Sulla strada che da Gaby porta ai due colli della Mologna è situato il villaggio di Niel. È posto ad una altitudine di 1535 metri. Lo si trova sulla sinistra orografica della Valle del Lys. Il villaggio sorge su di un poggio morenico alla base del quale scorre l’omonimo torrente che origina una bella cascata ben visibile dal capoluogo del paese e dalla strada regionale che conduce a Gressoney. La “maestosità” della cascata fu anche cantata dal Carducci. Niel ha origini Walser.
È un piccolo gruppo di case, assai raccolte, di genesi molto antica, fondato da gente di stirpe germanica insediatasi nell’alta Valle del Lys nella prima metà del XIII secolo. Si trattava di una popolazione fatta di abili coloni, attivi e intraprendenti, che creò insediamenti montani permanenti di cui Niel è testimonianza, unitamente al pressoché contiguo villaggio di Gruba. A Niel, nel passato, a differenza di Gaby (che ha idioma franco-provenzale) si parlava un dialetto tedesco, protrattosi sino agli inizi del secolo scorso. Si trattava di una parlata caratteristica abbastanza affine a quella di Issime, ma diversa da quella Gressoney.
Tale particolarità, nel tempo, si è perduta, presumibilmente per effetto delle emigrazioni in area francofona nonché per le relazioni di commercio, intensificatesi con le popolazioni vicine, tra le quali in particolar modo quelle Biellesi. Un tempo i contatti con il biellese erano , infatti, frequenti. Attraverso i colli gli abitanti di Niel si recavano frequentemente al mercato di Andorno per i necessari scambi commerciali. Nel basso medioevo certi uomini di Niel facevano anche i cambiavalute sui colli. Le genti Walser, che nel passato popolarono la località, hanno lasciato tracce soprattutto nella toponomastica della quale si forniscono alcuni esempi:
Niilmatti che significa prato vicino al torrente Niel;
yi Haltit che significa pendio e pascolo arido;
lou Grabichteinn nel senso di sentiero che conduce al cimitero;
lou Rück col significato di altura tondeggiante. Lo stesso toponimo Niel sarebbe una contrazione di “Nuberland” che significa la terra di sopra. Il primo villaggio abitato era prevalentemente costruito in legno (si tratta dei famosi “Stoadel”), ma andò a fuoco nell’ottobre del 1718 a causa di un devastante incendio. Esso fu ricostruito quasi completamente in muratura. L’architettura attuale presenta prevalentemente case in pietra con profili angolari di una perfezione sorprendente. Difatti una delle caratteristiche degli uomini di Niel è quella di essere degli abili muratori. Un’abilità che maturava sin da bambini, costruendo per gioco piccoli villaggi in pietra. Alcune case sono particolarmente antiche. Sulla trave maestra è possibile leggere le date 1712 - 1716 - 1718. La cappella della frazione dedicata alla Madonna delle Nevi e a Santa Barbara è datata 1883 che presumibilmente corrisponde alla data del rifacimento, essa fu eretta nel 1600. La coltivazione della campagna era affidata quasi esclusivamente alle donne. Il territorio è caratterizzato da terrazzamenti, sorretti da muri a secco che mitigano i ripidi pendii.
Le terrazze, nel tempo, sono state coltivate prevalentemente a cereali (in particolare la segale) oltre che a fieno, insieme a circoscritti campi di patate. Nel lontano passato i terreni sopra Niel, soprattutto nella zona denominata
Leka, toponimo walser che significa “angolo”, “cantuccio”, erano un biondeggiar di spighe di segale. Il mulino per la macinazione si trovava in prossimità del torrente Lazouney poco oltre l’abitato di Gruba nel quale era posto il forno di villaggio che serviva a entrambi gli agglomerati. La pastorizia, fino alla seconda metà del secolo scorso, ha avuto un ruolo di sussistenza famigliare. I boschi che contornano la località sono costituiti principalmente da abetaie e lariceti di un’apprezzabile densità. Le latifoglie dimorano in forma più diradata. Tra questi boschi non di rado s’incontrano caprioli e camosci e altri esemplari di una ricca fauna alpina. Il villaggio per secoli è stato popolato per tutto l’anno. Fino a tutto l’ottocento, nella scuola locale l’istruzione era impartita da insegnanti del luogo a dimostrazione della vitalità della località. Nel ventesimo secolo divenne scuola statale e fu gestita in loco regolarmente da insegnanti diplomati.
La “cantina”, denominazione attribuita alla storica osteria, radunava la comunità per le interminabili veglie, per giocare a carte, per cantare e ballare. Il vino consumato andava riapprovvigionato comportando così, alla conduttrice della cantina, frequenti discese a Gaby. La lunga risalita con la gerla carica di generi vari e botticella con 25 litri di vino era intervallata da soste prestabilite in luoghi non casuali della mulattiera:
L’Erètta, Dezut lou Grégn, Lalòss, lou Tchapélet, lou Tchanton. La salita era particolarmente faticosa e rischiosa d’inverno con il suolo gelato e scivoloso. Nel periodo a cavallo tra gli anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso il villaggio di Niel, non ancora raggiunto da una strada carrozzabile, si è spopolato con la migrazione degli abitanti verso il capoluogo di Gaby. Oggi Niel, le cui case sono state quasi completamente ristrutturate e i viottoli interni completamente risistemati, torna a popolarsi soprattutto d’estate. Alcune famiglie vi si sono nuovamente stabilite per tutto l’anno. La località attrae numerosi escursionisti poiché da essa si dipartono parecchi itinerari alpini: Colle della Piccola Mologna (2211 metri); Colle della Grande Mologna (2354 metri); Colle di Lazoney (2402 metri) che immette nei pianori del Vallone di Loo; La Punta Tre Vescovi (2474 metri) il cui nome deriva dalla posizione geografica essendo un punto di confine tra le diocesi di Vercelli, Biella ed Aosta. Al rientro gli escursionisti possono rifocillarsi in due esercizi aperti per la ristorazione. Uno a Niel (Bar e Ristoro), che rappresenta la continuità con la cantina di un tempo e l’altro (Dortoir e Ristoro) sorto presso l’adiacente villaggio di Gruba.