi interventi è quello ambientale; infatti sia il percorso ciclo-pedonale e soprattutto il centro turistico ricreativo di Les Iles non sono avvenuti a detrimento di aree agricole produttive, ma attraverso il recupero di infrastrutture esistenti o di zone incolte e in stato di abbandono e, quindi, gli interventi hanno assunto una valenza di vera e propria riqualificazione ambientale in un’ottica di sostenibilità.